I “Must-Have” per un ADHD a Lavoro

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I "Must-Have" per un ADHD a Lavoro

Molte persone ADHD, una volta adulte, tendono a perdere o a vedere affievolirsi la componente più tipicamente visibile dell’iperattività motoria, quella che nell’infanzia si manifesta con il bisogno incessante di correre, muoversi, dondolarsi, alzarsi, agitare le mani o toccare ogni cosa a portata.

Questa trasformazione è così comune che per anni si è pensato che l’iperattività fosse “una cosa da bambini” e che nell’età adulta il disturbo si manifestasse più sotto forma di disattenzione o impulsività cognitiva.

In molti casi è vero: con l’età si impara a controllare meglio il corpo, si interiorizzano regole sociali più rigide, e la pressione esterna (famiglia, scuola, lavoro) porta a inibire certi comportamenti motori.

Tuttavia, esiste una quota significativa di persone ADHD che mantengono una forma viva e presente di iperattività fisica anche in età adulta.

Questo non significa necessariamente che corrano in ufficio o si arrampichino sulle sedie, ma che il bisogno di muoversi, alzarsi, toccare cose, cambiare postura, camminare avanti e indietro o manipolare oggetti rimane forte e spesso difficile da ignorare.

Nel contesto lavorativo, tutto questo può rappresentare una sfida non da poco.

Gli ambienti di lavoro sono quasi sempre progettati per persone neurotipiche, ovvero persone che non hanno una differenza neurologica significativa come l’ADHD.

Sono spazi che privilegiano la staticità, il controllo, la concentrazione silenziosa e prolungata, e che non prevedono modalità di lavoro flessibili o motorie.

Questo significa che una persona ADHD che ha ancora una componente iperattiva rischia di sentirsi costantemente fuori posto, costretta a reprimere impulsi fisici che in realtà sono del tutto naturali per lei.

Ma reprimere non è mai una soluzione efficace: porta a stress, frustrazione, senso di inadeguatezza e, paradossalmente, a un aumento dell’irrequietezza interna.

Per fortuna esistono tecniche, strategie e strumenti concreti che possono aiutare ad accogliere e integrare questo tipo di iperattività, invece che combatterla.

Alcuni di questi strumenti si possono adottare direttamente nel proprio posto di lavoro, magari con piccoli accorgimenti che non richiedono di stravolgere nulla, altri sono più adatti a un ambiente domestico o lavorativo più flessibile, dove si ha maggiore libertà di movimento e di personalizzazione dello spazio.

L’importante è capire che non esiste un unico modo “giusto” di lavorare: esistono modi diversi che possono funzionare meglio per persone con cervelli diversi.

Quelli che verranno elencati più avanti non sono consigli medici né soluzioni universali, ma nascono dall’esperienza diretta di persone ADHD che, mettendo a frutto la loro creatività e la loro tenacia, hanno sperimentato, fallito, riprovato, adattato strategie al loro stile di funzionamento.

Sono suggerimenti che circolano nelle comunità ADHD, condivisi con spirito di solidarietà e desiderio reciproco di rendere il lavoro meno faticoso e più sostenibile.

E spesso proprio le persone ADHD sono le più esperte nella gestione della propria condizione: nessuno meglio di loro sa cosa significa vivere ogni giorno con un cervello che funziona fuori dai binari tradizionali, e nessuno più di loro ha la competenza pratica, sperimentata sul campo, per trovare e scambiare soluzioni creative e adattive.

Strumenti pratici per gestire l’iperattività fisica/motoria di una persona ADHD a lavoro

Quelli che seguono sono suggerimenti nati dall’esperienza concreta di persone ADHD che, nel tentativo di rendere più sostenibile il proprio modo di lavorare, hanno sperimentato soluzioni pratiche, flessibili e creative.

Non si tratta di raccomandazioni cliniche, ma di strategie condivise all’interno di comunità di persone neurodivergenti, che spesso sono le vere esperte del loro funzionamento e le più determinate a trovare strumenti che rendano la quotidianità più gestibile e meno frustrante.

In particolare:

