Diagnosi ADHD

La diagnosi dell’ADHD consiste in una valutazione clinico-psicologica attraverso colloqui e test psicologici specifici dedicati a manifestazioni e sintomi della condizione quali: attenzione, impulsività, memoria, capacità di pianificazione e procrastinazione.

GAM-Medical offre un servizio completo di diagnosi professionale per l’ADHD nonché iter psichiatrici per certificarla in ambito sia lavorativo che accademico.

Prima della diagnosi clinica, se desideri scoprire se i tuoi sintomi potrebbero essere collegati al disturbo: prova il test ADHD online di autovalutazione.

L’ADHD è un disordine del neurosviluppo, che quindi può manifestarsi fin dai primi anni di vita e che può essere diagnosticato in età infantile, adolescenziale o adulta.
Sigla di Attention Deficit Hyperactivity Disorder – in italiano disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività o DDAI, il disturbo è diagnosticabile attraverso percorsi mirati, come quelli proposti dal nostro Centro specializzato in ADHD.

Tuttavia, la diagnosi dell’ADHD non è sempre agevole e immediata.
I sintomi dell’ADHD, infatti, sono spesso confusi con quelli di altre condizioni e l’inquadramento diagnostico può presentare delle difficoltà e rischiare di non essere accurato. Questo vale per l’infanzia e l’adolescenza, ma soprattutto nell’età adulta.

Durante l’infanzia, infatti, molte sono le condizioni che esordiscono nei primi anni di vita e che hanno sintomi sovrapponibili a quelli dell’ADHD ma che non sono necessariamente riconducibili ad esso.

Situazioni simili si verificano anche nell’adolescenza, fase in cui la complessità del quadro clinico può aumentare a causa di cambiamenti cognitivi, emotivi e sociali tipici di questo periodo del ciclo di vita.

Nell’età adulta, oltre alla sovrapposizione sintomatologica con altre condizioni, si aggiunge un’ulteriore difficoltà: se il soggetto non ha ricevuto una diagnosi precoce, potrebbe aver sviluppato strategie di adattamento che mascherano i sintomi che rendono più complessa l’identificazione del disturbo.

Inoltre, la presenza di comorbidità, particolarmente comuni in chi vive l’ADHD, può offuscare ulteriormente il quadro clinico, rendendo meno evidente l’ADHD come condizione primaria.

Per questo motivo, la diagnosi in età adulta richiede un’attenta valutazione clinica, che tenga conto della storia dello sviluppo del soggetto e dell’impatto dei sintomi sulla sua vita quotidiana.

La diagnosi precoce e accurata dell’ADHD è fondamentale per il trattamento dell’ADHD e per la sua gestione.

Diagnosi ADHD
Psichiatra-ADHD-Gincarlo-Giupponi

I contenuti di questo sito web sono redatti sulla base delle più aggiornate evidenze scientifiche e fonti cliniche accreditate. La validazione scentifica è a cura del Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, tra i massimi esperti di ADHD in età adulta in Italia. Oltre a supervisionare i contenuti, il Dott. Giancarlo Giupponi si occupa della scelta e dell’adozione degli strumenti di valutazione presenti nel sito, come test e questionari, assicurando che siano conformi agli standard clinici internazionali (DSM-5, OMS e scale validate a livello scientifico). Le informazioni hanno finalità divulgative e vengono periodicamente riviste per garantirne l’affidabilità.

Diagnosticare l'ADHD nell'Adulto

Il percorso diagnostico per l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) negli adulti è diverso da quello previsto per i bambini.


Con l’età, infatti, i sintomi possono cambiare forma e manifestarsi in modo più sottile.

La valutazione in età adulta richiede strumenti specifici e un approccio che consideri la storia personale, il funzionamento attuale e la presenza di eventuali disturbi associati.

Non tutti i centri sono abilitati a formulare una diagnosi di ADHD in età adulta: solo alcune strutture specializzate, come la nostra, possono offrire un percorso completo e riconosciuto, in linea con le linee guida nazionali e internazionali.


Il processo diagnostico che propone l’Istituto Psichiatrico e Psicologico GAM Medical prevede:

  1. valutazione psicologica ADHD.
  2. valutazione medica/psichiatrica ADHD

Valutazione psicologica ADHD

La diagnosi di ADHD nell’adulto viene svolta, in un primo momento, attraverso una valutazione psicologica ADHD delle manifestazioni del disturbo, utilizzando una combinazione di interviste diagnostiche (colloqui), questionari (test diagnostici ADHD) e osservazioni comportamentali.

L’indagine svolta è inizialmente ad ampio spettro e capace di individuare anche eventuali comorbidità. I risultati quindi vengono descritti in una dettagliata relazione psicologica, che indica, inoltre, come procedere nei possibili trattamenti

Valutazione psicologica ADHD
Valutazione medica ADHD

Valutazione medica psichiatrica ADHD

Poi, viene effettuata la valutazione medico psichiatrica ADHD: lo psichiatra verifica che i sintomi descritti nella relazione psicologica non siano riconducibili a cause organiche. A tal fine, vengono prescritti alcuni esami strumentali di approfondimento. Diverse sono infatti le condizioni che possono “mimare” i sintomi ADHD e che è importante escludere. Al termine, in caso di conferma dell’esclusione di eventuali cause organiche, il medico rilascia la certificazione di diagnosi di ADHD. 

Specialisti nella diagnosi ADHD

prenota diagnosi adhd

GAM Medical è una Clinica ADHD specializzata nella diagnosi dell’ADHD dell’adulto, offre un percorso diagnostico interamente online, che include anche la valutazione medica, a tariffe ridotte.

