Scopri l’intricata connessione tra dieta e ADHD: esplora il potenziale impatto di alimenti specifici e strategie nutrizionali sulla gestione dell’ADHD nella vita di tutti i giorni in questo articolo approfondito. Sebbene una dieta equilibrata non possa curare l’ADHD, può contribuire in modo significativo alla sua gestione. Sblocca il potere della dieta incorporando specifici nutrienti, evitando probabili fattori scatenanti e accogliendo sane abitudini alimentari che possono migliorare il benessere generale e potenzialmente aumentare la concentrazione e l’attenzione.
Leggi l’articolo per scoprire come una corretta alimentazione può aiutare a controllare l’ADHD.
Il ruolo della dieta nell’ADHD
Negli ultimi anni, i ricercatori hanno anche esplorato il ruolo della dieta nell’ADHD. Prove ulteriori suggeriscono che la dieta può influenzare le manifestazioni dell’ADHD, tuttavia le risposte individuali possono variare da persona a persona. Gli studi indicano che alcuni alimenti e integratori influenzano il comportamento, basti pensare agli effetti del caffè sullo stato di allerta di una persona o degli effetti dello zucchero o della cioccolata sul condizionamento dell’umore. Da questo assunto si è analizzato gli effetti che gli stessi hanno sulle persone ADHD. Come? Principalmente attraverso ricerche focalizzate sull’integrazione di certi alimenti e l’eliminazione di altri, chiamate appunto Diete di Integrazione e Diete di Eliminazione ADHD.
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Disregolazione alimentare e ADHD
Prima di parlare di quello che è stato rilevato per i grandi gruppi di nutrienti e gli effetti che questi hanno sul disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività quando integrati o eliminati, è opportuno precisare che il rapporto fra ADHD e alimentazione sta molto nelle cause e nelle conseguenze comportamentali che gli individui diagnosticati vivono. Spesso questo rapporto si traduce in una correlazione fra la presenza del disturbo e un complesso di comportamenti di disregolazione alimentare. L’ADHD e la disregolazione alimentare spesso condividono una relazione complessa e intrecciata. Molte persone con ADHD possono confrontarsi con la disregolazione alimentare, che si riferisce a difficoltà nel regolare l’assunzione di cibo, eccedendo, rispondendo a necessità emotive nell’alimentarsi (fame nervosa e binge eating) o modelli alimentari irregolari. Lo possiamo vedere nello studio “Negative Affectivity and Emotion Dysregulation as Mediators between ADHD and Disordered Eating”.
Come la disregolazione alimentare può presentarsi nelle persone ADHD
Ci sono diversi fattori, analizzati negli studi pubblicati da PubMed a cui si fa riferimento sopra, che contribuiscono a questa connessione:
- Tratti comuni nell’ADHD, possono portare a comportamenti alimentari non ponderati e difficoltà nel controllare le scelte alimentari.
- Caratteristiche come il cattivo funzionamento esecutivo possono rendere difficile pianificare e preparare pasti equilibrati, con conseguente dipendenza da opzioni alimentari veloci, processate o malsane.
Le persone ADHD possono usare il cibo come meccanismo di coping per calmarsi o gestire lo emotivo, portando a modelli alimentari detti emotivi.
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Il fattore alimentazione nell’ADHD
Studi recenti, tra cui “Nutrition in the Management of ADHD”, hanno fatto luce sull’eventuale impatto della dieta sulle persone con ADHD. Sebbene la sola dieta non possa essere considerata una cura per questo disturbo, si ritiene che essa possa svolgere un ruolo nella gestione dei sintomi ADHD. Sono molte le ricerche che suggerirebbero determinate modifiche alimentari che possano contribuire a migliorare la concentrazione, l’attenzione e i problemi comportamentali associati all’ADHD. Queste modifiche spesso implicano la riduzione del consumo di additivi artificiali, conservanti e coloranti alimentari, mentre si incrementa l’assunzione di alimenti nutrienti come frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre. È importante sottolineare che i cambiamenti alimentari dovrebbero essere affrontati in consultazione con professionisti del settore e inseriti come parte di un piano di trattamento ADHD completo. Ottimizzando la nutrizione e considerando il fattore dieta nell’ADHD, le persone potrebbero beneficiare della gestione dei sintomi tradizionali dell’ADHD e del miglioramento complessivo del loro benessere.
