Le persone con un Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) possono vivere molto male il periodo estivo.
L’estate, infatti, rappresenta una stagione particolarmente delicata per chi lotta con la percezione del proprio corpo e con il cibo: l’abbigliamento più leggero e più “smascherante” e “scoprente”, la pressione sociale legata alla “prova costume” e ai corpi esposti possono acutizzare ansie e sensi di colpa già presenti, rendendo il vissuto corporeo ancora più difficile da gestire.
In un contesto in cui il corpo viene continuamente mostrato e giudicato, il disagio può diventare insopportabile, portando a un aumento del controllo sul cibo, all’evitamento di momenti sociali legati ai pasti o alle attività all’aperto, e a un isolamento progressivo.
Le vacanze, che dovrebbero rappresentare un’occasione di riposo e svago, possono invece trasformarsi in una fonte costante di stress, nella paura di dover mangiare fuori casa, perdere le proprie routine o essere sottoposti allo sguardo altrui.
Anche il semplice andare al mare, momento che per molti è sinonimo di leggerezza, per chi convive con un DCA può essere fonte di disagio, panico e vergogna.
Sono diverse le fonti di stress e preoccupazione che rendono l’estate un periodo particolarmente difficile per chi convive con un Disturbo del Comportamento Alimentare. Alcune di queste fonti sono immediatamente riconoscibili e intuibili, come il confronto con l’ideale di “corpo estivo” imposto dalla società, mentre altre sono più sottili, profonde, e a volte difficili da mettere a fuoco persino da chi le vive.
Nelle prossime righe capiremo quali sono.
Perchè L’estate e Faticosa per chi ha un DCA (disturbo del comportamento alimentare)?
Alcune delle fonti di preoccupazione di una persona con DCA durante l’estate riguardano:
- Confronto con il proprio corpo: durante l’estate aumenta la visibilità del corpo, e con essa anche il livello di autocritica e disagio. Indumenti più leggeri o il semplice fatto di dover esporre gambe, braccia o la pancia possono diventare motivo di forte ansia. La percezione distorta del proprio aspetto fisico si acuisce davanti allo specchio o alle foto scattate in spiaggia, generando un dialogo interno durissimo fatto di vergogna, repulsione e rifiuto di sé. Questo confronto costante con il proprio corpo, che appare sempre “sbagliato”, può portare a evitamento sociale, rifiuto di andare al mare o di partecipare ad attività all’aperto, oppure a un controllo ancora più rigido sull’alimentazione e sull’esercizio fisico.
- Confronto col corpo degli altri: l’esposizione a corpi altrui, soprattutto nei contesti estivi, può amplificare il senso di inadeguatezza. Sia che si tratti di corpi percepiti come “più sani”, “più belli” o “più magri”, il confronto con gli altri può generare un ciclo doloroso di autosvalutazione. I paragoni avvengono spesso in modo automatico e ossessivo, e anziché rappresentare uno stimolo positivo, diventano fonte di sofferenza e conferma del proprio “fallimento”. In particolare nei contesti sociali come la spiaggia, la piscina o i social media, questo confronto può essere vissuto come un’umiliazione continua.
- Segni evidenti della propria condizione: l’estate rende più visibili alcuni segni fisici della malattia che durante l’anno si riesce a celare meglio con abiti più pesanti o comportamenti protettivi. Le ossa sporgenti, il dimagrimento marcato, le smagliature da variazioni di peso, i lividi o le cicatrici (spesso conseguenza di episodi di autolesionismo o della fragilità della pelle) possono emergere e attirare sguardi, domande o commenti. Questo aumenta il senso di esposizione, vulnerabilità e la paura del giudizio altrui. Per alcuni, può significare ulteriore ritiro sociale; per altri, paradossalmente, può rinforzare la malattia come “segno di controllo” o “successo”, alimentando il circolo vizioso del disturbo. È chiaro che l’estate può rappresentare un momento particolarmente critico soprattutto per chi soffre di un Disturbo del Comportamento Alimentare visibile, ovvero con manifestazioni fisiche evidenti. In particolare, disturbi come l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il binge eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata) espongono le persone a un’ulteriore fragilità in un periodo dell’anno in cui il corpo viene inevitabilmente messo al centro dell’attenzione sociale. Nel caso dell’anoressia, il dimagrimento importante rende il corpo visibilmente segnato: ossa sporgenti, assenza di massa muscolare, pelle secca, smagliature dovute alla perdita rapida di peso o marcature cutanee possono diventare “prove” della malattia sotto gli occhi degli