Disturbo Schizofreniforme

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Il Disturbo Schizofreniforme è una condizione mentale che presenta sintomi simili a quelli della schizofrenia, ma con una durata più breve.

È caratterizzato dalla presenza di sintomi psicotici, come deliri, allucinazioni, disorganizzazione del pensiero e del comportamento, che si verificano per un periodo compreso tra uno e sei mesi.

I sintomi del Disturbo Schizofreniforme possono essere simili a quelli della schizofrenia e possono includere allucinazioni uditive o visive, deliri, alterazioni del pensiero e del linguaggio, oltre a comportamenti bizzarri o disorganizzati.

Ma a differenza della schizofrenia, il Disturbo Schizofreniforme ha una durata più breve e i sintomi possono risolversi spontaneamente senza il trattamento.

Le cause esatte del Disturbo Schizofreniforme non sono completamente comprese, ma si ritiene che coinvolgano una combinazione di fattori genetici, neurobiologici, ambientali e psicosociali.

Questo disturbo può essere scatenato da situazioni stressanti o traumatiche e può avere un decorso cronico o ricorrente.

Il trattamento del Disturbo Schizofreniforme può includere l’uso di farmaci antipsicotici per alleviare i sintomi psicotici acuti, la terapia psicologica per aiutare l’individuo a comprendere e adattarsi ai propri sintomi, nonché il supporto sociale e occupazionale per favorire il recupero e il benessere a lungo termine.

La prognosi del Disturbo Schizofreniforme può variare da persona a persona e dipende dalla gravità dei sintomi, dalla tempestività del trattamento e dal livello di supporto disponibile.

Ad ogni modo, molti individui con Disturbo Schizofreniforme possono sperimentare una remissione spontanea dei sintomi e recuperare completamente senza il bisogno di un trattamento prolungato.


Categoria Diagnostica: Disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici


Il disturbo schizofreniforme è una condizione psichiatrica complessa che presenta somiglianze significative con la schizofrenia, ma si distingue per la sua durata temporale più breve. 

Il termine “schizofreniforme” deriva proprio da questa somiglianza con la schizofrenia, ma indica anche una durata dei sintomi inferiore ai sei mesi, il che costituisce una distinzione chiave tra le due condizioni.

Dal punto di vista categorico, il disturbo schizofreniforme rientra nella più ampia classe dei disturbi psicotici, insieme ad altre condizioni come la schizofrenia, il disturbo delirante, il disturbo psicotico breve e altri. 

Questi disturbi condividono l’esperienza di una perdita del contatto con la realtà, manifestata attraverso sintomi quali deliri, allucinazioni, disorganizzazione del pensiero e del comportamento.

Tuttavia mentre la schizofrenia è caratterizzata da una persistenza dei sintomi per almeno sei mesi e comporta un’ampia varietà di sintomi psicotici, il disturbo schizofreniforme si distingue per la sua durata temporale più limitata. 

Questo significa che, sebbene le persone affette possano presentare sintomi simili a quelli della schizofrenia, questi sintomi non persistono abbastanza a lungo per soddisfare tutti i criteri necessari per una diagnosi di schizofrenia.

Qualora i sintomi del disturbo schizofreniforme progredissero per oltre sei mesi, potrebbe essere necessario rivalutare la diagnosi e considerare altre possibilità.

Qualora la diagnosi debba essere posta senza aspettare il recupero completo, è infatti possibile formulare una diagnosi “provvisoria” mentre si attende il passaggio dei sei mesi necessari per confermare o modificare la diagnosi. 

I sintomi del disturbo schizofreniforme possono includere deliri, ossia credenze errate o irrazionali, allucinazioni, percezioni sensoriali che non hanno base nella realtà, discorsi disorganizzati, comportamenti bizzarri o catatonici, nonché una vasta gamma di disturbi emotivi e cognitivi. 

È importante notare che la gravità e la combinazione di sintomi possono variare notevolmente da persona a persona.

Poiché il disturbo schizofreniforme può avere un impatto significativo sul funzionamento quotidiano e sulla qualità della vita, è essenziale un trattamento tempestivo ed efficace. 

Questo può includere l’uso di farmaci antipsicotici per alleviare i sintomi psicotici, la terapia individuale o di gruppo per affrontare eventuali problemi emotivi o relazionali sottostanti e il coinvolgimento della famiglia e della rete di supporto sociale per fornire un sostegno adeguato.

In sintesi, il disturbo schizofreniforme rappresenta una forma di disturbo psicotico caratterizzata dalla presenza di sintomi simili alla schizofrenia, ma con una durata limitata nel tempo. 

La sua comprensione e il suo trattamento richiedono un approccio completo che tenga conto della complessità dei sintomi e delle esigenze individuali dei pazienti.

Sintomatologia: Criteri diagnostici del Disturbo Schizofreniforme

Nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione), i criteri diagnostici per il disturbo schizofreniforme sono definiti come segue:

  1. Presenza di due (o più) dei seguenti sintomi per la maggior parte del tempo durante un periodo di un mese (o meno, se trattato con successo) e almeno uno dei primi tre:
    • Deliri: credenze false o irrazionali che persistono nonostante le prove contrarie. Ad esempio, il paziente potrebbe essere convinto di essere controllato da forze esterne o di essere in pericolo imminente.
    • Allucinazioni: esperienze sensoriali percepite come reali ma che non hanno una fonte esterna. Le allucinazioni possono coinvolgere udito, vista, tatto, gusto o olfatto. Ad esempio, il paziente potrebbe sentire voci che gli parlano quando non c’è nessuno intorno.
    • Discorso altamente disorganizzato (ad esempio, frequenti cambiamenti di argomento o risposte incoerenti alle domande).
    • Comportamento altamente disorganizzato o catatonico.
    • Sintomi negativi, come alogia (riduzione della quantità di discorso), affettivo appiattito o emozioni ridotte.
  2. Durata della malattia è maggiore di 1 mese ma minore di 6 mesi.
  3. Il disturbo non è stato causato da una condizione medica generale, da un altro disturbo mentale o dall’uso di sostanze.
  4. Durante il periodo attivo della malattia (sintomi al punto 1), il funzionamento sociale, lavorativo o personale è significativamente compromesso rispetto al livello precedente, se presente.
  5. Esclusione di episodi dell’umore depressivi o maniacali (come il disturbo schizoaffettivo o il disturbo dell’umore con componenti psicotiche) perchè non si sono verificati in concomirìtanza della fase attiva dei sintomi.
  6. Il disturbo non è correlabile agli effetti di sostanze o farmaci

Questi criteri sono stati progettati per aiutare i professionisti della salute mentale a diagnosticare e distinguere il disturbo schizofreniforme da altre condizioni simili, consentendo così un trattamento mirato e una migliore comprensione della condizione del paziente.

Oltre a questi sintomi, sono il DSM-5 richiede di specificare:

  • Con caratteristiche prognostiche favorevoli: Questo specificatore indica che il disturbo schizofreniforme presenta segni che suggeriscono un miglioramento positivo e un possibile recupero della funzionalità. Questi segni possono includere una rapida insorgenza dei sintomi, una maggiore consapevolezza della malattia, una buona risposta al trattamento farmacologico o psicoterapeutico e una storia familiare priva di disturbi psichiatrici gravi. La presenza di questi fattori può indicare una prognosi migliore e un potenziale per un recupero più completo.
  • Senza caratteristiche prognostiche favorevoli: Questo specificatore indica che il disturbo schizofreniforme non presenta segni che suggeriscono un miglioramento positivo o un recupero completo della funzionalità. Questi segni possono includere una lenta insorgenza dei sintomi, una mancanza di consapevolezza della malattia, una risposta limitata al trattamento farmacologico o psicoterapeutico e una storia familiare di disturbi psichiatrici gravi. La presenza di questi fattori può indicare una prognosi meno favorevole e un maggiore rischio di persistenza dei sintomi o cronicizzazione del disturbo.
  • Con catatonia: La catatonia è un specificatore aggiuntivo che può essere applicato al disturbo schizofreniforme quando il paziente presenta sintomi caratterizzati da mutismo, stupor, eccitazione motoria, negativismo estremo o posture anomale. La catatonia può influenzare significativamente il quadro clinico e la gravità del disturbo, e richiede un trattamento specifico per gestire i sintomi acuti e migliorare il funzionamento del paziente.
  • Gravità: si valutano quantitativamente i sintomi psicotici primari: deliri, allucinazioni, comportamento ed eloquio disorganizzati e sintomi negativi. La valutazione può essere fatta su una scala a 5 punti da 0 (assente) a 4 (grave)

Questi specificatori sono utili per i clinici nel formulare una diagnosi più precisa e nel valutare le prospettive di trattamento e recupero per i pazienti con disturbo schizofreniforme. 

Riconoscere le caratteristiche cliniche e prognostiche specifiche può guidare le decisioni terapeutiche e contribuire a migliorare gli esiti di trattamento per i pazienti affetti da questa condizione

Età di insorgenza del disturbo schizofreniforme

L’età di insorgenza del disturbo schizofreniforme è un aspetto complesso e sfaccettato che merita un’analisi dettagliata. 

Sebbene possa manifestarsi in qualsiasi fase della vita, il disturbo tende a emergere più comunemente nell’adolescenza o nella prima età adulta, generalmente tra i 18 ei 24 anni. 

Ma nei casi di esordio in età più giovane o più avanzata sono documentati, sebbene meno frequenti.

