Isteria: cos’è oggi?

Isteria: cos'è?

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Il termine “isteria” viene spesso utilizzato nel linguaggio quotidiano per descrivere situazioni in cui una persona, o un gruppo di persone (isteria collettiva), manifesta una reazione emotiva considerata esagerata o sproporzionata rispetto all’evento che la scatena. .

Il termine “isterica” viene spesso usato in modo stereotipato e discriminatorio quando viene rivolto alle donne, e questo riflette un retaggio storico e culturale profondamente radicato.

L’isteria, un termine che ha avuto un ruolo centrale nella storia della medicina e della psichiatria, non è più utilizzato come diagnosi clinica nella psichiatria moderna.

Storicamente, l’isteria era considerata una condizione prevalentemente femminile, con sintomi fisici che apparentemente non avevano una base medica riconoscibile.

Le donne che ne soffrivano venivano descritte come manifestanti una varietà di sintomi, tra cui paralisi, svenimenti, convulsioni, afasia, e altre reazioni estreme che la medicina dell’epoca attribuiva a una disfunzione del sistema nervoso, spesso associata all’utero.

Il termine stesso deriva dal greco hystéra (“utero”), riflettendo la credenza antica secondo cui la condizione fosse causata da un “utero vagante” nel corpo.

Con il passare dei secoli, questa visione dell’isteria ha subito trasformazioni, culminando nelle teorie della fine del XIX secolo e inizio XX secolo, con figure come Jean-Martin Charcot e Sigmund Freud.

Charcot, neurologo francese, fu il primo a ipotizzare che l’isteria fosse legata a disturbi neurologici funzionali, mentre Freud esplorò il lato psicologico, suggerendo che i sintomi fisici dell’isteria fossero espressioni simboliche di conflitti inconsci, introducendo il concetto di conversione, cioè la trasformazione di ansie e tensioni psicologiche in sintomi fisici.

Tuttavia, molti dei sintomi e delle manifestazioni che un tempo venivano ricondotti a questa condizione sono stati riformulati all’interno di diagnosi più specifiche e riconosciute, come il disturbo da sintomi somatici, il disturbo di conversione (o disturbo da sintomi neurologici funzionali) e, in alcuni casi, il disturbo borderline di personalità.

Analizzare come l’isteria sia stata concettualizzata in passato e come i suoi elementi siano oggi inclusi in altre diagnosi permette di riflettere sul cambiamento di prospettiva diagnostica e culturale riguardo ai disturbi psicosomatici.

Caratteristiche dell’Isteria

Come già accennato, l’isteria è stata una delle condizioni psichiatriche più studiate e controverse della storia della medicina, particolarmente durante il XIX e l’inizio del XX secolo.

Nello specifico, le sue principali caratteristiche erano:

