Sei ADHD e ti stai chiedendo quale sia il nesso con la dopamina? Questo articolo ti spiegherà tutto ciò che devi sapere sul collegamento tra adhd e dopamina!
Gli studi sul Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD) sono attualmente numerosi e avanzati.
Tra i vari fattori analizzati nelle ricerche scientifiche, come coinvolti nella manifestazione dell’ADHD, c’è il ruolo giocato dalla dopamina.
Infatti, l’ADHD non è un problema comportamentale in senso stretto, ma è connesso a disfunzioni neuroanatomiche e neurochimiche che influenzano l’attenzione, il controllo degli impulsi e la regolazione della motivazione.
La relazione tra l’ADHD e la dopamina è oggetto di un’ampia letteratura e ricerca scientifica.
Nelle prossime righe esploreremo il legame tra l’ADHD e la dopamina, spiegando che cosa è, com’è collegata all’ADHD e quali possono essere alcune strategie efficaci per aiutare persone ADHD ad aumentare i livelli di dopamina.

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Cos’è la dopamina?
La dopamina è un neurotrasmettitore.
I neurotrasmettitori sono molecole chimiche che permettono la comunicazione tra i neuroni nel sistema nervoso. Vengono rilasciati dalle sinapsi di un neurone e si legano ai recettori di un altro neurone, trasmettendo segnali che regolano funzioni come emozioni, memoria, attenzione e movimento.
La dopamina è diffusa in diverse regioni cerebrali ed è importante nella regolazione dell’umore, della motivazione, della memoria e del sistema di ricompensa.
Lo studio “il ruolo dei recettori della dopamina nell’adhd” afferma che il sistema della dopamina o dopaminergico è composto da intricate reti di neuroni che comunicano tra loro proprio tramite il neurotrasmettitore della dopamina.
Una delle vie, all’interno della rete, più rilevanti, è quella conosciuta come la “via della ricompensa” cerebrale, o circuito reward, che coinvolge principalmente tre aree cerebrali: l’area tegmentale ventrale (VTA), il nucleo accumbens e la corteccia prefrontale. Il circuito reward è essenziale per il rinforzo dei comportamenti e per la regolazione delle emozioni.
Quando ci si impegna in attività piacevoli o fondamentali per la nostra sopravvivenza, come mangiare, socializzare o raggiungere un obiettivo, la dopamina viene rilasciata lungo il percorso della ricompensa, in particolare nel nucleo accumbens, una struttura chiave nella percezione della gratificazione e della motivazione.
Questo rilascio è associato a sensazioni di piacere e gratificazione, rinforzando così il comportamento e incentivandoci a ripeterlo in futuro.
Si può dire che questo è il modo in cui il cervello motiva a compiere azioni benefiche e a trarne un insegnamento.
Tuttavia, alterazioni nel funzionamento del circuito reward possono portare a difficoltà nel regolare la motivazione e il controllo degli impulsi, come accade in condizioni neuropsichiatriche quali l’ADHD.
In questi casi, una minore sensibilità del sistema dopaminergico alla ricompensa potrebbe spiegare la tendenza a cercare stimolazioni costanti o comportamenti impulsivi per compensare la ridotta attivazione del circuito della gratificazione.
Oltre a influenzare il piacere, la dopamina gioca un ruolo chiave nell’apprendimento, nella concentrazione e nel controllo motorio.
Essa agevola la pianificazione e la strategia, consentendoci di pensare al futuro e prendere decisioni.
Pertanto, la dopamina contribuisce al piacere, anche a livello sentimentale, ed è anche essenziale per un pensiero logico, una pianificazione mirata e il perseguimento degli obiettivi.
Se vuoi scoprire di più sul ruolo della dopamina nelle relazioni romantiche l’articolo ‘È amore o è ADHD?’ sul blog di GAM Medical tratta proprio di questo.
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In che modo la dopamina è correlata all’ADHD?