I nostri specialisti della diagnosi fanno del nostro Centro uno tra i primi ad aver iniziato a diagnosticare e trattare questo disturbo.

STEP 1: Valutazione psicologica ADHD - Come funziona?

La valutazione psicologica dell’ADHD prevede:

  • colloquio;
  • test di screening;
  • osservazioni comportamentali. 
Psicologi ADHD di GAM Medical
Interviste diagnostiche ADHD

Colloqui ADHD

Interviste diagnostiche: DIVA-5

Gli psicologi per ADHD e gli psichiatri per ADHD sottopongono la persona ad interviste strutturate, denominate DIVA-5, per valutare le manifestazioni dell’ADHD, valutano le sue caratteristiche e il suo sviluppo psicologico, ricostruendo gli eventi salienti della sua vita. L’intervista DIVA-5 consiste in una serie di domande che agevola la raccolta anamnestica. Idealmente, è bene che ad una delle interviste partecipi una persona vicina all’interessato, come un genitore o un insegnante.

Il percorso di diagnosi ADHD di GAM Medical consiste, in media, in interviste della durata di un’ora:

  1. Una prima intervistaserve a tracciare un quadro generale della persona, della sua storia, delle sue esperienze. 
  2. Nel secondo incontro, ci si concentra sulle manifestazioni, su come questi comportamenti interferiscono con la vita quotidiana, come si sono evoluti dalla fase infantile a quella adulta. 
  3. Infine, si cerca di comprendere se la persona ha, o ha avuto, altri tipi di problematiche a livello psicologico ed emotivo, al fine di identificare e dare un nome a tali manifestazioni.
questionari ADHD

Test di screening

Questionari ADHD e comorbidità

questionari, ovvero i test diagnostici ADHD, utilizzati per l’individuazione e misurazione delle manifestazioni dell’ADHD e di altri disturbi sono diversi. Di norma, a seconda dei casi, ne vengono somministrati da 5 a 9.

Vediamoli in dettaglio: ASRS v. 1.1 (ADHD nell’adulto), BDI (depressione), HASE (temperamento, labilità affettiva, ipersensibilità emozionale), SCID-II (disturbi della personalità), WURS (ADHD nell’età infantile), AQ – Autism Spectrum Quotient (autismo e asperger), EQ – Emotional Intelligence (quoziente empatico), SQ – Stress Questionnaire (quoziente di sistematizzazione), Hypomania Check List (sintomatologia maniacale e ipomaniacale).

Si tratta di test diagnostici progettati per individuare e misurare specifici sintomi di tale condizione, come la difficoltà di concentrazione, l’iperattività e l’impulsività, oltre che disturbi correlati.

GAM Medical ha digitalizzato tutti i test diagnostici ADHD, consentendo agli utenti una compilazione agevole e precisa.

Osservazioni comporetamentali ADHD

Osservazioni comportamentali

Le osservazioni comportamentali possono essere utilizzate per identificare le manifestazioni dell’ADHD che possono non essere emerse nel corso di un’intervista o in un test diagnostico.

Durante l’incontro clinico, il professionista può rilevare diversi indicatori comportamentali tipici, tra cui:

  • Gestione del tempo e puntualità: frequenti ritardi o difficoltà nel rispettare orari e scadenze, spesso accompagnati da dimenticanze e disorganizzazione.

  • Dinamismo comunicativo: passaggi rapidi da un argomento all’altro, flusso verbale veloce e spontaneo.

  • Reciprocità sociale: interazione solitamente spontanea e appropriata, con buona capacità relazionale; differenziale rispetto ai disturbi dello spettro autistico.

  • Ricerca di novità e spontaneità: atteggiamento aperto, curioso e coinvolto nell’interazione con il clinico.

  • Espressività verbale e non verbale: gestualità ampia, espressioni facciali animate e reattività emotiva evidente.

  • Irrequietezza motoria: movimenti continui di mani o gambe, cambi frequenti di posizione, difficoltà a rimanere fermi.

  • Impulsività nelle risposte: tendenza a interrompere, rispondere prima che la domanda sia conclusa o commentare immediatamente stimoli nuovi.

  • Difficoltà di concentrazione prolungata: distrazioni frequenti, cambi di argomento improvvisi o calo di attenzione durante la conversazione.

  • Ricerca sensoriale e bisogno di stimolazione: manipolazione di oggetti, movimenti continui o bisogno di stimoli fisici per mantenere l’attenzione.

Questi elementi, osservati nel contesto clinico, offrono al professionista preziose informazioni per integrare i dati raccolti attraverso l’intervista e i test diagnostici, contribuendo a una valutazione più completa e accurata del quadro ADHD.

Criteri Diagnostici dell’ADHD

Per la diagnosi ADHD, i risultati dell’indagine psicologica devono soddisfare i criteri diagnostici stabiliti dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) della American Psychiatric Association.

A. Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività è caratterizzato da un pattern persistente di disattenzione e/o iperattività-impulsività che interferisce con il funzionamento o con lo sviluppo dell’individuo.

Disattenzione

Sei (o più) dei seguenti sintomi devono essere presenti per almeno 6 mesi in misura incoerente con il livello di sviluppo e tali da compromettere direttamente le attività sociali, scolastiche o lavorative.
(Per adolescenti di età ≥17 anni e adulti, sono richiesti almeno 5 sintomi).