Cosa non deve mangiare chi è ADHD
Se tu o qualcuno che conosci convive con l’ADHD, è importante comprendere quali alimenti sarebbe meglio evitare. Sebbene le sensibilità individuali possano variare, alcuni cibi sono stati collegati all’aggravamento della condizione in alcune persone. Questi includono cibi altamente processati, snack e bevande zuccherate, coloranti alimentari artificiali e alimenti contenenti elevati livelli di conservanti. È consigliabile limitare il consumo di cibi fast food, cereali zuccherati, bibite gassate e snack con additivi artificiali. Gli studi sulle diete ad eliminazione inoltre suggeriscono la rimozione di elementi stimolanti.
- Caffè e altre sostanze stimolanti analoghe (teina, taurina ad esempio): le proprietà stimolanti di questi alimenti agiscono sul sistema nervoso centrale e quello periferico, alzando lo stato di allerta e causando scompensi a livello comportamentale in certi soggetti.
- Zucchero: Contrariamente alla credenza popolare, l’assunzione di zucchero non causa direttamente l’ADHD. Tuttavia, alcuni studi, come “Sugar consumption and attention-deficit/hyperactivity disorder (ADHD): A birth cohort study”, hanno scoperto che alcuni additivi zuccherini, possono gravare nei bambini. La correlazione tra ADHD e zucchero è stata riscontrata in dosi concentrate di questi elementi che porterebbero nei più piccoli a un incremento nell’organismo sia di adrenalina che dopamina causando a stati di irrequietezza, ansia.
- Coloranti alimentari: Il rapporto tra l’ADHD e l’assunzione di coloranti alimentari è stato oggetto di dibattito e ricerca. Uno degli studi più noti che ha indagato gli effetti dei coloranti alimentari è stato lo “Studio di Southampton” condotto nel 2007 da McCann. Questo studio ha evidenziato che una miscela di coloranti alimentari artificiali e il conservante benzoato di sodio era associata a un aumento irrequietezza nei bambini. Di conseguenza, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) richiede l’apposizione di un avviso sulle confezioni di alimenti che contengono questi coloranti, indicando che possono “avere un effetto negativo sull’attività e l’attenzione dei bambini”.
- Anche nei confronti del colorante artificiale Red 40 si è scatenato un dibattito per capire se influenzasse o meno l’aggravarsi dell’ADHD.
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La dieta ADHD per bambini
Quando si tratta della dieta adeguata per i bambini con ADHD, è importante concentrarsi su alimenti nutrienti e di alta qualità. Secondo quanto riportato dalla pubblicazione “The role of diet in the treatment of attention-deficit/hyperactivity disorder” una dieta equilibrata che includa una varietà di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre può fornire le vitamine, i minerali e gli antiossidanti essenziali per un’ottimale funzione cerebrale. Per le persone ADHD l’integrazione di alimenti ricchi di acidi grassi omega-3 è certamente un beneficio; il salmone, i semi di chia e le noci sono molto utili in questo senso. Scegliere invece alternative ad alimenti altamente processati ed edulcorati come quelli naturali e poco lavorati. Inoltre, assicurarsi pasti e spuntini regolari nel corso della giornata può contribuire a mantenere livelli stabili di zucchero nel sangue, il che può avere un impatto positivo sull’attenzione e il comportamento.
ADHD: dieta mediterranea e dieta keto
I benefici per la salute della dieta mediterranea sono ben consolidati da diversi anni e un recente studio pubblicato su Clinical Nutrition ESPEN conferma ulteriormente il suo ruolo positivo nel neurosviluppo infantile. I ricercatori hanno evidenziato che una maggiore aderenza alla dieta mediterranea, che enfatizza il consumo di verdure, legumi, frutta, noci, cereali e pesce, può ridurre la probabilità di Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) nei bambini dai 6 ai 13 anni. Questo studio fornisce ulteriori prove a sostegno degli effetti neuroprotettivi della dieta mediterranea sullo sviluppo cognitivo e comportamentale dei bambini.
ADHD: Cos’è la dieta chetogenica (Keto)?
L’impatto di una dieta chetogenica (Keto) e ADHD è un argomento di ricerca in corso negli ultimi anni. Mentre alcuni studi suggeriscono potenziali benefici, è importante notare che la ricerca è ancora nelle fasi iniziali e sono necessari studi più approfonditi per stabilire una relazione chiara. La dieta keto è una dieta ad alto contenuto di grassi, basso contenuto di carboidrati e moderato contenuto di proteine che induce uno stato metabolico chiamato chetosi. Alcuni ricercatori ipotizzano che la chetosi possa influenzare i neurotrasmettitori cerebrali e fornire effetti neuroprotettivi che potrebbero beneficiare potenzialmente le persone ADHD con un impatto sulla funzione cognitiva.