L’età di insorgenza precoce può presentare sfide uniche nel riconoscimento e nella diagnosi del disturbo, poiché i sintomi possono essere erroneamente attribuiti a comportamenti tipici dell’adolescenza o a altri disturbi psichiatrici dell’infanzia e dell’adolescenza. 

Inoltre, la natura progressiva e il decorso variabile della malattia possono rendere difficile distinguere i sintomi precoci della schizofrenia da quelli di altri disturbi psichiatrici, come la depressione, il disturbo bipolare o i disturbi d’ansia (vedi anche Ansia).

L’età di insorgenza più tardiva può portare a sfide diverse, compresa la difficoltà nel distinguere i sintomi della schizofrenia dagli effetti dell’invecchiamento o da altre condizioni mediche che possono causare sintomi simili, come demenza o declino cognitivo legato all’età.

In generale, la diagnosi precoce e l’intervento tempestivo sono cruciali per migliorare gli esiti di trattamento e la qualità della vita dei pazienti con disturbo schizofreniforme. 

Identificare i segni precoci della malattia, quali allucinazioni, deliri, disturbi del pensiero, isolamento sociale o cambiamenti nel funzionamento lavorativo o accademico, può consentire un accesso più rapido alle cure e ai servizi di supporto necessari per gestire la condizione in modo efficace.

Nonostante ciò, sebbene sia generalmente osservato che questa condizione si manifesti più comunemente durante la tarda adolescenza o l’età adulta giovane, è importante comprendere che non esiste un confine rigido che definisca quando il disturbo può comparire. 

La variazione dell’età di insorgenza può essere influenzata da una molteplicità di fattori, inclusi quelli genetici, ambientali e individuali.

Tra i fattori genetici, vi è un ampio corpus di ricerca che suggerisce una predisposizione genetica al disturbo schizofreniforme. 

Studi condotti su famiglie, gemelli e studi di associazione genetica hanno evidenziato un’importante componente ereditaria nel manifestarsi del disturbo. 

Resta comunque importante sottolineare che i geni non sono il solo determinante e che altri fattori, come l’ambiente, giocano un ruolo significativo.

Tra i fattori ambientali, gli eventi stressanti o traumatici possono svolgere un ruolo nell’attivazione del disturbo schizofreniforme. 

Ad esempio, esperienze di abuso fisico o emotivo, eventi traumatici come incidenti gravi o disastri naturali, eccessivo stress sociale o lavorativo possono tutti contribuire alla manifestazione dei sintomi psicotici.

Inoltre, l’abuso di sostanze può essere un fattore di rischio significativo per lo sviluppo del disturbo schizofreniforme. 

L’uso cronico di droghe psicoattive, come la cannabis, l’LSD, o altre sostanze psicoattive, può aumentare il rischio di sviluppare sintomi psicotici, compresi quelli associati al disturbo schizofreniforme.

La storia familiare di malattie mentali, inclusa la schizofrenia e altri disturbi psicotici, può essere anch’essa un fattore predittivo nell’insorgenza del disturbo schizofreniforme. 

Tuttavia, è importante notare che non tutti coloro che hanno una storia familiare di disturbi psicotici svilupperanno necessariamente il disturbo schizofreniforme.

L’età di insorgenza del disturbo schizofreniforme è, quindi, influenzata da una complessa interazione di fattori genetici, ambientali e individuali. 

Diagnosi Differenziale del Disturbo Schizofreniforme

La diagnosi differenziale del disturbo schizofreniforme implica il riconoscimento e la distinzione da altre condizioni che possono presentare sintomi simili. 

Alcune delle principali condizioni che potrebbero essere prese in considerazione durante la diagnosi differenziale sono sicuramente:

  • Schizofrenia: La schizofrenia è un disturbo psicotico simile al disturbo schizofreniforme ma si distingue per la durata dei sintomi. Mentre il disturbo schizofreniforme presenta sintomi psicotici per un periodo compreso tra 1 e 6 mesi, la schizofrenia richiede una persistenza dei sintomi per almeno 6 mesi per la diagnosi. Inoltre, la schizofrenia può manifestarsi con una gamma più ampia di sintomi psicotici, disorganizzazione del pensiero e del comportamento rispetto al disturbo schizofreniforme.
  • Disturbo delirante: Il disturbo delirante è caratterizzato dalla presenza di deliri persistenti senza altri sintomi psicotici significativi. A differenza del disturbo schizofreniforme, i pazienti con disturbo delirante non mostrano disorganizzazione del pensiero o altri sintomi caratteristici della schizofrenia. Inoltre, i deliri nel disturbo delirante sono spesso più circoscritti e specifici rispetto a quelli presenti nel disturbo schizofreniforme.
  • Disturbo schizoaffettivo: Questa condizione combina elementi della schizofrenia e dei disturbi dell’umore. I pazienti con disturbo schizoaffettivo presentano sia sintomi psicotici che episodi di disturbo dell’umore, come depressione o mania. La differenza rispetto al disturbo schizofreniforme risiede nella predominanza e nella durata dei sintomi dell’umore rispetto ai sintomi psicotici.
  • Disturbi psicotici brevi: Alcuni pazienti possono manifestare sintomi psicotici per un periodo inferiore a un mese, il che potrebbe far sospettare un disturbo psicotico breve invece del disturbo schizofreniforme. Tuttavia, è essenziale monitorare attentamente l’evoluzione dei sintomi nel tempo per determinare se persistono a lungo termine o se si risolvono spontaneamente.
  • Disturbi dell’umore con sintomi psicotici: Questi disturbi, come il disturbo bipolare o la depressione maggiore con componenti psicotici, possono presentare sintomi psicotici che possono essere confusi con quelli del disturbo schizofreniforme. Tuttavia, nei disturbi dell’umore, i sintomi psicotici sono spesso associati a variazioni dell’umore, come episodi depressivi o maniacali, il che li distingue dalla presentazione più isolata dei sintomi psicotici nel disturbo schizofreniforme.
  • Condizioni mediche e neurologiche: Alcune condizioni, come l’encefalite, il tumore cerebrale, l’epilessia o l’uso di sostanze, possono causare sintomi psicotici simili a quelli del disturbo schizofreniforme. La diagnosi differenziale richiede l’esclusione di queste cause mediche o neurologiche come causa dei sintomi attraverso un’attenta valutazione clinica e, se necessario, esami diagnostici aggiuntivi.

Quindi, la diagnosi differenziale del disturbo schizofreniforme è un processo complesso che richiede una valutazione clinica approfondita per escludere altre condizioni e arrivare a una diagnosi accurata. 

La comprensione delle caratteristiche distintive di ciascuna condizione e l’osservazione attenta dell’evoluzione dei sintomi nel tempo sono fondamentali per una diagnosi differenziale efficace.

Comorbilità del Disturbo Schizofreniforme

Le comorbilità, ovvero la presenza di una o più condizioni mediche o psichiatriche aggiuntive in un individuo con una patologia primaria, sono un aspetto importante da considerare nel disturbo schizofreniforme. 

Le comorbilità possono influenzare il corso, la gravità e l’outcome del disturbo, oltre ad avere implicazioni per il trattamento. 

Le comorbilità più frequentemente associate al disturbo schizofreniforme sono:

  • Disturbi dell’umore: Le comorbilità con disturbi dell’umore, come la depressione maggiore o il disturbo bipolare, sono particolarmente significative nel disturbo schizofreniforme. La depressione può essere sia una causa che una conseguenza del disturbo schizofreniforme. I pazienti con depressione possono manifestare sintomi psicotici che si sovrappongono a quelli del disturbo schizofreniforme, rendendo la diagnosi e il trattamento più complessi. Inoltre, la presenza di depressione può influenzare negativamente la prognosi e il trattamento del disturbo schizofreniforme, aumentando il rischio di ricadute e compromettendo il funzionamento sociale e lavorativo. Occorre però sottolineare che nel disturbo schizofreniforme, gli episodi di umore alterato non dovrebbero essere presenti durante le fasi attive della malattia. Ciò significa che durante i periodi in cui il paziente presenta sintomi psicotici, come deliri, allucinazioni o disturbi del pensiero, non dovrebbero verificarsi contemporaneamente sintomi depressivi o maniacali. Se gli episodi dell’umore si verificano solo durante i periodi liberi dai sintomi psicotici, la diagnosi di disturbo schizofreniforme rimane appropriata. D’altra parte, se gli episodi dell’umore si verificano contemporaneamente alle fasi attive della malattia, la diagnosi potrebbe essere di disturbo schizoaffettivo. Il disturbo schizoaffettivo è caratterizzato dalla presenza sia di sintomi psicotici che di episodi dell’umore, come mania o depressione, che si verificano in modo concomitante o alternato nel corso del disturbo.
  • Disturbi d’ansia: L’ansia e i disturbi d’ansia, come il disturbo d’ansia generalizzata, il disturbo da attacchi di panico e le fobie sociali, sono frequentemente associati al disturbo schizofreniforme. L’ansia può essere sia una causa che una conseguenza del disturbo schizofreniforme. I sintomi ansiosi possono contribuire al deterioramento del funzionamento sociale e lavorativo e aumentare la sensazione di isolamento e disconnessione sociale nei pazienti con disturbo schizofreniforme.
  • Disturbi correlati all’uso di sostanze: come vedremo in maniera più approfondita più avanti, l’abuso di sostanze è comune nei pazienti con disturbo schizofreniforme e può complicare la gestione e il trattamento della malattia. L’uso di sostanze può mascherare o esacerbare i sintomi psicotici, interferire con il trattamento farmacologico e aumentare il rischio di ricadute e complicazioni mediche. Alcuni pazienti possono utilizzare le sostanze come meccanismo di coping per affrontare lo stress associato alla malattia, aumentando il rischio di dipendenza e altre conseguenze negative per la salute.
  • Disturbi della personalità: I disturbi della personalità, come il disturbo borderline di personalità o il disturbo evitante di personalità, possono essere comorbidità significative nel disturbo schizofreniforme. Queste condizioni possono influenzare il funzionamento sociale e lavorativo, complicare la gestione della malattia e richiedere un trattamento specifico oltre a quello per il disturbo schizofreniforme. Le persone con disturbi della personalità possono avere difficoltà nelle relazioni interpersonali e manifestare comportamenti disfunzionali che possono rendere la terapia più complessa.
  • Disturbi da trauma: Il trauma psicologico e il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) sono comorbidità comuni nel disturbo schizofreniforme. I pazienti con disturbo schizofreniforme possono essere a rischio di esperienze traumatiche, come abusi, violenza o eventi catastrofici, che possono influenzare la gravità dei sintomi psicotici e contribuire a una maggiore disabilità. Il trauma può anche influenzare la risposta al trattamento e la prognosi a lungo termine.
  • Disturbi neurologici: Alcuni disturbi neurologici, come l’epilessia o il morbo di Parkinson, possono essere comorbidità nel disturbo schizofreniforme. Queste condizioni possono influenzare la presentazione dei sintomi, rendendo la diagnosi e il trattamento più complessi. Inoltre, possono richiedere una gestione specifica oltre a quella per il disturbo schizofreniforme e possono aumentare il rischio di complicanze mediche e disabilità.