  1. Spesso non presta attenzione ai dettagli o commette errori di distrazione nei compiti scolastici, lavorativi o in altre attività

  2. Spesso ha difficoltà a mantenere l’attenzione su compiti o attività di gioco.

  3. Spesso sembra non ascoltare quando gli si parla direttamente.

  4. Spesso non segue completamente le istruzioni e non porta a termine compiti scolastici, lavori o doveri domestici.

  5. Spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività.

  6. Evita, prova avversione o è riluttante a impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale prolungato.

  7. Spesso perde gli oggetti necessari per compiti o attività (es. materiali scolastici, chiavi, documenti, telefono).

  8. È facilmente distratto da stimoli esterni.

  9. È spesso smemorato nelle attività quotidiane.

Iperattività e impulsività

Sei (o più) dei seguenti sintomi devono essere presenti per almeno 6 mesi in misura incoerente con il livello di sviluppo e tali da compromettere direttamente le attività sociali, scolastiche o lavorative.
(Per adolescenti ≥17 anni e adulti, sono richiesti almeno 5 sintomi).

  1. Spesso muove mani o piedi, o si dimena sulla sedia.

  2. Spesso si alza in situazioni in cui dovrebbe restare seduto.

  3. Spesso corre o si arrampica in situazioni inappropriate (nei soggetti adulti può manifestarsi come irrequietezza interna).

  4. Spesso è incapace di giocare o dedicarsi a attività ricreative in modo tranquillo.

  5. È spesso “sotto pressione”, “sempre in movimento”, come se fosse “motorizzato”.

  6. Spesso parla eccessivamente.

  7. Spesso risponde precipitosamente prima che la domanda sia completata.

  8. Spesso ha difficoltà ad aspettare il proprio turno.

  9. Spesso interrompe o si intromette nelle conversazioni o nelle attività degli altri.

B. Alcuni sintomi di disattenzione o iperattività-impulsività erano presenti prima dei 12 anni di età.

C.Diversi sintomi sono presenti in due o più contesti (ad esempio a casa, a scuola, al lavoro, con amici o parenti, in altre attività).

D.I sintomi interferiscono in modo evidente con il funzionamento sociale, scolastico o lavorativo o ne riducono la qualità.

E. I sintomi non si manifestano esclusivamente nel corso di schizofrenia o di altri disturbi psicotici e non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale (es. ansia, disturbo dell’umore, disturbo dissociativo, disturbo di personalità, uso di sostanze).

Specificatori dell’ADHD:

Specificare il tipo:

  • Tipo con predominanza di disattenzione

  • Tipo con predominanza di iperattività/impulsività

  • Tipo combinato (quando sono presenti criteri per entrambe le categorie)

Specifica la gravità:

  • Lieve: pochi sintomi oltre la soglia diagnostica e minima compromissione funzionale.

  • Moderata: compromissione funzionale intermedia.

  • Grave: molti sintomi oltre la soglia diagnostica o marcata compromissione del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo.

1

Ha lo scopo di escludere altre cause o concause ai sintomi evidenziati nella relazione psicologica (es. un disturbo della tiroide potrebbe causare alterazioni chimiche del cervello).

2

Consente di ottenere la diagnosi medica di ADHD, valida ai sensi di legge, quindi un vero e proprio certificato di diagnosi ADHD.

3

È il presupposto di una sicura ed efficace terapia farmacologica.

STEP 2: Valutazione medica/psichiatrica ADHD - Come funziona?

Per completare la valutazione psicologica, è fondamentale sottoporsi a una valutazione medica approfondita con uno psichiatra.

Questo processo include:

  • un’intervista clinica dettagliata per la raccolta anamnestica;
  • prescrizione di accertamenti medici;
  • visita neuropsichiatrica/psichiatrica e conferma dell’ipotesi diagnostica;
La valutazione diagnostica:
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visita psichiatrica ADHD Adulti
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Visita psichiatrica (anamnesi)

Il medico, dunque, effettua una prima vista, nella quale raccoglie l’anamnesi medica della persona e prescrive alcuni esami strumentali.

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Ulteriori accertamenti

Vengono prescritti, dove necessario o opportuno, esami strumentali e/o ematici, volti a verificare che lo stato di salute della persona non influisca sui sintomi individuati sul piano psicologico e comportamentale. 

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Visita psichiatrica (diagnosi e terapia)

Ricevuti i referti, il medico può confermare i risultati della valutazione effettuata dallo psicologo, rilasciare il certificato di diagnosi di ADHD e consigliare l’eventuale terapia, farmacologica e/o non farmacologica.

Visita medica per diagnosi ADHD

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Da GAM Medical le visite mediche psichiatriche per l’ADHD si svolgono online. La visita medica online ADHD si svolge attraverso la nostra piattaforma dedicata, nel massimo rispetto della privacy, per consentire la massima accessibilità agli adulti e ai giovani adulti ADHD.

Tariffa chiara e contenuta

Valutazione psicologica*

€97

(50 minuti)

Relazione e restituzione

€97

(20 minuti)

Visita psichiatrica**

€87

(20 minuti)

Le fatture sono trasmesse al Sistema Tessera Sanitaria e detraibili secondo normativa.

*Per la DIAGNOSI sono necessari in media 3 COLLOQUI PSICOLOGICI, in alcuni casi 4.

**Per la DIAGNOSI e/o la TERAPIA FARMACOLOGICA sono necessarie DUE VISITE PSICHIATRICHE. 

Alle prestazioni con importo superiore a €77,47 si applica marca da bollo di €2

Certificazione ADHD

La certificazione dell’ADHD viene rilasciata a seguito di un percorso diagnostico completo che include sia la valutazione di stampo psicologico sia quella di stampo medico.