  • Sintomi fisici inspiegabili: L’isteria era caratterizzata dalla presenza di sintomi fisici che non potevano essere spiegati da una condizione medica nota. Questi sintomi variavano ampiamente e potevano includere paralisi temporanea, tremori, convulsioni, perdita di sensibilità in alcune parti del corpo, cecità, sordità e mutismo. I sintomi erano spesso transitori e potevano spostarsi da una parte del corpo all’altra in modo apparentemente casuale, un fenomeno che veniva definito “mobilità dei sintomi”. Nonostante la gravità dei sintomi riferiti dai pazienti, gli esami medici non riuscivano a identificare alcuna causa fisica che giustificasse tali manifestazioni. Questo portava spesso a frustrazione da parte dei medici e a un senso di sfiducia nei confronti dei pazienti, che potevano essere accusati di simulare o esagerare i loro sintomi.
  • Sintomi motori e convulsioni: Una delle manifestazioni più comuni dell’isteria erano i disturbi motori, tra cui la paralisi degli arti o del viso, spesso in assenza di una lesione neurologica. I pazienti potevano perdere temporaneamente l’uso di una gamba, di un braccio o dell’intero corpo, senza alcuna causa fisica apparente. Un altro sintomo associato all’isteria era costituito dalle convulsioni. Questi episodi potevano assomigliare alle crisi epilettiche, ma differivano per durata e modalità, essendo spesso più teatrali e meno regolari rispetto alle vere crisi epilettiche. Le convulsioni isteriche erano descritte come drammatiche e accompagnate da movimenti complessi, a volte interpretati come rappresentazioni simboliche dei conflitti interiori del paziente. Tali crisi potevano durare diversi minuti o anche ore e si verificavano in presenza di specifici fattori emotivi o situazionali, come stress o traumi emotivi.
  • Sintomi sensoriali: I disturbi sensoriali erano un’altra caratteristica dell’isteria. I pazienti potevano riportare una perdita di sensibilità tattile in alcune parti del corpo, come mani o piedi, oppure un’alterazione della percezione del dolore. Questa insensibilità spesso non seguiva i normali pattern anatomici e non era compatibile con le vie nervose conosciute, il che suggeriva una base non organica dei sintomi. Alcuni pazienti sviluppavano cecità o sordità temporanea, mentre altri perdevano l’abilità di parlare (mutismo). Anche in questi casi, gli esami medici non riscontravano alcuna anomalia fisiologica che potesse spiegare tali sintomi, alimentando l’idea che fossero di origine psicogena.
  • Alterazioni della personalità e comportamenti teatrali: I pazienti con isteria erano spesso descritti come aventi personalità drammatiche e comportamenti teatrali. Questi comportamenti includevano scoppi emotivi, reazioni esagerate a stimoli esterni, eccessiva espressione di ansia o di altre emozioni intense. Gli isterici potevano mostrare un’elevata suggestionabilità, rispondendo facilmente agli stimoli emotivi e alle aspettative degli altri. La teatralità dei loro sintomi, inclusa la drammatizzazione delle convulsioni e delle paralisi, portava molti medici dell’epoca a sospettare che i pazienti fossero consapevoli dei loro sintomi o li utilizzassero per attirare attenzione. Tuttavia, questo comportamento era spesso interpretato anche come una forma di espressione inconscia di conflitti psicologici profondi, soprattutto secondo l’approccio psicoanalitico di Freud.
  • Relazione tra sintomi fisici e stress emotivo: Un’altra caratteristica fondamentale dell’isteria era la relazione tra i sintomi fisici e gli eventi stressanti o traumatici della vita del paziente. I sintomi tendevano a manifestarsi o peggiorare in risposta a conflitti emotivi, stress psicologici o esperienze traumatiche. Gli isterici mostravano una forte tendenza a somatizzare i propri problemi emotivi, esprimendo il loro disagio attraverso il corpo piuttosto che attraverso la verbalizzazione delle emozioni. Sigmund Freud ipotizzò che l’isteria fosse il risultato di traumi psicologici non risolti e di conflitti inconsci, che si esprimevano attraverso sintomi somatici. Questo concetto portò alla teoria della conversione somatica, secondo cui l’energia emotiva repressa veniva trasformata in sintomi fisici. Freud notò che molte delle sue pazienti isteriche riferivano storie di abusi o traumi sessuali durante l’infanzia, suggerendo che l’isteria potesse essere una forma di difesa psicologica contro l’elaborazione di tali esperienze.
  • Predominanza nelle donne: Storicamente, l’isteria è stata principalmente associata alle donne, tanto che per secoli veniva vista come una “malattia femminile”. In effetti, il termine stesso deriva dal greco hystera, che significa “utero”, riflettendo l’antica credenza che i sintomi isterici fossero causati da disfunzioni uterine o riproduttive. I medici dell’epoca ritenevano che le donne fossero particolarmente suscettibili all’isteria a causa della loro presunta fragilità emotiva e dei cicli ormonali irregolari. Le pazienti isteriche venivano spesso trattate con approcci medici invasivi, come la stimolazione dei genitali o, nei casi estremi, l’isterectomia, basandosi sulla falsa idea che la rimozione dell’utero potesse curare la condizione. Queste convinzioni riflettevano non solo la scarsa comprensione medica dell’epoca, ma anche i profondi pregiudizi sociali e di genere che influenzavano la pratica medica.
  • Manifestazioni psichiche e dissociative: Oltre ai sintomi fisici, l’isteria era caratterizzata da una serie di manifestazioni psichiche, inclusi stati di dissociazione. I pazienti potevano sperimentare amnesie, perdita temporanea della memoria, oppure episodi di depersonalizzazione e derealizzazione, in cui si sentivano distaccati dal proprio corpo o dall’ambiente circostante. Alcuni individui sviluppavano stati alterati di coscienza, simili alla trance, durante i quali potevano mostrare comportamenti fuori dal normale controllo cosciente. Freud suggerì che queste manifestazioni dissociative fossero una risposta a conflitti psicologici insopportabili, con la mente che “si separava” dalla realtà per proteggere il paziente dal dolore emotivo. Questi fenomeni sono oggi riconosciuti come parte dei disturbi dissociativi, ma all’epoca erano considerati manifestazioni dell’isteria.
  • Trattamenti medici controversi: Nel corso della storia, l’isteria venne trattata con una vasta gamma di interventi medici, molti dei quali oggi sarebbero considerati inadeguati o addirittura dannosi. Nel XIX secolo, il trattamento più comune per l’isteria nelle donne era la stimolazione manuale dei genitali da parte del medico, basata sull’idea che le tensioni sessuali non soddisfatte fossero la causa dei sintomi. Altri trattamenti includevano l’uso di ipnosi, l’applicazione di bagni freddi o elettricità, e la somministrazione di narcotici per sedare le pazienti. Alcuni medici, come Charcot, usarono l’ipnosi per cercare di alleviare i sintomi, osservando che i pazienti sotto ipnosi potevano “curarsi” temporaneamente. Tuttavia, molti di questi trattamenti non affrontavano le vere cause psicologiche dell’isteria e avevano solo un effetto temporaneo, quando non peggioravano la condizione del paziente.

