L’uso della cannabis terapeutica sta guadagnando terreno come possibile trattamento alternativo per una vasta gamma di disturbi, tra cui il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD). Mentre i trattamenti convenzionali per l’ADHD includono farmaci stimolanti e terapie comportamentali, alcuni pazienti stanno cercando opzioni meno invasive e con minori effetti collaterali. In questo contesto, la cannabis terapeutica è emersa come una scelta interessante per molti. Tuttavia, il suo uso è circondato da dibattiti medici e legali, poiché vi sono rischi associati e il suo potenziale terapeutico non è ancora completamente compreso.
In questo articolo vedremo se la cannabis terapeutica può essere una valida terapia all’ADHD, considerando i rischi e gli aspetti positivi.
Leggi l’articolo per scoprirlo!
Cos’è l’ADHD e come viene trattato tradizionalmente?
L’ADHD è un disturbo neurologico che influisce sulla capacità di una persona di mantenere l’attenzione, regolare l’impulsività e controllare l’iperattività. Si manifesta principalmente nei bambini, ma può persistere anche in età adulta. I sintomi dell’ADHD includono difficoltà a concentrarsi, dimenticanze frequenti, incapacità di seguire istruzioni, comportamento impulsivo e, in alcuni casi, iperattività fisica. Per saperne di più, clicca QUI per l’elenco competo delle manifestazioni ADHD.
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Il potenziale della cannabis terapeutica per l’ADHD
La cannabis terapeutica contiene due principali componenti attive: il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD). Il THC è noto per i suoi effetti psicoattivi, mentre il CBD è associato a proprietà ansiolitiche, antinfiammatorie e anticonvulsivanti, senza gli effetti euforici del THC.
La cannabis potrebbe avere un ruolo nel trattamento dei sintomi dell’ADHD grazie alla sua capacità di influenzare il sistema endocannabinoide del cervello. Questo sistema è coinvolto nella regolazione di funzioni chiave come la memoria, l’attenzione e l’umore, tutte aree di interesse per i pazienti con ADHD.
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CBD e ADHD: un’opzione sicura?
Il CBD è particolarmente interessante per la comunità medica perché non provoca alterazioni cognitive significative e non crea dipendenza. Secondo lo studio Evaluation of Efficacy of Cannabis Use in Patients With Attention Deficit Hyperactivity Disorder: A Systematic Review, il CBD potrebbe aiutare a ridurre l’ansia e migliorare la concentrazione nei pazienti con ADHD, ma viene suggerita cautela a causa della limitata evidenza scientifica sulla sua efficacia sull’ADHD. Infatti, nonostante il crescente interesse per il CBD come trattamento alternativo, le ricerche sono ancora limitate e sono necessari ulteriori studi clinici per determinare l’efficacia e la sicurezza a lungo termine.
Rischi associati al THC per l’ADHD
Nonostante le promesse della cannabis terapeutica, è importante considerare i rischi associati al suo utilizzo. Il principale pericolo riguarda l’uso del THC nei giovani, in particolare nei bambini e negli adolescenti, poiché il loro cervello è ancora in fase di sviluppo. Nello studio precedentemente citato, vengono menzionati proprio i rischi per il cervello in sviluppo associati al THC. Viene spiegato che si possono riscontrare problemi di memoria e di attenzione. Inoltre, l’uso frequente è associato a una riduzione della materia grigia nell’ippocampo e nell’amigdala e a un flusso sanguigno ridotto in specifiche regioni corticali.
Cannabis: Dipendenza e tolleranza
Un ulteriore aspetto da considerare è la dipendenza. Anche se il CBD non crea dipendenza, il THC può essere psicologicamente dipendente in alcuni individui. La tolleranza al THC può svilupparsi rapidamente, portando a un uso crescente della sostanza per ottenere gli stessi effetti, con potenziali conseguenze negative sulla salute mentale e fisica. Lo studio precedente evidenzia come l’uso regolare di cannabis sia comune tra le persone con ADHD e possa comportare problematiche di dipendenza e tolleranza. L’uso della cannabis tra le persone con ADHD è spesso giustificato dalla gestione di sintomi come disturbi del sonno e umore basso, ma l’uso continuo per ottenere tali benefici a breve termine può incoraggiare un aumento della frequenza di utilizzo.
Per questo motivo, è molto importante seguire le cure fornite da professionisti, senza agire in modo individuale.
Evidenze scientifiche a supporto o a sfavore dell’uso della cannabis terapeutica per l’ADHD?
Gli studi scientifici sull’uso della cannabis terapeutica per l’ADHD sono ancora limitati e spesso contrastanti. Una delle principali difficoltà nel condurre ricerche su larga scala è la variazione nella composizione dei prodotti a base di cannabis disponibili sul mercato. Inoltre, l’effetto della cannabis può variare significativamente da persona a persona, in base alla dose, al metodo di somministrazione e alla predisposizione individuale.
Nella fonte di cui abbiamo parlato prima, viene affermato che la ricerca sugli effetti dell’uso di cannabis in adolescenti e giovani adulti con ADHD attualmente è carente. Vi è la necessità di studiare gli effetti dettagliati di farmaci ADHD in concomitanza all’assunzione di cannabis. La base di prova in questo momento è relativamente piccola, quindi è necessario uno studio più approfondito.
ADHD e Cannabis: importanza di una valutazione medica approfondita
È essenziale che i pazienti interessati a questa opzione discutano i possibili benefici e rischi con un medico qualificato, tenendo in considerazione le leggi locali e le raccomandazioni mediche basate sulle evidenze scientifiche più recente. Solo attraverso ulteriori ricerche e studi clinici sarà possibile comprendere il reale potenziale della cannabis terapeutica per l’ADHD e stabilire linee guida sicure ed efficaci per il suo utilizzo. Al di là della cannabis, esistono già altre strategie e trattamenti che possono contribuire al benessere delle persone ADHD.
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Fonti:
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10370827/