 Una volta confermata la diagnosi, il professionista fornisce un documento ufficiale che attesta la presenza del disturbo, utile, ad esempio per:

  • l’accesso a trattamenti specifici
  • supporti scolastici
  • agevolazioni lavorative.

Le tempistiche per la certificazione dipendono chiaramente, dalle tempistiche del percorso diagnostico. Solo con una diagnosi ADHD si può effettivamente richiedere la certificazione ADHD. 

In generale, il processo può richiedere qualche settimana o un paio di mesi circa.

Perché richiedere una certificazione ADHD in ambito scolastico o lavorativo?

La certificazione dell’ADHD è utile sia in ambito scolastico che lavorativo per diverse ragioni.

Con una certificazione, le persone ADHD possono ricevere il supporto e gli accomodamenti necessari per affrontare le sfide e sfruttare appieno le proprie risorse.

Diversi sono i vantaggi di una certificazione ADHD diagnosticata in ambito scolastico e in ambito lavorativo. Nello specifico:

Certificazione ADHD in Ambito Scolastico

  • Accomodamenti educativi: la certificazione permette agli studenti con ADHD di accedere ad accomodamenti educativi, come tempi aggiuntivi per i compiti, l’uso di tecniche di studio specifiche o l’accesso a risorse di supporto aggiuntive. Questi accomodamenti possono aiutare gli studenti a massimizzare il loro potenziale accademico.
  • Supporto accademico personalizzato: con una certificazione, gli insegnanti possono adattare il loro approccio di insegnamento e fornire un supporto personalizzato per soddisfare le esigenze specifiche degli studenti con ADHD. Questo può contribuire a migliorare l’impegno, la partecipazione e le prestazioni accademiche degli studenti.
  • Riduzione dello stress e dell’ansia: gli studenti ADHD possono sperimentare maggiore stress e ansia a causa delle sfide legate all’attenzione e all’organizzazione. La certificazione permette agli insegnanti di implementare strategie e supporti che aiutano gli studenti a gestire meglio queste difficoltà e a sviluppare competenze di coping.

Certificazione ADHD in Ambito Lavorativo

  • Accomodamenti sul posto di lavoro: la certificazione consente ai dipendenti con ADHD di richiedere accomodamenti sul posto di lavoro, come un ambiente di lavoro tranquillo, la flessibilità nell’organizzazione del lavoro o l’utilizzo di strumenti di supporto tecnologici. Questi accomodamenti possono migliorare la produttività e il benessere sul posto di lavoro.
  • Miglior comunicazione e comprensione: essere certificati per l’ADHD può aiutare a promuovere una migliore comunicazione e comprensione tra dipendenti e datori di lavoro. Una maggiore consapevolezza dell’ADHD e delle sue implicazioni può favorire un ambiente di lavoro più inclusivo e rispettoso.
  • Riduzione degli ostacoli alla carriera: senza una certificazione, i dipendenti ADHD possono incontrare ostacoli nella loro carriera a causa di pregiudizi o mancanza di comprensione da parte dei superiori. La certificazione può aiutare a garantire che essi ricevano il supporto e gli accomodamenti necessari per raggiungere il loro pieno potenziale professionale.
Psichiatra-ADHD-Gincarlo-Giupponi

I contenuti di questo sito web sono redatti sulla base delle più aggiornate evidenze scientifiche e fonti cliniche accreditate. La validazione scentifica è a cura del Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, tra i massimi esperti di ADHD in età adulta in Italia. Oltre a supervisionare i contenuti, il Dott. Giancarlo Giupponi si occupa della scelta e dell’adozione degli strumenti di valutazione presenti nel sito, come test e questionari, assicurando che siano conformi agli standard clinici internazionali (DSM-5, OMS e scale validate a livello scientifico). Le informazioni hanno finalità divulgative e vengono periodicamente riviste per garantirne l’affidabilità.

Passaggi per ottenere una certificazione ADHD

L’iter di certificazione per l’ADHD può fare paura.
Può sembrare un percorso lungo, complicato, pieno di moduli, appuntamenti e passaggi da ricordare e per una persona ADHD questo può essere ancora più difficile.
È normale sentirsi sopraffatti, bloccarsi, non sapere da dove iniziare o temere di “non riuscire a portarlo a termine”.

 

Proprio per questo abbiamo pensato di fornire una lista con tutti gli step, in modo da sapere cosa aspettarsi:

1. Consulto Iniziale:

Per richiedere una certificazione è necessario essere in possesso di una diagnosi ADHD, che di solito parte con un consulto iniziale con un professionista della salute mentale specializzato nel trattamento dei disturbi del neurosviluppo, come uno psicologo clinico o uno psichiatra. Durante questo incontro, verranno discussi i sintomi e i problemi che stai affrontando e verranno raccolte informazioni sulla tua storia medica e comportamentale.

consulto iniziale ADHD
valutazione criteri diagnostici ADHD

2. Valutazione Approfondita:

Dopo il consulto iniziale, è probabile che venga eseguita una valutazione più approfondita per determinare se soddisfi i criteri diagnostici per l’ADHD. Questa valutazione può includere una serie di strumenti, come questionari, scale di valutazione e interviste cliniche, per valutare i sintomi e il loro impatto sulla tua vita quotidiana.

3. Coinvolgimento di Terzi:

In molti casi, il professionista può richiedere informazioni da terzi: nel caso dei bambini parliamo di genitori, insegnanti o altri caregiver; nel caso degli adulti familiari, partner o altre persone significative.

