ADHD e vita militare: che rapporto c’è

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C’è una connessione tra il Disturbo dell’Attenzione e Iperattività e vita militare: ad affermarlo sono numerosi studi scientifici e ricerche. La relazione è più profonda di quello che sembra. Soldati ADHD? Questa associazione, apparentemente contraddittoria, nasconde un legame complesso e affascinante che merita di essere esplorato. La vita militare, con la sua rigida struttura, le sue richieste fisiche e mentali, e la necessità di prendere decisioni rapide e precise, può sembrare un ambiente improbabile per chi soffre di ADHD. Tuttavia, molte persone con questo disturbo trovano nella disciplina e nella routine militare un contesto in cui riescono a canalizzare positivamente le loro energie e a migliorare la loro capacità di concentrazione. D’altra parte, le stesse caratteristiche dell’ADHD, come l’impulsività e la ricerca di stimoli, possono rendere alcuni aspetti della vita militare particolarmente impegnativi.

In questo articolo scopriremo insieme quali sono le dinamiche che legano queste due realtà, raramente messe in relazione.

Le persone ADHD possono diventare militari?

La prima domanda che probabilmente vi sarete posti è se le persone ADHD possono intraprendere la carriera militare. La risposta breve è sì, ma gli individui ADHD devono generalmente dimostrare di avere il disturbo sotto controllo, spesso attraverso un periodo senza sintomi e/o senza uso di farmaci. Le regole specifiche variano tra i diversi stati e rami delle forze armate e possono richiedere valutazioni mediche approfondite per determinare l’idoneità del candidato. Inoltre, ogni caso viene valutato singolarmente per assicurare che l’individuo possa svolgere le proprie mansioni in modo sicuro ed efficace.

Pro e contro di una vita militare ADHD

La decisione di intraprendere una carriera militare è una scelta complessa e personale, che richiede una valutazione attenta delle proprie capacità e delle proprie esigenze. Per le persone ADHD, questa valutazione è ancora più importante. Mentre alcuni potrebbero trovare nell’ambiente militare un’opportunità per crescere e svilupparsi, altri potrebbero scoprire che le sfide sono troppo grandi da affrontare. È quindi fondamentale considerare sia i potenziali benefici che i rischi di una vita militare.

Pro di una vita militare ADHD

Da un lato, la struttura rigida, le routine definite e gli obiettivi chiari possono fornire un ambiente ideale per coloro che beneficiano di un approccio strutturato. L’addestramento militare offre inoltre l’opportunità di sviluppare competenze preziose come il lavoro di squadra, la leadership e la resilienza, abilità che possono essere particolarmente utili per le persone con ADHD. Inoltre, il servizio militare può fornire una solida base per la carriera futura, offrendo accesso a una vasta gamma di specializzazioni e benefici a lungo termine.

  • Benefici militari: L’esercito offre vantaggi come istruzione, mutui agevolati, formazione professionale e stabilità salariale, utili per la stabilizzazione e la preparazione al futuro. Tuttavia, un uso irresponsabile di questi benefici può portare a sanzioni.
  • Viaggi: Una carriera militare permette di viaggiare a livello nazionale e internazionale, ma senza la possibilità di scegliere destinazioni e tempi.
  • Opportunità specializzate: L’esercito offre formazione in campi come intelligence e operazioni aeree, ideali per chi cerca adrenalina e rischi. Tuttavia, i corsi possono essere rigorosi e stressanti, aggravando i problemi di concentrazione.
  • Ambiente strutturato: La disciplina militare può aiutare chi ha ADHD a prosperare, ma la mancanza di flessibilità può essere un problema.
  • Sviluppo di abilità di vita: Nell’esercito si possono sviluppare capacità organizzative, di problem solving, leadership e gestione del tempo, utili sia in ambito militare che nella vita quotidiana.
  • Lavoro di squadra: L’esercito eccelle nell’insegnamento del lavoro di squadra, anche se le difficoltà sociali legate all’ADHD possono complicare le interazioni.