Lo studio “il ruolo dei recettori della dopamina nell’adhd” indica una relazione tra dopamina e ADHD. Negli individui ADHD, la regolazione e la trasmissione della dopamina appaiono compromesse, contribuendo allo sviluppo di alcuni sintomi ADHD come la difficoltà nel prestare attenzione, nel controllo degli impulsi e l’iperattività.
Un’ipotesi importante è che i sintomi dell’ADHD possano derivare da livelli carenti di dopamina in specifici circuiti cerebrali, specialmente in:
- Corteccia prefrontale, responsabile del controllo esecutivo, dell’attenzione e della regolazione delle emozioni.
- Circuito della ricompensa (via mesolimbica, con il nucleo accumbens), che influenza la motivazione e il senso di gratificazione.
Gli individui ADHD mostrano livelli di dopamina più bassi, il che può contribuire allo sviluppo di sintomi ADHD.
ello specifico, la ricerca ha dimostrato che le persone ADHD possono avere meno recettori della dopamina in alcune parti del cervello, portando a una segnalazione di questo neurotrasmettitore meno efficiente.
L’intricato legame tra dopamina e sintomi ADHD è parte integrante della comprensione e delle strategie terapeutiche per questa condizione, un mezzo efficace che si può usare per verificare la presenza di sintomi ADHD e l’eventuale diminuzione di dopamina è il test ADHD gratuito che GAM Medical offre.
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Il legame con i sintomi ADHD
La disfunzione del sistema dopaminergico, come già accennato, può contribuire allo sviluppo di alcuni sintomi tipici dell’ADHD tra cui:
- Difficoltà di attenzione: la carenza di dopamina può rendere difficile focalizzare e mantenere la concentrazione, portando a distraibilità e disattenzione. Quando i livelli di dopamina sono insufficienti, il cervello fatica a selezionare gli stimoli importanti e tende a spostare l’attenzione su qualsiasi input ambientale, rendendo difficile completare compiti lunghi o noiosi.
- Iperattività: l’eccessiva ricerca di stimolazione esterna può manifestarsi come iperattività e irrequietezza. I bambini e gli adulti ADHD possono avere difficoltà a restare seduti per lunghi periodi, possono sentirsi costantemente in movimento o avere la necessità di muoversi continuamente. Questo può essere particolarmente evidente in ambienti che richiedono tranquillità e attenzione, come le aule scolastiche.
- Impulsività: la difficoltà nel regolare le emozioni e l’impulsività può portare a comportamenti avventati e a difficoltà nel seguire le regole. Le persone ADHD possono interrompere gli altri durante le conversazioni, agire senza pensare alle conseguenze o avere difficoltà a aspettare il proprio turno. Questo può causare problemi nelle relazioni interpersonali e nei contesti sociali.
Inoltre, la disfunzione del circuito dopaminergico nell’ADHD spiega molte delle difficoltà legate alla suscettibilità alla noia e alla mancanza di motivazione.
Il sistema dopaminergico, come soprariportato, è coinvolto nel circuito della ricompensa, che determina quanto troviamo gratificanti determinate attività e quanto siamo motivati a perseguirle.
Normalmente, quando completiamo un’attività interessante o utile, il cervello rilascia dopamina, generando una sensazione di piacere e rinforzando il comportamento affinché venga ripetuto in futuro.
Tuttavia, nelle persone ADHD, la minore disponibilità di dopamina fa sì che il cervello percepisca molte attività come meno gratificanti o coinvolgenti, portando a una continua ricerca di stimoli più forti per compensare questa carenza.
La suscettibilità alla noia nell’ADHD deriva proprio da questa dinamica. Le persone ADHD tendono a perdere rapidamente interesse per compiti ripetitivi, noiosi o che richiedono un impegno prolungato, poiché il loro circuito della ricompensa non si attiva in modo efficace.
