Ti sei mai chiesto come il metodo PECS possa aiutare i bambini autistici a comunicare più efficacemente attraverso le immagini?
Il linguaggio visivo può essere una chiave straordinaria per aprire le porte della comunicazione a chi, per varie ragioni, incontra difficoltà nell’uso del linguaggio verbale. Per molte persone nello spettro autistico, infatti, l’uso delle parole può risultare complesso e frustrante, mentre le immagini forniscono un canale alternativo più naturale ed efficace. In questo articolo esploreremo insieme che cos’è il metodo PECS, a chi si rivolge, quali immagini utilizza e quali sono le sue sei fasi fondamentali, per comprendere meglio come questo approccio possa trasformare la vita quotidiana.
Che cos’è il metodo pecs per l’autismo?
Il metodo PECS, acronimo di Picture Exchange Communication System, è un sistema di comunicazione per scambio di immagini, ideato per aiutare le persone con disturbi dello spettro autistico a comunicare in modo funzionale. Nato negli anni ’80 presso il Delaware Autism Program, questo metodo è pensato per stimolare la comunicazione spontanea, senza la necessità iniziale di competenze linguistiche complesse. Il suo sviluppo rispondeva al bisogno di creare un sistema che incentivasse l’iniziativa comunicativa, non solo la risposta a stimoli esterni.
Secondo uno studio scientifico intitolato “Effectiveness of the Picture Exchange Communication System (PECS) on communication and speech for children with autism spectrum disorders: a meta-analysis”, il PECS ha dimostrato una significativa efficacia nel migliorare le abilità comunicative nei bambini autistici. La metanalisi ha evidenziato che l’uso di questo sistema non solo favorisce la comunicazione, ma può anche incentivare lo sviluppo del linguaggio verbale, rendendolo uno strumento prezioso per migliorare la qualità di vita di molti bambini e delle loro famiglie.
Attraverso l’associazione tra immagini e desideri o bisogni specifici, il bambino apprende a “chiedere” e successivamente a “rispondere” o “commentare” utilizzando delle semplici figure rappresentative. Questo approccio visivo si rivela particolarmente adatto perché molti bambini nello spettro autistico possiedono una forte intelligenza visiva, che può essere sfruttata come punto di forza nel processo educativo e terapeutico. La comunicazione diventa così non solo più accessibile, ma anche più motivante.
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Chi può utilizzare il metodo pecs?
Il metodo PECS è rivolto principalmente ai bambini e ragazzi con disturbi dello spettro autistico, ma può essere utile anche per persone con altre disabilità della comunicazione, come sindromi genetiche, ritardi nello sviluppo del linguaggio o paralisi cerebrali. In pratica, qualsiasi individuo che abbia difficoltà ad utilizzare il linguaggio verbale può beneficiare di questo strumento.
Lo studio “Effectiveness of the Picture Exchange Communication System (PECS) on communication and speech for children with autism spectrum disorders: a meta-analysis” ha infatti dimostrato che i principali destinatari del metodo sono i bambini con autismo, specialmente quelli che manifestano difficoltà nell’acquisizione del linguaggio verbale. Tuttavia, la versatilità del PECS lo rende adatto a contesti molto diversi: può essere utilizzato in ambito scolastico, domestico e terapeutico, permettendo una continuità educativa fondamentale per il successo del percorso comunicativo.
Inoltre, è fondamentale che chi utilizza il metodo sia adeguatamente formato: è necessario seguire corsi specifici per garantire un’applicazione corretta ed efficace del protocollo. Senza una formazione idonea, il rischio è quello di vanificare i benefici che il metodo può offrire. Educatori, logopedisti, terapisti e anche genitori possono ricevere una formazione specifica per diventare facilitatori attivi nel processo di apprendimento.
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Quali immagini si utilizzano nel metodo pecs?
Nel metodo PECS si utilizzano immagini semplici, chiare e altamente rappresentative. Le immagini possono essere fotografie reali, disegni stilizzati o pittogrammi, a seconda delle esigenze e delle abilità visive e cognitive della persona. Questa varietà consente di adattare il sistema ai diversi livelli di comprensione e preferenze individuali.
Le immagini scelte devono rappresentare oggetti, attività o bisogni concreti e immediatamente comprensibili. Ad esempio, si può utilizzare la foto di un bicchiere d’acqua per indicare la sete, oppure l’immagine di un parco giochi per esprimere il desiderio di uscire a giocare. La pertinenza tra immagine e concetto è cruciale per evitare confusione e rendere immediata l’associazione mentale.
L’obiettivo è ridurre al minimo l’ambiguità: più l’immagine è chiara e pertinente, maggiore sarà la facilità con cui la persona riuscirà a utilizzarla per comunicare efficacemente. Durante il percorso educativo, le immagini possono essere organizzate su quaderni, tabelle o sistemi portatili che il bambino impara a gestire autonomamente, permettendogli di esprimere preferenze, emozioni e bisogni in modo sempre più articolato e indipendente.
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Quali sono le 6 fasi del metodo pecs?
Il metodo PECS è suddiviso in sei fasi progressive, pensate per accompagnare gradualmente la persona da una comunicazione elementare a una più articolata, seguendo un percorso di crescente autonomia e complessità.
- Scambio fisico: il bambino impara a consegnare un’immagine a un comunicatore per ottenere l’oggetto desiderato.
- Distanza e persistenza: si insegna al bambino a cercare attivamente l’immagine desiderata e a raggiungere l’interlocutore, anche a distanza.
- Discriminazione di immagini: il bambino è invitato a scegliere tra due o più immagini per identificare quella corrispondente al suo bisogno.
- Struttura della frase: viene introdotta una striscia-frase dove il bambino combina l’immagine “Voglio” con l’immagine dell’oggetto desiderato.
- Rispondere a una domanda: il bambino impara a rispondere alla domanda “Cosa vuoi?” utilizzando la striscia-frase.
- Commentare: si insegna al bambino a utilizzare immagini come “Vedo“, “Sento“, “Provo” per commentare esperienze e percezioni.

Pecs e autonomia nei bambini con autismo
Il metodo PECS rappresenta una strategia di comunicazione alternativa estremamente valida per favorire l’autonomia e l’inclusione sociale delle persone con difficoltà verbali. Grazie alla sua struttura chiara e progressiva, offre a molti bambini la possibilità di esprimersi in modo più libero e soddisfacente, migliorando non solo la loro capacità di comunicare bisogni e desideri, ma anche la loro qualità della vita in generale.
Tuttavia, ogni percorso deve essere personalizzato, considerando le specificità individuali. Non esiste un approccio universale: ogni bambino è unico e merita un programma costruito su misura.
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Fonti:
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20181849/