  1. Scrivania regolabile in altezza (sit-stand desk): una scrivania sit-stand è senza dubbio uno degli strumenti fondamentali. La possibilità di regolare l’altezza della superficie di lavoro permette di assecondare la necessità di cambiare posizione frequentemente, passare dalla seduta alla posizione eretta e viceversa senza dover interrompere il flusso lavorativo. Questo è particolarmente utile per chi ha un’iperattività fisica marcata: invece di combatterla o sentirsi in colpa per l’impulso a muoversi, la si può accogliere in modo costruttivo. In piedi si può lavorare al computer, prendere appunti, partecipare a una call: è un modo semplice ma potentissimo per ridurre la sensazione di costrizione, e trasformare il movimento in una risorsa invece che in una distrazione. Alcune scrivanie hanno preset di altezza, quindi basta un tasto per alzarla o abbassarla, rendendo il tutto molto fluido. Inoltre, stare in piedi migliora anche la circolazione e può favorire la concentrazione nel breve periodo, cosa non da poco per chi tende a distrarsi.
  2. Tavola basculante (balance board): da usare in combinazione con la scrivania in piedi, una tavola basculante (o anche solo un cuscino propriocettivo) da mettere sotto i piedi permette di mantenere il corpo in micro-movimento costante, scaricando parte dell’energia motoria e aiutando la regolazione dell’attenzione. Il bello è che non richiede uno sforzo conscio: si può stare in piedi muovendosi appena, senza neanche pensarci, ma ottenendo un effetto di autoregolazione simile a quello del “dondolio” che alcune persone ADHD fanno istintivamente. Aiuta anche a non irrigidire le gambe e può essere un modo alternativo per soddisfare il bisogno di stimolazione sensoriale leggera senza abbandonare il posto di lavoro.
  3. Oggetti antistress sensoriali (fidget toys): la categoria degli oggetti da manipolare è vastissima, e non esiste una soluzione “una per tutti”, ma avere qualcosa da toccare, smanettare, roteare, schiacciare, far scattare, torcere… è vitale per chi ha una forte componente motoria nel proprio ADHD. Il trucco è trovare oggetti che siano sufficientemente stimolanti ma non distrattivi. Ci sono cubi con interruttori, ruote, bottoni e texture diverse, palle anti-stress con sabbia, gel o biglie all’interno, oppure anelli magnetici che si fanno scivolare tra le dita. Anche dei piccoli pezzi di LEGO da montare e smontare, una stringa tattile, una pallina da tennis con taglio per infilarci le dita… tutto può diventare un valido strumento di autoregolazione. L’importante è che sia a portata di mano, usabile senza troppe complicazioni e non faccia rumore eccessivo (a meno che il lavoro non sia in solitaria, ovviamente).
  4. Sedia attiva o sgabello ergonomico mobile: per quando si è seduti, una sedia “attiva” che consente di dondolarsi, inclinarsi, ruotare o semplicemente oscillare leggermente può fare una grande differenza. Esistono sgabelli con base semisferica o sedie con meccanismo basculante che permettono micro-movimenti continui, e aiutano a mantenere un certo grado di movimento anche da seduti. Questo può ridurre la frustrazione, migliorare la postura e prolungare il tempo in cui si riesce a restare concentrati. Anche un semplice cuscino da sedia instabile può aiutare, oppure una sedia con schienale flessibile o base a dondolo.
  5. Timer visivo o time-block visivo: le persone ADHD spesso hanno una percezione soggettiva del tempo (“time blindness”), quindi strumenti che rendano visibile lo scorrere del tempo sono molto utili. Un timer visivo – quelli con la parte rossa che si riduce man mano che il tempo passa – può essere un grande alleato per lavorare a blocchi temporali e ricordarsi di alzarsi, cambiare posizione o fare una pausa ogni tanto. Anche delle clessidre tattili, magari con sabbia colorata o liquidi colorati in movimento, possono essere non solo funzionali ma anche sensorialmente stimolanti in modo piacevole e non distraente.
  6. Auricolari o cuffie per isolamento acustico (anche senza suono): molte persone ADHD, specialmente con iperattività, sono sensibili ai rumori ambientali, e possono essere facilmente “catturate” da suoni casuali. Cuffie over-ear ben imbottite possono fungere da “coperta sensoriale” anche quando non si sta ascoltando nulla. Oppure, si può ascoltare rumore bianco, suoni ritmici, musica binaurale o brani strumentali che favoriscano un minimo di stimolazione sensoriale senza distrarre troppo. Il punto è evitare il “vuoto sensoriale”, che in molti casi porta all’iperstimolazione motoria. Se il cervello riceve un minimo di stimolo costante e prevedibile, ha meno bisogno di andarselo a cercare con il corpo.
  7. Pedaliera da scrivania o mini-stepper: se la necessità di muoversi è intensa, una pedaliera da scrivania – di quelle compatte da tenere sotto la scrivania anche da seduti – può essere utilissima. Permette di scaricare energia senza dover abbandonare il compito. L’azione ritmica e ripetitiva di pedalare può aiutare il cervello a “sintonizzarsi” meglio sull’attività cognitiva in corso, specialmente se noiosa o ripetitiva. Lo stesso vale per un mini stepper compatto o una cyclette da tavolo: l’importante è che siano silenziosi e stabili, per non diventare una fonte di frustrazione.
  8. Tappetino sensoriale sotto i piedi o oggetti tattili sul pavimento: un tappetino con texture diverse, o una pedana sensoriale, può offrire input tattili ai piedi anche stando fermi, o in fase di transizione tra una posizione e l’altra. Alcuni preferiscono camminare a piedi nudi su superfici stimolanti, altri usano palline da massaggio, o rulli plantari. Il contatto diretto con superfici diverse offre input sensoriali “proprio” nel punto in cui si concentra l’iperattività (le gambe, i piedi, la necessità di muoversi), ed è un ottimo modo per “assorbire” parte di quell’energia residua che tende a esplodere in movimenti irrefrenabili.

Avere a disposizione questi strumenti non significa eliminare l’ADHD o “correggere” l’iperattività, ma piuttosto creare uno spazio in cui essa possa coesistere con la produttività, la concentrazione e persino il piacere di lavorare.

Ogni corpo e ogni mente ADHD sono diversi, ed è solo sperimentando che si può capire quali strategie funzionano davvero.

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