Questo si traduce in una costante necessità di cambiamento, variazione e stimolazione, che può manifestarsi in diversi modi: dalla difficoltà a rimanere seduti a lungo su un compito, alla tendenza a saltare da un’attività all’altra senza completarle, fino alla ricerca di situazioni emozionanti o adrenaliniche.
Il sensation seeking, ovvero la ricerca attiva di esperienze intense ed eccitanti, è strettamente collegato a quanto appena descritto.
Alcune persone ADHD sviluppano una propensione per attività che offrono una gratificazione immediata e forte, come sport estremi, videogiochi stimolanti, guida spericolata, comportamenti rischiosi o tendenza all’impulsività nelle decisioni.
Questo avviene perché il loro sistema dopaminergico ha bisogno di un maggiore livello di stimolazione per attivarsi in modo soddisfacente, rispetto a chi ha un sistema dopaminergico più equilibrato.
Anche la mancanza di motivazione è strettamente legata alla ridotta attività dopaminergica.
Poiché la dopamina è fondamentale per anticipare la ricompensa, un sistema dopaminergico poco reattivo rende difficile percepire il valore di uno sforzo a lungo termine.
Di conseguenza, le persone ADHD tendono a rimandare o evitare compiti che non offrono un beneficio immediato, preferendo attività più stimolanti o gratificanti nel breve termine.
Questa dinamica può portare anche a una certa vulnerabilità nei confronti di dipendenze comportamentali, come il binge-watching, l’uso eccessivo di social media e videogiochi, il gioco d’azzardo.
Questo è evidente soprattutto nelle difficoltà a mantenere l’attenzione su compiti scolastici o lavorativi, specialmente quando richiedono concentrazione prolungata senza ricompense immediate.
Esistono però dei modi efficaci per aumentare i livelli di dopamina, ecco quali!
Come aumentare i livelli di dopamina?
Nel trattamento ADHD uno degli obiettivi principali è mitigare i sintomi ADHD e migliorare la qualità della vita delle persone che vivono la condizione.
Questo sforzo si concentra anche sull’aumento dei livelli di dopamina nel cervello, un approccio che può essere diviso in due metodologie principali: l’approccio farmacologico e l’approccio non farmacologico.
- Approccio farmacologico: questo approccio prevede in genere l’uso di farmaci prescritti appositamente progettati per regolare i livelli di dopamina nel cervello. Questi possono essere classificati in due classi distinte: farmaci a base di metilfenidato e farmaci a base di anfetamine.
- Farmaci a base di metilfenidato: che funzionano inibendo la ricaptazione della dopamina, aumentandone successivamente la prevalenza nel cervello.
- Farmaci a base di anfetamine: che funzionano in modo simile ai farmaci a base di metilfenidato, con l’ulteriore vantaggio di stimolare il rilascio di ulteriore dopamina nel cervello.
L’approccio della terapia farmacologica è un aspetto fondamentale nel trattamento dell’ADHD, grazie al sito di GAM Medical puoi approfondire questo metodo di trattamento ADHD nella pagina: Terapia farmacologica per l’ADHD.
- Approcci non farmacologici: esistono anche diverse strategie non farmacologiche per aumentare i livelli di dopamina e gestire i sintomi dell’ADHD.
- Esercizio fisico regolare: l’attività fisica è riconosciuta per la sua capacità di elevare i livelli di dopamina e, a sua volta, di aiutare nella gestione dei sintomi ADHD. Ciò può comprendere attività organizzate come la partecipazione a sport di squadra, allenamenti in palestra o anche andare in bicicletta, camminare o svolgere le faccende domestiche.
- Dieta equilibrata: una dieta equilibrata, che comprende alcuni alimenti noti per la loro capacità di potenziamento della dopamina, può contribuire alla gestione efficace dell’ADHD. Questi includono alimenti ricchi di proteine come carni magre, uova e latticini, nonché frutta e verdura ricche di antiossidanti.
- Tecniche di consapevolezza: tecniche come la meditazione, lo yoga e la terapia cognitiva basata sulla consapevolezza possono aiutare a gestire lo stress e migliorare la concentrazione, aumentando potenzialmente i livelli di dopamina.
