Il pensiero divergente nelle persone con ADHD

5 consigli creativi per il pensiero divergente

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Il pensiero divergente, conosciuto anche come pensiero laterale, è definibile come la capacità di generare molte idee diverse e originali in risposta a un problema.

È spesso considerato un indicatore di creatività, poiché implica la capacità di pensare fuori dagli schemi e di trovare soluzioni uniche.

Si contrappone al pensiero convergente, vale a dire quel un processo cognitivo che si concentra nel trovare la singola, migliore soluzione a un problema, spesso associato alla logica, alla deduzione e alla risoluzione di problemi che richiedono una risposta corretta.

Concentrandosi su una sola soluzione “giusta”, il pensiero convergente può però, limitare la generazione di idee innovative e creative. Le soluzioni fuori dagli schemi potrebbero non essere esplorate adeguatamente, facendo si che si escludano a priori strade potenzialmente efficaci e funzionali.

L’ADHD presenta una serie di sfide, ma offre anche notevoli opportunità dal punto di vista di eccezionali livelli nella creatività e innovazione e una propensione verso il pensiero divergente.

Attraverso questo metodo spontaneo e libero di pensiero un adulto ADHD sono capaci di stabilire connessioni che altri potrebbero trascurare, consentendo loro di vedere i problemi da diverse prospettive.

Questa capacità di generare una moltitudine di idee può portare a soluzioni innovative e scoperte in vari campi, come l’arte, la scienza e l’imprenditorialità ed essere quindi potenzialmente una risorsa spendibile dal punto di vista lavorativo e professionale.

Un cervello ADHD è adattato per ricercare in territori inesplorati, rendendoli naturali risolutori di problemi creativi.

La natura neuro-divergente dell’ADHD si traduce spesso in persone che sfidano le norme tradizionali e pensano fuori dagli schemi.

Le loro menti gravitano naturalmente verso idee e approcci non convenzionali e queste prospettive uniche possono essere una risorsa preziosa in campi come il marketing, la pubblicità e il design dove l’innovazione, l’originalità e la creatività sono molto ricercate, riuscendo a capitalizzare quindi non solo nel loro modo di esprimersi creativo ma anche in un successo lavorativo quando il pensiero divergente è incanalato in modo sano.

Dal momento che molte persone ADHD devono sempre confrontarsi con sfide quotidiane per la loro complessità neuro-biologica, questi hanno imparato modalità uniche per gestire i sintomi della condizione.

Il vivere con l’ADHD offre una prospettiva molto diversa del mondo e incoraggia ad affrontare compiti e situazioni in modo molto diverso dagli altri, tutto ciò si traduce in un pensiero innovativo e creatività fuori dalla norma oltre che altre qualità estremamente positive come la spontaneità, curiosità e resilienza

Infatti, nonostante il disturbo possa presentare difficoltà in determinate aree, molte persone con ADHD possiedono una capacità senza pari di pensare fuori dagli schemi e generare idee innovative spesso in modo non convenzionale.

Abbracciando i punti di forza associati all’ADHD, gli adulti con una diagnosi ADHD possono sbloccare a pieno il loro potenziale creativo e quelli che apparentemente possono sembrare “problemi”, possono diventare importanti ricchezze e punti di forza.

Perché il pensiero divergente può sembrare apparentemente un problema?

Il pensiero divergente, sebbene sia una risorsa preziosa, può essere considerato un problema nelle persone con ADHD.

Infatti, il pensiero divergente è spesso percepito come poco concreto e poco pratico perché tende a esplorare molteplici soluzioni e strade alternative, alcune delle quali possono sembrare più complesse o meno immediate rispetto alle soluzioni convenzionali.

Questo approccio può dare l’impressione di mancanza di concretezza perché non si concentra immediatamente su una singola soluzione “pratica”.

Ma ci si dimentica che la propensione a esplorare soluzioni non convenzionali può portare a scoperte significative e innovazioni che migliorano processi, prodotti e servizi.

I motivi che spingono a pensare che il pensiero divergente sia un problema sono, in particolare:

  1. Distrazione e Disorganizzazione:
    • Difficoltà a Completare i Compiti: La tendenza a distrarsi facilmente può impedire di portare a termine i compiti, dando l’impressione che il pensiero divergente sia inefficace.
    • Caos e Confusione: La disorganizzazione può creare un ambiente caotico che rende difficile seguire un piano strutturato.
  2. Impulsività Negativa:
    • Decisioni Affrettate: L’impulsività può portare a decisioni affrettate senza una valutazione approfondita delle conseguenze.
    • Incoerenza: Il saltare da un’idea all’altra senza svilupparne una completamente può sembrare improduttivo.

Ralazione tra Iperfissazione e Pensiero Divergente nei soggetti ADHD

Il motore interno che alimenta la curiosità negli ADHD è lo stesso che si esplica in nella dote della iperfissazione (hyperfocus in inglese), quel tratto tipico del Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività che può dare una marcia in più sia nello svolgere certe mansioni ma soprattutto dal punto di vista della creatività.