La gestione efficace del disturbo schizofreniforme richiede un’attenzione adeguata alle comorbilità, con un approccio integrato che affronti sia il disturbo primario che le condizioni aggiuntive. 

Il coinvolgimento di un team multidisciplinare, composto da psichiatri, psicologi, assistenti sociali e altri professionisti della salute mentale, è spesso essenziale per una valutazione completa e un trattamento efficace.

Abuso di sostanze correlato al Disturbo Schizofreniforme

L’abuso di sostanze correlato al disturbo schizofreniforme è una comorbidità significativa che può avere profonde implicazioni per la prognosi e il trattamento della malattia. 

  • Prevalenza dell’abuso di sostanze: Gli individui con disturbo schizofreniforme hanno una maggiore incidenza di abuso di sostanze rispetto alla popolazione generale. Studi hanno dimostrato che fino al 50% dei pazienti con schizofrenia o disturbi correlati presenta una comorbidità di abuso di sostanze.
  • Tipi di sostanze abusate: Le sostanze più comunemente abusate da individui con disturbo schizofreniforme includono:
    • Alcol: L’alcol è una delle sostanze più comunemente abusate da individui con disturbo schizofreniforme. Spesso viene utilizzato come meccanismo di coping per alleviare lo stress, l’ansia e i sintomi psicotici. Tuttavia, l’abuso di alcol può aggravare i sintomi psicotici, compromettere il funzionamento cognitivo e aumentare il rischio di ricadute e complicazioni mediche.
    • Cannabis: La cannabis è una delle sostanze illecite più utilizzate da individui con disturbo schizofreniforme. Studi hanno dimostrato che l’uso cronico di cannabis può aumentare il rischio di sviluppare sintomi psicotici, peggiorare il corso della malattia e interferire con il trattamento. Alcuni pazienti possono utilizzare la cannabis per auto-trattare i sintomi psicotici o come meccanismo di coping per affrontare lo stress e l’ansia associati alla malattia.
    • Cocaina: La cocaina è un potente stimolante del sistema nervoso centrale che può essere utilizzato da individui con disturbo schizofreniforme per aumentare l’energia, migliorare l’umore e ridurre l’appetito. Tuttavia, l’abuso di cocaina può causare effetti collaterali gravi, tra cui paranoia, allucinazioni, ansia e psicosi indotte da sostanze.
    • Anfetamine: Le anfetamine sono un’altra classe di stimolanti utilizzati da individui con disturbo schizofreniforme per aumentare l’energia, migliorare l’attenzione e l’euforia. Tuttavia, l’abuso di anfetamine può portare a dipendenza, tolleranza e sintomi psicotici acuti o cronici.
    • Sostanze psicoattive sintetiche: Le sostanze psicoattive sintetiche, comunemente conosciute come “droghe di sintesi” o “droghe da club”, sono sostanze chimiche progettate per produrre effetti simili a quelli delle droghe illecite tradizionali come l’MDMA, la metanfetamina o l’LSD. Queste sostanze possono essere più pericolose e imprevedibili rispetto alle droghe tradizionali e possono causare gravi effetti collaterali, tra cui psicosi tossiche e gravi danni alla salute mentale.
    • Farmaci prescritti: Alcuni pazienti con disturbo schizofreniforme possono abusare di farmaci prescritti, come benzodiazepine o farmaci stimolanti, per auto-trattare i sintomi psicotici o per migliorare l’umore e l’energia. Tuttavia, l’abuso di farmaci prescritti può portare a dipendenza, tolleranza e gravi effetti collaterali, e può interferire con il trattamento del disturbo schizofreniforme.
  • Effetti sull’esordio e sulla gravità dei sintomi: L’abuso di sostanze può influenzare l’esordio e la gravità dei sintomi del disturbo schizofreniforme. Ad esempio, l’uso di droghe psicoattive come la cannabis o l’LSD può scatenare episodi psicotici acuti o aumentare la frequenza e la gravità dei sintomi psicotici nel tempo. Inoltre, l’abuso di sostanze può mascherare i sintomi del disturbo schizofreniforme, rendendo la diagnosi e il trattamento più difficili.
  • Interazioni farmacologiche: L’abuso di sostanze può interagire con i farmaci antipsicotici prescritti per il trattamento del disturbo schizofreniforme. Alcune sostanze possono aumentare o diminuire l’efficacia dei farmaci antipsicotici, causare effetti collaterali aggiuntivi o interferire con la compliance al trattamento. Queste interazioni possono complicare la gestione della malattia e richiedere un monitoraggio attento da parte del clinico.
  • Impatto sulla prognosi: L’abuso di sostanze è associato a una prognosi più sfavorevole nel disturbo schizofreniforme. Gli individui con una comorbidità di abuso di sostanze hanno una maggiore probabilità di ricadute, ricoveri ospedalieri, disfunzioni sociali e lavorative e un minore tasso di risposta al trattamento rispetto ai pazienti senza abuso di sostanze.
  • Trattamento integrato: Il trattamento efficace del disturbo schizofreniforme nei pazienti con abuso di sostanze richiede un approccio integrato che affronti sia il disturbo psicotico che l’abuso di sostanze. Questo può includere terapie comportamentali, supporto sociale e psicologico, trattamento farmacologico per entrambe le condizioni e il coinvolgimento di servizi di recupero delle dipendenze.

Pertanto possiamo dire che l’abuso di sostanze è una comorbidità significativa nel disturbo schizofreniforme che può influenzare negativamente la prognosi e il trattamento della malattia. 

Il riconoscimento precoce e il trattamento integrato di entrambe le condizioni sono fondamentali per migliorare l’esito clinico e la qualità della vita dei pazienti.

Familiarità nel Disturbo Schizofreniforme 

La familiarità nel disturbo schizofreniforme è un aspetto importante da considerare, poiché suggerisce un ruolo significativo dei fattori genetici nello sviluppo della malattia. 

  • Rischio genetico aumentato: Gli studi condotti su famiglie, gemelli e adozioni hanno fornito prove convincenti che esiste una predisposizione genetica al disturbo schizofreniforme. I parenti di primo grado di individui con schizofrenia o disturbi correlati hanno un rischio aumentato di sviluppare la malattia rispetto alla popolazione generale. Il rischio aumenta con il grado di parentela e con la gravità della malattia nel familiare affetto.
  • Poligenicità: Il disturbo schizofreniforme è considerato una condizione poligenica, il che significa che è influenzato da molteplici varianti genetiche in combinazione con fattori ambientali. Non esiste un singolo gene responsabile della schizofrenia, ma piuttosto una rete complessa di geni che interagiscono tra loro e con l’ambiente per influenzare il rischio di sviluppare la malattia.
  • Varianti genetiche: Sono state identificate diverse varianti genetiche associate al rischio di sviluppare il disturbo schizofreniforme attraverso studi di genomica e genomica delle popolazioni. Queste varianti possono influenzare la funzione dei neurotrasmettitori, lo sviluppo del cervello, la plasticità sinaptica e altri processi biologici coinvolti nella patogenesi della schizofrenia.
  • Interazione gene-ambiente: È probabile che l’interazione tra fattori genetici e ambientali giochi un ruolo chiave nello sviluppo del disturbo schizofreniforme. Ad esempio, eventi stressanti o traumatici durante la gravidanza o nell’infanzia possono interagire con la predisposizione genetica per aumentare il rischio di sviluppare la malattia. Allo stesso modo, fattori ambientali protettivi, come un ambiente familiare stabile e di supporto, possono mitigare il rischio di sviluppare la schizofrenia in individui a rischio genetico elevato.
  • Espressione fenotipica variabile: Anche se l’ereditarietà è un fattore importante nel disturbo schizofreniforme, è importante notare che non tutti gli individui con una predisposizione genetica svilupperanno la malattia. L’espressione fenotipica del disturbo può variare notevolmente, con alcuni individui che presentano sintomi più gravi e altri che mostrano solo lievi segni della malattia. Questa variabilità può essere influenzata da fattori genetici, ambientali e epigenetici.

