L’ADHD aumenta il rischio di anoressia? 

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Qual è il legame tra ADHD e anoressia? Recenti studi hanno rivelato una connessione significativa tra il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) e l’anoressia nervosa. Questo legame offre nuove prospettive per comprendere le basi genetiche e familiari di questi disturbi, sollevando questioni cruciali sul trattamento e la gestione delle comorbidità psichiatriche. Con un’approfondita comprensione di queste relazioni, è possibile sviluppare strategie terapeutiche più efficaci e mirate.

In questo articolo esploreremo il legame tra ADHD, anoressia nervosa e altri disturbi alimentari, sottolineando l’importanza di diagnosi precise e offrendo prospettive di trattamento. 

ADHD e disturbi alimentari: un legame emergente

Una ricerca pubblicata sulla rivista BMJ Mental Health ha mostrato che le persone ADHD hanno il 28% di probabilità in più di sviluppare l’anoressia rispetto alla popolazione generale. Utilizzando metodi di randomizzazione mendeliana, i ricercatori hanno raccolto prove genetiche che suggeriscono un rischio condiviso tra ADHD e vari disturbi, compresa l’anoressia. Inoltre, uno studio condotto da diversi esperti (di cui molti appartenenti al Department of Medical Epidemiology and Biostatistics del Karolinska Institutet di Stoccolma) ha esaminato l’associazione genetica tra ADHD e vari disturbi alimentari in un vasto campione di popolazione svedese, rivelando che gli individui ADHD hanno un rischio significativamente più elevato di sviluppare disturbi alimentari (DCA), tra cui anoressia e bulimia nervosa. Questi risultati indicano che l’ADHD non solo contribuisce al rischio di anoressia, ma è anche associato a una gamma più ampia di disturbi alimentari.

Fattori comuni tra ADHD e anoressia

Le difficoltà emotive e di autoregolazione tipiche dell’ADHD possono contribuire allo sviluppo di abitudini alimentari disordinate. Gli individui ADHD spesso manifestano impulsi e comportamenti disorganizzati che possono aggravare i comportamenti restrittivi e perfezionistici tipici dell’anoressia. Ad esempio, la ricerca ha suggerito che l’impulsività e la difficoltà nel controllo degli impulsi possono portare a episodi di abbuffate seguiti da comportamenti compensatori come il vomito o l’uso di lassativi, tipici della bulimia nervosa. Questi fattori comuni suggeriscono una base condivisa che merita ulteriori indagini per comprendere meglio come intervenire efficacemente.

ADHD e altri disturbi alimentari: un rischio maggiore

Anche se le persone ADHD tendono a essere più propense all’anoressia, lo studio ha rilevato che la correlazione genetica è risultata più forte tra ADHD e altri disturbi alimentari. Questo suggerisce l’esistenza di fattori genetici specifici che collegano l’ADHD a determinati disturbi alimentari, oltre a un generico fattore genetico comune tra i disturbi psichiatrici. In particolare, la bulimia nervosa e altri disturbi alimentari sembrano essere più frequenti nelle persone ADHD. Questo è un elemento importante da considerare nella diagnosi e nel trattamento, poiché indica che i professionisti della salute mentale dovrebbero essere particolarmente vigili nel monitorare una varietà di comportamenti alimentari disordinati nei pazienti ADHD.

Per approfondire il legame tra ADHD e disturbi alimentari (DCA), leggi l’articolo dedicato sul blog di GAM Medical.

Il ruolo della depressione nello sviluppo dell’anoressia per l’ADHD

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, lo studio non ha trovato un collegamento tra il Disturbo Depressivo Maggiore (MDD) e lo sviluppo dell’anoressia. Questo risultato indica che, sebbene ADHD e depressione possano coesistere, la depressione non aumenta il rischio di anoressia nelle persone ADHD. È quindi cruciale considerare separatamente le influenze di ciascun disturbo per una valutazione accurata. Questo suggerisce anche che il trattamento della depressione nei pazienti ADHD potrebbe non avere un impatto diretto sulla prevenzione dell’anoressia, rendendo necessario un approccio terapeutico più specifico per i disturbi alimentari.

Prospettive per il trattamento di ADHD e anoressia

La gestione delle comorbidità tra ADHD e anoressia richiede un approccio integrato che consideri sia gli aspetti comportamentali che quelli emotivi. Interventi mirati e personalizzati possono migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti, riducendo i rischi associati a questi disturbi. È fondamentale che i trattamenti siano adattati alle esigenze individuali per garantire risultati positivi a lungo termine. Ad esempio, tecniche cognitive-comportamentali specifiche per i disturbi alimentari possono essere integrate con interventi mirati a migliorare le abilità di gestione dell’impulsività e dell’attenzione tipiche dell’ADHD

L’importanza di diagnosi precise per l’ADHD 

La connessione tra ADHD e anoressia nervosa è complessa e multifattoriale. È quindi essenziale continuare a esplorare queste intersezioni per sviluppare interventi più efficaci e fornire un supporto completo e personalizzato ai pazienti, contribuendo così a una migliore qualità della vita e a esiti di salute più positivi. 

In particolare, riconoscere le comorbidità psichiatriche è fondamentale per evitare diagnosi errate, specialmente per le donne, i cui sintomi ADHD vengono spesso scambiati per depressione. Una diagnosi errata può ritardare l’accesso a trattamenti adeguati, con conseguenze serie per la salute mentale e fisica del paziente. I professionisti della salute devono essere consapevoli delle intersezioni tra questi disturbi per fornire un supporto efficace. In particolare, i sintomi di disattenzione, impulsività e iperattività possono sovrapporsi con quelli di altre condizioni psichiatriche, complicando ulteriormente il processo diagnostico.

La clinica online GAM Medical, a questo proposito, dà un’importanza primaria alla diagnosi differenziale ADHD. GAM Medical adotta un approccio accurato e personalizzato per distinguere l’ADHD da altri disturbi psichiatrici, riducendo così il rischio di diagnosi errate. Ciò garantisce che i pazienti ricevano il trattamento più appropriato per le loro specifiche esigenze, migliorando la gestione complessiva dell’ADHD e delle sue comorbidità.

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Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo informativo e non possono sostituire il parere, la diagnosi o il trattamento di un professionista.

Fonti:

  • https://mentalhealth.bmj.com/content/26/1/e300642
  • https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6776821

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