Comportamenti Alimentari Anomali Poco Conosciuti

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Comportamenti Alimentari Anomali Poco Conosciuti: Ortoressia, Vigoressia, Pregoressia, Drunkoressia

Quando si parla di disturbi alimentari, l’immaginario collettivo si concentra immediatamente su alcune condizioni ormai ben note, come l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il binge eating disorder (o disturbo da alimentazione incontrollata).

Questi nomi sono entrati nel linguaggio comune, seppure spesso in modo impreciso, alimentati da decenni di discussione pubblica, testimonianze, rappresentazioni mediatiche e ricerca scientifica.

Sono disturbi che – seppur diversi tra loro – condividono la caratteristica di porre il cibo, il corpo e il controllo al centro dell’esperienza psicologica della persona, con ricadute evidenti sulla salute fisica, mentale, relazionale e sociale.

Tuttavia, il mondo dei disturbi alimentari è molto più ampio, complesso e sfaccettato di quanto la maggior parte delle persone possa immaginare.

Accanto a queste condizioni più note e riconoscibili, esistono altre forme di sofferenza legate al comportamento alimentare che rimangono nell’ombra: meno raccontate, meno diagnosticate, meno comprese.

Non perché siano meno impattanti o meno reali, ma perché spesso non rispecchiano gli stereotipi più radicati su come “dovrebbe” manifestarsi un disturbo alimentare.

Molti di questi disturbi sono recenti nella letteratura clinica, o sono stati per lungo tempo considerati marginali, atipici, “rari” o relegati all’infanzia, come il disturbo da ruminazione, il picacismo o il disturbo evitante/restrittivo nell’assunzione di cibo (ARFID).

Altri ancora non trovano nemmeno uno spazio definito all’interno dei principali manuali diagnostici come il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), ma sono comunque presenti nelle vite delle persone, riconosciuti dagli specialisti, e oggetto di studio in espansione.

Questo non significa che non siano reali: la mancanza di una classificazione ufficiale in un manuale non equivale alla mancanza di legittimità clinica o terapeutica.

Nel paragrafo che segue cercheremo di restituire a queste condizioni almeno una parte della visibilità che finora è mancata.

Oltre ai Classici Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA): Ortoressia, Vigoressia, Pregoressia, Drunkoressia

Come già accennato nella sezione introduttiva, quando si parla di disturbi alimentari, si pensa subito ad anoressia, bulimia e binge eating.

Tuttavia, esistono molte altre forme meno conosciute ma ugualmente complesse, che ruotano attorno a un rapporto disturbato con il cibo, il corpo e il controllo.

Alcune di queste, pur non essendo ancora ufficialmente riconosciute nei manuali diagnostici, sono sempre più diffuse e possono avere conseguenze significative sulla salute fisica e mentale.

Tra queste troviamo:

