5 Consigli Pratici per Prevenire il Burnout

Tempo di lettura: 5 minuti

Indice Contenuti
5 Consigli Pratici per Prevenire il Burnout

Oggi si parla sempre più spesso di burnout, ed è un bene che finalmente il tema abbia guadagnato visibilità, perché per troppo tempo è stato trascurato, minimizzato, confuso con semplice stanchezza o con un normale momento di stress.

Ma il burnout è molto di più: è uno stato di esaurimento fisico, emotivo e mentale che si radica lentamente e che può arrivare a compromettere profondamente il nostro equilibrio personale e professionale.

Se nella nostra vita abbiamo già sperimentato il burnout, o se ci riconosciamo in una propensione all’abnegazione totale verso il lavoro, gli impegni, le responsabilità, allora è fondamentale imparare a riconoscere i segnali precoci e a mettere in atto strategie di prevenzione.

Questo vale tanto per chi è alle prime esperienze lavorative, quanto per chi è già alla decima, magari con una storia fatta di cadute e risalite. Anzi, proprio chi ha già attraversato situazioni simili dovrebbe essere ancora più attento, perché i meccanismi che portano al burnout tendono a ripresentarsi se non vengono affrontati alla radice.

Molte delle cause del burnout, infatti, non sono solo esterne.

Certo, esistono ambienti di lavoro tossici, ritmi insostenibili, richieste eccessive, ma spesso ci sono anche dinamiche interiori che contribuiscono a farci scivolare verso il sovraccarico.

È la nostra personalità che entra in gioco, la tendenza al perfezionismo, al controllo, al voler essere sempre all’altezza; è l’ansia che ci spinge a fare sempre di più, per paura di non valere abbastanza; sono le condizioni che accettiamo — o addirittura cerchiamo — pur di dimostrarci capaci, resilienti, indispensabili; è la difficoltà a dire di no, a stabilire dei limiti, a mettere al primo posto i nostri bisogni senza sentirci in colpa.

Spesso non ce ne rendiamo nemmeno conto, perché queste modalità sono così radicate da sembrarci normali, inevitabili, ma non lo sono.

E se vogliamo davvero prevenire il burnout, dobbiamo iniziare da noi stessi: da uno sguardo onesto sulle nostre fragilità, da una rieducazione gentile alle pause, alla cura, alla priorità del benessere.

5 Accortezze per non Cadere nel Burnout

Alcuni semplici consigli possono davvero fare la differenza nel creare una condizione di equilibrio e prevenire l’insorgere del burnout possono essere:

