Disturbi di Personalità – Cluster B

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I disturbi di personalità sono condizioni psicologiche caratterizzate da schemi di comportamento, pensiero e percezione persistenti e rigidi.

Essi rappresentano un’esagerazione di tratti di personalità comuni che tutti possediamo e che influenzano il nostro modo di pensare, sentire e comportarci.

Quando questi tratti diventano estremamente rigidi e inflessibili, possono creare problemi significativi nelle relazioni e nel funzionamento quotidiano, diventando così disfunzionali.

Questi schemi persistenti iniziano generalmente nell’adolescenza o nella prima età adulta, sono stabili nel tempo e causano disagio o compromettono il funzionamento personale, sociale e lavorativo.

In condizioni normali, i tratti di personalità sono le caratteristiche psicologiche che definiscono il modo in cui una persona interagisce con il mondo.

Questi disturbi sono caratterizzati da:

  • Esacerbazione: I tratti normali si intensificano fino a diventare problematici. Per esempio, una normale diffidenza può trasformarsi in sospettosità estrema e paranoia.
  • Inflessibilità: I comportamenti e i pensieri diventano rigidi e inalterabili, senza adattarsi alle diverse situazioni. Questo rende difficile per l’individuo affrontare situazioni nuove o cambiamenti nella vita.
  • Disadattività: I tratti esacerbati iniziano a causare problemi significativi nella vita dell’individuo, influenzando negativamente il funzionamento sociale, lavorativo e personale.

Nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Quinta Edizione), i disturbi di personalità sono classificati in tre gruppi principali, noti come cluster (Cluster A, Cluster B, Cluster C), basati su somiglianze nelle caratteristiche e nei comportamenti:

  • Cluster A: Eccentrici e Bizzarri
  • Cluster B: Drammatici, Emotivi o Impulsivi
  • Cluster C: Ansiosi o Timorosi

Il Cluster B, noto per includere disturbi caratterizzati da comportamenti drammatici, emotivi o impulsivi, comprende quattro principali disturbi di personalità:

  • Disturbo Antisociale di Personalità: Le persone con disturbo antisociale di personalità questo disturbo mostrano un pattern pervasivo di disprezzo e violazione dei diritti degli altri. Sono spesso manipolatori, ingannevoli e non rispettano le norme sociali o legali. Questo disturbo è più comune negli uomini rispetto alle donne.
  • Disturbo Borderline di Personalità: il disturbo borderline di personalità è caratterizzato da instabilità nelle relazioni interpersonali, nell’immagine di sé e negli affetti, e da impulsività marcata. Le persone con questo disturbo possono avere paure intense di abbandono, oscillare tra idealizzazione e svalutazione degli altri, e avere comportamenti autolesionisti.
  • Disturbo Istrionico di Personalità: il disturbo istrionico di personalità è caratterizzato da un pattern pervasivo di emotività e ricerca di attenzione. Le persone con questo disturbo spesso si sentono a disagio quando non sono al centro dell’attenzione, possono essere teatralmente drammatiche, e utilizzare l’aspetto fisico per attirare l’attenzione degli altri.
  • Disturbo Narcisistico di Personalità: Le persone con disturbo narcisistico di personalità mostrano un pattern pervasivo di grandiosità, bisogno di ammirazione e mancanza di empatia. Possono avere fantasie di successo illimitato, potere, brillantezza o bellezza, e tendono a sfruttare gli altri per raggiungere i propri scopi.

I disturbi del Cluster B sono spesso associati a comportamenti drammatici e imprevedibili, e le persone con questi disturbi possono avere difficoltà a mantenere relazioni stabili e funzionare in modo efficace in vari contesti della vita.

La diagnosi e il trattamento di questi disturbi richiedono un approccio integrato e multidisciplinare, che spesso include terapia psicologica e, in alcuni casi, farmaci per gestire i sintomi associati come ansia e depressione.

Caratteristiche in comune dei Disturbi di Personalità del Cluster B

I disturbi di personalità del Cluster B sono un gruppo eterogeneo di condizioni psicologiche accomunate da alcune caratteristiche fondamentali, tra cui l’impulsività, la disregolazione emotiva, la melodrammaticità e, in alcuni casi, la paura dell’abbandono.

Nonostante le differenze specifiche tra i vari disturbi, questi tratti comuni li rendono facilmente riconoscibili come parte dello stesso cluster.