  • Ortoressia (ossessione per il mangiare sano): l’ortoressia non riguarda la quantità di cibo, come accade in altri disturbi alimentari, ma la qualità percepita. Chi ne soffre sviluppa un’ossessione patologica per l’alimentazione “sana”, “pura”, “pulita”, secondo criteri spesso arbitrari, estremizzati e non supportati da evidenze scientifiche. L’intento iniziale può essere genuino – prendersi cura del proprio corpo, migliorare la salute, evitare sostanze considerate dannose – ma progressivamente il comportamento assume toni compulsivi e rigidi. Alcuni cibi o intere categorie alimentari vengono demonizzati o eliminati, e ogni infrazione alle proprie regole può generare sensi di colpa, ansia o autocondanna. La dieta si restringe sempre di più, compromettendo l’equilibrio nutrizionale e la vita sociale. Le uscite a cena, i pasti in famiglia o gli inviti diventano fonte di stress o vengono evitati, perché comportano una perdita di controllo sulle scelte alimentari. L’identità personale si lega profondamente al tipo di cibo consumato, con un senso di superiorità morale nei confronti di chi non segue lo stesso stile alimentare e, allo stesso tempo, una fragilità estrema quando non si riesce a rispettare i propri standard. Nonostante l’ortoressia non sia ufficialmente riconosciuta come disturbo nel DSM-5, la sua presenza è sempre più frequente nei contesti clinici, e può avere ricadute psicologiche, relazionali e fisiche anche gravi.
  • Vigoressia (ossessione per l’aumento della massa muscolare): la vigoressia, conosciuta anche come dismorfia muscolare, è caratterizzata da una preoccupazione costante e intensa per la propria massa muscolare e per l’aspetto fisico in termini di forza e tonicità. Colpisce prevalentemente gli uomini, ma non è esclusiva del genere maschile. Chi ne soffre ha spesso una percezione distorta del proprio corpo: anche se è oggettivamente muscoloso o atletico, si vede piccolo, flaccido o non abbastanza definito. Questo porta a passare ore in palestra, seguire diete iperproteiche e restrittive, pianificare la giornata in funzione dell’allenamento e, in alcuni casi, assumere integratori in modo eccessivo o addirittura sostanze dopanti. La vita sociale, lavorativa o affettiva può essere compromessa, perché ogni aspetto dell’esistenza ruota attorno al corpo e alla performance fisica. A differenza dell’anoressia, dove il corpo deve rimpicciolirsi, nella vigoressia l’obiettivo è diventare sempre più grandi e scolpiti, ma con lo stesso livello di rigidità, insoddisfazione e controllo patologico. La sofferenza è profonda e spesso nascosta sotto una facciata di “disciplina” o “salute”, rendendo il disturbo difficile da individuare e da trattare.
  • Pregorexia (paura di ingrassare durante la gravidanza): la pregoressia è una condizione che colpisce alcune donne durante la gravidanza e si manifesta con una paura intensa di prendere peso. È una forma di restrizione alimentare e ipercontrollo che si attiva o si riattiva in un momento in cui il corpo, fisiologicamente, cambia e si espande. La donna può ridurre drasticamente l’assunzione di cibo, aumentare l’esercizio fisico anche quando non è consigliato, o adottare comportamenti compensatori per evitare di “perdere il controllo” sulla propria immagine corporea. In alcuni casi, la pregoressia rappresenta la continuazione di un disturbo alimentare preesistente; in altri, è scatenata specificamente dalla trasformazione corporea legata alla gravidanza. Le conseguenze possono essere molto gravi, sia per la madre che per il feto: malnutrizione, basso peso alla nascita, problemi nello sviluppo del bambino, e complicazioni mediche durante la gestazione. Nonostante la gravidanza sia spesso idealizzata come un periodo di gioia e connessione con il proprio corpo, per molte donne è anche un momento critico, che riattiva ansie profonde, conflitti con l’immagine corporea e difficoltà nella relazione con il cibo. Parlare di pregoressia significa anche rompere un tabù e riconoscere che la sofferenza psicologica può esistere anche in contesti ritenuti “felici” o “naturali”.
  • Drunkoressia (compensazione alimentare per il consumo di alcol): la drunkoressia è un comportamento pericoloso e in crescita, in particolare tra adolescenti e giovani adulti. Consiste nel ridurre drasticamente o saltare pasti – spesso per l’intera giornata – allo scopo di “risparmiare” calorie da destinare all’assunzione di alcol, generalmente in occasioni sociali o festive. Chi mette in atto questo comportamento lo fa spesso con la convinzione di evitare l’aumento di peso causato dall’alcol, oppure per potenziarne gli effetti con una minore tolleranza data dallo stomaco vuoto. Sebbene non sia un disturbo alimentare formalmente riconosciuto, la drunkoressia combina aspetti di restrizione alimentare, abbuffate episodiche e abuso di sostanze, configurandosi come un comportamento a rischio sotto molteplici profili. I rischi fisici sono elevati: l’alcol assunto a digiuno ha effetti più rapidi e intensi sul sistema nervoso, aumenta il rischio di intossicazione, svenimenti, danni epatici, incidenti e comportamenti impulsivi. Ma anche i danni psicologici sono significativi: senso di colpa, ansia, isolamento sociale e dipendenza. La cultura della magrezza e la pressione sociale sul corpo, unite alla normalizzazione del binge drinking, creano un terreno fertile per la diffusione di questo comportamento tra chi sente di dover “scegliere” tra divertimento e controllo del peso.

Tutte queste condizioni condividono una radice comune: la difficoltà a vivere il cibo, il corpo e la salute in modo libero, flessibile e integrato.

Non sempre sono riconosciute come disturbi veri e propri, ma la loro presenza silenziosa continua ad aumentare.

È essenziale che il dibattito culturale e clinico si apra a questi vissuti meno noti, per restituire voce a chi soffre in forme che ancora oggi non hanno un nome ufficiale, ma hanno un peso reale nella vita quotidiana.

Il centro GAM-Medical è specializzato nella diagnosi dei DCA e nel trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA).

I professionisti della salute mentale che operano all’interno della clinica possiedono le competenze per riconoscere e affrontare non solo i disturbi alimentari più noti, ma anche le forme meno conosciute di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.

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