Obsessional Slowness nel DOC: cos’è?

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Obsessional Slowness nel DOC (disturbo ossessivo-compulsivo): cos'è?

L’obsessional slowness, o lentezza ossessiva, è un fenomeno osservabile in alcuni casi di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), caratterizzata da un marcato rallentamento nell’esecuzione di compiti quotidiani, anche semplici, che richiedono un tempo eccessivamente prolungato a causa di pensieri ossessivi, rituali mentali o comportamenti compulsivi.

Molto spesso, quando si pensa alle persone con disturbo ossessivo-compulsivo, l’immaginario comune è immediatamente orientato verso l’idea di individui meticolosi, precisi, puntuali, controllanti, estremamente affidabili, forse anche un po’ “maniacali” nel senso popolare del termine.

Questa rappresentazione è parzialmente vera, soprattutto nel caso del disturbo ossessivo-compulsivo di personalità (OCPD) in cui dominano la rigidità, il perfezionismo, il bisogno di ordine, di controllo e una forte adesione a regole morali o comportamentali autoimposte. In queste persone si osservano spesso un’elevata performatività e una grande capacità di organizzazione, anche a costo di notevoli sacrifici personali, e l’idea di essere in ritardo, imprecisi o inefficienti può risultare intollerabile.

Tuttavia, nel disturbo ossessivo-compulsivo clinico, soprattutto nelle sue forme più gravi o croniche, la realtà è molto più complessa e talvolta controintuitiva.

Infatti, in molti casi, le persone con DOC si trovano invischiate in veri e propri meccanismi paralizzanti, dove i rituali, i dubbi, le verifiche e i pensieri intrusivi finiscono per rallentare drammaticamente le loro giornate.

Invece di osservare la “perfezione” nella produttività, si può assistere a una grande perdita di tempo, a difficoltà nel rispettare gli orari, gli appuntamenti o le consegne.

Routine apparentemente semplici diventano montagne da scalare, e ciò che per un’altra persona richiede pochi minuti può trasformarsi in un’impresa di un’ora o più.

Questo fenomeno può sembrare paradossale: come può una persona ossessionata dalla precisione e dal controllo, risultare inefficiente e in ritardo?

Eppure è proprio questa la natura pervasiva e intrusiva del DOC.

Questa discrepanza tra aspettative esterne e funzionamento interno può essere fonte di grande frustrazione per le persone con DOC, che spesso sono perfettamente consapevoli della propria lentezza e ne soffrono profondamente, ma non riescono a interrompere il ciclo delle ossessioni e delle compulsioni che la alimentano.

L’ossessione per il “fare bene” diventa il principale ostacolo al “fare”, perché ogni azione è costantemente analizzata, verificata, ripetuta, fino a perdere il proprio senso originario.

La obsessional slowness si colloca esattamente in questo punto critico, ed è uno degli aspetti più debilitanti del disturbo, anche se spesso sottovalutato o mal interpretato.

Nelle prossime righe capiremo quali sono i principali meccanismi che determinano e mantengono l’obsessional slowness.

DOC e Perdita di Tempo: Capiamo cos’è la Obsessional Slowness nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo

L’obsessional slowness nel disturbo ossessivo-compulsivo si verifica come conseguenza diretta della complessa interazione tra pensieri intrusivi, ansia e compulsioni, e rappresenta una manifestazione molto particolare ma estremamente invalidante di questo disturbo.

Anche se a un osservatore esterno può apparire come semplice lentezza, distrazione, disorganizzazione o perdita di tempo, in realtà si tratta di un rallentamento profondamente radicato nei meccanismi cognitivi ed emotivi del DOC.

La persona non rallenta perché vuole, ma perché è intrappolata in una rete di pensieri e comportamenti ripetitivi che hanno lo scopo di ridurre l’ansia, ma che paradossalmente la rinforzano e la moltiplicano.

Questo rallentamento può diventare così pervasivo da compromettere ogni aspetto della vita quotidiana, e può essere interpretato solo se si comprendono le dinamiche psicopatologiche che lo sostengono.

I meccanismi che determinano e che contribuiscono al mantenimento di questo fenomeno del DOC sono:

