Spesso le persone bulimiche presentano un gonfiore evidente delle guance, una caratteristica che può diventare distintiva e che viene comunemente riconosciuta anche con il termine inglese “chipmunk cheeks”, ovvero “guance da scoiattolo”.
Questo modo di descrivere il volto non è casuale: richiama l’immagine di piccoli animali che accumulano cibo nelle guance, creando un rigonfiamento pronunciato e sproporzionato rispetto al resto del viso.
Nella bulimia nervosa, questo tipo di conformazione è particolarmente frequente ed è uno dei segni somatici visibili che possono comparire a seguito dei comportamenti tipici del disturbo alimentare, in particolare del vomito autoindotto.
Ciò che è importante sottolineare è che non si tratta di un generico aumento di peso o di un ingrassamento omogeneo del volto o del corpo, ma di un gonfiore localizzato, spesso asimmetrico, che altera la fisionomia in modo particolare.
Può essere uno dei primi segnali che rendono visibile il disagio del DCA, anche quando la persona mantiene un peso corporeo normale o appena variato.
È un cambiamento che può colpire molto chi ne è affetto, perché è percepibile allo specchio e agli occhi degli altri, diventando fonte di ulteriore disagio psicologico e motivo di maggiore attenzione o sospetto da parte dell’ambiente circostante.
Se sei una persona bulimica, è probabile che tu abbia notato questa caratteristica: non si tratta di un dettaglio raro o marginale, ma di una manifestazione comune, documentata in una percentuale rilevante di chi soffre di questo disturbo.
Può essere che l’abbia notato tu per primo o può anche essere che siano stati gli altri a fartelo notare: un commento apparentemente innocuo, una domanda improvvisa, un’osservazione che ti ha fatto sentire esposto, giudicato o semplicemente visto in un modo che forse cercavi di tenere nascosto.
Il gonfiore delle guance, infatti, può suscitare attenzione proprio perché altera l’equilibrio del volto, rendendo alcuni tratti meno familiari o più marcati.
Nelle prossime righe capiremo il perché delle chipmunk cheeks nella bulimia nervosa.
Il Volto della Bulimia Nervosa: le Chipmunk cheeks (guance da scoiattolo)
Il motivo per cui le persone bulimiche sviluppano un gonfiore marcato delle guance, quello che in modo figurato viene spesso definito “guance da scoiattolo”, è legato a una combinazione di processi fisiologici che si attivano a seguito del comportamento ripetuto di vomito autoindotto.
Le principali cause che determinano il gonfiore al viso nelle persone con bulimia, in particolare nella zona delle guance, sono:
- Sialoadenosi delle ghiandole parotidi: ingrossamento non infiammatorio delle ghiandole salivari dovuto alla stimolazione cronica provocata dal vomito autoindotto.
- Irritazione chimica da contenuto gastrico: il passaggio ripetuto di acidi gastrici durante il vomito irrita le vie salivari, stimolando una risposta ghiandolare anomala.
- Edema interstiziale: accumulo di liquidi nei tessuti delle ghiandole salivari, legato alla stimolazione eccessiva e a processi di adattamento disfunzionali.
- Squilibri elettrolitici: in particolare l’ipokaliemia (carenza di potassio), che ostacola il drenaggio della saliva e favorisce il gonfiore.
- Ritenzione idrica: alterazioni nel bilancio di sodio e acqua nell’organismo possono contribuire a un gonfiore generalizzato, incluso quello del viso.
- Iperplasia del tessuto adiposo perighiandolare: aumento del tessuto adiposo attorno alle ghiandole, come risposta cronica a stress meccanico e chimico.
- Ipertrofia muscolare locale: aumento del volume dei muscoli del volto (come i masseteri) dovuto allo sforzo ripetuto dei muscoli coinvolti nel vomito.
Nello specifico, per spiegartela più nel dettaglio:
Il vomito ricorrente determina una stimolazione continua e anomala delle ghiandole salivari, in particolare delle ghiandole parotidi, che si trovano nella zona postero-laterale del viso, appena davanti e sotto le orecchie.
Queste ghiandole, normalmente responsabili della produzione della saliva, reagiscono alla stimolazione eccessiva e traumatica causata dal vomito con un ingrossamento che viene definito sialoadenosi.
La sialoadenosi è una condizione caratterizzata dall’aumento di volume delle ghiandole salivari non dovuto a infezione né a tumore, ma a una risposta adattiva e disfunzionale a stimoli ripetuti, meccanici, neurologici e biochimici.
Durante l’atto del vomito, si attivano in modo anomalo i nervi che regolano la salivazione, in particolare il nervo facciale e il nervo glossofaringeo, che innervano proprio queste ghiandole.
Questa stimolazione neurale cronica determina un’iperplasia, cioè una proliferazione cellulare non infiammatoria del tessuto ghiandolare, che porta a un ingrossamento progressivo e spesso simmetrico delle parotidi.
Inoltre, il contenuto gastrico acido che risale in bocca durante il vomito provoca un’irritazione locale a livello del cavo orale e delle vie salivari, contribuendo ulteriormente alla disfunzione delle ghiandole.
