Autismo e Infantilizzazione

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Autismo e Infantilizzazione

L’infantilizzazione delle persone autistiche è un fenomeno che si manifesta quando queste vengono trattate in modo ingiustificatamente paternalistico o come se fossero meno mature, competenti o indipendenti di quanto siano in realtà.

Si tratta di un atteggiamento spesso inconsapevole ma radicato, che può avere impatti significativi sulla vita delle persone autistiche, limitando la loro possibilità di esprimersi pienamente e contribuendo a creare barriere sociali e professionali.

Questo fenomeno si verifica principalmente perché alcune persone neurotipiche non comprendono appieno l’autismo e tendono a basarsi su stereotipi o rappresentazioni distorte, per esempio credendo erroneamente che sia una condizione esclusivamente infantile.

Infatti, l’infantilizzazione delle persone autistiche deriva spesso da una percezione errata, secondo cui l’autismo è una condizione esclusivamente infantile.

Molti credono, infatti, che le persone autistiche siano sempre bambini a causa della rappresentazione predominante dei media e di altre forme di comunicazione pubblica, che tendono a concentrarsi principalmente sui bambini autistici, tralasciando la realtà dell’autismo nell’adulto.

In realtà, l’autismo è una neurodivergenza che si manifesta nell’infanzia e persiste per tutta la vita.

Anche se alcuni tratti possono evolvere o attenuarsi con il passare degli anni, la condizione non scompare né si “supera”.

Gli adulti autistici sono individui con esperienze, desideri e capacità distinti, ma spesso non vengono percepiti come tali a causa degli stereotipi persistenti.

La persistenza dell’autismo rende particolarmente frustrante per molti adulti autistici essere trattati come bambini.

Cos’è l’Infantilizzazione?

L’infantilizzazione può essere definita come un atteggiamento che consiste nel trattare una persona come se fosse meno competente, autonoma o matura di quanto realmente sia.

Questo tipo di trattamento è spesso riservato a persone appartenenti a minoranze o a gruppi considerati “diversi” dal normotipo, come le persone disabili o neurodivergenti.

Le persone autistiche, in particolare, sono frequentemente soggette a infantilizzazione a causa di pregiudizi o della scarsa comprensione che il pubblico ha della loro condizione.

Tale atteggiamento riduttivo ignora la complessità e la diversità dell’autismo e implica che chi è autistico sia incapace di prendere decisioni, lavorare o vivere una vita indipendente.

Come si manifesta l’infantilizzazione nei confronti delle persone autistiche?

I comportamenti di infantilizzazione, benché possano sembrare innocui o persino affettuosi, possono risultare riduttivi e limitanti, impedendo alle persone autistiche di essere trattate con rispetto per la loro maturità e capacità.

Alcuni esempi di infantilizzazione sono rappresentati da:

