La Night Eating Syndrome, nota in italiano come Sindrome dell’Alimentazione Notturna, è una condizione complessa e ancora poco conosciuta, che si colloca all’incrocio tra il comportamento alimentare disfunzionale, la regolazione emotiva e i disturbi del ritmo sonno-veglia.
Pur non essendo attualmente classificata tra i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) all’interno dei criteri principali del DSM-5, la sindrome rappresenta una forma clinicamente rilevante di alimentazione disorganizzata, spesso correlata a forte disagio psicologico, alterazioni del tono dell’umore e difficoltà croniche nella gestione dello stress e delle emozioni.
Il tratto distintivo della Sindrome dell’Alimentazione Notturna è la tendenza a concentrare l’assunzione di cibo nelle ore serali o notturne, con un pattern che non è casuale o saltuario, ma che si ripete nel tempo e tende a stabilizzarsi come modalità abituale di comportamento.
Le persone che ne soffrono spesso riferiscono di non avere appetito durante la giornata, soprattutto nelle prime ore del mattino, mentre sperimentano un desiderio urgente e difficilmente controllabile di mangiare nelle ore serali, spesso dopo cena, o addirittura nel cuore della notte, talvolta svegliandosi appositamente per farlo.
A livello esperienziale, ciò che accade nella Sindrome dell’Alimentazione Notturna è molto simile a una forma di emotional eating, ovvero alimentazione guidata non dalla fame fisiologica, ma da uno stato emotivo disagevole. Tuttavia, nel caso della NES, questo “mangiare per emotività” si colloca in una fascia temporale molto specifica – quella notturna – in cui il livello di vigilanza, la capacità di autoregolazione e il tono dell’umore risultano fisiologicamente alterati.
È proprio questa funzione emotiva dell’alimentazione notturna a rendere la NES una sindrome complessa e sfaccettata, che non può essere ridotta a una semplice cattiva abitudine o a una forma lieve di fame serale. Non si tratta di “spizzicare qualcosa davanti alla TV” o di un comportamento occasionale, ma di un vero e proprio pattern disfunzionale, con ricadute cliniche sul piano fisico, psicologico e sociale.
La persona è spesso consapevole del problema, ne prova vergogna e disagio, ma non riesce a interrompere il comportamento, che si consolida nel tempo in un circolo vizioso difficile da spezzare.
Nonostante queste caratteristiche, la Night Eating Syndrome non è formalmente inclusa nei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione riconosciuti dal DSM-5, come l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa o il binge eating disorder.
Questo perché, ad oggi, la NES non soddisfa pienamente i criteri diagnostici dei DCA per struttura e manifestazione sintomatologica.
Manca, per esempio, l’elemento della perdita di controllo in senso stretto, così come non sempre sono presenti le abbuffate massicce e rapide tipiche del BED.
Inoltre, le quantità di cibo assunte nelle ore notturne, pur essendo significative, non sempre raggiungono livelli patologici in termini calorici, ma assumono invece una funzione più simbolica e comportamentale.
La sindrome si colloca quindi tra le “altre condizioni clinicamente rilevanti” o nei “disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati”, a seconda del sistema classificatorio utilizzato.
Alcuni esperti propongono di inquadrarla anche tra i disturbi del ritmo circadiano del comportamento alimentare, viste le sue strette connessioni con la disregolazione del sonno, l’alternanza sonno-veglia disturbata e la difficoltà ad aderire a ritmi alimentari regolari e coerenti con il ciclo biologico naturale.
In ogni caso, pur non essendo formalmente inserita nella categoria dei disturbi alimentari tradizionali, la Night Eating Syndrome merita grande attenzione clinica, sia per l’elevata sofferenza soggettiva che comporta, sia per la sua frequente associazione con altre condizioni come depressione, ansia, insonnia cronica, obesità, binge eating disorder e disfunzioni metaboliche.
