La paura del rifiuto è maggiore in persone ADHD?

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Ti senti bloccato dalla paura del rifiuto? Fai fatica a esporti per timore di un “no”?

Per chi convive con il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) è normale provare, almeno una volta nella vita, la paura del rifiuto e la conseguente paura ad esporsi.

In questo articolo andremo a vedere la Disforia Sensibile al Rifiuto (RSD), cos’è, come si manifesta, come interagisce con l’ADHD e come provare a gestirla.

Cos’è la Disforia Sensibile al Rifiuto (RSD)

La Disforia sensibile al rifiuto (RSD) è un’estrema sensibilità emotiva e dolore innescati dall’idea di essere stati rifiutati o criticati da persone importanti nella propria vita. Questa condizione può manifestarsi in modi diversi, a seconda delle circostanze e delle persone coinvolte, ma il comune denominatore è sempre una reazione emotiva intensa e sproporzionata rispetto all’evento scatenante. La RSD è spesso associata al Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD), in particolare negli adulti, ma può presentarsi anche in persone senza ADHD. La connessione con l’ADHD deriva dal fatto che molte persone con questo disturbo hanno un sistema emotivo particolarmente sensibile e reattivo, il che le rende più vulnerabili a sperimentare la RSD.

L’intensa reazione emotiva al rifiuto, alla critica o al fallimento percepito è una delle caratteristiche principali di chi convive con la RSD. Non si tratta semplicemente di una normale tristezza o delusione, ma di un dolore emotivo travolgente, simile a una ferita fisica, che può essere debilitante. Questo dolore può essere così acuto che la persona può arrivare a fare di tutto per evitare situazioni in cui potrebbe sperimentare rifiuto o critica, anche se questo significa rinunciare a opportunità importanti nella vita personale o professionale. La Disforia sensibile al rifiuto può quindi portare a un comportamento di evitamento, spingendo le persone a evitare situazioni sociali, a non mettersi in gioco, e a ritirarsi dalle relazioni o isolarsi per proteggersi dal dolore del rifiuto. Questo isolamento autoimposto può, a sua volta, aggravare i sentimenti di solitudine e inadeguatezza, creando un circolo vizioso difficile da rompere.


La RSD può far sì che le persone si sentano inadeguate, non amabili o come se non fossero abbastanza brave. Questi sentimenti di inadeguatezza possono minare la fiducia in se stessi e condurre a una bassa autostima. Le persone con RSD possono anche sviluppare un’elevata autocritica, punendosi mentalmente per i loro presunti fallimenti o per non essere all’altezza delle aspettative, sia proprie che altrui. Questo senso di non essere mai abbastanza può portare a una costante tensione emotiva e a una vita vissuta sempre sull’orlo di una crisi, in attesa del prossimo rifiuto che potrebbe confermare le loro paure più profonde. La RSD è, quindi, non solo una condizione di estrema sensibilità emotiva, ma anche una trappola mentale che può compromettere gravemente la qualità della vita di chi ne soffre.

Cause della Disforia Sensibile al Rifiuto (RSD)

La causa esatta della Disforia Sensibile al Rifiuto (RSD) è ancora in fase di studio, ma gli esperti hanno alcune teorie:

  • Struttura cerebrale: C’è la possibilità che le differenze nella struttura cerebrale possano giocare un ruolo. Questo perché la RSD è spesso associata al Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD), e l’ADHD può essere collegato a variazioni nella struttura cerebrale.
  • Elaborazione del dolore: Alcuni ricercatori ritengono che il cervello possa interpretare erroneamente il rifiuto sociale come un dolore fisico. Questo potrebbe spiegare la risposta emotiva intensa che provano le persone con RSD.
  • Genetica: C’è la possibilità che i geni possano essere un fattore, soprattutto perché l’ADHD (che è comunemente collegata alla RSD) può essere presente in famiglia. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche in questo settore. 

È importante sottolineare che, sebbene queste siano le teorie prevalenti, la causa esatta della RSD rimane sconosciuta.

Cure Disforia Sensibile al Rifiuto (RSD)

Non esiste una cura specifica e scientifica per la RSD, tuttavia diverse strategie possono aiutare a gestirne i sintomi:

Le strategie di coping sono una prima strategia per controllare la RSD. Imparare a gestire le emozioni intense, sviluppare una migliore autostima e costruire relazioni positive possono aiutare a vivere una vita più piena e soddisfacente.

Per quanto meditazione, yoga e musicoterapia possano essere tecniche utili, uno strumento che può offrire risultati concreti è la terapia

La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) può aiutare le persone con RSD a identificare e modificare i pensieri negativi che contribuiscono alla loro sensibilità al rifiuto. In alcuni casi, il trattamento può sfruttare anche farmaci stimolanti o antidepressivi per ridurre i sintomi RSD.
Se pensi di soffrire di RSD, è importante parlarne con un medico o un professionista della salute mentale. Potranno aiutarti a capire se hai la RSD e a sviluppare un piano di trattamento adatto a te.

ADHD e RSD

Ma quindi: la paura del rifiuto è maggiore in persone ADHD?

Sì, secondo uno studio condotto presso la Eastern Virginia Medical School la paura del rifiuto è spesso più intensa nelle persone ADHD. Questo fenomeno è conosciuto come Disforia Sensibile al Rifiuto (RSD).

