Nelle persone che soffrono di disturbo post traumatico da stress (PTSD) è possibile osservare un fenomeno particolare: la dilatazione delle pupille.
Si tratta di una reazione visibile negli occhi che riflette lo stato di attivazione costante del sistema nervoso.
Non è raro che chi convive con i sintomi del PTSD presenti pupille più grandi e scure rispetto al normale, anche in condizioni di luce che non giustificherebbero tale dilatazione.
Questa manifestazione non è casuale, ma rappresenta un segnale del corpo che rimane in allerta continua, come se fosse sempre pronto a reagire a un pericolo imminente.
La midriasi, cioè la dilatazione pupillare, diventa quindi un indicatore fisico dell’iperattivazione tipica del trauma psicologico, un segno che può essere notato sia dalla persona stessa guardandosi allo specchio, sia dagli altri che la circondano.
Accade di frequente che amici, familiari o colleghi facciano notare: “hai gli occhi strani”, “sembri diverso nello sguardo” oppure “hai gli occhi spalancati”. Questa osservazione esterna può aumentare il senso di disagio, perché il soggetto con PTSD si sente “scoperto” in una vulnerabilità che pensava nascosta.
Cos’è la Midriasi?
Le pupille sono la parte nera al centro dell’occhio: non sono una struttura solida, ma un’apertura regolata da un piccolo muscolo che funziona come un diaframma fotografico.
La loro funzione principale è quella di modulare la quantità di luce che entra nell’occhio: in ambienti luminosi si restringono (miosi), mentre al buio o in condizioni di scarsa luce si allargano (midriasi).
Quando si parla di pupille dilatate, o midriasi, ci si riferisce quindi a una condizione in cui l’apertura centrale dell’occhio appare più ampia del normale.
Questo fa sì che gli occhi possano sembrare “più neri”, “più grandi” o “più lucidi”.
È un fenomeno che può essere osservato direttamente da chi ci guarda, ma anche percepito da chi lo sperimenta, ad esempio notando allo specchio che le pupille occupano quasi tutta l’iride.
Perché le pupille si dilatano?
La dilatazione delle pupille (midriasi) è un fenomeno fisiologico regolato dal sistema nervoso autonomo, che controlla le funzioni involontarie del nostro corpo.
Normalmente le pupille si contraggono o si dilatano per regolare la quantità di luce che entra negli occhi: si restringono in ambienti molto luminosi e si dilatano in condizioni di scarsa illuminazione.
Oltre a questo meccanismo ottico, però, la pupilla risponde anche a stimoli di natura emotiva, cognitiva e fisiologica.
Alcuni farmaci, sostanze psicoattive o condizioni neurologiche possono causarne la dilatazione, ma una delle ragioni più frequenti è l’attivazione del sistema nervoso simpatico, cioè quello che entra in funzione nelle situazioni di emergenza.
In questi casi si parla di risposta di attacco-fuga: quando il cervello percepisce una minaccia, reale o immaginata, l’amigdala e altre strutture cerebrali inviano segnali che preparano il corpo all’azione.
Aumenta il battito cardiaco, cresce la frequenza respiratoria, i muscoli si tendono e le pupille si dilatano per migliorare la vista e ampliare il campo visivo.
La midriasi diventa quindi un indicatore immediato dello stato di allerta e di attivazione.
Nelle persone che soffrono di disturbo post traumatico da stress, questo meccanismo può attivarsi anche in assenza di un pericolo reale, semplicemente a causa di un ricordo traumatico, di un flashback o di un contesto che funge da trigger.
Per questo la dilatazione pupillare, nelle condizioni di PTSD, può diventare frequente, persistente e in alcuni casi protrarsi nel tempo, riflettendo un organismo che vive in uno stato di allarme quasi costante.
Midriasi Traumatica: dilatazione delle pupille dopo un evento traumatogeno
Come già accennato, le pupille sono molto più di una semplice “finestra” per la luce. La loro dilatazione e contrazione sono regolate dal sistema nervoso autonomo:
- Il sistema parasimpatico favorisce la contrazione delle pupille (miosi), associata a stati di rilassamento e calma.
- Il sistema simpatico provoca la dilatazione delle pupille (midriasi), tipica della risposta di “attacco o fuga” (fight or flight).