L’ereditarietà risulta essere, quindi, un importante fattore di rischio nel disturbo schizofreniforme, ma non è l’unico determinante dello sviluppo della malattia.

È una combinazione complessa di fattori genetici, ambientali e di interazione gene-ambiente che contribuisce alla patogenesi della schizofrenia. 

La comprensione di questi meccanismi può aiutare a identificare i pazienti a rischio e sviluppare nuove strategie preventive e terapeutiche.

Fattori di rischio nell’insorgenza del Disturbo Schizofreniforme

L’insorgenza del disturbo schizofreniforme è influenzata da una serie di fattori di rischio che possono interagire in modo complesso per aumentare la probabilità di sviluppare la malattia. 

Alcuni dei principali fattori di rischio associati all’insorgenza del disturbo schizofreniforme, oltre alla familiarità vista nel paragrafo precedente, sono:

  • Fattori prenatali e perinatali: La fase prenatale e perinatale rappresenta una fase critica nello sviluppo del cervello, e gli eventi che si verificano in questo periodo possono avere un impatto significativo sul rischio di sviluppare il disturbo schizofreniforme. La malnutrizione materna, le infezioni virali durante la gravidanza, l’esposizione a sostanze tossiche come l’alcol o il fumo di sigaretta, e le complicazioni durante il parto come l’ipossia possono aumentare il rischio di sviluppare la malattia. Questi fattori possono influenzare lo sviluppo del cervello fetale e alterare la normale maturazione neuronale, aumentando la vulnerabilità alla schizofrenia.
  • Esposizione a sostanze durante l’adolescenza: L’adolescenza è una fase critica dello sviluppo caratterizzata da cambiamenti neurobiologici e psicosociali significativi. L’uso precoce e frequente di sostanze psicoattive durante questo periodo, come la cannabis, l’alcol, la cocaina o gli stimolanti, è stato associato a un aumento del rischio di sviluppare il disturbo schizofreniforme. Queste sostanze possono influenzare lo sviluppo del cervello adolescente, alterare i circuiti neurologici e aumentare la vulnerabilità ai disturbi psicotici. L’effetto delle sostanze durante l’adolescenza può essere particolarmente pronunciato nei giovani già a rischio genetico elevato per la schizofrenia
  • Stress e traumi: Eventi stressanti o traumatici durante l’infanzia o l’adolescenza possono aumentare il rischio di sviluppare il disturbo schizofreniforme. Gli individui che hanno sperimentato abusi fisici, sessuali o emotivi, trascuratezza, conflitti familiari o perdite significative durante la loro crescita possono presentare una maggiore vulnerabilità alla malattia. Il trauma può influenzare la maturazione cerebrale, alterare i meccanismi di adattamento allo stress e aumentare la suscettibilità alla schizofrenia attraverso la sua interazione con la predisposizione genetica.
  • Fattori ambientali e socio-culturali: Il contesto ambientale e socio-culturale in cui una persona cresce può influenzare significativamente il rischio di sviluppare il disturbo schizofreniforme. L’ambiente familiare, il livello socio-economico, il supporto sociale, l’accesso alle risorse sanitarie e le esperienze di discriminazione etnica o culturale possono influenzare la vulnerabilità alla malattia. Ad esempio, gli individui che crescono in ambienti familiari disfunzionali, con bassi livelli di supporto sociale e risorse economiche limitate, possono presentare un rischio aumentato di sviluppare il disturbo schizofreniforme. Allo stesso modo, l’esperienza di discriminazione etnica o culturale può aumentare lo stress psicosociale e contribuire alla manifestazione della malattia in individui geneticamente predisposti.
  • Fattori neurobiologici: Alterazioni neurobiologiche, come disfunzioni dei neurotrasmettitori (ad esempio, dopamina, glutammato, serotonina), anomalie nella struttura e nella funzione cerebrale e disordini dello sviluppo neuronale, sono stati implicati nel rischio di sviluppare il disturbo schizofreniforme. Questi fattori possono essere influenzati da fattori genetici, ambientali e di interazione gene-ambiente, e possono contribuire alla patogenesi della malattia attraverso il loro impatto sul funzionamento cerebrale e la risposta allo stress. La comprensione di questi meccanismi neurobiologici può aprire la strada a nuove strategie preventive e terapeutiche per la schizofrenia.

In breve i fattori di rischio nell’insorgenza del disturbo schizofreniforme sono eterogenei e complessi, coinvolgendo una vasta gamma di influenze genetiche, prenatali, ambientali, socio-culturali e neurobiologiche. 

L’interazione tra questi fattori può modulare il rischio complessivo di sviluppare la malattia e può variare da individuo a individuo. 

Una comprensione approfondita di questi fattori può aiutare a identificare i soggetti a rischio elevato e sviluppare interventi preventivi mirati per ridurre l’incidenza della schizofrenia e migliorare l’esito clinico nei pazienti affetti.

Differenze di genere e geografiche nel Disturbo Schizofreniforme

Esistono significative differenze di genere e geografiche nel disturbo schizofreniforme, che influenzano l’incidenza, la presentazione e l’andamento della malattia:

Differenze di genere:

  • Prevalenza: Tradizionalmente, si è osservata una lieve prevalenza del disturbo schizofreniforme nei maschi rispetto alle femmine. Tuttavia, recenti indagini stanno rivelando una percezione diversificata di questo scenario, suggerendo che la discrepanza potrebbe essere meno marcata di quanto precedentemente stimato. Questo cambiamento di prospettiva è stato possibile grazie a una maggiore attenzione al riconoscimento dei casi femminili, che in passato potrebbero essere stati trascurati o attribuiti ad altre condizioni.
  • Età di insorgenza: Rispetto alle donne, gli uomini tendono a sviluppare il disturbo schizofreniforme in età più giovane. L’esordio della malattia negli uomini avviene spesso durante la tarda adolescenza o l’inizio dell’età adulta, con una maggiore frequenza di episodi psicotici acuti. Al contrario, le donne possono sperimentare l’esordio della malattia in un’età leggermente più avanzata, e i sintomi possono manifestarsi in modo più graduale e insidioso.
  • Sintomi: Le differenze di genere possono riflettersi anche nei sintomi manifestati. Mentre gli uomini possono mostrare una prevalenza maggiore di sintomi positivi come deliri e allucinazioni, le donne possono essere più inclini a manifestare sintomi negativi come apatia, alogia e appiattimento dell’affettività. Inoltre, le donne con disturbo schizofreniforme possono sperimentare una maggiore comorbilità con disturbi dell’umore, come la depressione, rispetto agli uomini.
  • Risposta al trattamento: Alcune prove suggeriscono che ci potrebbero essere differenze di genere nella risposta al trattamento nel disturbo schizofreniforme. Ad esempio, le donne possono mostrare una maggiore sensibilità agli effetti collaterali degli antipsicotici tipici, mentre potrebbero rispondere in modo più favorevole agli antipsicotici atipici rispetto agli uomini. Tuttavia, ulteriori studi sono necessari per confermare queste differenze e identificare eventuali implicazioni cliniche.
  • Outcome: Le donne con disturbo schizofreniforme possono presentare un’esito clinico leggermente migliore rispetto agli uomini. Questo potrebbe essere attribuito a una maggiore consapevolezza dei sintomi, una maggiore aderenza al trattamento e una rete di supporto sociale più solida. Tuttavia, è importante notare che l’esito clinico può variare notevolmente da individuo a individuo e dipendere da una serie di fattori, tra cui la gravità dei sintomi, il trattamento ricevuto e le risorse disponibili.

Differenze geografiche:

  • Prevalenza: Le differenze geografiche nell’incidenza e nella prevalenza del disturbo schizofreniforme sono ampiamente documentate. Tuttavia, queste disparità possono variare notevolmente tra le diverse regioni del mondo. Alcune aree possono presentare tassi più elevati di schizofrenia rispetto ad altre, e questa variabilità può essere influenzata da una serie di fattori, tra cui fattori genetici, ambientali, socio-culturali ed economici.
  • Fattori ambientali: L’ambiente in cui una persona vive può giocare un ruolo significativo nell’incidenza e nella prevalenza della schizofrenia. Ad esempio, l’urbanizzazione e la migrazione possono aumentare il rischio di sviluppare il disturbo schizofreniforme, con una maggiore esposizione allo stress sociale e una ridotta coesione sociale. Al contrario, le aree rurali possono offrire un ambiente meno stimolante e meno stressante, riducendo potenzialmente il rischio di sviluppare la malattia.
  • Accesso ai servizi sanitari: Le differenze geografiche nell’accesso ai servizi sanitari possono influenzare la diagnosi e il trattamento del disturbo schizofreniforme. Le comunità con risorse sanitarie limitate possono avere una minore capacità di riconoscere e trattare la malattia in modo tempestivo, con conseguenze negative sull’esito clinico e la qualità della vita dei pazienti.
  • Cultura e stigma: Le differenze culturali nella percezione della malattia mentale e nel trattamento possono influenzare notevolmente l’esperienza e il trattamento del disturbo schizofreniforme. Alcune culture possono avere una maggiore tolleranza per i sintomi psicotici, mentre altre possono vedere la malattia mentale come una fonte di vergogna e stigma sociale. Queste differenze culturali possono influenzare l’accesso ai servizi sanitari, il trattamento ricevuto e l’outcome clinico dei pazienti con schizofrenia.

