Trauma Anniversary: l’anniversario di un evento traumatico

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Trauma Anniversary: l'anniversario di un evento traumatico

Per chi ha vissuto un evento traumatico, il momento dell’anniversario di quel trauma può rappresentare una fase particolarmente delicata e difficile da affrontare.

Anche quando il ricordo dell’evento sembra ormai lontano o sopito, l’avvicinarsi della data in cui è accaduto può generare un riemergere più o meno consapevole della sofferenza, scatenando emozioni intense e sintomi che talvolta sembrano comparire “dal nulla”.

In realtà, il corpo e la mente possiedono una memoria sottile, che non sempre coincide con la consapevolezza razionale: ciò significa che anche in assenza di un ricordo cosciente, il nostro sistema nervoso può iniziare a reagire, riattivando le stesse risposte fisiche e psicologiche vissute all’epoca del trauma.

Questo fenomeno è noto come “trauma anniversario” e si manifesta in modi diversi da persona a persona.

In chi convive con un disturbo post-traumatico (PTSD), l’intensificarsi della sintomatologia in corrispondenza dell’anniversario è un fenomeno ben documentato: flashback, incubi, insonnia, ansia, paura, tristezza profonda, irritabilità e somatizzazioni sono solo alcune delle reazioni che possono presentarsi.

Tuttavia, anche in chi non ha una diagnosi formale, può verificarsi un malessere improvviso e apparentemente immotivato: giornate in cui ci si sente svuotati, inquieti, depressi o particolarmente vulnerabili senza sapere bene il perché.

Spesso, solo osservando il calendario o ripercorrendo gli eventi dell’anno precedente, ci si accorge che quel disagio corrisponde proprio all’anniversario del trauma.

Riconoscere questo meccanismo non è solo importante per comprendere cosa accade dentro di sé, ma anche per imparare a proteggersi in quei periodi dell’anno in cui il passato torna a bussare, anche in silenzio.

Cos’è il Trauma Anniversary?

Come già accennato, il trauma anniversary, o anniversario traumatico, è il termine che indica la ricorrenza annuale (o ricorrente) della data in cui è avvenuto un evento traumatico significativo, e che può essere accompagnata da una riattivazione parziale o intensa dei sintomi associati a quel trauma, anche a distanza di tempo.

Questa reazione può manifestarsi sia in modo consapevole — quando la persona ricorda l’evento e ne riconosce la data — sia in modo inconscio o somatico, quando il corpo e la mente iniziano a reagire senza che vi sia un ricordo esplicito, ma in prossimità temporale dell’anniversario stesso.

Il trauma anniversary è riconosciuto in ambito clinico, soprattutto nel contesto del Disturbo da Stress Post-Traumatico, ma può verificarsi anche in assenza di una diagnosi di PTSD, come risposta alla memoria implicita dell’evento.

Si tratta di un fenomeno in cui il tempo agisce come un riattivatore emotivo e fisiologico, collegando la data attuale a ciò che è accaduto nel passato, spesso senza che la persona ne sia pienamente cosciente.

Come Affrontare l’Anniversario di Un Evento Traumatico?

In realtà, i consigli che possiamo darti qui sono pochi, perché abbiamo a disposizione solo frammenti immaginari della tua esperienza e non conosciamo davvero tutto quello che stai vivendo.

Ogni storia traumatica è unica, ogni persona reagisce in modo diverso, e proprio per questo siamo consapevoli che nessuna indicazione generica potrà davvero contenere o risolvere ciò che stai provando.

Sappiamo però quanto possa essere estremamente faticoso attraversare il periodo dell’anniversario di un evento traumatico: un anniversario dovrebbe essere occasione di festa, memoria dolce o celebrazione, ma nel caso di un anniversario di un evento traumatico, non è cosi.

L’anniversario, di per sé, ha un peso simbolico importante: rappresenta un ritorno, un ciclo che si chiude e si riapre, e quando questo ritorno riguarda qualcosa di doloroso, il suo impatto emotivo può essere ancora più destabilizzante. In questi casi, è come se la mente e il corpo rivivessero, anche a distanza di tempo, una versione sommersa di ciò che è accaduto, ma con la stessa carica emotiva.

Se stai attraversando qualcosa di simile, l’unica cosa che vogliamo dirti per prima è che ci dispiace.