altri. Questa esposizione può generare un’angoscia profonda: da un lato il desiderio di nascondere il corpo, dall’altro la sensazione, a volte contraddittoria, di volerne mantenere il controllo e persino ricevere conferme per la propria magrezza, anche quando è patologica. In ogni caso, il giudizio reale o presunto degli altri diventa centrale, e può peggiorare significativamente il disturbo. Chi soffre di binge eating, invece, sperimenta spesso un corpo in trasformazione verso un aumento di peso, a volte repentino e difficile da gestire. In estate, quando l’ideale di magrezza si impone con forza, questo può far esplodere vergogna, rabbia verso se stessi, sensazione di essere “fuori posto”. Il corpo diventa bersaglio di sguardi, battute, pensieri autodistruttivi. Indossare un costume o semplicemente esporsi può diventare un atto carico di dolore e rifiuto. Questo stato di malessere può alimentare il circolo vizioso delle abbuffate e aumentare la difficoltà a chiedere aiuto. Infine, nella bulimia, pur in presenza di un peso nella norma, il corpo subisce comunque variazioni frequenti, anche di pochi chili, che spesso comportano segni fisici come smagliature, gonfiore addominale, alternanza tra fasi di “controllo” e fasi di “perdita di controllo”. Il vissuto corporeo è comunque profondamente disturbato e l’estate, con la sua esposizione forzata, rischia di accentuare l’odio verso il proprio corpo e il desiderio di compensazione. Spesso la sofferenza è sottovalutata proprio perché non “si vede”, ma è altrettanto intensa e invalidante.
- Presenza costante di momenti conviviali legati al cibo: grigliate, aperitivi, gelati con amici, pranzi in spiaggia o cene all’aperto possono sembrare situazioni piacevoli e leggere, ma per una persona con un DCA rappresentano spesso veri e propri incubi. L’ansia generata dal dover mangiare in pubblico, senza controllo preciso sulle porzioni o sugli ingredienti, può diventare paralizzante. Anche la semplice idea di dover “giustificare” le proprie scelte alimentari di fronte agli altri può portare a evitare del tutto questi momenti, alimentando la solitudine.
- Maggior tempo trascorso con la famiglia o in ambienti osservanti: le vacanze estive comportano spesso un aumento della convivenza familiare o il ritorno in contesti dove ci si sente più controllati. Per una persona con un DCA, questo può significare essere più esposti a sguardi, commenti, domande o giudizi da parte di genitori o parenti, anche se in buona fede. Frasi come “mangia un po’ di più”, “sei dimagrita troppo”, “non esagerare” possono essere percepite come intrusioni violente e generare conflitti interni o ricadute nei comportamenti disfunzionali.
- Aumento delle temperature: con il caldo, molte persone riferiscono una naturale riduzione dell’appetito, ma per chi ha un DCA questo effetto può essere esasperato, diventando una giustificazione accettabile per mangiare ancora meno. L’estate diventa così un’occasione per intensificare restrizioni, saltare i pasti o ridurre porzioni già minime. Il caldo può anche aumentare la fatica e il senso di spossatezza, che però viene interpretato come un “prezzo da pagare” per mantenere il controllo sul peso. Inoltre, la disidratazione o la sudorazione eccessiva possono contribuire a una maggiore perdita di peso, a volte anche involontaria, che però finisce per alimentare il meccanismo patologico, sia dal punto di vista fisico che mentale.
Se anche tu senti che l’arrivo dell’estate è faticoso, se ti accorgi che la scelta di un costume da bagno ti mette a disagio o ti paralizza, se avverti ansia all’idea di partecipare a eventi che espongono il tuo corpo agli altri — e allo stesso tempo lo espongono al confronto con i corpi degli altri — allora sappi che tutto questo non è da sottovalutare.
Potresti già essere alle prese con un Disturbo Alimentare, anche se magari non te ne rendi pienamente conto, oppure potresti convivere con pensieri e paure legate al corpo che non sono “giuste”, né “normali”, anche se purtroppo molto diffuse.
Spesso si tratta di forme sotto soglia di DCA, meno evidenti ma comunque cariche di sofferenza e pericolose nel tempo, soprattutto se ignorate o normalizzate.
Se ti riconosci in tutto questo, se senti che qualcosa non va o che non riesci a vivere con serenità il tuo corpo, il cibo o il rapporto con gli altri in estate, puoi chiedere aiuto.
Rivolgerti a professionisti della salute mentale può essere un primo passo prezioso, e al Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare di GAM Medical troverai uno spazio sicuro, accogliente e specializzato in cui non sei solo, non sei sbagliato, e puoi iniziare a stare meglio.