Dunque sia le differenze di genere che quelle geografiche possono giocare un ruolo significativo nell’incidenza, nella presentazione e nell’andamento del disturbo schizofreniforme. 

La comprensione di queste differenze può essere fondamentale per adattare i programmi di prevenzione, diagnosi e trattamento alle esigenze specifiche dei pazienti e delle comunità.

Diagnosi del Disturbo Schizofreniforme come si effettua?

La diagnosi del disturbo schizofreniforme è solitamente effettuata da un professionista della salute mentale, come uno psichiatra o uno psicologo clinico, attraverso una valutazione completa che comprenda:

  1. Storia clinica approfondita: Durante la valutazione iniziale, il professionista della salute mentale raccoglie una storia clinica dettagliata del paziente. Questo processo include la raccolta di informazioni sui sintomi attuali e passati, il loro sviluppo nel tempo, la gravità e la frequenza, nonché eventuali fattori scatenanti o stressanti. È importante esaminare anche la storia familiare di disturbi mentali, poiché alcuni disturbi possono avere una predisposizione genetica.
  2. Esame fisico: Un esame fisico completo può essere eseguito per escludere cause fisiche dei sintomi. Questo può includere misurazioni di parametri vitali come pressione sanguigna, frequenza cardiaca e peso corporeo, nonché esami neurologici per valutare la funzione cerebrale e escludere lesioni o malattie neurologiche.
  3. Valutazione psicologica approfondita: Durante questa fase, il professionista della salute mentale utilizza una serie di strumenti e tecniche per valutare lo stato mentale del paziente. Questo può includere interviste strutturate, questionari standardizzati e test psicologici progettati per valutare sintomi specifici, funzionamento cognitivo e livello di adattamento psicosociale.
  4. Interviste cliniche strutturate: Sono disponibili interviste cliniche strutturate progettate specificamente per valutare i sintomi psicotici, come la Structured Clinical Interview for DSM Disorders (SCID), che può essere utilizzata per valutare la presenza di sintomi tipici della schizofrenia e dei suoi disturbi correlati.
  5. Questionari e scale di valutazione: Esistono anche questionari e scale di valutazione standardizzati che possono essere utilizzati per valutare i sintomi e il funzionamento psicologico del paziente. Ad esempio, la Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS) o la Positive and Negative Syndrome Scale (PANSS) possono essere utilizzate per valutare i sintomi psicotici e altri sintomi correlati alla schizofrenia.
  6. Test neuropsicologici: Alcuni test neuropsicologici possono essere utilizzati per valutare le funzioni cognitive del paziente, come l’attenzione, la memoria e le capacità decisionali, che possono essere compromesse nei disturbi psicotici, compresa la schizofrenia.
  7. Esami di laboratorio e di imaging: Se necessario, possono essere eseguiti esami di laboratorio, come esami del sangue o delle urine, per escludere altre cause dei sintomi del paziente. Inoltre, gli esami di imaging cerebrale, come la risonanza magnetica (MRI) o la tomografia ad emissione di positroni (PET), possono essere utilizzati per valutare eventuali anomalie cerebrali associate alla schizofrenia.
  8. Criteri diagnostici: La diagnosi di disturbo schizofreniforme si basa sui criteri stabiliti dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) o da altri sistemi di classificazione utilizzati dai professionisti della salute mentale. Questi criteri includono la presenza di sintomi specifici, come deliri, allucinazioni, discorsi disorganizzati, comportamenti catatonici o sintomi negativi, che persistono per un periodo di tempo definito (tipicamente da 1 a 6 mesi) ma non sono presenti per il tempo necessario per una diagnosi di schizofrenia
  9. Esclusione di altre condizioni: Poiché i sintomi del disturbo schizofreniforme possono sovrapporsi a quelli di altre condizioni mediche o psichiatriche, è importante escludere queste condizioni attraverso una valutazione approfondita. Questo può includere esami di laboratorio per escludere disturbi metabolici, esami neurologici per escludere lesioni cerebrali o malattie neurodegenerative, e valutazioni psichiatriche per escludere altri disturbi mentali, come disturbi dell’umore, disturbi dissociativi o disturbi correlati all’uso di sostanze.

Integrando tutti questi elementi, il professionista della salute mentale sarà in grado di formulare una diagnosi accurata e sviluppare un piano di trattamento personalizzato per il paziente.

Psicoterapia del Disturbo Schizofreniforme

La psicoterapia è un componente importante del trattamento per il disturbo schizofreniforme, anche se il trattamento primario è quello farmacologico. 

La psicoterapia può essere utilizzata per aiutare il paziente a gestire i sintomi, migliorare il funzionamento sociale e lavorativo, affrontare eventuali traumi passati o stress, e favorire il recupero complessivo. 

Alcuni approcci comuni alla psicoterapia per il disturbo schizofreniforme sono:

  • Psicoeducazione: la psicoeducazione è un componente fondamentale del trattamento per il disturbo schizofreniforme, che fornisce al paziente e alla sua famiglia informazioni dettagliate sul disturbo, sulle sue cause, sui sintomi, sulle modalità di trattamento e sulle strategie di gestione. Attraverso la psicoeducazione, il paziente impara a comprendere meglio il proprio disturbo e a sviluppare competenze pratiche per gestire i sintomi nella vita quotidiana. La psicoeducazione può coprire una vasta gamma di argomenti, tra cui la natura del disturbo, l’importanza del trattamento farmacologico e psicoterapeutico, le strategie di coping, la gestione dello stress, la prevenzione delle ricadute e l’accesso alle risorse di supporto nella comunità. La psicoeducazione può essere fornita attraverso sessioni individuali, gruppi di supporto, materiali informativi e risorse online, e può essere adattata alle esigenze specifiche del paziente e della sua famiglia.
  • Terapia cognitivo-comportamentale (TCC): La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è un trattamento psicologico basato sull’idea che i nostri pensieri, emozioni e comportamenti siano interconnessi e influenzino reciprocamente il nostro benessere psicologico. Nel contesto del disturbo schizofreniforme, la TCC mira a identificare e a modificare i pensieri distorti e disfunzionali che possono contribuire ai sintomi psicotici, come deliri e allucinazioni. Attraverso l’uso di tecniche come il riconoscimento dei pensieri automatici negativi, la disputa razionale e la ristrutturazione cognitiva, il paziente impara a valutare in modo più obiettivo i propri pensieri e a sviluppare strategie di coping più efficaci. La TCC può anche includere l’allenamento alla mindfulness per aiutare il paziente a sviluppare consapevolezza dei propri pensieri e emozioni senza giudizio. È importante sottolineare che la TCC è una terapia collaborativa e orientata al presente, focalizzata sulle esigenze e sugli obiettivi specifici del paziente.
  • Terapia familiare: La terapia della famiglia è un approccio terapeutico che coinvolge i membri della famiglia del paziente nel processo di trattamento. Questo approccio riconosce l’importanza del sistema familiare nell’influenzare il benessere del paziente e mira a migliorare la comunicazione, a ridurre lo stigma e a fornire supporto pratico alla famiglia nel gestire il disturbo schizofreniforme. Durante le sessioni di terapia della famiglia, i membri della famiglia possono esplorare i loro sentimenti, preoccupazioni e aspettative riguardo al disturbo, sviluppando strategie condivise per affrontare le sfide quotidiane e migliorare il funzionamento complessivo della famiglia. La psicoeducazione è spesso integrata nella terapia della famiglia, fornendo alla famiglia informazioni approfondite sul disturbo e sulle sue modalità di trattamento, nonché abilità pratiche per gestire i sintomi e fornire un supporto efficace al paziente.
  • Supporto sociale e riabilitazione psicosociale: Il supporto sociale e la riabilitazione psicosociale sono componenti essenziali del trattamento per il disturbo schizofreniforme, mirati a migliorare le abilità sociali, lavorative e quotidiane del paziente. Questi interventi possono includere addestramento all’occupazione per aiutare il paziente a trovare e mantenere un lavoro significativo, addestramento alle abilità sociali per migliorare le interazioni sociali e la comunicazione, e supporto nella gestione delle attività quotidiane come la cura personale e la gestione del denaro. La psicoeducazione è spesso integrata in questi interventi, fornendo al paziente informazioni e risorse per sviluppare abilità pratiche per affrontare le sfide quotidiane e mantenere una buona qualità della vita.
  • Terapia individuale di supporto: La terapia individuale di supporto fornisce al paziente uno spazio sicuro per esplorare i suoi pensieri, emozioni e preoccupazioni in un ambiente terapeutico non giudicante. Durante le sedute di terapia individuale, il terapeuta offre sostegno emotivo e pratico al paziente, aiutandolo a sviluppare strategie di coping efficaci per affrontare i sintomi e le sfide quotidiane associate al disturbo. La psicoeducazione è spesso integrata in questo tipo di terapia, fornendo al paziente informazioni approfondite sul disturbo, sulle sue cause e sulle sue modalità di trattamento, nonché suggerimenti pratici su come gestire i sintomi e migliorare il benessere generale.
  • Terapia della riabilitazione cognitiva: La terapia della riabilitazione cognitiva è un approccio terapeutico mirato a migliorare le funzioni cognitive del paziente, come l’attenzione, la memoria e la risoluzione dei problemi. Attraverso l’uso di esercizi mirati e tecniche di allenamento cognitivo, il paziente impara a rafforzare le sue abilità cognitive e a compensare eventuali deficit. Questo può aiutare il paziente a gestire in modo più efficace le sfide quotidiane associate al disturbo schizofreniforme e a migliorare il suo funzionamento complessivo. La psicoeducazione è spesso parte integrante di questo approccio terapeutico, fornendo al paziente informazioni dettagliate sulle funzioni cognitive, sulle strategie di miglioramento e sugli obiettivi del trattamento.