Ci dispiace davvero che tu debba affrontare tutto questo, e che tu stia soffrendo in un momento in cui, forse, nessuno intorno a te se ne accorge. Detto ciò, ci sono alcune piccole idee che ci vengono in mente, tre opzioni semplici che, magari, non hai ancora considerato e che potrebbero offrirti un punto di appoggio, anche minimo, per attraversare questo tempo difficile:

  1. Fare qualcosa di diverso e distrarsi in quella giornata: affrontare l’anniversario di un trauma non significa necessariamente immergersi nel ricordo o nella sofferenza; anzi, una delle strategie più efficaci può essere proprio quella di dare alla mente e al corpo un’altra direzione. Impegnarsi in un’attività concreta e possibilmente coinvolgente può aiutare a spezzare la ruminazione mentale, il loop dei pensieri e l’inquietudine che spesso accompagna quella giornata. Anche una distrazione semplice, come uscire, vedere un film, fare attività fisica, cucinare qualcosa di speciale o passare tempo con persone rassicuranti, può avere un effetto positivo. Non si tratta di evitare il dolore in senso assoluto, ma di non lasciare che tutta la giornata venga assorbita dal trauma.
  2. Sostituire la ricorrenza con un rituale piacevole e ripetuto nel tempo: oltre a distrarsi nel momento, è utile pensare a una strategia che abbia un respiro più lungo, qualcosa che trasformi gradualmente il significato della data traumatica. Questo si può fare dando alla giornata un nuovo contenuto emotivo e simbolico, che diventi negli anni una sorta di rito positivo. Scegliere un’attività specifica — un’escursione annuale, una colazione in un posto amato, una giornata al mare, un dono a sé stessi, una telefonata a qualcuno di speciale — e ripeterla ogni anno nella stessa data o periodo può aiutare il cervello a creare nuove associazioni mnemoniche, sostituendo pian piano la carica negativa dell’anniversario con qualcosa di diverso, più nutriente, protettivo o addirittura gioioso.
  3. Prepararsi prima emotivamente al periodo critico: se si conosce la data del trauma, o almeno il mese in cui è accaduto, è utile non arrivare impreparati emotivamente a quel momento. Alcune persone notano già nei giorni o nelle settimane precedenti una crescente inquietudine, una stanchezza emotiva, disturbi del sonno, calo dell’umore o maggiore irritabilità. Avere consapevolezza del fatto che quel mese rappresenta un momento potenzialmente vulnerabile permette di aumentare le proprie risorse preventive. Questo può significare alleggerire gli impegni, aumentare le occasioni di riposo, curare maggiormente il proprio corpo, oppure iniziare a parlarne con qualcuno di fiducia. Se possibile, confrontarsi con uno psicologo o terapeuta può fare una grande differenza: prepararsi insieme ad attraversare quel tempo con strategie concrete, parole di contenimento e piccoli accorgimenti quotidiani può ridurre l’impatto emotivo e aumentare la capacità di attraversare l’anniversario senza sentirsi travolti.

Va anche detto che non sempre si conosce con precisione la data del proprio anniversario traumatico. In molti casi, infatti, gli eventi traumatici non sono delimitati in un solo giorno, ma si estendono nel tempo, si sovrappongono, si ripetono o si diluiscono lungo mesi, a volte anni, della vita di una persona.

Ci sono traumi complessi, fatti di mille frammenti, che non hanno un singolo punto di origine facilmente riconoscibile. In altri casi ancora, può succedere di non aver attribuito a un determinato evento la gravità che in realtà ha avuto: ciò che in quel momento si è classificato come “gestibile” o “superato”, a distanza di tempo può rivelarsi invece profondamente segnato nella memoria del corpo e nel sistema nervoso.

È proprio per questo che può capitare, apparentemente senza motivo, di iniziare a sentirsi ansiosi, agitati, depressi, inquieti o fisicamente spossati in un determinato periodo dell’anno — e solo dopo, magari con un po’ di riflessione, ricordarsi che proprio in quei giorni, un anno prima, era accaduto qualcosa di difficile o doloroso.

Se ti è successo di chiederti “Perché sto così male?” e poi ti sei accorto che, in effetti, in quel periodo c’era stato un lutto, una separazione, una malattia, una perdita o un evento che avevi sottovalutato, è possibile che il tuo corpo e la tua mente stiano cercando di dirti che c’è ancora qualcosa da elaborare.

Anche quando la mente razionale non se ne ricorda, il sistema nervoso conserva la traccia dell’impatto subito. In questi casi, rivolgersi a un professionista della salute mentale può fare una grande differenza: comprendere cosa succede, dargli un nome e affrontarlo in modo guidato è il primo passo per restituire equilibrio al proprio presente.

Gli esperti della clinica GAM-Medical, specializzati nel trattamento del disturbo post-traumatico da stress e dei traumi in tutte le loro forme, sono disponibili ad aiutarti a esplorare ciò che è rimasto sospeso e a costruire insieme un percorso di cura attento, personalizzato e rispettoso della tua storia.

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