Caratteristiche della Night Eating Syndrome o Sindrome da Alimentazione Notturna
Le principali caratteristiche cliniche della Sindrome da Alimentazione Notturna sono:
- Assunzione di cibo concentrata nelle ore serali e notturne: uno degli elementi centrali della NES è lo spostamento del comportamento alimentare verso la fine della giornata. Le persone affette da questa sindrome consumano una porzione significativa delle loro calorie quotidiane dopo cena, spesso in tarda serata o durante la notte, talvolta svegliandosi appositamente per mangiare. Questa abitudine non è casuale o occasionale, ma segue uno schema ricorrente che si stabilizza nel tempo. L’assunzione di cibo può avvenire in uno stato di veglia piena, oppure in condizioni di parziale consapevolezza (quasi simili al sonnambulismo), ma in entrambi i casi è guidata da un impulso forte e difficilmente controllabile.
- Presenza di coscienza e ricordo degli episodi: a differenza di alcuni disturbi alimentari notturni di tipo parasomnico (come il “sleep-related eating disorder”), nella NES la persona è consapevole dell’atto alimentare e lo ricorda al risveglio. Questo elemento differenzia la sindrome da forme automatizzate o dissociative e contribuisce a generare vissuti di disagio, frustrazione e senso di perdita di controllo. Chi soffre di NES è spesso lucidamente consapevole dell’inadeguatezza del comportamento, ma non riesce a interrompere lo schema, nonostante i tentativi.
- Ridotta assunzione di cibo al mattino: un’altra caratteristica tipica della NES è la marcata ipoalimentazione nelle prime ore del giorno. La persona tende a saltare la colazione o a consumare pasti mattutini molto leggeri, non per mancanza di tempo o per scelta consapevole, ma per una vera e propria assenza di appetito. Questo squilibrio tra le prime ore del giorno e quelle serali crea un andamento “a U invertita” nell’assunzione calorica quotidiana, che contribuisce al disallineamento tra i ritmi biologici naturali (circadiani) e quelli alimentari.
- Umore peggiorato nelle ore serali: nei soggetti con NES si osserva frequentemente un andamento depressivo serale dell’umore, con un aumento della tristezza, dell’ansia e della tensione psicologica nelle ore che precedono la notte. Questo peggioramento emotivo può rappresentare uno dei principali fattori scatenanti del comportamento alimentare notturno, che assume in questo contesto una funzione di automedicazione affettiva. Il cibo viene utilizzato per sedare emozioni spiacevoli, per consolarsi o per trovare un conforto momentaneo che però non riesce mai a interrompere il disagio in modo duraturo.
- Disturbo del sonno associato: la NES è spesso accompagnata da disturbi del sonno, come difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni frequenti o sonno non ristoratore. In molti casi, il risveglio durante la notte è accompagnato da un forte desiderio di mangiare, che diventa la motivazione principale per alzarsi dal letto. Questo altera la qualità del sonno e contribuisce a un senso costante di stanchezza e spossatezza durante il giorno, con effetti negativi sul funzionamento quotidiano e sulla regolazione emotiva. Si viene così a creare un circolo vizioso in cui il sonno disturbato favorisce il comportamento alimentare notturno e, a sua volta, il mangiare di notte peggiora il sonno.
- Senso di perdita di controllo e disagio psicologico: le persone con NES riferiscono spesso un vissuto di perdita di controllo, simile a quello descritto nel Binge Eating Disorder, ma concentrato in momenti specifici della giornata. Anche se gli episodi possono coinvolgere quantità di cibo inferiori rispetto a un’abbuffata tipica del BED, ciò che accomuna le due condizioni è la componente compulsiva e l’incapacità di opporsi all’impulso. Questo comportamento viene vissuto con forte disagio psicologico, che può includere sensi di colpa, vergogna, abbassamento dell’autostima e, in alcuni casi, sintomi depressivi più strutturati.