Contro di una vita militare ADHD

D’altro canto, l’ambiente militare può presentare diverse sfide per le persone con ADHD. Il costante stress, le lunghe ore di lavoro e la necessità di adattarsi a situazioni impreviste possono esacerbare i sintomi dell’ADHD. La difficoltà a mantenere la concentrazione, l’impulsività e le difficoltà nella gestione del tempo possono rendere difficile adattarsi alla rigida disciplina militare. Inoltre, l’isolamento sociale e la lontananza da casa possono aggravare i problemi di salute mentale già esistenti. Ecco i possibili deficit di una vita militare per le persone ADHD:

  • Rischio di sanzioni: Un uso irresponsabile dei benefici militari, come l’istruzione e i mutui, può portare a gravi conseguenze, come il dover restituire fondi o il pignoramento della casa.
  • Stress e pressione: I corsi di formazione e le mansioni possono essere estremamente rigorosi e stressanti, aggravando le difficoltà di concentrazione tipiche dell’ADHD, e anche lo stress da viaggio è un elemento da non sottovalutare.
  • Ambiente rigido: La vita militare offre poca flessibilità, un aspetto che può essere problematico per chi ha bisogno di adattamenti per gestire i sintomi dell’ADHD.
  • Interazioni sociali: Le difficoltà sociali e la disregolazione emotiva legate all’ADHD (che sono diverse rispetto a quelle relative all’ansia sociale) possono rendere le relazioni interpersonali e il lavoro di squadra più complessi, limitando le esperienze positive.

L’impatto dell’ADHD nella vita militare

Uno studio scientifico del progetto STARRS (Study to Assess Risk and Resilience in Servicemembers, in Italiano “Studio per la valutazione del rischio e della resilienza dei militari”) ha messo in evidenza come all’interno dell’esercito i sintomi dell’ADHD sono comuni nel personale adulto dell’esercito e non sono limitati alle coorti più giovani. Un altro studio, pubblicato nel 2018, ha invece rivelato che il quoziente intellettivo e le comorbidità psichiatriche sono i fattori più cruciali che influenzano il servizio militare negli adulti maschi ADHD.

Ma la più grande influenza dell’ADHD all’interno della vita militare la si ha in adolescenza, un periodo particolarmente problematico: diverse ricerche hanno evidenziato come gli adolescenti con ADHD siano più propensi a incontrare difficoltà durante il servizio militare rispetto ai loro coetanei senza disturbo o con ADHD a esordio infantile. In particolare, sono stati osservati tassi più elevati di esclusione dal servizio, maggiori problemi disciplinari, un consumo più frequente di sostanze e difficoltà nel ricoprire ruoli di leadership. Questi risultati suggeriscono che l’ADHD adolescenziale può rappresentare una sfida significativa per l’adattamento alla vita militare.

ADHD e vita militare: l’importanza di una diagnosi

Il rapporto tra ADHD e vita militare è complesso e multisfaccettato. Da un lato, la disciplina e la struttura dell’ambiente militare possono offrire benefici significativi alle persone con ADHD, aiutando a canalizzare le loro energie e a sviluppare competenze preziose. Dall’altro lato, le sfide legate all’ADHD, come l’impulsività e la difficoltà a mantenere la concentrazione, possono rendere l’adattamento alla vita militare più complesso, soprattutto in adolescenza.

È fondamentale sottolineare che una diagnosi ADHD precoce può fare la differenza. Intervenire tempestivamente può aiutare le persone con ADHD a sviluppare le strategie necessarie per affrontare le sfide della vita militare e massimizzare le loro potenzialità.

Se stai considerando una carriera militare e sospetti di avere l’ADHD, ti invitiamo a consultare uno specialista. GAM Medical è una clinica specializzata nella diagnosi ADHD negli adulti, pronta a offrirti una valutazione accurata e un percorso terapeutico personalizzato.

Ricorda: una diagnosi differenziale corretta può o aprire nuove porte e permetterti di raggiungere i tuoi obiettivi, sia dentro che fuori dall’ambiente militare.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6292235/ 
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36309808/ 
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27753640/ 

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