In particolare:

  • Impulsività: Le persone con disturbi di personalità del Cluster B tendono ad agire senza pensare alle conseguenze a lungo termine. Questo comportamento impulsivo può manifestarsi in vari modi, come spese compulsive, guida spericolata, abuso di sostanze o comportamenti sessuali rischiosi.
  • Disregolazione Emotiva: Questi individui spesso hanno difficoltà a gestire le proprie emozioni. Possono passare rapidamente da uno stato emotivo all’altro, con sentimenti intensi che sembrano sproporzionati rispetto alla situazione reale. Questo rende difficile per loro mantenere relazioni stabili e funzionali.
  • Melodrammaticità: Le persone con disturbi del Cluster B possono essere percepite come esagerate o teatrali nelle loro espressioni emotive e nei comportamenti. Cercano spesso l’attenzione degli altri e possono reagire in modo estremo per ottenerla.
  • Paura dell’Abbandono: In particolare nel Disturbo Borderline di Personalità, ma presente anche in altri disturbi del cluster, c’è una paura intensa e persistente di essere abbandonati. Questo può portare a comportamenti disperati per evitare l’abbandono reale o immaginato.

Inoltre, come praticamente tutti i disturbi di personalità, anche quelli del Cluster B sono di tipo egosintonico.

L’egosintonia è la percezione dei pensieri, impulsi e comportamenti di una persona come appropriati e coerenti con il proprio sé.

Nei disturbi di personalità, ciò significa che l’individuo spesso non riconosce i propri comportamenti come problematici o disfunzionali, ma piuttosto li vede come parte integrante della propria identità.

L’egosintonia si manifesta, in ognuno, più o meno in queste modalità:

  • Disturbo Antisociale di Personalità: Le persone con questo disturbo tendono a non vedere nulla di sbagliato nel loro comportamento manipolativo e violento. Spesso giustificano le proprie azioni come necessarie o meritocrate. La mancanza di rimorso e il disprezzo per i diritti degli altri sono visti come segni di forza e indipendenza. L’individuo può giustificare i propri comportamenti come necessari per sopravvivere o avere successo.
  • Disturbo Borderline di Personalità: Anche se le persone con disturbo borderline possono riconoscere che le loro emozioni sono intense, spesso vedono le loro reazioni estreme come giustificate rispetto alla situazione. La loro paura dell’abbandono è così radicata che i comportamenti per evitarlo sembrano completamente ragionevoli. Le reazioni emotive intense e le relazioni turbolente sono percepite come inevitabili date le loro esperienze di vita e le loro paure profonde. La loro percezione è che chiunque al loro posto reagirebbe allo stesso modo. Le reazioni emotive intense e le relazioni turbolente sono percepite come inevitabili date le loro esperienze di vita e le loro paure profonde. La loro percezione è che chiunque al loro posto reagirebbe allo stesso modo.
  • Disturbo Istrionico di Personalità: Gli individui con questo disturbo vedono il loro bisogno di essere al centro dell’attenzione come naturale. Possono non rendersi conto di quanto i loro comportamenti esagerati siano percepiti come inappropriati dagli altri. Il comportamento teatrale e l’espressione esagerata delle emozioni sono vissuti come modalità normali e appropriate di interazione. La ricerca costante di attenzione è vista come una necessità sociale.
  • Disturbo Narcisistico di Personalità: Le persone con questo disturbo tendono a vedere la propria grandiosità e il bisogno di ammirazione come legittimi. Possono non comprendere perché gli altri non riconoscono la loro “superiorità” e vedono la loro mancanza di empatia come una conseguenza naturale del loro status. La percezione di essere superiori agli altri e la mancanza di empatia sono considerate naturali. L’individuo crede fermamente di meritare un trattamento speciale e non capisce perché gli altri non vedano il loro valore.

Pertanto, i disturbi di personalità del Cluster B, pur essendo diversi tra loro, condividono caratteristiche come l’impulsività, la disregolazione emotiva, la melodrammaticità e la paura dell’abbandono.

L’egosintonia, comune in questi disturbi, rende difficile per gli individui riconoscere i propri comportamenti come problematici, influenzando negativamente le loro relazioni e il funzionamento quotidiano.

Prevalenza e variabili nell’insorgenza dei Disturbi di Personalità del Cluster B

I disturbi di personalità del Cluster B, che comprendono il Disturbo Antisociale di Personalità, il Disturbo Borderline di Personalità, il Disturbo Istrionico di Personalità e il Disturbo Narcisistico di Personalità, mostrano variazioni significative nella prevalenza all’interno della popolazione generale.

Queste variazioni dipendono da diversi fattori, tra cui età, genere, occupazione e area geografica.