Pertanto vediamo come la psicoterapia per il disturbo schizofreniforme si basa su approcci empiricamente supportati che mirano a migliorare il funzionamento psicosociale e il benessere complessivo del paziente. 

La psicoeducazione svolge un ruolo cruciale in tutti gli approcci terapeutici, fornendo al paziente informazioni approfondite sul disturbo e sulle sue modalità di trattamento, nonché abilità pratiche per gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita.

Farmacoterapia del Disturbo Schizofreniforme

La terapia farmacologica è una componente fondamentale del trattamento per tutti i disturbi psicotici, compreso il disturbo schizofreniforme e mira a ridurre i sintomi psicotici e migliorare il funzionamento complessivo del paziente. 

I farmaci antipsicotici, anche conosciuti come neurolettici, sono il pilastro principale della farmacoterapia per questo disturbo. 

Ma il trattamento farmacologico può variare in base alla gravità dei sintomi, alla risposta individuale del paziente e ad altri fattori clinici. 

Per offrire una panoramica dei farmaci utilizzati nel trattamento del disturbo schizofreniforme possiamo elencare:

  • Antipsicotici tipici (o di prima generazione): Gli antipsicotici tipici sono stati i primi farmaci sviluppati per trattare i sintomi psicotici e includono composti come l’haloperidolo, la clorpromazina e la flufenazina. Questi farmaci agiscono principalmente bloccando i recettori della dopamina nel cervello, riducendo così l’attività eccessiva della dopamina associata ai sintomi psicotici. Tuttavia, gli antipsicotici tipici possono causare effetti collaterali significativi, come rigidità muscolare, tremori e disturbi del movimento, e sono associati a un rischio maggiore di effetti collaterali neurologici a lungo termine come la discinesia tardiva.
  • Antipsicotici atipici (o di seconda generazione): Gli antipsicotici atipici rappresentano una classe più recente di farmaci antipsicotici che includono composti come la clozapina, l’olanzapina, la quetiapina, il risperidone e l’aripiprazolo. Questi farmaci agiscono non solo bloccando i recettori della dopamina, ma anche influenzando altri sistemi neurotrasmettitoriali nel cervello, come la serotonina e la noradrenalina. Gli antipsicotici atipici sono generalmente considerati più efficaci degli antipsicotici tipici nel trattamento dei sintomi negativi della schizofrenia e possono avere un profilo di effetti collaterali più favorevole. Tuttavia, possono ancora causare effetti collaterali significativi come aumento di peso, dislipidemia e rischio di sviluppare il diabete.
  • Farmaci adiuvanti: Oltre agli antipsicotici, altri farmaci possono essere utilizzati come parte del trattamento farmacologico del disturbo schizofreniforme. Ad esempio, i farmaci ansiolitici possono essere prescritti per il trattamento dell’ansia associata ai sintomi psicotici, mentre gli antidepressivi possono essere utilizzati per il trattamento della depressione associata al disturbo. I farmaci stabilizzatori dell’umore, come il litio o gli anticonvulsivanti, possono essere prescritti per il trattamento dei sintomi dell’umore instabile o dell’irritabilità.

Occorre sottolineare che il trattamento farmacologico del disturbo schizofreniforme può variare a seconda della fase della malattia. 

Durante la fase acuta dei sintomi psicotici, possono essere utilizzati dosaggi più elevati di antipsicotici per controllare i sintomi emergenti. 

Una volta che i sintomi acuti sono sotto controllo, si può passare a dosaggi più bassi di farmaci antipsicotici per la fase di mantenimento al fine di prevenire le ricadute e promuovere il recupero a lungo termine.

È importante inoltre monitorare regolarmente il paziente per gli effetti collaterali dei farmaci antipsicotici e per valutare la risposta al trattamento nel tempo. 

Se si verificano effetti collaterali significativi o se la risposta al trattamento è insufficiente, possono essere necessari aggiustamenti della terapia, inclusa la modifica del farmaco, la regolazione del dosaggio o l’aggiunta di farmaci adiuvanti.

Quindi possiamo dire che la farmacoterapia del disturbo schizofreniforme si basa sull’uso di antipsicotici come trattamento di base, con l’obiettivo di ridurre i sintomi psicotici e migliorare il funzionamento complessivo del paziente. 

Ciò nonostante è importante valutare attentamente i rischi e i benefici dei farmaci antipsicotici e monitorare regolarmente il paziente per gli effetti collaterali e la risposta al trattamento nel tempo.

Resistenza al trattamento psicoterapeutico e farmacoterapico nei pazienti con Disturbo Schizofreniforme

Alcuni pazienti con disturbo schizofreniforme, così come spesso accade per i pazienti psicotici, possono essere restii o mostrare resistenza al trattamento psicoterapeutico e farmacoterapico. 

Ci sono diverse ragioni per cui ciò può accadere:

  • Mancanza di consapevolezza della malattia: La mancanza di consapevolezza della malattia, nota anche come anosognosia, è comune nei disturbi psicotici come la schizofrenia. I pazienti possono avere difficoltà a riconoscere la gravità dei loro sintomi o la necessità di trattamento a causa della natura stessa del disturbo, che può influenzare il loro giudizio e la loro percezione della realtà. L’anosognosia può rendere i pazienti restii a cercare aiuto o a seguire un trattamento prescritto, poiché non riconoscono la presenza di un problema che richiede intervento.
  • Effetti collaterali dei farmaci: Gli effetti collaterali dei farmaci antipsicotici possono avere un impatto significativo sulla compliance al trattamento nei pazienti con disturbo schizofreniforme. Questi effetti collaterali possono variare da lievi a gravi e possono includere sedazione, aumento di peso, disfunzione sessuale, disturbi del movimento e dislipidemia. I pazienti possono essere riluttanti a continuare il trattamento se si presentano effetti collaterali che influenzano la loro qualità della vita o compromettono il loro funzionamento quotidiano.
  • Stigmatizzazione e pregiudizi: La stigmatizzazione sociale dei disturbi mentali, compresa la schizofrenia, può influenzare negativamente l’atteggiamento dei pazienti nei confronti del trattamento. La paura del giudizio sociale o della discriminazione può portare i pazienti a nascondere il loro disturbo o a evitare di cercare aiuto. I pregiudizi diffusi sulla schizofrenia come “pazzia” o “pericolosità” possono alimentare la vergogna e l’isolamento sociale, rendendo i pazienti più restii a cercare trattamento o a condividere le loro esperienze con gli altri.
  • Mancanza di fiducia nei fornitori di cure: Alcuni pazienti possono avere avuto esperienze negative con il sistema sanitario o con i fornitori di cure, che possono influenzare la loro fiducia nella terapia e nella sua efficacia. Queste esperienze possono includere sentimenti di essere stati trascurati, trattati in modo non rispettoso o non compresi dai professionisti della salute mentale. La mancanza di fiducia nei fornitori di cure può rendere i pazienti restii a impegnarsi in un trattamento che richiede un rapporto di fiducia e collaborazione.
  • Difficoltà ad adattarsi al trattamento: Il trattamento del disturbo schizofreniforme può essere complesso e richiedere tempo e sforzi da parte del paziente. Alcuni pazienti possono avere difficoltà ad adattarsi a una terapia regolare o a seguire un piano di trattamento complesso che può includere la somministrazione quotidiana di farmaci, sessioni regolari di terapia e il coinvolgimento in programmi di riabilitazione. Le sfide pratiche legate al trattamento, come i costi finanziari, i trasporti e gli impegni familiari, possono anche influenzare la compliance al trattamento.

Affrontare la resistenza al trattamento nei pazienti con disturbo schizofreniforme richiede un approccio personalizzato e sensibile che tenga conto delle sfide individuali del paziente. 

È importante coinvolgere attivamente il paziente nel processo decisionale e nel piano di trattamento, affrontare le preoccupazioni o le resistenze in modo empatico e collaborativo, e fornire un sostegno continuo durante tutto il percorso di cura. 

La psicoeducazione e il sostegno sociale possono svolgere un ruolo fondamentale nel superare le barriere alla compliance al trattamento e nel promuovere il recupero a lungo termine del paziente.

Impatto cognitivo e performances nel Disturbo Schizofreniforme

Nel disturbo schizofreniforme, l’impatto cognitivo può influenzare significativamente le performance lavorative, accademiche e sociali dei pazienti. 