  1. Lavora solo a lavoro: uno dei principali fattori che porta al burnout è la continua estensione del lavoro fuori dai suoi confini naturali. Quando il lavoro invade le sere, i weekend, i momenti che dovrebbero essere dedicati al riposo o alla vita privata, si crea uno squilibrio profondo. Non è normale rispondere alle email dopo cena, non è normale portarsi a casa il computer il venerdì con l’idea di “mettersi in pari”. La verità è che il lavoro non finisce mai, c’è sempre qualcosa che si potrebbe fare. Ma se non metti uno stop, se non decidi consapevolmente di lavorare solo durante l’orario stabilito, finisci per vivere in un ciclo senza tregua, in cui ogni momento libero diventa un’ulteriore occasione per essere produttivi. Spegnere il computer alla fine della giornata, chiudere le notifiche, ignorare le email nei fine settimana non è disimpegno, è salute mentale. È affermare che anche il tempo vuoto ha valore. È difendere il proprio diritto alla pausa, alla noia, al riposo. È riconoscere che non siamo nati per produrre ininterrottamente, ma per vivere una vita piena, fatta di lavoro ma anche di relazioni, di silenzi, di tempo lento.
  2. Metti dei chiari limiti: i confini sono fondamentali. Non basta avere un orario di lavoro se poi permettiamo che le richieste, le telefonate, i messaggi ci raggiungano sempre e ovunque. Anche le telefonate di lavoro sono lavoro, e se accetti di rispondere mentre sei a cena o durante una passeggiata, stai comunicando che il tuo tempo personale è disponibile, negoziabile, secondario. Mettere limiti chiari significa comunicare agli altri — ma soprattutto a sé stessi — che ci sono momenti inviolabili. Che dopo una certa ora non si risponde. Che durante le ferie non si è reperibili. Che la domenica è sacra. E questi limiti non sono rigidi muri di chiusura, ma argini sani che proteggono il tuo spazio mentale ed emotivo. All’inizio potrà sembrare difficile, soprattutto se sei abituato a essere sempre disponibile, se temi il giudizio o la disapprovazione. Ma con il tempo ti accorgerai che i confini non allontanano le persone giuste: le educano, le orientano, le invitano a rispettarti di più.
  3. Aumenta le tue capacità assertive: l’assertività è una delle competenze più importanti per prevenire il burnout. Imparare a dire di no, a fare scelte che rispettino i propri limiti, a comunicare i propri bisogni con chiarezza e fermezza è essenziale per non finire schiacciati dalle aspettative altrui. Essere assertivi non significa essere egoisti, ma riconoscere che anche i propri bisogni contano. Che non si può sempre accontentare tutti. Che ogni sì detto agli altri è un no detto a sé stessi, e che bisogna scegliere con consapevolezza a chi dare il proprio tempo e la propria energia. L’assertività si impara, si coltiva, si allena. È un processo che parte dall’ascolto di sé, dal riconoscere quando qualcosa non va, dal trovare il coraggio di esprimersi senza paura di essere giudicati o respinti. E quando diventa parte della tua quotidianità, scopri che puoi vivere con meno ansia, con più autenticità, con più presenza.
  4. Cerca di crearti più “isole felici”: una delle strategie più efficaci per non essere risucchiati dal lavoro è diversificare le fonti di benessere. Se tutta la tua soddisfazione personale dipende da come va il lavoro, sei in balia di un’unica variabile. Se il lavoro va male, crolla tutto. Ma se nella tua vita ci sono più “isole felici” — hobby, passioni, relazioni, attività fisiche o creative — allora hai più possibilità di compensare, di ritrovare equilibrio. Se la giornata in ufficio è stata pesante ma poi ti aspetta una lezione di danza, un’ora di lettura, una cena con amici, allora il carico si alleggerisce. Se lo sport ti dà soddisfazione, se il giardinaggio ti rilassa, se il volontariato ti fa sentire utile, allora il lavoro smette di essere il tuo unico termometro di autostima. Avere più isole felici significa costruire una vita più solida, più ricca, più resistente agli urti. E non serve che siano grandi cose: anche una passeggiata al parco, un puzzle, un diario personale possono diventare rifugi preziosi in cui ricaricarti.
  5. Accetta che non puoi fare tutto (e va bene così): una delle trappole più subdole che porta al burnout è la convinzione di dover essere sempre all’altezza, di dover far tutto, di non poter mai deludere nessuno. Ma non siamo macchine, e soprattutto non siamo soli. Non puoi fare tutto. Non puoi essere sempre performante, sempre perfetto, sempre presente. E accettarlo non è una sconfitta: è un atto di maturità. Delegare, chiedere aiuto, lasciare andare ciò che non è essenziale, concedersi l’imperfezione sono tutti gesti che salvano. Non c’è nulla di eroico nel consumarsi per dimostrare il proprio valore. Il vero coraggio sta nel riconoscere i propri limiti e decidere di onorarli. In un mondo che ti spinge a correre, fermarti è rivoluzionario. In un sistema che ti misura in base a quanto produci, scegliere di riposare è un atto sovversivo. Ma è anche il primo passo per tornare a respirare, a sentirti intero, a vivere una vita in cui il lavoro è solo una parte — importante, certo — ma non l’unica.

Prevenire stress e burnout è un gesto di cura verso sé stessi che non dovrebbe mai essere sottovalutato. È molto meglio investire energie nella prevenzione che trovarsi poi a dover impiegare il doppio delle forze — fisiche, mentali ed emotive — per uscirne.

Quando il burnout arriva, non è mai un fulmine a ciel sereno: è il risultato di un accumulo costante, di segnali di stress ignorati, di confini non rispettati. E uscire da quello stato richiede tempo, pazienza e spesso anche un forte senso di smarrimento.

Agire prima significa osservare con attenzione le proprie abitudini, riconoscere i segnali precoci di affaticamento, imparare a dosare meglio le energie e a rispettare il proprio tempo di recupero.

Significa lavorare in modo più intelligente, non più intensamente, coltivando un equilibrio che consenta di mantenere una buona qualità di vita anche nelle fasi più impegnative.

Prevenire lo stress cronico è un investimento sul lungo termine, una scelta consapevole che protegge la salute, rafforza la motivazione e aiuta a preservare l’entusiasmo per ciò che si fa. Perché una mente serena e un corpo riposato non solo lavorano meglio, ma vivono meglio.

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments

Psicologia generale, Stress

Condividilo

Pensi di soffrire di un disturbo d’ansia?

Fai ora il test di autovalutazione che può fornirti una prima indicazione sulla possibilità di intraprendere un percorso diagnostico per l’ansia.

Pensi di soffrire di depressione?

Fai ora il test di autovalutazione che può fornirti una prima indicazione sulla possibilità di intraprendere un percorso diagnostico per la depressione. 

Guarda le nostre recensioni

Pensi di soffrire di qualche disturbo?

I nostri test psicologici possono essere il primo passo verso la richiesta di un supporto clinico, in presenza dei sintomi di disturbi comuni come ansia, depressione, stress, ADHD, autismo e altro ancora.

Se ti è piaciuto l'articolo iscriviti alla newsletter per non perdere tutte le nostre comunicazioni.