Le persone con ADHD possono sperimentare un’estrema sensibilità emotiva al rifiuto, alla critica o al fallimento percepito. Anche un piccolo rimprovero o un commento negativo può innescare una reazione emotiva intensa, come:

  • Tristezza profonda
  • Rabbia incontrollata
  • Senso di vergogna e inadeguatezza
  • Ansia e depressione
  • Bassa autostima

Cause RSD nell’ADHD

Le cause esatte della Disforia Sensibile al Rifiuto (RSD) nell’ADHD non sono ancora completamente chiare, ma ci sono alcune ipotesi principali:

  • Connessioni con l’ADHD: L’RSD è fortemente collegata all’ADHD, e probabilmente è causata da fattori simili a quelli che influenzano l’ADHD, come la struttura e il funzionamento del cervello.
  • Difficoltà di regolazione emotiva: Le persone con ADHD possono avere difficoltà a gestire le proprie emozioni, rendendole più vulnerabili a reazioni intense al rifiuto percepito. Questa difficoltà potrebbe essere collegata a specifiche aree del cervello coinvolte nella regolazione emotiva.
  • Sistema della dopamina: Alcune ricerche suggeriscono che delle alterazioni nel sistema della dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nella ricompensa e nella motivazione, possano contribuire alla maggiore sensibilità al rifiuto tipica della RSD.

È importante sottolineare che queste sono solo ipotesi e che la causa della RSD nell’ADHD potrebbe essere dovuta a una combinazione di questi fattori.

Come convivere con RSD e ADHD

La RSD nell’ADHD può manifestarsi in diversi modi, tra cui:

  • Evitamento: Le persone con RSD e ADHD possono evitare situazioni in cui temono di poter essere rifiutate o criticate. 
  • Perfezionismo: Le persone con RSD e ADHD possono cercare di ottenere la perfezione in tutto ciò che fanno per evitare il rifiuto. 
  • Sensibilità alle critiche: Le persone con RSD e ADHD possono essere molto sensibili alle critiche, anche se costruttive. 

Come per la singola RSD, per convivere al meglio con questi due disturbi occorre prima di tutto imparare a gestire le proprie emozioni. Ciò può aiutare a ridurre l’intensità della reazione al rifiuto. 

Strategie per gestire la RSD con l’ADHD

Vivere con la Disforia Sensibile al Rifiuto (RSD) e l’ADHD può essere particolarmente sfidante, ma esistono strategie pratiche che possono aiutare a gestire meglio questi sintomi e migliorare il benessere generale. 

  • Impostare routine e strutture: Creare una routine quotidiana e strutturata può ridurre l’ansia e il rischio di sentirsi sopraffatti. Pianifica le tue attività e i tuoi obiettivi in modo chiaro e organizzato, utilizzando strumenti come calendari e liste di controllo per mantenere il focus. Per imparare a creare routine strutturate se sei ADHD, leggi questo articolo sul blog di GAM Medical.
  • Tecniche di mindfulness e respirazione: Praticare tecniche di mindfulness e respirazione profonda può aiutarti a gestire l’intensità delle emozioni. Dedica qualche minuto al giorno a esercizi di respirazione profonda o meditazione per ridurre lo stress e migliorare la consapevolezza emotiva.
  • Lavorare sull’autocritica: Impara a riconoscere e sfidare i pensieri negativi riguardo a te stesso. Quando ti trovi a pensare che il rifiuto ti definisca, prova a sostituire questi pensieri con affermazioni positive e realistiche. Ad esempio, ricordati che il rifiuto non riflette il tuo valore complessivo.
  • Stabilire obiettivi graduali: Imposta obiettivi piccoli e raggiungibili per affrontare le tue paure e aumentare gradualmente la tua esposizione a situazioni potenzialmente stressanti. Questo approccio graduale può aiutarti a costruire fiducia e ridurre il timore del rifiuto.
  • Cercare supporto sociale: Parla delle tue esperienze e dei tuoi sentimenti con amici fidati o membri della famiglia che possono offrirti supporto e comprensione. Unisciti a gruppi di supporto per persone con ADHD e RSD per condividere esperienze e strategie con altri che affrontano sfide simili.
  • Consultare un professionista: La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) può essere particolarmente utile per gestire la RSD. Un terapeuta specializzato può aiutarti a sviluppare strategie personalizzate per affrontare i sintomi e migliorare la tua resilienza emotiva.

Adottare queste strategie può aiutarti a navigare meglio le sfide della Disforia Sensibile al Rifiuto e dell’ADHD, promuovendo una maggiore stabilità emotiva e benessere.

ADHD e RSD: terapia come soluzione

Uno psicologo o un altro professionista della salute mentale può aiutarti a comprendere meglio la tua ADHD e RSD e sviluppare strategie per gestirle.

La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) può essere un efficace metodo di trattamento.

Se credi di avere l’ADHD, o ti ritrovi in questo articolo, è importante consultare persone specializzate che possano aiutarti a vivere meglio con te stesso. GAM Medical può aiutarti!

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Questo articolo è a scopo informativo dunque non sostituisce la diagnosi di un professionista. Se l’articolo ti è piaciuto, condividilo con amici e parenti!

Fonti:

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16009661
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