Pertanto, l’isteria si manifestava attraverso una complessa combinazione di sintomi fisici inspiegabili, dissociazione psichica e reazioni emotive drammatiche.

L’isteria ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo delle moderne teorie psicologiche, anche se il termine stesso è stato progressivamente abbandonato a causa del suo carattere stigmatizzante e delle concezioni errate che lo accompagnavano.

Cosa si intende oggi per Isteria?

Spesso gli psicoterapeuti di matrice psicodinamica o psicoanalitica parlano ancora del concetto di “isteria”, ma in un modo molto diverso rispetto al passato.

Anche se il termine non è più usato come diagnosi clinica ufficiale, gli psicoterapeuti che si rifanno a queste correnti teoriche continuano a esplorare i meccanismi psicologici sottostanti che erano al centro delle teorie sull’isteria, come i conflitti inconsci, la conversione psicosomatica e le dinamiche intrapsichiche.

Come già accennato, ad oggi l’isteria non è più riconosciuta come una diagnosi ufficiale e sia stata sostituita da altre etichette diagnostiche, tra cui:

  • Disturbo da sintomi somatici: il Disturbo da sintomi somatici è probabilmente il disturbo che più direttamente deriva dal concetto storico di isteria. Questo disturbo è caratterizzato dalla presenza di sintomi fisici che causano sofferenza significativa o problemi di funzionamento quotidiano, ma che non possono essere completamente spiegati da una condizione medica. Simile all’isteria, i pazienti con disturbo da sintomi somatici mostrano una preoccupazione sproporzionata per la loro salute fisica e un’attenzione eccessiva ai sintomi corporei. Tuttavia, a differenza dell’isteria storica, la diagnosi moderna pone meno enfasi sull’idea che i sintomi siano “invenzioni” del paziente, concentrandosi invece sulla sofferenza reale e sull’impatto dei sintomi sul funzionamento della persona. La diagnosi di disturbo da sintomi somatici include anche l’aspetto psicologico, valutando la preoccupazione eccessiva e i pensieri disfunzionali legati alla salute.
  • Disturbo di conversione (Disturbo da sintomi neurologici funzionali): Il Disturbo di conversione, noto anche come Disturbo da sintomi neurologici funzionali, è un’altra condizione che deriva dall’antica diagnosi di isteria. Questo disturbo si manifesta con sintomi neurologici come paralisi, convulsioni, cecità o perdita di sensibilità che non possono essere spiegati da una patologia neurologica sottostante. Nel passato, tali sintomi venivano attribuiti all’isteria, ma oggi vengono compresi come espressioni fisiche di conflitti psicologici o stress estremi. Anche se i sintomi possono essere gravi e debilitanti, le indagini cliniche non rivelano una causa organica che giustifichi tali manifestazioni. La moderna diagnosi di disturbo di conversione si basa sull’idea che i sintomi siano legati a una disfunzione del sistema nervoso funzionale piuttosto che a una malattia neurologica strutturale. Questo disturbo è simile a ciò che Freud descriveva come conversione somatica, ovvero il trasferimento di conflitti psichici inconsci su sintomi corporei.
  • Disturbo dissociativo: I disturbi dissociativi includono condizioni in cui il paziente sperimenta una disconnessione o separazione tra pensieri, identità, memoria e coscienza. Questa categoria di disturbi può essere vista come una delle eredi dell’isteria, poiché l’isteria spesso includeva sintomi dissociativi come amnesie temporanee, stati alterati di coscienza, e comportamenti automatizzati o non sotto il controllo cosciente del paziente. Un esempio classico di disturbo dissociativo è il Disturbo Dissociativo dell’Identità (precedentemente noto come disturbo della personalità multipla), che comporta la presenza di due o più identità distinte che controllano alternativamente il comportamento della persona. Questi sintomi dissociativi sono stati a lungo considerati manifestazioni di isteria. Freud, in particolare, vedeva questi stati come una difesa inconscia contro traumi o conflitti emotivi insopportabili. La dissociazione è ora meglio compresa come un meccanismo di difesa psicologico che si attiva in risposta a eventi traumatici o stress intensi.