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I benefici della dieta chetologenica per le persone ADHD
Lo studio “Ketogenic diet ameliorates attention deficit hyperactivity disorder in rats via regulating gut microbiota” ha suggerito che la dieta keto potrebbe migliorare la funzione cognitiva e l’attenzione nelle persone senza ADHD. Tuttavia, gli effetti della dieta specificamente su soggetti ADHD sono meno studiati. Risultati incoraggianti vengono da uno studio che suggerisce una correlazione tra effetti benefici della dieta chetogenica e ADHD come complesso di manifestazioni legate a problematiche di epilessia. L’efficacia della dieta chetogenica, un approccio ad alto contenuto di grassi e basso contenuto di carboidrati è usata nel gestire l’epilessia e migliorare i risultati comportamentali nonché la sua possibile correlazione con le manifestazioni del disturbo e i livelli di attività. È interessante notare che i bambini con epilessia spesso manifestano condizioni analoghe all’ADHD individui con diagnosi differenziale ADHD mostrano comunemente una frequenza elevata di scariche epilettiformi. Inoltre, gli studi sugli animali indicano che una dieta chetogenica può causare una diminuzione reversibile dei livelli di tali attività neuronali.
6 passi per organizzare i pasti ADHD
Ecco alcuni suggerimenti pratici per preparazione dei pasti, la selezione degli ingredienti, il controllo delle porzioni e le idee di ricette creative per ottimizzare i tuoi sforzi di pianificazione dei pasti se sei un adulto con ADHD:
- Imposta i tuoi obiettivi nutrizionali: inizia definendo i tuoi obiettivi nutrizionali, che si tratti di gestione del peso, miglioramento dei livelli di energia o benessere generale. Questa chiarezza guiderà le tue decisioni sulla pianificazione dei pasti.
- Pianifica pasti equilibrati: mira a pasti equilibrati che includono una varietà di gruppi di alimenti. Includi proteine magre, cereali integrali, frutta, verdura e grassi sani nei tuoi pasti per assicurarti di assumere una vasta gamma di nutrienti.
- Ottimizza la selezione degli ingredienti: scegli ingredienti freschi e di stagione quando possibile. Incorpora un mix di colori e consistenze nei tuoi pasti per aumentare la diversità dei nutrienti e rendere i tuoi piatti visivamente accattivanti.
- Prepara in anticipo: risparmia tempo e fatica preparando i pasti. Prepara in anticipo lotti più grandi di cereali, proteine e verdure e porzionali in contenitori per facili pasti da asporto per tutta la settimana.
- Controllo delle porzioni: prestare attenzione alle dimensioni delle porzioni per mantenere un sano equilibrio. Usa strumenti di misurazione o segnali visivi, come confrontare le porzioni con oggetti di uso quotidiano, per aiutarti a valutare le porzioni appropriate.
- Incorpora grassi sani: includi grassi sani come avocado, noci, semi e olio d’oliva nei tuoi pasti. Questi grassi forniscono nutrienti essenziali e possono aiutarti a sentirti soddisfatto e pieno.
Consigli per una corretta alimentazione per l’ADHD
Incorporare sane abitudini alimentari può essere utile per le persone ADHD. Ecco alcune strategie pratiche da considerare:
- Pasti bilanciati: mira a pasti completi che includano una combinazione di proteine, carboidrati complessi e grassi sani per mantenere livelli energetici stabili e supportare la funzione cognitiva.
- Snacking consapevole: scegli snack nutrienti, come frutta, noci o yogurt, per evitare picchi e crolli di zucchero nel sangue, che possono influire sulla concentrazione e sulla concentrazione.
- Idratazione: la disidratazione può peggiorare i sintomi dell’ADHD, quindi è importante rimanere adeguatamente idratati durante il giorno consumando acqua o tisane.
- Pianificazione dei pasti: stabilire una routine e pianificare i pasti in anticipo può aiutare a ridurre lo stress decisionale e garantire abitudini alimentari coerenti e nutrienti.
Altri consigli su come affrontare l’ADHD
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Vedi anche gli altri psicologi clinici:
L’articolo ha finalità puramente informative e non rappresenta una diagnosi di uno specialista qualificato.
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Fonti:
MDPI
- https://www.mdpi.com/2072-6643/12/11/3292
SPRINGER LINK
- https://link.springer.com/article/10.1007/s13668-023-00487-8
SCIENCE DIRECT
- https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0165032718306670?via%3Dihub
EFSA
- https://www.efsa.europa.eu/it/news/efsa-evaluates-southampton-study-food-additives-and-child-behaviour
PUBMED CENTRAL
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5603098
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10431618/#:~:text=Our%20findings%20have%20shown%20that,%2C%20family%2C%20and%20genus%20levels.