L’ambiente acido altera l’equilibrio della secrezione salivare e stimola la ghiandola a produrre più saliva, creando un meccanismo di risposta cronica e disordinata che porta a edema interstiziale, cioè accumulo di liquidi nei tessuti ghiandolari, e conseguente rigonfiamento.
Un altro fattore che aggrava il gonfiore delle guance è rappresentato dagli squilibri elettrolitici, in particolare la deplezione di potassio (ipokaliemia), che si verifica frequentemente nelle persone bulimiche a causa della perdita di liquidi ed elettroliti con il vomito.
L’ipokaliemia influisce negativamente sulla contrattilità delle cellule mioepiteliali che normalmente aiutano a drenare la saliva dalla ghiandola alla bocca, rendendo la ghiandola più stazionaria e predisposta all’edema.
A questo si somma anche una possibile componente di ritenzione idrica generalizzata, dovuta a un alterato equilibrio tra sodio, potassio e aldosterone, che accentua ulteriormente il gonfiore tissutale a livello facciale.
In certi casi, le persone bulimiche possono anche sviluppare iperplasia del tessuto adiposo perighiandolare, cioè un aumento del tessuto adiposo attorno alle ghiandole, come risposta cronica al trauma locale o come tentativo di isolamento fisiologico dell’irritazione chimica da contenuto gastrico.
Questo accumulo non è un aumento di peso nel senso classico, ma un adattamento patologico del tessuto connettivo che contribuisce all’aspetto pieno e tumefatto delle guance.
Infine, va considerato il fatto che il continuo sforzo muscolare coinvolto nel vomito in particolare la contrazione ripetuta dei muscoli masseteri, buccinatori e orbicolari della bocca può provocare un’ipertrofia muscolare localizzata, ovvero un aumento del volume muscolare nella zona delle guance e della mandibola, che amplifica ulteriormente l’impressione di gonfiore e rotondità del viso.
Questo fenomeno è particolarmente evidente nei soggetti che vomitano più volte al giorno per mesi o anni, in cui la muscolatura del volto lavora come se fosse sottoposta a un allenamento continuo.
Tutti questi elementi ingrossamento ghiandolare, edema interstiziale, ritenzione idrica, ipertrofia muscolare e alterazioni metaboliche cooperano nel determinare il caratteristico rigonfiamento delle guance nelle persone bulimiche, rendendo il volto visibilmente più gonfio, spesso con un aspetto arrotondato, pieno e sproporzionato rispetto al resto del corpo.
Per chi vive la bulimia, questi cambiamenti possono essere vissuti con particolare sensibilità, perché toccano il volto, la parte di sé che è più visibile agli altri, quella che inevitabilmente si offre allo sguardo altrui ogni giorno, senza possibilità di nascondersi.
Il volto è ciò con cui ci presentiamo al mondo, ciò che gli altri guardano per primi, ciò attraverso cui comunichiamo emozioni, intenzioni, identità.
Vedere le proprie guance cambiare, gonfiarsi, deformarsi o acquisire quell’aspetto tipico che viene definito “guance da scoiattolo” può diventare un’esperienza profondamente disorientante, carica di disagio, di vergogna, di paura.
Ma proprio per questo, è importante imparare a leggere questi segnali corporei non solo come conseguenze scomode, ma anche come indicatori significativi.
Questo è uno degli aspetti della bulimia nervosa: la presenza di segnali fisici che il corpo ci manda e che possono aiutarci a prendere coscienza della situazione.
Spesso chi vive un disturbo alimentare tende a minimizzare, a pensare che sia “sotto controllo”, che si tratti solo di una fase o di un comportamento che si può interrompere in qualunque momento.
Ma l’emergere di manifestazioni somatiche come il gonfiore cronico delle guance non è un evento casuale o leggero: è un campanello d’allarme che compare dopo tempo, quando l’atto del vomito è stato ripetuto a lungo, con frequenza e regolarità.
Non è un segnale precoce, è un segnale avanzato e questo dovrebbe far riflettere.
Se ti riconosci in questo, se hai notato cambiamenti nel tuo volto, se hai visto le tue guance modificarsi, gonfiarsi, trasformarsi al punto da non riconoscerle più, allora è importante fermarti, osservare e prendere sul serio ciò che sta accadendo.
Questi segnali fisici possono offrire un’occasione preziosa per un esame di realtà, per interrompere quel meccanismo di negazione che spesso accompagna i disturbi alimentari.
Se sei arrivata a questo punto, se hai sviluppato le cosiddette guance da scoiattolo, significa che il tuo corpo sta subendo le conseguenze concrete del disturbo, e che la situazione ha già superato il confine della “gestibilità”.
È il momento di chiedere aiuto.
Rivolgiti a un professionista della salute mentale, contatta un centro specializzato nei disturbi del comportamento alimentare come GAM-Medical.
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono disturbi pervasivi, che non si limitano solo al rapporto col cibo, ma coinvolgono il modo di pensare, di percepirsi, di valutare la realtà.
E uno degli effetti più insidiosi è proprio la perdita della capacità di rendersi conto della gravità della situazione.
Le guance gonfie non sono solo un dettaglio estetico, sono un segnale clinico, concreto, che merita attenzione, ascolto e risposta. Non aspettare che il disturbo si radichi ancora di più.