Quando il cervello percepisce un pericolo, l’amigdala invia segnali che attivano il sistema simpatico. Di conseguenza:
- il cuore accelera,
- la respirazione diventa rapida,
- aumenta la tensione muscolare,
- e le pupille si dilatano per far entrare più luce, migliorando la capacità visiva in situazioni di emergenza.
Questa risposta ha un valore evolutivo: preparare l’organismo ad affrontare il pericolo. Tuttavia, nel disturbo post traumatico da stress, questo meccanismo si attiva anche quando non esiste una minaccia reale, ma solo un ricordo o un trigger legato al trauma.
Le pupille dilatate rappresentano quindi un indicatore fisico della riattivazione traumatica. Quando una persona con PTSD rivive un flashback o sperimenta un ricordo intrusivo, il corpo reagisce come se fosse di nuovo nel momento traumatico.
Questo significa che, anche in un contesto sicuro, il cervello interpreta lo stimolo come una minaccia e scatena la risposta di allerta. Le pupille si dilatano, pronte ad affrontare il pericolo, mentre la persona sperimenta ansia intensa, tachicardia e sudorazione.
Molti pazienti riferiscono di notare i propri occhi nello specchio o di percepire la luce diversa durante questi episodi. In realtà, ciò che avviene è una reazione neurofisiologica automatica, non controllabile con la volontà.
Le pupille dilatate si collegano direttamente ai principali sintomi del PTSD:
- Ipervigilanza: la persona si sente costantemente in allerta. La midriasi riflette questa condizione di vigilanza estrema, in cui il corpo è pronto a cogliere ogni minimo segnale di pericolo.
- Flashback: durante la rievocazione del trauma, reale o immaginata, l’organismo reagisce come se fosse esposto nuovamente alla minaccia. Le pupille dilatate segnalano che il corpo “crede” di trovarsi ancora nel momento traumatico.
- Ansia e attacchi di panico: la dilatazione pupillare si accompagna a tachicardia, tremori e iperventilazione, tipici degli episodi di ansia acuta.
- Difficoltà nel sonno: incubi e risvegli improvvisi legati al trauma possono essere accompagnati da dilatazione pupillare e da un corpo che resta iperattivo anche durante la notte.
In questo senso, la midriasi non è solo un segnale biologico, ma diventa parte integrante dei sintomi del disturbo post traumatico da stress.
È importante sottolineare che la dilatazione delle pupille non si manifesta in tutte le persone che soffrono di disturbo post traumatico da stress.
Ci sono individui che, pur vivendo sintomi intensi di ansia, flashback o ipervigilanza, non presentano una midriasi visibile o costante.
Ogni organismo risponde in maniera diversa, perché il corpo, pur seguendo meccanismi comuni, traduce lo stress e il trauma in segnali fisiologici che variano da persona a persona.
Alcuni avranno pupille dilatate in modo evidente, altri no; alcuni noteranno questo fenomeno solo in particolari situazioni di forte attivazione, altri potranno presentarlo anche in momenti di apparente calma.
Ciò che conta, e che questo articolo vuole ricordare, è che la dilatazione pupillare può essere uno degli indicatori della risposta al trauma, un segno tangibile di come il corpo rifletta ciò che accade nella mente.
Il cervello, infatti, non distingue tra pericolo reale e pericolo immaginato: se la mente produce immagini, ricordi o sensazioni che richiamano il trauma, il sistema nervoso interpreta questi stimoli come minacce concrete.
Di conseguenza, attiva le stesse reazioni fisiologiche che si avrebbero davanti a un pericolo reale.
È in questo momento che il corpo “parla”: accelera il cuore, cambia la respirazione, si tende la muscolatura e le pupille si dilatano, pronte a catturare più luce per reagire più velocemente.
Questo legame ci ricorda quanto sia stretta e indissolubile la relazione tra mente e corpo.
Non esiste un trauma “solo psicologico”, così come non esistono reazioni “solo fisiche”: ogni esperienza, soprattutto quelle traumatiche, si inscrive contemporaneamente nella psiche e nel corpo, e lascia tracce che coinvolgono entrambi.
Le pupille dilatate, in questo senso, diventano un simbolo visibile del fatto che il corpo segue fedelmente le indicazioni della mente e del cervello.
Quando la mente produce la percezione di un pericolo, il cervello recepisce quell’allarme come reale e manda al corpo i segnali necessari per prepararsi alla fuga o alla difesa.
Riflettere su questo fenomeno significa anche comprendere meglio l’importanza di un approccio terapeutico che tenga conto di questa unità mente-corpo.