Il coinvolgimento di terzi serve per ottenere una visione più completa del tuo comportamento e del tuo funzionamento in diversi contesti.

diagnosi ADHD genitori
esami medici ADHD certificazione

4. Esami Medici:

Durante il processo di certificazione, potrebbe essere necessario sottoporsi a esami medici per escludere altre cause possibili dei sintomi, come problemi di salute fisica o di neurosviluppo. Questi esami possono includere test di laboratorio, esami fisici e valutazioni neurologiche, a seconda delle tue specifiche esigenze.

5. Diagnosi e Piano di Trattamento:

Una volta completata la valutazione, il professionista formulerà una diagnosi basata sui criteri diagnostici ufficiali per l’ADHD. Se la diagnosi viene confermata, verrà sviluppato e proposto un piano di trattamento personalizzato che può includere:

  • psicoeducazione (individuale e/o di gruppo);
  • psicoterapia;
  • terapia farmacologica.
diagnosi piano trattamento ADHD
certificazione ADHD scuola lavoro

6. Certificazione ADHD e documentazione:

Se necessario per scopi scolastici, lavorativi o altri, il professionista può emettere una certificazione dell’ADHD che attesta la diagnosi e fornisce raccomandazioni per supportare le tue esigenze specifiche. Questa documentazione può essere presentata alle autorità scolastiche, ai datori di lavoro o ad altri per garantire l’accesso agli accomodamenti e ai servizi necessari.

7. Monitoraggio ADHD:

Dopo la diagnosi, è importante continuare a lavorare con un professionista ADHD per monitorare i progressi e apportare eventuali aggiustamenti al piano di trattamento, se necessario. Il follow-up regolare può aiutare a garantire che stai ricevendo il supporto di cui hai bisogno per gestire con successo i sintomi dell’ADHD.

monitoraggio progressi ADHD

Importanza della Diagnosi ADHD: perché farla?

La diagnosi di ADHD non è mai fine a se stessa.
È vero che “dà un nome”, ma non serve ad etichettare: serve a orientare verso il trattamento più adeguato e a migliorare la qualità della vita.
Riconoscere il disturbo significa capire il proprio funzionamento e trovare strategie efficaci per affrontare le difficoltà quotidiane.

Perché è importante una diagnosi ADHD?

  • Orientamento al trattamento: permette di impostare interventi mirati (psicologici, farmacologici o combinati).

  • Sollievo e comprensione: aiuta a dare senso a esperienze di frustrazione e a riconciliarsi con sé stessi.

  • Prevenzione del disagio: riduce il rischio di ansia, depressione e bassa autostima.

  • Migliori relazioni: comprendere il disturbo favorisce una comunicazione più efficace con gli altri.

  • Crescita personale e lavorativa: consente di sviluppare strategie per organizzarsi meglio e valorizzare i propri punti di forza.

La diagnosi, quindi, non deve essere intesa come un punto di arrivo ma come l’inizio di un percorso consapevole verso una vita più equilibrata e autentica.

Diagnosi differenziale ADHD: distinguerlo da altre condizioni

La diagnosi differenziale è una fase fondamentale del percorso diagnostico: serve a distinguere l’ADHD da altre condizioni che possono presentare sintomi simili o sovrapposti.

Nel caso dell’ADHD in età adulta, questo passaggio è particolarmente importante.

Esistono infatti numerose condizioni mediche, psicologiche o psichiatriche che possono mimare, mascherare o coesistere con i sintomi del disturbo, rendendo più complessa la sua identificazione.

Sebbene l’ADHD sia chiaramente definito nei manuali diagnostici e presenti caratteristiche cliniche distintive, nella pratica clinica può manifestarsi in modi molto diversi da persona a persona.

Alcuni aspetti del disturbo possono quindi assomigliare a quelli di altre condizioni mentali o fisiche, creando sovrapposizioni sintomatologiche.

  • Disturbi d’Ansia: difficoltà di concentrazione, irrequietezza e distraibilità possono imitare l’ADHD. L’ansia genera preoccupazione costante e sovraccarico mentale che simulano disattenzione e impulsività.
  • Depressione: apatia, scarsa concentrazione, affaticamento e lentezza cognitiva possono somigliare ai sintomi di disattenzione. Inoltre, può coesistere con l’ADHD come forma reattiva alle difficoltà quotidiane.
  • Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP): sicuramente una delle diagnosi più spesso confuse con l’ADHD. Impulsività e comportamenti disinibiti possono apparire simili, ma nel DOP prevalgono ostilità e sfida verso l’autorità, non disattenzione o iperattività generalizzata.
  • Disturbo dello Spettro Autistico (ASD): entrambe le condizioni possono includere disattenzione, iperattività e disregolazione emotiva; tuttavia, nell’ASD sono centrali le difficoltà nella comunicazione e nella reciprocità sociale.
  • Disturbi del Sonno: insonnia o apnea notturna possono causare stanchezza, irritabilità e difficoltà di attenzione simili all’ADHD.
  • Disturbo bipolare: impulsività, iperattività e instabilità emotiva possono sembrare ADHD, ma nel bipolare sono episodiche e legate a fasi maniacali o depressive, mentre nell’ADHD sono croniche e costanti.
  • Disturbo ossessivo-compulsivo: entrambi possono mostrare distrazione e comportamenti ripetitivi; nell’ADHD però la disorganizzazione è spontanea, nel DOC deriva da rigidità e controllo eccessivo.
  • Disturbo borderline di personalità: condividono impulsività, instabilità emotiva e sensibilità al rifiuto; nel borderline, però, le fluttuazioni affettive sono più intense e relazionali.
sintomi ADHD comorbilità

Comorbilità dell'ADHD: cogliere le condizioni che si manifestano insieme al disturbo

Differenze di Diagnosi ADHD tra Uomini e Donne

La diagnosi dell’ADHD presenta differenze significative tra donne e uomini, sia in termini di manifestazioni cliniche che di sfide diagnostiche.