- Gestione del sonno: stabilire un programma di sonno coerente e garantire un riposo adeguato può contribuire in modo significativo alla regolazione dei livelli di dopamina, svolgendo così un ruolo cruciale nella gestione dei sintomi dell’ADHD. Se vuoi scoprire come migliorare il tuo riposo ti consigliamo la lettura dell’articolo: ‘Come migliorare il sonno se sei adulto ADHD’ del blog di GAM Medical.
È necessario sottolineare però l’importanza di effettuare un test ADHD seguito dalla diagnosi ADHD e da un percorso con professionisti specializzati in ADHD per comprendere l’approccio e trovare un equilibrio tra queste metodologie di trattamento ADHD perché in alcuni casi si potrebbe passare a una presenza eccessiva di dopamina che a sua volta può causare vari problemi.
Inoltre, occorre considerare che sebbene la dopamina sia il neurotrasmettitore più studiato e strettamente associato ai sintomi dell’ADHD, non è l’unico coinvolto: anche la noradrenalina, la serotonina e il glutammato giocano un ruolo chiave nella fisiopatologia del disturbo.
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Come evitare un eccesso di dopamina nell’ADHD?
Un eccesso di dopamina negli individui ADHD può aggravare i sintomi o causare l’insorgere di nuovi problemi tra cui:
- Aumento dell’iperattività e dell’impulsività: mentre un certo livello di dopamina può migliorare i sintomi ADHD, un livello troppo alto può provocare un aumento dell’iperattività e dell’impulsività. Ciò può portare a una maggiore irrequietezza, difficoltà a restare fermi e a prendere decisioni impulsive.
- Ansia accresciuta: livelli elevati di dopamina possono contribuire ad aumentare i livelli di ansia, e ciò può essere particolarmente problematico per gli individui ADHD che spesso sperimentano stati d’ansia superiori al livello base della popolazione media. Gam Medical ha creato un reparto clinico dedicato ad ansia e stress!
- Rischio di dipendenza: è interessante notare che una sovrapproduzione di dopamina potrebbe potenzialmente aumentare il rischio di sviluppare una dipendenza da sostanze. Questo rischio è particolarmente preoccupante per gli individui ADHD che già manifestano comportamenti impulsivi e spesso vengono sottoposti a un regime di farmaci stimolanti. Oltre al rischio di sviluppare una dipendenza da sostanze, la dopamina può comportare anche un uso problematico della pornografia portando a una vera e propria dipendenza dal porno.
Vediamo quindi come è possibile trovare un equilibrio nella regolazione della dopamina.
Trovare un equilibrio: regolazione della dopamina negli adulti ADHD
L’obiettivo della regolazione della dopamina negli individui ADHD è raggiungere un equilibrio ottimale per garantire che la dopamina sia sufficiente per alleviare i sintomi dell’ADHD ma non eccessiva a un livello tale da provocare effetti negativi.
Negli adulti ADHD, la strategia ottimale per ottenere questo equilibrio è rivolgersi a un centro specializzato in ADHD negli adulti come GAM Medical, che offre la possibilità di svolgere un test ADHD gratuito che può fornire un’indicazione circa la diagnosi ADHD nell’adulto.
Questo è il primo passo fondamentale da effettuare se pensi di essere ADHD, è il primo passo per iniziare un percorso che può migliorarti la vita. La Clinica Psicologica GAM Medical vuole aiutarti a rispondere alle tue domande in caso di dubbi riguardo il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività perché è importante comprendere come questo può influire sulla tua vita e come poterlo affrontare.
Non aspettare, fai il Test dell’ADHD ora, bastano tre minuti!
Questo articolo è a scopo informativo e divulgativo, non sostituisce la diagnosi di un professionista. Se l’articolo ti è piaciuto, condividilo con amici e parenti!
Fonti:
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22610946