- Dissociazione tra fame fisiologica e impulso emotivo: nella NES, il comportamento alimentare è raramente guidato da una reale fame fisica. Piuttosto, si osserva una dissociazione tra i segnali corporei di fame e sazietà e il comportamento stesso, che risponde più a una spinta emotiva interna che a un bisogno nutritivo. Mangiare diventa un modo per sedare lo stress, calmare l’ansia, combattere l’insonnia o colmare un senso di solitudine. Questa alterazione del rapporto con il cibo complica ulteriormente la diagnosi differenziale rispetto ad altri disturbi alimentari e ne richiede una valutazione clinica attenta.
La Night Eating Syndrome, rappresenta un disturbo a sé stante, con una identità clinica precisa, ma al tempo stesso con numerose intersezioni con altri disturbi del comportamento alimentare e con problematiche affettive e del sonno.
Leggendo questo elenco si nota come la NES condivida numerose caratteristiche con il Binge Eating Disorder (BED), tanto da poter generare confusione nella fase diagnostica o essere considerate due condizioni strettamente correlate.
In effetti, è possibile riscontrare la presenza di comportamenti tipici della NES all’interno del quadro clinico del BED: molte persone che soffrono di disturbo da alimentazione incontrollata (o disturbo binge eating) riferiscono infatti episodi di alimentazione notturna, in cui si svegliano appositamente per mangiare, oppure concentrano gran parte dell’assunzione calorica della giornata nelle ore serali.
Tuttavia, è fondamentale sottolineare che le due condizioni non sono sovrapponibili né intercambiabili, e che, sebbene esistano aree di sovrapposizione, ciascuna ha caratteristiche proprie che ne giustificano un inquadramento distinto.
Mentre nel BED l’elemento centrale è costituito dalle abbuffate episodiche, intense e caratterizzate da una marcata perdita di controllo, nella NES il focus è rappresentato da un pattern disfunzionale e cronico di alimentazione notturna, spesso meno esplosivo ma più regolare, accompagnato da ipoalimentazione diurna e disturbi del sonno.
Possiamo quindi dire che nel Binge Eating è possibile riscontrare anche comportamenti compatibili con la Sindrome dell’Alimentazione Notturna, ma non tutte le persone che soffrono di NES soddisfano i criteri per una diagnosi di BED.
In altre parole, la NES può essere una componente parziale di un quadro più ampio come quello del BED, ma può anche esistere come entità clinica autonoma, con una propria dinamica, sintomatologia e necessità terapeutica.
Ad ogni modo, il suo impatto sulla qualità della vita può essere importante, e il trattamento richiede un approccio integrato che prenda in considerazione non solo il comportamento alimentare in sé, ma anche la componente emotiva, i ritmi circadiani, le abitudini di sonno e il funzionamento complessivo della persona.
La Clinica Psicologica GAM-Medical è specializzata nella diagnosi e nel trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare.
Grazie all’esperienza dei suoi professionisti e all’attenzione clinica costante verso le diverse manifestazioni del disagio alimentare, la clinica è in grado non solo di riconoscere i disturbi conclamati, ma anche di individuare precocemente forme sotto soglia, più sfumate ma non per questo meno rilevanti.
Tra queste, rientra anche la Sindrome dell’Alimentazione Notturna, che spesso si presenta in modo subdolo, mascherata da abitudini quotidiane che nascondono una profonda sofferenza emotiva.
L’alimentazione e il cibo sono spesso un linguaggio simbolico che esprime un disagio interiore, e ogni sintomo viene accolto con ascolto e rispetto, per aiutare la persona a comprendere cosa sta davvero cercando di comunicare attraverso il proprio comportamento alimentare.
Se ti sei riconosciuto o riconosciuta nella descrizione della Sindrome dell’Alimentazione Notturna, se senti che il tuo rapporto con il cibo nelle ore serali e notturne è fonte di stress, senso di colpa, vergogna o difficoltà nella vita quotidiana, puoi contattare i professionisti della salute mentale del Centro GAM.
Attraverso un percorso di valutazione e accompagnamento mirato, potrai ricevere il supporto necessario per comprendere e trasformare il tuo vissuto, restituendo equilibrio e benessere al tuo rapporto con il cibo, con il corpo e con te stesso.