Queste differenze possono influenzare il riconoscimento della condizione, la tempestività della diagnosi e l’efficacia del trattamento.

Presentazione Clinica

  • Uomini: gli uomini, fin dall’infanzia, tendono a manifestare sintomi di iperattività e impulsività in modo più evidente, come l’incapacità di stare seduti, interruzione degli altri e comportamenti eccessivamente energici. Questi sintomi visibili spesso portano a una diagnosi più precoce durante l’infanzia, nel periodo scolare.
  • Donne: le donne, al contrario, manifestano più frequentemente sintomi di inattenzione o di iperattività mentale piuttosto che fisica, fin dall’infanzia. Possono apparire sognatrici, smemorate e meno organizzate, sintomi che sono meno evidenti e possono essere facilmente trascurati o attribuiti ad altro. Inoltre le donne neurodivergenti tendono ad avere delle abilità in più nel cosiddetto “masking”, cioè nel camuffamento dei sintomi per adattarsi alla società che le circonda. Questo può portare a diagnosi tardive, spesso durante l’adolescenza o l’età adulta.
 

Comorbidità

  • Uomini: gli uomini ADHD hanno maggiori probabilità di avere disturbi comportamentali associati, come il disturbo oppositivo provocatorio (DOP) o altri disturbo da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta, soprattutto in infanzia. In età adulta sono più frequenti negli uomini i comportamenti di uso e abuso di sostanze. 
  • Donne: le donne ADHD sono più inclini a sviluppare comorbidità come ansia, depressione e disturbi dell’umore. Queste condizioni possono mascherare i sintomi dell’ADHD, rendendo la diagnosi più complessa.
 

Impatto Sociale ed Emotivo

  • Uomini: gli uomini ADHD possono avere maggiori difficoltà con le relazioni sociali e comportamentali, spesso affrontando problemi disciplinari a scuola e al lavoro.
  • Donne: le donne possono soffrire di bassa autostima e problemi di immagine corporea a causa delle difficoltà non riconosciute e dell’ansia sociale. Lottano con il perfezionismo e possono sentire una pressione maggiore per “adattarsi” alle aspettative sociali.
 

Diagnosi Tardiva

  • Uomini: gli uomini sono spesso diagnosticati più precocemente a causa della maggiore visibilità dei sintomi iperattivi e impulsivi.
  • Donne: le donne tendono a ricevere diagnosi più tardi nella vita, poiché i loro sintomi di inattenzione e le comorbidità emotive sono meno riconosciuti come parte dell’ADHD. Questo ritardo può portare a anni di frustrazione e a una mancanza di supporto adeguato.
 

Percezione Sociale e Stigma

  • Uomini: gli uomini possono affrontare stigma legati ai comportamenti iperattivi e impulsivi, spesso etichettati come “problematici” o “difficili”.
  • Donne: le donne possono essere stigmatizzate per le loro difficoltà a mantenere le aspettative di ruolo tradizionali, come la cura della famiglia e l’efficienza lavorativa. Possono anche sentirsi inadeguate o incomprese a causa della loro incapacità di organizzarsi o concentrarsi.
 

Accesso al Trattamento

  • Uomini: gli uomini sono più spesso indirizzati a servizi di salute mentale durante l’infanzia a causa dei loro sintomi più appariscenti.
  • Donne: le donne possono non cercare aiuto fino all’età adulta, quando le pressioni della vita quotidiana e delle responsabilità aumentano. Il loro accesso al trattamento può essere ulteriormente complicato dalle comorbidità non trattate.
 

Le differenze tra uomini e donne nella diagnosi dell’ADHD sono pertanto evidenti e influenzano significativamente il percorso diagnostico e terapeutico.

Gli specialisti della salute mentale che sono consapevoli di queste differenze e riescono ad adottare un approccio sensibile al genere per garantire che tutti i pazienti ricevano una valutazione accurata e un trattamento adeguato.

Autodiagnosi di ADHD

Per “autodiagnosi” si intende il processo attraverso cui una persona, senza il supporto di un professionista qualificato, cerca di identificare o etichettare una condizione medica, psicologica o psichiatrica su sé stessa, basandosi su sintomi percepiti, informazioni trovate online, racconti di altre persone, test non validati clinicamente o autoosservazioni.

Affidarsi a professionisti esperti per la diagnosi di ADHD è fondamentale e imprescindibile per chiunque sospetti di avere questo disturbo, soprattutto nell’età adulta.

Viviamo in un’epoca in cui l’accesso all’informazione è sempre più facile, immediato e diffuso: questo ha sicuramente un valore positivo, perché ha permesso a moltissime persone di riconoscersi in testimonianze, articoli o approfondimenti, iniziando così un percorso di consapevolezza rispetto a ciò che vivono quotidianamente.

Anche noi di GAM-Medical, in questo senso, siamo parte attiva di questo processo: siamo presenti online, sia attraverso i social, dove condividiamo contenuti che parlano di ADHD e salute mentale in modo accessibile, sia tramite il nostro blog, dove pubblichiamo regolarmente articoli su ADHD e su altre condizioni correlate. 

Tuttavia, l’altra faccia della medaglia è rappresentata dal rischio crescente di incorrere nel fenomeno dell’autodiagnosi.