Quando le persone con ADHD sono fortemente interessate a un particolare compito o argomento, possono entrare in uno stato di iperfissazione in cui la loro attenzione riesce a raggiungere livelli praticamente chirurgici.

Questo intenso livello di concentrazione consente loro di immergersi nel proprio lavoro, escludendo le distrazioni e producendo risultati anche fuori dal comune, inoltre, questo stato di flusso e fissazione può essere profondamente gratificante e appagante.

La relazione tra iperfissazione e pensiero divergente nei soggetti con ADHD è complessa e affascinante.

Si tratta di fenomeni apparentemente opposti ma che in realtà possono coesistere e interagire in modi che influenzano profondamente la creatività e la produttività delle persone con ADHD.

L’apparente contraddizione risiede nel fatto che il pensiero divergente genera una miriade di idee e possibilità, mentre l’iperfissazione comporta una concentrazione prolungata su un singolo interesse.

Tuttavia, i due, possono complementarsi a vicenda in modi significativi.

L’iperfissazione può amplificare il pensiero divergente permettendo alla persona di esplorare profondamente un’idea o un interesse specifico, portando a intuizioni e soluzioni innovative. Inoltre, durante l’iperfissazione, un individuo con ADHD può sviluppare in modo dettagliato e approfondito un’idea generata dal pensiero divergente, creando qualcosa di nuovo e significativo.

La focalizzazione intensa dell’iperfissazione può aiutare a concentrare l’energia del pensiero divergente su un progetto specifico, permettendo alla persona di portare a termine idee creative che altrimenti potrebbero rimanere incompiute.

Questo consente di trasformare la creatività in risultati tangibili.

Anche se bilanciare queste due dinamiche può essere una sfida, poiché il pensiero divergente favorisce la flessibilità e l’esplorazione mentre l’iperfissazione implica una concentrazione prolungata, questa interazione può portare a soluzioni superiori e più complete.

Creatività vs perfezionismo tossico

In un adulto ADHD la iperfissazione e il processo creativo che ne consegue spesso sono un’ancora di salvezza e una dote che può prevenire atteggiamenti lesivi legati alla performatività nel lavoro e nella vita di tutti i giorni.

Uno di queste manifestazioni del comportamento ADHD è quello ancora poco discusso in Italia del Perfezionismo Tossico.

Il perfezionismo tossico è quell’atteggiamento comune a certe persone con ADHD di possedere la tendenza a richiedere agli altri o a se stessi un livello di prestazione estremamente elevato o addirittura impeccabile, al di sopra e al di là di quanto richiesto dalla situazione (definizione dell’American Psychological Association). Questo fenomeno psicologico può essere visto come una risposta eccessiva agli errori del passato associati all’ADHD o ai sentimenti di inadeguatezza. Il perfezionismo può manifestarsi come punizione autoinflitta o anche come mezzo di procrastinazione.

Le persone con ADHD possono anche trarre beneficio dal miglioramento delle funzioni esecutive soprattutto attraverso processi creativi sani che scaturiscono da una iperfissazione correttamente incanalata. La motivazione e la gratificazione che questi atteggiamenti possono portare ausilio per combattere sia la procrastinazione che altri comportamenti controproducenti che alimentano il perfezionismo tossico.

Pensiero divergente: 5 consigli creativi

Ecco alcuni consigli che un adulto ADHD può mettere in pratica per ottimizzare il tratto creativo del pensiero divergente:

  1. Sfruttare i momenti di iperfissazione per organizzare delle sessioni di brainstorming, ideazione e tutte quelle attività di creatività che si possono fare da soli o ancora meglio in gruppo.
  2. La distrazione può portare a nuove idee. Come? Può succedere che questa si traduca a volte nel sognare ad occhi aperti alimentando flussi creativi, ma è comunque necessario prestare sufficiente attenzione per mettere queste idee sulla carta se si desidera utilizzarle.
  3. Seguire l’intuizione e lasciarsi ispirare da temi e idee apparentemente non correlate. Tracciare parallelismi tra concetti apparentemente sconnessi ed esplorare come le idee di un dominio possono essere applicate a un altro è la chiave della contaminazione di idee che può portare a soluzioni innovative e non convenzionali.
  4. Accogliere l’ambiguità e l’incertezza: il pensiero divergente ADHD può prosperare in situazioni ambigue o incerte. Imparare ad accettare l’ambiguità significa vederla come un’opportunità di esplorazione e scoperta, sfidando le ipotesi, riformulando i problemi ed esplorando molteplici prospettive per scoprire nuove intuizioni e possibilità.
  5. Impegnarsi in attività creative: partecipare ad attività creative che stimolano l’immaginazione e promuovono il pensiero divergente. Ciò potrebbe includere attività come disegnare, dipingere, scrivere, improvvisare o persino dedicarsi a hobby che portano ispirazione anche temporanea. Tutte queste attività possono aiutare a liberarsi dalle costrizioni di un pensiero lineare e canonico e promuovere una mentalità più fantasiosa, portando a risvolti positivi nella gratificazione, motivazione del vivere con l’ADHD.