Nello specifico:

  • Performance lavorative: Le difficoltà cognitive nei pazienti con disturbo schizofreniforme possono influenzare in modo significativo le loro performance lavorative. Queste difficoltà possono manifestarsi in varie forme, inclusa la diminuzione della capacità di concentrazione, problemi di memoria di lavoro e deficit nell’elaborazione delle informazioni. Ad esempio, un paziente potrebbe avere difficoltà a mantenere l’attenzione su compiti specifici per lunghi periodi di tempo, a seguire istruzioni complesse o a ricordare le procedure di lavoro. Questi deficit possono influire sulla produttività e sull’efficienza sul posto di lavoro, portando a una diminuzione della qualità del lavoro e a una maggiore probabilità di errori. Inoltre, le difficoltà nel comprendere le dinamiche sociali e nel gestire le interazioni con colleghi e superiori possono contribuire a problemi di adattamento e a conflitti sul posto di lavoro.
  • Performance accademiche: Nei contesti accademici, i pazienti con disturbo schizofreniforme possono affrontare sfide simili legate alle loro difficoltà cognitive. La ridotta capacità di concentrazione, l’elaborazione delle informazioni più lenta e i problemi di memoria possono ostacolare l’apprendimento e la partecipazione attiva in classe. Ad esempio, un paziente potrebbe avere difficoltà a seguire le lezioni complesse, a organizzare le informazioni in modo coerente o a ricordare i concetti chiave per i compiti o gli esami. Questi deficit possono portare a risultati accademici inferiori, a ritardi nel completamento dei corsi e a una maggiore frustrazione e insicurezza riguardo alle proprie capacità intellettuali. Inoltre, le difficoltà nel partecipare attivamente alle discussioni in classe o nel lavorare in gruppo possono influire negativamente sul coinvolgimento sociale degli studenti e sulla loro integrazione accademica.
  • Performance sociali: Le difficoltà cognitive possono anche avere un impatto significativo sulle performance sociali dei pazienti con disturbo schizofreniforme. La ridotta capacità di comprendere le dinamiche sociali, di interpretare le espressioni facciali e di rispondere in modo appropriato può rendere difficile l’interazione con gli altri e il mantenimento di relazioni significative. Ad esempio, un paziente potrebbe avere difficoltà a interpretare le emozioni degli altri o a rispondere in modo adeguato a situazioni sociali complesse, portando a fraintendimenti o disagi nelle interazioni interpersonali. Queste difficoltà possono contribuire a un senso di isolamento sociale e a una diminuzione della partecipazione a eventi sociali o attività di gruppo. Inoltre, la mancanza di abilità sociali efficaci può influenzare la percezione degli altri e contribuire alla stigmatizzazione e all’emarginazione sociale dei pazienti.

L’impatto cognitivo nel disturbo schizofreniforme può, quindi, avere conseguenze significative sulle performance lavorative, accademiche e sociali dei pazienti. 

Queste sfide possono influenzare la qualità della vita e il benessere complessivo del paziente, sottolineando l’importanza di un trattamento integrato che miri a migliorare le abilità cognitive, il funzionamento quotidiano e l’adattamento sociale.

Qualità della vita del paziente Schizofreniforme

La qualità della vita dei pazienti con disturbo schizofreniforme può essere influenzata da una serie di fattori, compresi i sintomi psicotici, le difficoltà cognitive, il funzionamento sociale e lavorativo, nonché l’accesso a cure adeguate e il sostegno sociale.

In particolar modo:

  • Sintomi psicotici: I sintomi psicotici come deliri, allucinazioni e pensiero disorganizzato possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita. Possono causare angoscia emotiva, isolamento sociale, ridotta capacità di funzionamento e interferire con le attività quotidiane. Il trattamento efficace dei sintomi psicotici è essenziale per migliorare la qualità della vita del paziente.
  • Difficoltà cognitive: Le difficoltà cognitive, come la ridotta capacità di concentrazione, la memoria di lavoro compromessa e i problemi nell’elaborazione delle informazioni, possono influenzare il funzionamento quotidiano e le performance sociali e lavorative del paziente. Possono portare a una minore indipendenza, a una ridotta partecipazione a attività significative e a una maggiore dipendenza dagli altri.
  • Funzionamento sociale e lavorativo: Il funzionamento sociale e lavorativo è un importante determinante della qualità della vita per i pazienti con disturbo schizofreniforme. Le difficoltà nel mantenere relazioni significative, nel trovare o mantenere un lavoro soddisfacente e nel partecipare alle attività sociali possono influenzare negativamente il benessere complessivo del paziente. Un sostegno adeguato per migliorare le abilità sociali, il funzionamento lavorativo e l’indipendenza può contribuire a migliorare la qualità della vita.
  • Accesso a cure adeguate: L’accesso a cure adeguate, compresi trattamenti farmacologici efficaci, terapie psicologiche e supporto psicosociale, è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei pazienti con disturbo schizofreniforme. Un trattamento tempestivo e mirato può aiutare a gestire i sintomi, migliorare il funzionamento quotidiano e prevenire ricadute, contribuendo così al benessere generale del paziente.
  • Sostegno sociale: Il sostegno sociale da parte della famiglia, degli amici e della comunità è un fattore importante che influisce sulla qualità della vita del paziente. Un forte sistema di supporto può fornire sostegno emotivo, pratico e sociale, riducendo l’isolamento sociale, migliorando l’autostima e promuovendo un senso di appartenenza e di benessere.

In definitiva, migliorare la qualità della vita dei pazienti con disturbo schizofreniforme richiede un approccio completo che affronti i sintomi psicotici, le difficoltà cognitive, il funzionamento sociale e lavorativo, nonché l’accesso a cure adeguate e il sostegno sociale. 

Un trattamento integrato e personalizzato può contribuire a ottimizzare il benessere complessivo del paziente e a promuovere una vita soddisfacente e significativa.

Prognosi del Disturbo Schizofreniforme

La prognosi del disturbo schizofreniforme può variare notevolmente da individuo a individuo e dipende da diversi fattori, tra cui la gravità dei sintomi, la risposta al trattamento, il sostegno sociale e familiare, nonché la presenza di eventuali comorbidità. 

Ma in generale, la prognosi del disturbo schizofreniforme tende ad essere più favorevole rispetto alla schizofrenia, poiché la durata dei sintomi è inferiore e molti pazienti riprendono una vita relativamente normale dopo il primo episodio.

  • Durata del disturbo: La durata limitata dei sintomi nel disturbo schizofreniforme, che deve persistere per almeno un mese ma meno di sei mesi per soddisfare i criteri diagnostici, suggerisce che molti pazienti possono sperimentare un miglioramento significativo nel tempo. Questa temporaneità dei sintomi può portare a un tasso più elevato di recupero rispetto alla schizofrenia, con molti individui che possono tornare a un funzionamento relativamente normale entro il periodo specificato. Teniamo però presente che in molti casi la diagnosi di disturbo schizofreniforme può essere provvisoria, come già accennato, e tramutarsi in diagnosi di disturbo schizofrenico qualora progredisse oltre i sei mesi.
  • Risposta al trattamento: La prognosi dipende in larga misura dalla risposta al trattamento. I pazienti che rispondono bene alla farmacoterapia, alla psicoterapia e ad altri interventi possono sperimentare un miglioramento significativo dei sintomi e un ritorno alla funzionalità sociale e lavorativa. La tempestività dell’intervento e la compliance del paziente al trattamento influenzano notevolmente l’esito. Tuttavia, è importante riconoscere che la risposta al trattamento può variare considerevolmente da individuo a individuo.
  • Comorbidità e complicazioni: La presenza di comorbidità psichiatriche, come disturbi depressivi o d’ansia, può complicare la prognosi del disturbo schizofreniforme. Queste comorbidità possono influenzare il decorso della malattia, la gravità dei sintomi e la risposta al trattamento. Allo stesso modo, complicazioni come l’abuso di sostanze possono ostacolare il recupero e aumentare il rischio di ricadute.
  • Sostegno sociale e familiare: Un solido sostegno sociale e familiare può giocare un ruolo fondamentale nella prognosi del disturbo schizofreniforme. Il sostegno emotivo, pratico e sociale da parte della famiglia, degli amici e della comunità può favorire il recupero, migliorare l’adattamento sociale e lavorativo e ridurre il rischio di ricadute. Un ambiente di supporto può anche contribuire a una migliore gestione dello stress e all’adeguata gestione delle crisi.
  • Continuità della cura: La continuità della cura è cruciale per una prognosi favorevole nel disturbo schizofreniforme. È importante che i pazienti mantengano un trattamento regolare, che comprenda farmacoterapia, psicoterapia, supporto sociale e monitoraggio clinico. La mancanza di continuità nella cura può aumentare il rischio di deterioramento dei sintomi, ricadute e compromissione del funzionamento sociale e lavorativo.

La prognosi del disturbo schizofreniforme è, pertanto, influenzata da una serie di fattori, tra cui la risposta al trattamento, la presenza di comorbidità, il sostegno sociale e familiare e la continuità della cura. 

Un trattamento tempestivo e mirato, insieme a un solido sistema di supporto, può contribuire a un recupero ottimale e a una migliore qualità di vita per i pazienti affetti da questo disturbo.

Mortalità nel disturbo schizofreniforme

La mortalità nel disturbo schizofreniforme è un argomento complesso e variegato, influenzato da una serie di fattori che vanno oltre i sintomi psicotici stessi. 

