Hai mai pensato che le esperienze di bullismo vissute a scuola possano accompagnarti anche al di fuori ad anni di distanza, influenzando il tuo benessere psicologico e fisico?
Spesso crediamo che il bullismo sia limitato agli anni scolastici, ma la realtà dimostra che le sue conseguenze possono lasciare segni profondi, evolvendosi persino in un Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD). Comprendere questo legame, troppo spesso sottovalutato, è fondamentale per riconoscere i sintomi, affrontare il disagio, combattere il trauma e recuperare una vita serena. Scopriamo insieme come identificare e gestire questa difficile realtà.
Il bullismo può essere un’esperienza che scatena la PTSD?
La connessione tra bullismo e PTSD è stata confermata da numerose ricerche scientifiche, come “Symptoms of posttraumatic stress disorder among targets of school bullying” pubblicata sulla rivista Child and Adolescent Psychiatry and Mental Health nel 2019. Questo studio evidenzia che circa il 30% delle vittime di bullismo manifesta sintomi associati alla PTSD, come incubi, flashback e ansia cronica. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolinea che il bullismo rappresenta una fonte significativa di stress psicologico che può generare traumi persistenti.
Secondo i criteri del DSM-5, il manuale diagnostico di riferimento in psicologia e psichiatria, per diagnosticare la PTSD devono essere presenti sintomi specifici: esposizione a un evento traumatico, rivivere l’evento traumatico, evitamento delle situazioni che ricordano il trauma e sintomi di iperattivazione. Chi ha subito bullismo può sviluppare tutti questi criteri, mostrando segni chiaramente riconoscibili anche molto tempo dopo l’evento iniziale.
È importante sottolineare che la gravità del trauma e la durata del bullismo incidono significativamente sul rischio di sviluppare PTSD. Inoltre, il supporto emotivo e psicologico ricevuto durante e dopo l’esperienza può giocare un ruolo cruciale nella capacità di recupero dell’individuo. Infatti, studi evidenziano che un ambiente familiare comprensivo e un intervento terapeutico tempestivo riducono notevolmente il rischio di sviluppare traumi persistenti.
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I 4 tipi di bullismo
Per comprendere meglio il fenomeno, è utile distinguere quattro tipologie principali di bullismo:
- Bullismo fisico: comporta aggressioni fisiche come spintoni, percosse o danni ai beni personali. Può causare gravi sintomi fisici e traumi psicologici profondi, spesso accompagnati da paura costante e sentimenti di impotenza.
- Bullismo verbale: include insulti, offese, minacce e umiliazioni. Provoca una forte sofferenza psicologica, compromettendo profondamente l’autostima della vittima e generando sentimenti di ansia e vergogna persistenti.
- Bullismo sociale o relazionale: mira a isolare la vittima dal gruppo, diffondendo false informazioni, escludendola dalle attività o creando situazioni umilianti. Questo tipo di bullismo può portare a un isolamento sociale cronico e a difficoltà significative nello sviluppo di relazioni sane e positive anche in età adulta.
- Cyberbullismo: avviene attraverso le tecnologie digitali come social network e messaggi di testo. Può avere effetti devastanti, amplificando la portata dell’umiliazione e aumentando il rischio di sviluppare sintomi tipici della PTSD. La natura pervasiva e continua del cyberbullismo rende più difficile per la vittima trovare un ambiente sicuro e protetto.
Riconoscere queste forme è il primo passo per combattere efficacemente il bullismo e prevenirne le conseguenze traumatiche, promuovendo interventi mirati e tempestivi da parte di insegnanti, genitori e professionisti della salute mentale.
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Gli effetti e le conseguenze del bullismo nella vita adulta
Il trauma derivante dal bullismo scolastico non termina con l’adolescenza, ma può persistere nell’età adulta, con conseguenze gravi sul piano psicologico e relazionale. Secondo una revisione pubblicata dalla National Academies of Sciences nel 2016, “Preventing Bullying Through Science, Policy, and Practice”, gli adulti che sono stati vittime di bullismo da bambini mostrano fino a tre volte più probabilità di sviluppare disturbi d’ansia, depressione e sintomi da disturbo post-traumatico da stress rispetto a coloro che non hanno subito bullismo.