Per questo motivo, è fondamentale ricordare che si tratta sempre e comunque di contenuti a scopo divulgativo, non diagnostico. Non vogliono e non devono sostituire una valutazione clinica, né tantomeno incoraggiare l’autodiagnosi. Il nostro intento non è mai quello di fornire risposte definitive, ma di stimolare domande.

Anche perché, quando si parla di ADHD, l’autodiagnosi non solo può essere fuorviante, ma può anche rallentare o compromettere l’accesso a un supporto realmente utile.

Anche confondere l’autovalutazione con una diagnosi è un errore comune: fare un test di autovalutazione per l’ADHD – come quello che proponiamo anche noi, pensato appositamente per aiutare a capire se ci siano indizi utili a indagare ulteriormente – è un conto, autodiagnosticarsi l’ADHD è tutt’altro.

Il test online per l’ADHD ha un valore indicativo e orientativo: aiuta a mettere in luce alcuni tratti, alcune tendenze, ma non può e non deve sostituire il confronto clinico con uno specialista.

Tra i rischi di autodiagnosticarsi l’ADHD, sono degni di nota:

  1. Diagnosticarsi ADHD senza esserlo realmente: uno dei pericoli più evidenti dell’autodiagnosi è quello di attribuirsi un disturbo o condizione che in realtà non si ha. L’ADHD è diventato, in qualche modo, una lente interpretativa attraverso cui molte persone rileggono le proprie difficoltà passate e presenti, ma questo processo è spesso guidato da un confronto soggettivo con contenuti informali o esperienze altrui, piuttosto che da una reale valutazione oggettiva. La difficoltà nel concentrarsi, la procrastinazione, l’impulsività o la disorganizzazione possono certamente essere sintomi di ADHD, ma sono anche esperienze comuni che, se non contestualizzate, possono facilmente generare falsi positivi.
  2. Diagnosticarsi l’ADHD e trascurare la possibilità di condizioni comorbide: un’altra conseguenza seria dell’autodiagnosi riguarda la mancata considerazione di eventuali condizioni comorbide. L’ADHD, soprattutto in età adulta, raramente si presenta in forma “pura” e isolata: ansia, depressionedisturbi del sonno, disturbi ossessivo-compulsivi e altri disturbi dell’area neuropsichiatrica sono spesso presenti in concomitanza e possono influenzare profondamente il quadro clinico. Autodiagnosticarsi porta quasi sempre a una visione semplificata, a compartimenti stagni, dove un’unica etichetta sembra spiegare tutto. Questo riduce la complessità della persona e del suo funzionamento psichico, impedendo una lettura più profonda e articolata. La mancata individuazione delle comorbidità, oltre a compromettere la precisione diagnostica, può impedire l’adozione di percorsi terapeutici più efficaci e completi, lasciando irrisolti altri aspetti che necessitano di attenzione e intervento mirati.
  3. Diagnosticarsi l’ADHD e avere in realtà condizioni diverse che presentano aree di sovrapposizione: esistono numerose condizioni che possono mimare i sintomi dell’ADHD pur non essendolo. Ad esempio, i disturbi d’ansia possono generare una forte agitazione mentale, difficoltà a mantenere l’attenzione e un costante senso di urgenza. La depressione, specie quella atipica, può presentarsi con rallentamenti cognitivi e disorganizzazione. Il disturbo post-traumatico da stress può alterare la regolazione emotiva e la capacità di concentrazione. Il disturbo bipolare, nel suo spettro, può dare impulsi e comportamenti simili a quelli di tipo iperattivo-impulsivo. Il disturbo borderline, soprattutto nelle aree di sensibilità al rifiuto e l’impulsività, può facilmente essere confuso con l’ADHD. Persino problematiche legate al sonno, come l’apnea notturna o l’insonnia cronica, possono influire sulle funzioni esecutive e simulare difficoltà attentive. Autodiagnosticarsi senza avere gli strumenti per distinguere tra questi quadri significa rischiare di trattare la condizione sbagliata, con potenziali peggioramenti della situazione generale e perdita di tempo prezioso. Non è raro, infatti, che una persona convinta di essere l’ADHD scopra, grazie a una valutazione clinica, di avere invece un’altra condizione che richiede un intervento completamente diverso.

Diagnosi di ADHD in età adulta: è davvero così complicata e faticosa come dicono? 

Arrivare a una diagnosi di ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) non è mai un passaggio immediato. È un percorso che implica tempo e un notevole impegno da parte della persona che vi si sottopone. La valutazione prevede infatti una serie di colloqui clinici, test psicometrici e strumenti standardizzati che hanno lo scopo di restituire un quadro il più possibile accurato e completo.

Chi sospetta di essere ADHD spesso si trova ad affrontare non solo i propri dubbi, ma anche la paura che il processo diagnostico possa risultare lungo, complesso e difficile da sostenere. Per molte persone, l’idea di dover affrontare test dettagliati, mantenere la concentrazione per ore o ripercorrere la propria storia può diventare un ostacolo che rischia di scoraggiare ancora prima di iniziare.

Se sei arrivato fin qui, probabilmente stai cercando un percorso diagnostico per l’ADHD. È possibile che tu abbia già trovato online diversi risultati, letto testimonianze o parlato con persone della comunità ADHD e neurodivergente che raccontano quanto possa essere faticoso ottenere una diagnosi. Lo capiamo molto bene, ed è proprio per questo che, come clinica specializzata in ADHD, ci impegniamo a rendere questo processo più accessibile e meno gravoso possibile.