  • Utilizzare un linguaggio eccessivamente semplificato o infantile: Le persone neurotipiche, quando parlano con persone autistiche, possono usare un tono di voce esageratamente dolce, simile a quello utilizzato con i bambini piccoli. Possono anche ridurre le parole a espressioni estremamente semplici o ripetitive, pensando erroneamente che le persone che rientrano nello spettro autistico non siano in grado di comprendere il linguaggio complesso. Questo atteggiamento, anche se a volte in buona fede, trasmette l’idea che l’interlocutore autistico sia incapace di comprendere o elaborare pensieri sofisticati, ignorando le differenze individuali e riducendo la loro esperienza.
  • Parlare in terza persona: Alcuni tendono a riferirsi alla persona autistica in terza persona anche quando essa è presente, come se non fosse in grado di partecipare alla conversazione. Questo avviene spesso in contesti medici o educativi, dove i professionisti si rivolgono ai familiari o agli operatori anziché all’individuo autistico stesso, anche se quest’ultimo è perfettamente in grado di comprendere e rispondere. Questo atteggiamento esclude la persona autistica dalle discussioni che la riguardano direttamente, minando la sua autonomia e dignità.
  • Offrire aiuti non richiesti: Alcuni tendono ad assumere automaticamente che una persona autistica abbia bisogno di assistenza in attività che potrebbe svolgere autonomamente. Ad esempio, senza verificare prima, possono offrirsi di aiutarla a vestirsi, a scegliere cosa mangiare o addirittura a rispondere per lei a domande semplici. Questo tipo di comportamento è paternalistico e sminuisce le capacità e l’autonomia dell’individuo, suggerendo che non sia in grado di prendere decisioni o di compiere azioni quotidiane senza supporto.
  • Evitare di parlare di argomenti complessi: Spesso, le persone con disturbo dello spettro autistico vengono escluse da conversazioni su argomenti complessi o seri, come temi di attualità, decisioni familiari o questioni finanziarie, perché si presume che non possano comprendere o contribuire. Questo li priva della possibilità di esprimere le proprie opinioni su temi di interesse o rilevanza personale e sociale, relegandoli a un ruolo passivo che limita le loro opportunità di apprendimento e crescita personale.
  • Elogiare eccessivamente per attività di base: Spesso, le persone autistiche ricevono elogi eccessivi per compiti banali o attività quotidiane che sarebbero normalmente attese per la loro età, come se ogni azione di autonomia fosse straordinaria. Frasi come “Bravo! Hai messo le scarpe da solo!” rivolte a un adulto autistico possono apparire condiscendenti e suggerire che si abbiano basse aspettative sulle sue capacità. Questo tipo di approccio riduce il valore dei loro successi reali e può diventare umiliante o frustrante per chi cerca solo di vivere con dignità.
  • Riferirsi a loro come “angeli” o “bambini speciali”: Alcuni scelgono di parlare delle persone autistiche usando termini come “angeli” o “bambini speciali,” che possono sembrare affettuosi ma trasmettono un’immagine di innocenza e dipendenza perpetua. Questi termini non rispettano l’identità adulta o la complessità della persona autistica, contribuendo a mantenerla in una visione idealizzata e infantilizzata che non riflette la realtà. Questo approccio ignora anche le preferenze della persona autistica e la sua volontà di essere vista come individuo completo e autonomo.
  • Decisioni prese senza consultazione: In molte situazioni, specialmente in ambito familiare o assistenziale, le decisioni che riguardano la vita della persona autistica vengono prese senza il suo coinvolgimento. Ad esempio, può essere iscritta a corsi, gruppi o programmi senza che le sia chiesto il suo parere o consenso, come se non fosse capace di scegliere per sé. Questo atteggiamento nega alla persona autistica l’opportunità di esprimere le proprie preferenze e contribuisce a limitarne l’autonomia decisionale.
  • Ignorare il desiderio di indipendenza: Alcuni genitori o assistenti tendono a proteggere eccessivamente le persone autistiche, non permettendo loro di fare esperienze o di provare cose nuove, anche quando manifestano il desiderio di farlo. Questo può avvenire in situazioni quotidiane come prendere i mezzi pubblici da soli, andare a fare la spesa o svolgere attività all’aperto senza accompagnamento. Sebbene questo comportamento possa derivare dal desiderio di proteggere, finisce per limitare le opportunità di crescita e di sviluppo della persona autistica, facendola sentire incapace o dipendente dagli altri.

Quindi, la pratica di infantilizzare le persone autistiche si manifesta in una serie di comportamenti e atteggiamenti che limitano la loro autonomia, ne sminuiscono le competenze e contribuiscono a perpetuare stereotipi dannosi.

Occorre considerare che l’infantilizzazione può avere effetti negativi profondi sull’autostima e sulla percezione di sé degli individui autistici.

Essere costantemente trattati come meno competenti o incapaci di prendere decisioni può minare la fiducia in sé stessi e far sentire le persone autistiche invisibili e incomprese.

Questo comportamento limita anche le opportunità di inclusione sociale e professionale, poiché gli individui autistici potrebbero non essere presi seriamente in ambito lavorativo o essere esclusi da attività sociali. Inoltre, l’infantilizzazione può perpetuare stereotipi dannosi sull’autismo, rendendo ancora più difficile per la società comprendere e accettare la neurodiversità in tutte le sue forme e manifestazioni.

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Autismo, Psicologia generale

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