  1. Prevalenza nella Popolazione Generale
    • Disturbo Antisociale di Personalità: La prevalenza nella popolazione generale è stimata intorno all’1-4%. È più comune negli uomini rispetto alle donne, con un rapporto di circa 3:1. L’incidenza è più alta nelle popolazioni carcerarie, dove può arrivare fino al 70-80%.
    • Disturbo Borderline di Personalità: Questo disturbo ha una prevalenza stimata intorno all’1-2% nella popolazione generale. È più comune nelle donne, con una prevalenza femminile di circa il 75%. Tuttavia, recenti studi suggeriscono che questa disparità di genere potrebbe essere meno marcata di quanto si pensasse inizialmente.
    • Disturbo Istrionico di Personalità: La prevalenza è relativamente bassa, stimata intorno allo 0.5-2% della popolazione generale. Non ci sono differenze di genere significative documentate, anche se alcuni studi indicano una lieve predominanza nelle donne.
    • Disturbo Narcisistico di Personalità: La prevalenza nella popolazione generale è stimata intorno all’1%. È più comune negli uomini rispetto alle donne, con un rapporto di circa 2:1.
  2. Età: I disturbi di personalità del Cluster B tendono a manifestarsi durante l’adolescenza o la prima età adulta. Sebbene possano attenuarsi con l’avanzare dell’età, molti sintomi possono persistere in modo stabile nel corso della vita. La prevalenza dei sintomi può variare con l’età, con una diminuzione della gravità dei sintomi man mano che le persone invecchiano. Tuttavia, alcune caratteristiche possono rimanere problematiche per tutta la vita.
  3. Genere
    • Disturbo Antisociale di Personalità: È significativamente più comune negli uomini, con una prevalenza maschile molto superiore rispetto a quella femminile.
    • Disturbo Borderline di Personalità: Sebbene diagnosticato più frequentemente nelle donne, recenti ricerche suggeriscono che potrebbe essere sotto-diagnosticato negli uomini.
    • Disturbo Istrionico di Personalità: Non ci sono differenze di genere significative, ma può esserci una lieve predominanza nelle donne.
    • Disturbo Narcisistico di Personalità: È più comune negli uomini, con un rapporto di circa 2:1 rispetto alle donne.
  4. Occupazione: Le persone con disturbi di personalità del Cluster B possono incontrare difficoltà significative nel mantenere un’occupazione stabile a causa dei loro comportamenti impulsivi, difficoltà nelle relazioni interpersonali e disregolazione emotiva. Tuttavia, alcuni individui con tratti narcisistici possono avere successo in carriere che permettono o valorizzano atteggiamenti grandiosi e competitivi. Al contrario, quelli con disturbi antisociali possono avere tendenze verso occupazioni che richiedono meno interazione sociale regolata o possono essere coinvolti in attività illegali.
  5. Area Geografica: La prevalenza dei disturbi di personalità del Cluster B può variare in base all’area geografica e al contesto culturale. Ad esempio, in alcune culture, certi comportamenti possono essere più accettabili o interpretati diversamente, influenzando così i tassi di diagnosi. La disponibilità e l’accesso ai servizi di salute mentale influenzano anche i tassi di diagnosi. In aree con risorse limitate, la prevalenza potrebbe essere sottostimata a causa della mancanza di accesso a professionisti qualificati per la diagnosi e il trattamento.
  6. Fattori di Rischio
    • Genetica e Biologia: I fattori genetici e biologici giocano un ruolo significativo nell’insorgenza dei disturbi di personalità del Cluster B. Studi familiari e gemellari indicano una componente ereditaria significativa.
    • Ambiente e Esperienze di Vita: Esperienze traumatiche durante l’infanzia, come abusi fisici, emotivi o sessuali, e un ambiente familiare instabile o caotico, possono aumentare il rischio di sviluppare questi disturbi.
    • Interazione tra Fattori: L’insorgenza dei disturbi di personalità del Cluster B è spesso il risultato di una complessa interazione tra predisposizione genetica e influenze ambientali.

Quindi, i disturbi di personalità del Cluster B sono relativamente comuni e presentano variazioni significative nella prevalenza basate su età, genere, occupazione e area geografica.

La comprensione di queste variabili è essenziale per una diagnosi accurata e per sviluppare strategie di trattamento efficaci.

Aspetti storici dell’inquadramento diagnostico dei Disturbi di Personalità del Cluster B

L’inquadramento diagnostico dei disturbi di personalità del Cluster B ha una lunga storia che riflette l’evoluzione della psichiatria e della psicologia.

Dalle prime osservazioni cliniche ai moderni manuali diagnostici, la comprensione di questi disturbi ha subito significativi cambiamenti.