I nostri professionisti della salute mentale hanno sviluppato modalità di lavoro che coniugano la necessaria rigorosità scientifica con una forte attenzione al benessere della persona. Questo significa che, pur rispettando i protocolli e gli standard clinici, cerchiamo di rendere il percorso più sostenibile: prevedendo pause, spiegando in anticipo i vari passaggi, adattando i tempi e utilizzando strategie pensate per ridurre lo stress e facilitare la collaborazione.

Il nostro obiettivo è chiaro: garantire una diagnosi affidabile e accurata, che faccia davvero chiarezza, senza trasformare la valutazione in un ulteriore ostacolo. Vogliamo che la diagnosi sia un passo di comprensione e consapevolezza, e non un motivo di ulteriore fatica o paura.

E se non fosse ADHD?

Se sei arrivato fino a noi probabilmente ti stai chiedendo se l’ADHD possa far parte della tua vita. 

Magari hai riconosciuto in te alcuni dei sintomi descritti in articoli, libri o testimonianze; forse un amico, un familiare o persino uno psicologo ti ha suggerito che alcune tue difficoltà potrebbero avere a che fare con l’ADHD. 

Oppure, semplicemente, hai iniziato a riflettere sul tuo modo di funzionare, notando certe caratteristiche che sembrano corrispondere a ciò che si racconta dell’ADHD in età adulta. È del tutto naturale avvicinarsi alla diagnosi anche partendo da questi dubbi, da un’autovalutazione o da osservazioni di chi ti conosce bene.

Il percorso diagnostico è il momento in cui tutti questi sospetti trovano un senso chiaro: serve a confermare o escludere l’ADHD e, soprattutto, a comprendere meglio le tue difficoltà e le tue risorse. 

Rivolgersi a una clinica specializzata come la nostra significa poter contare su un’équipe di psicologi e psicoterapeuti esperti in ADHD adulto, in grado di valutare la situazione in profondità, con strumenti validati e un approccio scientifico ma anche umano e attento.

E se alla fine non fosse ADHD? 

Questa è una domanda molto importante, e la risposta è rassicurante. 

Essere arrivati a chiedere una valutazione specialistica è già un passo fondamentale: significa che qualcosa ti ha spinto a cercare chiarezza e supporto. L’ADHD, infatti, condivide diversi sintomi con altre condizioni psicologiche o psichiatriche (ansia, depressione, disturbi del sonno, difficoltà legate allo stress, altre condizioni neuropsicologiche) e non sempre l’autodiagnosi corrisponde alla realtà clinica.

Per questo, se la valutazione esclude l’ADHD, non significa che il tuo percorso sia stato inutile: al contrario, la diagnosi permette di capire quale sia davvero la radice delle tue difficoltà. 

La nostra équipe non si limita a dire “c’è” o “non c’è” l’ADHD: il nostro compito è di diagnosticare l’ADHD, ma solo quando c’è effettivamente.

Abbiamo, quindi, la responsabilità tanto di diagnosticarlo quando c’è quanto di escluderlo quando non c’è e di offrirti una visione chiara e completa, aiutandoti a individuare eventuali altre diagnosi, possibili percorsi di trattamento o strategie utili per migliorare la tua qualità di vita. 

Il nostro approccio si fonda su una rete di professionisti che lavorano insieme, condividendo competenze e prospettive, per offrirti non solo una valutazione accurata ma anche un accompagnamento personalizzato a seconda di quello che è emerso dai colloqui diagnostici. 

Risolviamo i tuoi dubbi

Il percorso di diagnosi adhd richiede circa 40-60 giorni; la tempistica di diagnosi ADHD dipende anche dalla disponibilità dell’interessato nella fissazione degli appuntamenti. Lo svolgimento online dei colloqui agevola molto, in questo senso.

No, non è obbligatorio, in senso assoluto. La sola relazione dello psicologo ADHD non ha, però, valore medico-legale. Infatti, per poter richiedere, ad esempio, agevolazioni a livello scolastico, universitario o per disabilità, è necessario ricevere la diagnosi medica, quindi includendo la valutazione psichiatrica e il certificato di diagnosi ADHD. Quest’ultima, inoltre, è fondamentale per escludere la presenza di concause organiche ai sintomi evidenziati a livello psicologico ed eventuali comorbilità.

Il certificato di diagnosi ADHD rilasciato dal nostro psichiatra è pienamente valido a i fini legali. E’, però, necessario rivolgersi al proprio Istituto o Ateneo per conoscere le procedure necessarie all’ottenimento delle agevolazioni previste. Infatti, vi sono differenze normativa a livello regionale per quanto concerne la provenienza del certificato di diagnosi (ad es. può essere richiesto un certificato rilasciato nel pubblico o che quello privato venga “validato” nel pubblico).

Si, se sei residente all’estero possiamo effettuare la diagnosi di ADHD, ma nel caso volessi ricevere il farmaco non potrai acquistarlo usando la nostra ricetta nel tuo paese. Per farlo dovrai andare, con la nostra ricetta, da un medico registrato nel tuo paese di residenza e farti fare la prescrizione.

Trattandosi di una visita privata nessuno può venire a saperlo a meno che non sia il paziente stesso a farne segnalazione. Può capitare che per ottenere il rinnovo di qualche certificato (ad. esempio idoneità alla guida) il medico competente richieda informazioni sull’assunzione di farmaci; è responsabilità del paziente informare il medico di riferimento.

Una volta che viene diagnosticato il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), si avvia il processo di trattamento. Quest’ultimo viene personalizzato in base alle specifiche esigenze di ciascuna persona e può assumere una forma farmacologica o non farmacologica, a seconda della gravità della condizione.