I sintomi fisici associati possono includere problemi gastrointestinali, disturbi del sonno, cefalee e tensione muscolare cronica. Questi effetti fisici sono spesso manifestazioni del disagio psicologico che permane nel tempo, generato dal trauma iniziale.
Inoltre, le vittime possono manifestare comportamenti autodistruttivi, abuso di sostanze e isolamento sociale, conseguenze che influenzano profondamente la qualità della vita adulta. A livello lavorativo, le vittime di bullismo scolastico possono presentare difficoltà nella gestione dello stress, compromettendo il rendimento e ostacolando le opportunità di crescita professionale.
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Bullismo: Come accorgersi del disagio scolastico
Accorgersi tempestivamente del disagio scolastico permette di intervenire precocemente per limitare conseguenze negative. Alcuni segnali importanti sono un calo improvviso nel rendimento scolastico, accompagnato spesso da sintomi fisici come mal di testa, mal di stomaco o nausea senza cause apparenti.
Un altro segnale significativo è il comportamento di evitamento verso la scuola: il giovane potrebbe manifestare ansia o resistenza nell’andare a scuola. Anche l’isolamento sociale, caratterizzato da ritiro dalle amicizie e attività precedentemente gradite, è un sintomo da non sottovalutare.
Cambiamenti d’umore evidenti, come irritabilità, tristezza persistente o episodi di pianto frequente, insieme a disturbi del sonno e cambiamenti nelle abitudini alimentari, possono indicare un profondo disagio emotivo.
Prestare attenzione a questi segnali consente di attivare tempestivamente un supporto efficace da parte di genitori, insegnanti e specialisti della salute mentale.

Come capire se si è stati traumatizzati dal passato scolastico: Bullismo
Riconoscere se si è stati traumatizzati da esperienze scolastiche può essere difficile, poiché i sintomi spesso emergono anche molti anni dopo gli eventi traumatici. Alcuni segnali chiari includono flashback intensi e ricorrenti delle esperienze traumatiche, accompagnati da ansia, tachicardia o tremori.
I disturbi del sonno, come incubi frequenti che rievocano episodi scolastici dolorosi, sono un altro indicatore importante. L’ansia sociale intensa e la tendenza all’evitamento di situazioni sociali legate al passato scolastico indicano un trauma irrisolto.
La bassa autostima persistente, accompagnata da sentimenti di inferiorità e inadeguatezza, è spesso una conseguenza diretta di episodi traumatici vissuti a scuola. Infine, sintomi fisici come cefalea cronica, disturbi digestivi o tensioni muscolari costanti possono manifestare indirettamente il trauma.
Secondo lo studio “School Bullying and Post-traumatic Stress Disorder Symptoms: The Role of Parental Bonding” pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Public Health nel 2019, l’esperienza del bullismo scolastico può portare a sintomi chiaramente riconducibili alla PTSD, tra cui somatizzazione, comportamenti di evitamento e dissociazione psicologica. In particolare, lo studio evidenzia come il tipo di relazione genitoriale – caratterizzata da eccessiva protezione o da mancanza di supporto emotivo – sia direttamente correlata con la gravità dei sintomi traumatici sviluppati a seguito del bullismo.
Identificare questi sintomi è essenziale per avviare un percorso terapeutico mirato, necessario per superare i traumi del passato.
Riconoscere il trauma è il primo passo per combattere le sue conseguenze nella vita adulta. Se pensi che le esperienze scolastiche stiano influenzando ancora oggi il tuo benessere psicologico, è fondamentale affrontare il problema con il giusto supporto professionale.
Se i contenuti di questo articolo ti hanno colpito e ti sei sentito coinvolto e rappresentato, tii invitiamo a effettuare il nostro test specifico per la valutazione della PTSD, sviluppato secondo i criteri DSM-5. Non lasciare che il passato condizioni ancora il tuo presente. È ora di riappropriarti della tua serenità.
Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.
Fonti:
- https://capmh.biomedcentral.com/articles/10.1186/s13034-019-0304-1
- https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC6465416/
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK390414/