  • Perfezionismo e paura di sbagliare: una delle motivazioni più comuni alla base dell’obsessional slowness è l’estremo perfezionismo che caratterizza molte persone con DOC. Ogni gesto, ogni parola, ogni azione deve essere “giusta”, “completa”, “precisa”, “adeguata”, pena l’insorgenza di un’intensa ansia o del senso di colpa. Questo significa che attività banali come vestirsi, scrivere una mail o preparare uno zaino possono diventare lunghissime, perché l’individuo si blocca continuamente a controllare se ha fatto tutto nel modo corretto. Anche quando oggettivamente l’azione è stata svolta in maniera appropriata, il dubbio ossessivo (“e se non fosse abbastanza bene?”) lo costringe a ripetere, a ricontrollare, a rifare, ritardando inevitabilmente ogni passaggio della giornata. L’ossessione per il risultato perfetto finisce per sabotare il risultato stesso.
  • Rituali mentali o motori nascosti: l’obsessional slowness può anche dipendere dalla necessità di compiere rituali compulsivi che non sono sempre visibili agli altri. Alcune persone devono “pensare le cose nel modo giusto” prima di poter passare all’azione, oppure devono ripetere mentalmente frasi, numeri, preghiere o immagini prima di svolgere anche il compito più semplice. Altri devono eseguire micro-azioni invisibili come toccare un oggetto un certo numero di volte o respirare in modo specifico. Tutti questi rituali, anche se non osservabili, richiedono tempo, attenzione e sforzo mentale, e finiscono per rallentare drasticamente l’esecuzione delle attività quotidiane. L’azione non è mai lineare, ma interrotta, rallentata, contaminata da una serie di passaggi intermedi che servono a “neutralizzare” pensieri indesiderati o a prevenire eventi temuti, seppur irrazionali.
  • Difficoltà nel prendere decisioni: molte persone con DOC manifestano una difficoltà marcata nel prendere decisioni, anche minime. Scegliere quale camicia indossare, quale strada prendere per andare al lavoro, quale prodotto comprare al supermercato può diventare una fonte di paralisi, perché ogni scelta porta con sé il timore di fare l’errore “sbagliato”. Questa indecisione cronica rallenta tutte le attività della giornata e contribuisce in modo sostanziale alla lentezza ossessiva. Anche dopo aver preso una decisione, spesso la persona torna indietro, cambia idea, si ferma, ricomincia il processo decisionale da capo, in un circolo vizioso che consuma tempo ed energia. La paura del giudizio, delle conseguenze, o semplicemente del “non aver fatto la scelta perfetta” rende anche le scelte più semplici fonte di disagio e blocco.
  • Controlli ripetuti e compulsivi: un altro motivo centrale per cui si verifica l’obsessional slowness è l’esigenza compulsiva di controllare ripetutamente ciò che si è fatto. Controllare che il gas sia spento, che la porta sia chiusa, che il messaggio inviato non contenga errori, che i documenti siano tutti al loro posto. Questi controlli possono protrarsi per minuti o anche ore, e spesso non danno alcuna reale tranquillità. Anche dopo aver controllato, la persona può dubitare della validità del controllo stesso, e sentire il bisogno di ripeterlo. Questa compulsività, che nasce dal tentativo di ridurre l’ansia, genera però un effetto contrario: più si controlla, più ci si sente insicuri, e più il tempo si dilata in modo patologico. In molti casi, il controllo diventa un rituale rigido con passaggi fissi che devono essere eseguiti in una sequenza precisa, pena il bisogno di ricominciare da capo.
  • Paura delle conseguenze catastrofiche: spesso il rallentamento è anche legato alla convinzione che un errore, una disattenzione o una trascuratezza possano portare a conseguenze gravissime o irreparabili. Questo pensiero, tipico del DOC, genera una pressione immensa sul singolo atto: se anche un piccolo errore può avere un impatto enorme, allora ogni azione deve essere svolta con la massima cautela, e non può essere completata fino a quando non si è sicuri al 100% della sua “correttezza”. Questo senso di responsabilità ipertrofica porta a un rallentamento cronico, perché ogni gesto è accompagnato da mille precauzioni, da ripensamenti, da controlli preventivi, da esitazioni. Anche le attività automatiche perdono la loro fluidità, perché devono essere analizzate e validate in ogni loro aspetto.

Se pensi che anche il tuo disturbo ossessivo-compulsivo ti porti a perdere moltissimo tempo nelle attività quotidiane, facendoti sentire rallentato, bloccato o sopraffatto da una lentezza difficile da spiegare, sappi che non sei solo e che si tratta di un aspetto ben noto e riconosciuto del DOC.

Anche se a volte può sembrare un problema insormontabile, o difficile da comunicare agli altri, esistono percorsi concreti per affrontarlo.

Un professionista della salute mentale può aiutarti anche su questo fronte, spesso lavorando sulle cause più profonde: l’ansia generata dalle ossessioni, il bisogno di controllo, il perfezionismo e la rigidità che ti portano a sentirti sempre “in ritardo” o fuori tempo.

Attraverso un approccio personalizzato, che può includere un trattamento psicoterapeutico (come la terapia cognitivo-comportamentale) e, quando indicato, un supporto psicofarmacologico, è possibile agire in modo diretto o indiretto anche sulla obsessional slowness, restituendoti maggiore libertà e fluidità nel vivere la tua quotidianità che non significa “andare più veloci”, ma imparare a muoverti senza la costante pressione del dubbio, del controllo e della paura di sbagliare.

Contatta il centro specializzato in disturbo ossessivo-compulsivo GAM-Medical.

I professionisti della salute mentale che vi lavorano conoscono in profondità queste dinamiche e potranno accompagnarti in un percorso di comprensione e cambiamento, rispettoso dei tuoi tempi, delle tue difficoltà, ma anche delle tue risorse.

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