Le persone ADHD spesso vivono con un costante senso di colpa.
Ma più che di colpa in sé, si tratta di una continua autoattribuzione di colpa, un’abitudine mentale che porta a dare per scontato di essere la causa dei problemi, anche quando non lo si è.
Questo processo, ripetuto nel tempo, genera senso di colpa cronico e un costante bisogno di giustificarsi, scusarsi e minimizzare il proprio impatto sugli altri.
Le persone ADHD si scusano per aver fatto una domanda, per aver chiesto di ripetere qualcosa, per aver interrotto per errore, per aver avuto un dubbio, per aver chiesto aiuto, per aver occupato spazio in una conversazione, per aver espresso un’opinione.
Se sei una persona ADHD, probabilmente non ti sei mai reso conto di quanto spesso ti scusi fino a quando qualcuno non te lo ha fatto notare.
Magari un amico, un familiare o il tuo partner te l’ha detto in modo scherzoso, con un sorriso e un po’ di ironia: “Ma perché ti scusi sempre?”. Oppure ti è capitato di sentire qualcuno risponderti con un’espressione stupita: “Non c’è bisogno di scusarsi per questo”.
Ma perché succede? Perché chiedi sempre scusa, anche quando non ce n’è bisogno?
Nelle prossime righe capiremo perché succede; perché le persone ADHD vivono col senso di colpa? Perché le persone ADHD si scusano sempre?
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Perché le persone ADHD si scusano spesso anche quando non necessario?
La ragione principale del senso di colpa nelle persone ADHD, che le porta a scusarsi spesso, anche quando del tutto innecessario o comunque superfluo, è da ricercare nel crescere in un ambiente che le porta a sentirsi sempre in errore.
Fin dall’infanzia, chi è ADHD viene spesso corretto, ripreso o criticato per il proprio comportamento.
L’impulsività, la difficoltà nel rispettare le regole, la distrazione, la tendenza a interrompere gli altri, la fatica a seguire le istruzioni e la difficoltà a portare a termine i compiti sono caratteristiche tipiche dell’ADHD, ma nel contesto scolastico, familiare e sociale vengono interpretate come mancanza di attenzione, di impegno o di rispetto.
Questo porta il bambino a ricevere più rimproveri rispetto ai suoi coetanei e a interiorizzare l’idea che, se qualcosa non va, probabilmente è colpa sua.
Le continue correzioni ricevute durante l’infanzia e l’adolescenza portano la persona ADHD a sviluppare una sorta di iper-responsabilità emotiva, un meccanismo per cui sente il bisogno di monitorare costantemente il proprio comportamento per evitare errori.
Tuttavia, dato che il controllo degli impulsi e la regolazione dell’attenzione sono proprio le aree più difficili per chi è ADHD, questa iper-responsabilità si trasforma in una costante sensazione di inadeguatezza e di colpa.
La persona inizia a credere che, se non riesce a rispettare le regole come gli altri, se è spesso distratta, se dimentica le cose o si comporta in modo impulsivo, il problema sia lei stessa e non il suo modo di funzionare.
Il senso di colpa diventa col tempo parte integrante della personalità e si manifesta con la tendenza a chiedere scusa continuamente, anche quando non c’è un reale bisogno di farlo.
Un’altra ragione determinante nello scusarsi in continuazione, da non sottovalutare, è la forte disforia sensibile al rifiuto che spesso hanno le persone ADHD, che le porta a percepire anche minime critiche o segnali di disapprovazione come attacchi intensi e dolorosi.
La paura del rifiuto, maggiore nelle persone ADHD, le induce a comportarsi in modo da prevenire il conflitto a tutti i costi, spesso attraverso le scuse continue, nella speranza di evitare qualsiasi forma di rifiuto o disapprovazione.
Anche quando non hanno realmente sbagliato, le persone ADHD possono sentire un bisogno incontrollabile di giustificarsi preventivamente, per paura di essere percepite negativamente o di deludere gli altri.
Scusarsi diventa un’abitudine automatica, una strategia di sopravvivenza sociale per prevenire il rischio di essere percepiti come fastidiosi, incompetenti o problematici.
Ora, il problema in tutto ciò, dov’è?
Il problema è che più una persona ADHD si scusa per cose di poco conto, più si rafforza l’idea che debba farlo, perché altrimenti rischia di essere percepita in modo negativo.
Questo meccanismo diventa un circolo vizioso: più ci si scusa, più si interiorizza la convinzione di essere sempre in errore o di dover costantemente giustificare il proprio comportamento per evitare conseguenze negative.
Nel tempo, questo atteggiamento porta a una perdita di sicurezza in sé stessi, a un senso di inferiorità nelle relazioni e a una crescente difficoltà nel percepire in modo realistico il proprio valore.
Se scusarsi diventa un’abitudine compulsiva, il rischio è che la persona ADHD inizi a invalidare costantemente il proprio punto di vista.
Chiedere scusa non è più solo un atto di cortesia, ma diventa un automatismo difensivo, un modo per anticipare critiche anche quando non ce ne sono.
Questo può portare a una progressiva perdita di assertività: la persona finisce per evitare di esprimere i propri bisogni, le proprie idee o i propri disaccordi, per paura di risultare fastidiosa o fuori luogo.
Questo comportamento può diventare così automatico da non essere nemmeno più notato, fino a quando qualcuno non lo fa presente.
Molte persone, una volta ricevuta la diagnosi di ADHD, si rendono conto di quanto sia radicata questa abitudine e di come sia difficile cambiarla.
Uno dei primi passi è iniziare a chiedersi, ogni volta che si sta per chiedere scusa: “Ho davvero fatto qualcosa di sbagliato? Sto solo anticipando un senso di colpa che non ha ragione di esistere?”. Questo semplice esercizio aiuta a distinguere le situazioni in cui è realmente necessario scusarsi da quelle in cui la scusa è solo un riflesso automatico.
Il passo successivo sarà quello di provare a spezzare il legame tra la comunicazione e il senso di colpa: ad esempio, invece di dire “Scusa se faccio una domanda”, si può dire “Ho una domanda”. Invece di “Scusa se ti disturbo”, si può dire “Hai un momento libero?”.
Le persone ADHD devono imparare a riconoscere che il loro diritto di esistere, esprimersi e interagire con il mondo non è condizionato dalla necessità di evitare il giudizio altrui.
Spezzare l’abitudine a scusarsi continuamente non significa diventare arroganti o irrispettosi, ma riconoscere il proprio valore e dare meno spazio a un senso di colpa che, nella maggior parte dei casi, è ingiustificato.
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