Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD) è stato oggetto di numerosi studi negli ultimi anni. Infatti, grazie alle numerose ricerche è stata scoperta la connessione dell’ADHD con diverse condizioni quali disturbi d’ansia, di comportamento alimentare, del sonno e dell’umore. Abbiamo approfondito il tema dell’ansia in una pagina dedicata sul sito di Gam Medical.
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Fra tutti questi studi, è interessante citare uno studio svedese del 2022 che ha osservato che esiste un legame tra ADHD e problemi cardiaci.Infatti, è stato scoperto che le malattie cardiovascolari sono uno dei fattori di rischio legati al Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD).
Esploriamo insieme in questo articolo il legame tra cuore e ADHD e scopriamo se l’ADHD può davvero causare problemi cardiovascolari.
Lo studio sul legame tra ADHD e problemi cardiovascolari
In passato, diverse ricerche hanno suggerito un legame tra alcune condizioni psichiatriche e un rischio più elevato di malattie cardiovascolari. Tuttavia, non molti studi hanno esplorato specificamente questa connessione in individui ADHD.
Inoltre, i pochi studi sul Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD) si erano concentrati principalmente sugli effetti dei farmaci ADHD più che sul disturbo di per sé.
Uno studio svedese del 2022 condotto da un team di scienziati svedesi, tra cui L. Lin, Z. Cheng e M. Solmi, che ha coinvolto circa 5 milioni di partecipanti, ha cercato di capire se l’ADHD può causare problemi di cuore proprio evitando di prendere in considerazione solo l’uso di psicofarmaci, ma tutti i fattori del disturbo.
I risultati dello studio hanno dimostrato che gli adulti ADHD hanno il doppio delle probabilità di soffrire di una malattia cardiovascolare rispetto a coloro senza Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD).
L’aumento del rischio per gli adulti ADHD di avere problemi di cuore è stato registrato per tutte le malattie cardiovascolari, ma in particolare è pronunciato per condizioni quali l’arresto cardiaco e l’arteriosclerosi.
Perchè l’ADHD può causare problemi cardiovascolari?
Come appena visto, le malattie cardiache sono uno dei fattori di rischio legati al Disturbo dell’Attenzione e Iperattività (ADHD), ma perchè?
È già stato dimostrato che il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD) è associato a fattori di rischio cardiovascolare quali il fumo, l’obesità e il diabete di tipo 2, ma, nonostante le numerose ricerche, non è ancora chiaro il motivo preciso del legame tra ADHD e malattie cardiovascolari.
Per questo motivo, secondo lo studio, si ipotizza che il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD) potrebbe essere un fattore di rischio autonomo per le condizioni cardiovascolari. Questa ipotesi suggerisce che l’ADHD stesso, indipendentemente dagli altri fattori di rischio tradizionali, potrebbe contribuire all’aumento del rischio di sviluppare problemi cardiovascolari. Gli individui ADHD possono avere una maggiore predisposizione a comportamenti che aumentano il rischio cardiovascolare, come una dieta non equilibrata, la mancanza di attività fisica regolare e l’uso di sostanze come la nicotina.
Ricorda che essere consapevoli del proprio ADHD e dei correlati fattori di rischio è fondamentale per prevenire i rischi cardiovascolari e migliorare altri sintomi ADHD.
Per il tuo benessere, considera la diagnosi ADHD e la terapia ADHD di GAM Medical, clinica online specializzata in ADHD negli adulti, dove verrai guidato da professionisti specializzati nel Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD)!
Gli uomini ADHD hanno più probabilità di avere problemi cardiovascolari?
Un altro aspetto emerso dallo studio svedese è che l’associazione tra ADHD e malattie cardiovascolari è più forte negli uomini piuttosto che nelle donne. Questo dato suggerisce che esistono differenze di genere significative nella manifestazione e nelle conseguenze del disturbo.
In linea generale, il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD) è tre volte più prevalente negli uomini che nelle donne, come anche i problemi cardiovascolari, ma lo studio dimostra che ad essere più prevalente negli uomini è anche l’associazione fra i due. Questa connessione più forte negli uomini potrebbe essere dovuta a una serie di fattori biologici, comportamentali e ambientali che meritano ulteriori approfondimenti.
È necessario sottolineare che lo studio potrebbe non essere del tutto accurato perché presenta alcune limitazioni. Fra queste, il fatto che i registri nazionali, che hanno fornito i pazienti per lo studio, potrebbero non segnare i casi più lievi di ADHD, rendendo i dati meno rappresentativi dell’intera popolazione affetta dal disturbo. Inoltre, la mancanza di dati legati allo stile di vita, l’esercizio fisico e l’alimentazione dei pazienti potrebbe aver influenzato i risultati, poiché questi fattori possono giocare un ruolo cruciale sia nella gestione dell’ADHD che nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.
La combinazione di ADHD e problemi cardiovascolari potrebbe richiedere approcci terapeutici integrati che tengano conto delle esigenze specifiche di questi pazienti. Ulteriori ricerche sono necessarie per chiarire i meccanismi sottostanti questa associazione e per sviluppare strategie di prevenzione e trattamento più efficaci, personalizzate secondo le differenze di genere e individuali.
Cosa posso fare per evitare problemi cardiaci se sono ADHD?
In ogni caso, nonostante le possibili limitazioni, è stato dimostrato che le persone ADHD hanno più probabilità di avere malattie cardiovascolari, come infarto o ictus emorragico.
Per questo la diagnosi ADHD è così importante! Essere consapevoli del proprio Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD) e dei fattori di rischio connessi ad esso è il primo passo verso la prevenzione dei rischi cardiovascolari e il peggioramento di altri sintomi ADHD.
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Ricorda che il primo passo verso il benessere è questo! Inizia la terapia ADHD di GAM Medical a partire dalla diagnosi ADHD e migliora i tuoi sintomi.
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Questo articolo ha uno scopo informativo, dunque non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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Fonti:
- studio svedese del 2022 condotto da un team di scienziati svedesi, tra cui L. Lin, Z. Cheng e M. Solmi,
- https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/wps.21020