  • Disturbo di ansia di malattia (ipocondria): il Disturbo di ansia di malattia, precedentemente noto come ipocondria, è una diagnosi che può essere associata a certe caratteristiche dell’isteria. I pazienti con questo disturbo hanno una preoccupazione eccessiva per la propria salute e sono convinti di avere una malattia grave nonostante l’assenza di prove mediche a supporto. Questa condizione è simile alla storica isteria, in cui le persone erano fortemente concentrate sui loro sintomi fisici, spesso esprimendo paura e ansia rispetto a malattie non diagnosticate. La differenza tra il disturbo di ansia di malattia e il disturbo da sintomi somatici è che, nel primo, i sintomi fisici non sono così predominanti, ma la paura di avere una malattia grave domina i pensieri della persona. La diagnosi moderna riconosce il disagio psicologico come elemento centrale del disturbo e cerca di trattare la componente ansiosa e cognitiva che alimenta questa preoccupazione.
  • Disturbo borderline di personalità: Alcuni aspetti dell’isteria, in particolare i comportamenti drammatici e le reazioni emotive intense, si ritrovano nel Disturbo borderline di personalità (BPD). Questo disturbo è caratterizzato da instabilità emotiva, relazioni interpersonali turbolente, comportamenti impulsivi e una marcata paura dell’abbandono. Le persone con BPD possono manifestare comportamenti esagerati o teatrali in risposta a eventi stressanti, simili a quelli descritti nei casi storici di isteria. Inoltre, i pazienti con BPD possono sperimentare episodi dissociativi o sintomi somatici in situazioni di forte stress emotivo, rendendo questo disturbo un potenziale erede di alcune manifestazioni dell’isteria. Tuttavia, il BPD è considerato un disturbo della personalità e non si concentra principalmente sui sintomi somatici, ma piuttosto sulla difficoltà nel regolare le emozioni e nel gestire le relazioni interpersonali.
  • Disturbo d’ansia generalizzata (GAD): L’ansia generalizzata è una condizione caratterizzata da preoccupazione eccessiva e cronica per vari aspetti della vita quotidiana. Sebbene questo disturbo non includa specificamente sintomi somatici, l’ansia e la tensione costante possono portare allo sviluppo di sintomi fisici come mal di testa, tensione muscolare, disturbi gastrointestinali e difficoltà respiratorie. Questi sintomi fisici, sebbene secondari rispetto all’ansia, possono ricordare alcune manifestazioni fisiche dell’isteria, dove lo stress e l’angoscia psicologica trovavano un’espressione corporea. Il Disturbo d’Ansia Generalizzata rappresenta l’evoluzione della comprensione del legame tra ansia cronica e sintomi somatici, e riconosce come le preoccupazioni psicologiche possano avere un impatto diretto sulla salute fisica.
  • Disturbo post-traumatico da stress (PTSD): Alcuni aspetti del Disturbo post-traumatico da stress (PTSD) possono essere visti come una manifestazione moderna di alcuni sintomi che storicamente venivano classificati come isterici, soprattutto quelli legati ai traumi psicologici e alla dissociazione. Il PTSD si sviluppa in seguito a eventi traumatici e si manifesta con sintomi intrusivi (come flashback e incubi), evitamento di situazioni associate al trauma e iperarousal. Nei pazienti con PTSD, possono anche verificarsi episodi dissociativi, come il distacco emotivo o la sensazione di irrealtà, simili a ciò che Freud e i suoi contemporanei avrebbero classificato come isteria. La comprensione moderna del PTSD sottolinea il legame tra eventi traumatici e risposte fisiche e psicologiche, e offre un quadro diagnostico più specifico per quei sintomi che un tempo venivano etichettati come isterici.

Quindi, l’isteria, nella sua forma storica, è stata suddivisa in diverse categorie diagnostiche nella psichiatria moderna, con una comprensione più chiara delle sue manifestazioni fisiche e psicologiche. I disturbi da sintomi somatici, il disturbo di conversione, i disturbi dissociativi, e vari disturbi d’ansia sono tutti eredi dell’antica diagnosi di isteria.

Queste nuove categorie riflettono una maggiore consapevolezza del legame tra mente e corpo, e cercano di affrontare in modo più preciso le cause psicologiche e fisiche sottostanti i sintomi.

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