  • Suicidio: Il rischio di suicidio è significativamente aumentato nei pazienti affetti da disturbo schizofreniforme. Questo rischio è spesso associato alla presenza di sintomi psicotici, come deliri o allucinazioni, che possono generare una profonda disperazione e disperazione nel paziente. Tuttavia, il rischio suicidario può anche essere influenzato da fattori come la depressione, l’ansia e il senso di isolamento sociale che spesso accompagnano la malattia. La prevenzione del suicidio richiede un’attenta valutazione del rischio, un trattamento tempestivo dei sintomi e un sostegno emotivo e psicologico adeguato.
  • Malattie fisiche: I pazienti con disturbo schizofreniforme, come vedremo in maniera più dettagliata più avanti, sono a rischio maggiore di sviluppare malattie fisiche come malattie cardiache, diabete, obesità e malattie polmonari rispetto alla popolazione generale. Questo può essere dovuto a una combinazione di fattori, tra cui stili di vita poco sani, effetti collaterali dei farmaci antipsicotici, disfunzioni metaboliche correlate alla malattia e una tendenza alla mancanza di attenzione per la propria salute. La gestione di queste comorbidità fisiche è essenziale per ridurre il rischio di complicanze e mortalità premature.
  • Stili di vita poco sani: Gli stili di vita poco sani, come una dieta malsana, l’inattività fisica, l’abuso di sostanze e il fumo di sigarette, sono comuni tra i pazienti con disturbo schizofreniforme. Questi comportamenti possono aumentare il rischio di malattie croniche e complicazioni mediche, contribuendo alla ridotta aspettativa di vita e alla mortalità precoce. Interventi mirati al cambiamento comportamentale e al miglioramento dello stile di vita possono aiutare a ridurre questi rischi e migliorare la salute generale del paziente. 
  • Accesso limitato alle cure mediche: Alcuni pazienti con disturbo schizofreniforme possono incontrare difficoltà nell’accesso alle cure mediche a causa di fattori come la mancanza di assicurazione sanitaria, la povertà, la mancanza di istruzione e la stigma associata alla malattia mentale. Questo può portare a ritardi nella diagnosi e nel trattamento di condizioni mediche sottostanti, aumentando il rischio di complicanze e mortalità. È essenziale migliorare l’accesso alle cure mediche e ridurre le barriere che impediscono ai pazienti di ricevere l’assistenza di cui hanno bisogno.
  • Effetti collaterali dei farmaci: Gli effetti collaterali dei farmaci antipsicotici utilizzati nel trattamento del disturbo schizofreniforme possono influenzare la mortalità. Alcuni farmaci possono aumentare il rischio di eventi cardiovascolari, disturbi metabolici come il diabete o l’obesità, o altri effetti avversi che possono contribuire alla ridotta aspettativa di vita. È importante monitorare attentamente gli effetti collaterali dei farmaci e regolare il trattamento di conseguenza per ridurre il rischio per la salute fisica del paziente.

Quindi, la mortalità nel disturbo schizofreniforme è influenzata da una serie complessa di fattori, compresi il rischio di suicidio, le comorbidità fisiche, gli stili di vita poco sani, l’accesso limitato alle cure mediche e gli effetti collaterali dei farmaci. 

Affrontare questi fattori richiede un approccio multidisciplinare che comprenda interventi clinici, supporto sociale e strategie di gestione del rischio, al fine di migliorare gli esiti di salute e la qualità della vita dei pazienti.

Malattie organiche correlate al Disturbo Schizofreniforme

Le malattie organiche correlate al disturbo schizofreniforme possono influenzare sia il decorso della malattia mentale che la salute fisica complessiva del paziente. 

Nella fattispecie parliamo di:

  • Malattie cardiovascolari: I pazienti con disturbo schizofreniforme presentano un rischio aumentato di sviluppare malattie cardiovascolari, tra cui ipertensione, malattie cardiache ischemiche e cerebrovascolari. Questo aumento del rischio può essere attribuito a diversi fattori, tra cui uno stile di vita poco sano caratterizzato da dieta malsana, scarsa attività fisica e fumo di sigarette. Gli effetti collaterali dei farmaci antipsicotici, come l’aumento di peso e l’alterazione del metabolismo lipidico, possono anche contribuire a questo rischio. La gestione delle malattie cardiovascolari richiede un monitoraggio regolare della pressione sanguigna, una dieta equilibrata e l’adozione di comportamenti salutari, oltre alla valutazione e alla gestione dei fattori di rischio.
  • Diabete e disfunzioni metaboliche: L’incidenza di diabete e disfunzioni metaboliche è notevolmente più alta nei pazienti con disturbo schizofreniforme rispetto alla popolazione generale. Questo è spesso attribuito agli effetti collaterali dei farmaci antipsicotici, in particolare quelli di seconda generazione, che possono causare aumento di peso, resistenza insulinica e alterazioni del metabolismo dei lipidi e dei carboidrati. Il diabete e le complicanze metaboliche possono avere gravi conseguenze sulla salute fisica, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari, danni ai nervi, problemi renali e altre complicanze. La gestione delle disfunzioni metaboliche richiede un controllo regolare della glicemia, modifiche dello stile di vita e, in alcuni casi, l’aggiustamento dei farmaci antipsicotici.
  • Obesità: L’obesità è una complicanza comune nel disturbo schizofreniforme, con molteplici fattori che contribuiscono a questo problema. Oltre agli effetti collaterali dei farmaci antipsicotici e alla predisposizione genetica, stili di vita poco sani, come una dieta ricca di grassi e zuccheri e una scarsa attività fisica, giocano un ruolo significativo nell’aumento di peso nei pazienti affetti da questa condizione. L’obesità è associata a un rischio elevato di malattie cardiovascolari, diabete, disturbi muscolo-scheletrici e altri problemi di salute. La gestione dell’obesità richiede un approccio multifattoriale che includa dieta equilibrata, esercizio fisico regolare, supporto comportamentale e, se necessario, interventi farmacologici.
  • Malattie respiratorie: I pazienti con disturbo schizofreniforme sono esposti a un rischio aumentato di sviluppare malattie respiratorie, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’asma e le infezioni polmonari, a causa di fattori come il fumo di sigarette, la mancanza di igiene personale e la scarsa adesione alle cure preventive. Il fumo di sigarette è particolarmente comune tra i pazienti con disturbo mentale e può contribuire in modo significativo allo sviluppo di condizioni respiratorie croniche. La gestione delle malattie respiratorie nei pazienti con disturbo schizofreniforme richiede la cessazione del fumo, la somministrazione di vaccini contro l’influenza e la polmonite, nonché il trattamento precoce delle infezioni respiratorie per prevenire complicazioni.

Quindi possiamo dire che le malattie organiche correlate al disturbo schizofreniforme rappresentano una sfida significativa per la salute fisica dei pazienti e richiedono un’attenzione particolare nella gestione clinica. 

L’adozione di uno stile di vita sano, il monitoraggio regolare delle condizioni fisiche e l’intervento precoce per le comorbidità sono cruciali per prevenire complicanze e migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da questa condizione.

ADHD e Disturbo Schizofreniforme

L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) e il disturbo schizofreniforme sono due disturbi psichiatrici distinti che possono presentare alcune sovrapposizioni sintomatiche e condividere alcuni fattori di rischio, ma non sono direttamente correlati nel senso di una relazione causale definita.

Ecco alcune considerazioni sulle possibili relazioni tra i due:

  1. Sovrapposizione Sintomatica: Entrambi i disturbi possono presentare sintomi come difficoltà di concentrazione, irritabilità e impulsività. Tuttavia, mentre nell’ADHD questi sintomi sono più specifici e persistenti nel tempo, nel disturbo schizofreniforme possono comparire in un contesto più ampio di sintomi psicotici, come deliri e allucinazioni.
  2. Fattori di Rischio Condivisi: Alcuni fattori di rischio potrebbero essere condivisi tra i due disturbi. Ad esempio, anomalie neurobiologiche o alterazioni genetiche possono contribuire allo sviluppo sia dell’ADHD che del disturbo schizofreniforme.
  3. Coincidenza Casuale: È possibile che una persona possa avere sia l’ADHD che il disturbo schizofreniforme, ma ciò non implica necessariamente una correlazione diretta tra i due disturbi. In alcuni casi, la presenza concomitante di entrambi i disturbi potrebbe essere casuale o dovuta a fattori individuali specifici.
  4. Complicazioni Diagnostica e Terapeutica: La presenza di sintomi di ADHD in un individuo con disturbo schizofreniforme potrebbe rendere più complessa la diagnosi e il trattamento. È importante che i clinici esaminino attentamente la storia clinica e i sintomi del paziente per formulare una diagnosi accurata e sviluppare un piano di trattamento appropriato.
  5. Bisogno di Ulteriori Ricerche: Le relazioni tra ADHD e disturbo schizofreniforme sono complesse e richiedono ulteriori ricerche per comprendere meglio le loro basi neurobiologiche, genetiche e ambientali. Questo potrebbe aiutare a sviluppare interventi preventivi e terapeutici più efficaci per i pazienti che presentano entrambi i disturbi.

In conclusione, mentre l’ADHD e il disturbo schizofreniforme possono presentare alcune sovrapposizioni sintomatiche e condividere alcuni fattori di rischio, non esiste una correlazione diretta definita tra i due disturbi. 

La diagnosi accurata dell’ADHD e del disturbo Schizofreniforme e relativo il trattamento personalizzato delle stesse condizioni, sono essenziali per gestire efficacemente i sintomi di ciascun disturbo quando presenti in un individuo.

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