Nella fattispecie:

  • XIX secolo: Le prime descrizioni di comportamenti associati ai disturbi di personalità del Cluster B risalgono a figure come Philippe Pinel, che descrisse una forma di “mania senza delirio”, ora riconosciuta come disturbo antisociale di personalità. Kraepelin e altri psichiatri dell’epoca iniziarono a identificare tratti di personalità patologici distinti dai disturbi mentali più gravi.
  • Inizio XX secolo: Sigmund Freud e i suoi contemporanei esplorarono i tratti di personalità e i loro effetti sul comportamento umano. Freud introdusse il concetto di “carattere” patologico, descrivendo personalità con tratti che potrebbero essere riconosciuti nei moderni disturbi del Cluster B, come la grandiosità narcisistica e il comportamento istrionico.
  • Anni ’30 e ’40: La ricerca psicoanalitica continuò a svilupparsi, con Karl Abraham e altri che identificarono comportamenti e tratti specifici che corrispondono ai disturbi di personalità del Cluster B. Le teorie sul narcisismo e sulle personalità istrioniche presero forma durante questo periodo.
  • Anni ’50 e ’60: Otto Kernberg e altri teorici psicoanalitici iniziarono a delineare i disturbi borderline e narcisistico di personalità come entità diagnostiche distintive, basandosi su osservazioni cliniche dettagliate e analisi psicoanalitiche.
  • DSM-I (1952) e DSM-II (1968): Questi primi manuali dell’American Psychiatric Association includevano categorie generiche di “disturbi di personalità”, ma mancavano di specificità e chiarezza riguardo ai disturbi del Cluster B. I concetti di personalità psicopatica e antisociale erano presenti, ma meno sviluppati rispetto agli standard attuali.
  • DSM-III (1980): Il DSM-III rappresentò una svolta significativa, introducendo una struttura a cluster per i disturbi di personalità. Il Cluster B fu definito come comprendente disturbi caratterizzati da comportamenti drammatici, emotivi o erratici, includendo il Disturbo Antisociale di Personalità, il Disturbo Borderline di Personalità, il Disturbo Istrionico di Personalità e il Disturbo Narcisistico di Personalità. Questa classificazione rifletteva una crescente comprensione delle caratteristiche unificanti di questi disturbi.
  • DSM-IV (1994): Il DSM-IV affinò ulteriormente i criteri diagnostici per i disturbi del Cluster B, basandosi su ricerche empiriche e studi clinici. I criteri diagnostici furono resi più specifici per migliorare l’affidabilità e la validità delle diagnosi.
  • DSM-5 (2013): Il DSM-5 mantenne la struttura a cluster introdotta nel DSM-III, ma con criteri diagnostici ancora più dettagliati e una maggiore enfasi sulla funzionalità e sull’impatto clinico dei disturbi. La classificazione del Cluster B rimase invariata, con i disturbi antisociale, borderline, istrionico e narcisistico definiti chiaramente.
  • Genetica e Biologia: Recenti ricerche hanno esplorato le basi genetiche e neurobiologiche dei disturbi di personalità del Cluster B. Studi sui gemelli e sulle famiglie hanno evidenziato una componente ereditaria significativa, soprattutto per il disturbo antisociale e borderline di personalità.
  • Psicodinamica e Cognitivo-Comportamentale: Le teorie psicodinamiche e cognitivo-comportamentali hanno continuato a evolversi, fornendo nuovi modelli per comprendere e trattare i disturbi del Cluster B. La terapia basata sulla mentalizzazione (MBT) e la terapia dialettico-comportamentale (DBT) sono esempi di approcci terapeutici efficaci sviluppati in risposta a queste teorie.
  • Interventi Terapeutici: L’approccio terapeutico ai disturbi del Cluster B si è diversificato e specializzato. Terapie come la DBT, sviluppata da Marsha Linehan per il disturbo borderline, e la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) sono diventate standard di trattamento. L’accento è posto sulla regolazione emotiva, sulla gestione dell’impulsività e sul miglioramento delle relazioni interpersonali.
  • Integrazione Multidisciplinare: Le pratiche cliniche moderne spesso adottano un approccio multidisciplinare, coinvolgendo psichiatri, psicologi, assistenti sociali e altri professionisti della salute mentale. Questo approccio integrato mira a fornire un trattamento completo e coordinato per affrontare i molteplici aspetti dei disturbi di personalità del Cluster B.

Pertanto, l’inquadramento diagnostico dei disturbi di personalità del Cluster B ha attraversato un’evoluzione significativa, passando dalle prime descrizioni cliniche a una categorizzazione strutturata nei manuali diagnostici moderni.

Questo progresso ha permesso una maggiore comprensione e precisione nella diagnosi e nel trattamento di questi disturbi, migliorando così l’assistenza ai pazienti affetti.

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