Tutto ciò è raggiungibile anche grazie al supporto psicologico.

Affidarsi a professionisti della salute mentale, come psicologi e psicoterapeuti specializzati in ADHD, può aiutare le persone che vivono con questa neurodivergenza non solo a sviluppare strategie di coping e migliorare la gestione dei sintomi dell’ADHD, ma anche a far emergere il loro grande potenziale, nascosto proprio in caratteristiche come il pensiero divergente.

Il segreto dell’ADHD: è COME fare non COSA fare

L’importanza di “come fai” in quanto persona con ADHD non può essere sottovalutata. Sebbene sia fondamentale conoscere cosa fare per gestire i sintomi e le sfide dell’ADHD, il modo in cui queste strategie vengono implementate fa una differenza significativa dell’efficacia complessiva.

Comprendere il “come” comporta lo sviluppo di autoconsapevolezza, autoregolazione e meccanismi comportamentali soggettivi. Tutto questo richiede il riconoscimento dei propri punti di forza, limiti e fattori scatenanti unici e quindi l’adattamento delle strategie di conseguenza. Un’attenzione sul come fare da adulto ADHD enfatizza l’importanza di approcci personalizzati che si allineano con le preferenze personali, gli stili di apprendimento e le routine quotidiane. Incoraggia ad abbracciare la creatività, la flessibilità e l’adattabilità nel trovare ciò che funziona meglio per ogni persona.

Concentrandosi sul processo di come gestire l’ADHD piuttosto che semplicemente seguendo un elenco prescritto di azioni, le persone possono sbloccare il loro potenziale, migliorare l’autostima e condurre vite più appaganti. Sfruttando la iperfocalizzazione, abbracciando il pensiero divergente, creando un ambiente organizzato, servirsi della tecnologia e tutti gli strumenti a disposizione le persone con ADHD possono prosperare in modo creativo e avere un impatto duraturo nei campi scelti nonché nei propri interessi. Celebriamo e incoraggiamo gli incredibili doni che pensare in modo diverso può portare al mondo.

Spesso si ritiene che l’etichetta diagnostica ottenuta attraverso un percorso diagnostico sia non solo patologizzante, ma anche fine a sé stessa.

Questo punto di vista tende a considerare la diagnosi come un mero marchio negativo, capace solo di incasellare l’individuo all’interno di una categoria patologica, privandolo della sua unicità e complessità.

Tuttavia, questa percezione può essere limitante e superficiale, specialmente quando parliamo di condizioni come il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD).

In realtà, una diagnosi può rappresentare molto più di una semplice etichetta. Può essere un vero e proprio vaso di Pandora che, una volta aperto, consente di intraprendere un viaggio conoscitivo verso se stessi e il proprio modo di funzionare.

Questo percorso di auto-conoscenza permette di comprendere meglio le proprie caratteristiche, punti di forza e aree di difficoltà, e di sviluppare strategie personalizzate per affrontare le sfide quotidiane.

Nel caso specifico dell’ADHD, una diagnosi accurata può aiutare a mettere in luce elementi e caratteristiche che, se ben gestiti e compresi con l’aiuto di un professionista, possono diventare punti di forza.

È il caso, ad esempio, dell’iperfissazione e del pensiero divergete.

Queste caratteristiche, che possono essere viste come problematiche in un contesto rigido e poco flessibile, possono invece diventare risorse preziose in ambienti dinamici e innovativi.

Con il supporto di un professionista, è possibile imparare a sfruttare le caratteristiche positive della neurodivergenza.

In questo modo, ciò che inizialmente era percepito come un limite può trasformarsi in un motivo per cui veniamo positivamente ricordati e apprezzati.

Inoltre, la consapevolezza e l’accettazione della propria condizione possono contribuire a ridurre il senso di frustrazione e inadeguatezza, promuovendo un maggiore benessere psicologico e un’autostima più solida. Questo cambio di prospettiva può influenzare positivamente non solo l’individuo, ma anche le relazioni interpersonali e il contesto lavorativo o scolastico.

Pertanto, la diagnosi di ADHD, lontana dall’essere una semplice etichetta patologizzante, può diventare un punto di partenza per un percorso di crescita personale.

Attraverso una maggiore comprensione di sé stessi e delle proprie peculiarità, e con il giusto supporto, è possibile trasformare una potenziale difficoltà in una serie di opportunità, valorizzando al massimo le caratteristiche uniche che la neurodivergenza porta con sé.

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