La cleptomania è una patologia psichiatrica riconosciuta ufficialmente.
In questo articolo andremo a esplorare il legame che sussiste tra questo disturbo e il genere femminile, comprendendo perché sia o appare più frequente nelle donne, se vi sia un legame tra cleptomania e sessualità, analizzando come potrebbe scatenare la cleptomania e infine se abbia una base ereditaria.
La cleptomania: malattia delle donne?
La cleptomania sembra apparire avere un esordio durante l’adolescenza e con una frequenza più elevata nelle donne rispetto agli uomini, e nonostante la sua storia relativamente lunga, la cleptomania rimane poco compresa dal pubblico generale, dai clinici e dagli stessi pazienti. Lo studio “Kleptomania: clinical characteristics and treatment”(2008), pubblicato su National Library of Medicine avrebbe fatto emergere questo. La cleptomania è un disturbo invalidante che causa un’intensa sensazione di vergogna, nonché problemi legali, sociali, familiari e lavorativi, che per questo necessita di essere approfondita.
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Cleptomania: perché più frequente nelle donne?
Questa rappresentazione femminile molto alta potrebbe dipendere da diversi fattori, tra i quali emergono:
- Età di esordio: Nelle donne, l’insorgenza di un disturbo simile si scatena generalmente più tardi, intorno ai vent’anni, negli uomini questo accade spesso durante l’adolescenza.
- Accumulo degli oggetti: Le donne sono portate a conservare gli oggetti rubati, il rischio di essere identificate così facendo aumenta.
- Fenomeno del telescoping: La cleptomania nelle donne muta più rapidamente verso forme clinicamente rilevanti.
- Comorbidità psichiatriche: Le donne cleptomani spesso potrebbero presentare altri disturbi concomitanti, specialmente con altri disturbi del controllo degli impulsi (20-46%), abuso di sostanze (23-50%) e disturbi dell’umore (45-100%), tutte problematiche che potrebbero favorire l’emersione e il riconoscimento clinico della cleptomania. Questo è ciò che lo studio sopracitato sottolinea rispetto alla cleptomania femminile.
Lo studio “Gender-related differences in individuals seeking treatment for kleptomania” (2008), pubblicato su National Library of Medicine, inoltre, evidenzierebbe come rispetto agli uomini, le donne con cleptomania abbiano una maggiore probabilità di essere sposate e presentano più frequentemente un disturbo alimentare. Al contrario, sono meno propense degli uomini a rubare dispositivi elettronici e ad avere un altro disturbo del controllo degli impulsi.
Sono tutti aspetti che potrebbero rendere le donne più visibili agli occhi della comunità scientifica e medica rispetto a tale disagio, facilitandone così la diagnosi.
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Cleptomania e sessualità: c’è un legame?
Storicamente, la psicoanalisi aveva ipotizzato un collegamento simbolico tra cleptomania e sessualità repressa, considerando il furto come espressione indiretta di impulsi sessuali non riconosciuti o repressi.
Nonostante questo, al momento nessuno studio scientifico avvalora tale interpretazione, al momento ci sono evidenze che assocerebbero invece la cleptomania con una difficoltà nella regolazione emotiva, insieme ad una incapacità di gestione degli impulsi compulsivi. Pertanto, attualmente non esiste una solida base scientifica che confermi una relazione specifica tra cleptomania e problematiche sessuali.
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Cosa scatena la cleptomania nelle donne?
Nelle donne sono stati registrati vari fattori scatenanti, tra quelli individuati in chi soffre di cleptomania emergono:
- Stress e ansia: Alcune situazioni emotivamente accese potrebbero indurre a rubare in maniera incontrollabile.
- Noia e frustrazione: Il furto potrebbe essere percepito come un diversivo inconsapevole o una strategia maladattiva per accettare le emozioni negative persistenti.
- Disturbi concomitanti: Determinate condizioni patologiche sottostanti potrebbero accentuare gli impulsi compulsivi e il comportamento di furto.
Il furto, quindi, si trasforma in un mezzo molto potente per poter eliminare temporaneamente un determinato stato emotivo negativo, in questo modo si crea un ciclo patologico che, però, continua ad autoalimentarsi. Nel caso in cui ti trovassi in questa situazione e stessi sperimentando sensazioni forti e negative, ti invitiamo a rivolgerti ad un professionista della salute mentale.
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Cleptomania: è ereditaria?
La cleptomania, come molti altri disturbi psichiatrici, potrebbe avere una componente genetica, ma attualmente la ricerca non ha identificato chiaramente fattori ereditari specifici che possano spiegare il disturbo.
Lo studio “Family history and psychiatric comorbidity in persons with kleptomania” (2003), pubblicato su National Library of Medicine avrebbe suggerito che la cleptomania potrebbe essere più comune tra persone con una storia familiare di disturbi del controllo degli impulsi, anche la probabilità di avere parenti di primo grado con disturbo da uso di alcol o con altri disturbi psichiatrici è estremamente alta.
L’influenza genetica interagisce fortemente con i fattori ambientali e psicologici, rendendo molto complesso individuare una chiara ereditarietà diretta di tale disturbo.

Soffri di cleptomania e non sai come fare?
Considerata la complessità di questo disturbo e le frequenti comorbidità psichiatriche, un approccio terapeutico, che unisca psicoterapia e farmacologia, è essenziale per migliorare concretamente la qualità di vita delle donne affette da cleptomania.
GAM Medical, Istituto Psicologico e Psichiatrico Italiano, offre percorsi di supporto psicologico mirati a riconoscere e affrontare la tua patologia, e le emozioni ad esso legate. Questo potrebbe essere il primo grande passo concreto verso una vita sana e felice.
L’aumento della consapevolezza sulla cleptomani, insieme ad un maggiore accesso ai trattamenti specifici rappresentano, sono aspetti fondamentali che potrebbero ridurre l’impatto sociale e personale che questo disturbo provoca nelle donne, tramite degli strumenti concreti utile a salvaguardare la propria salute mentale, prevenendo eventuali ricadute.
Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.
Fonti:
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17713696/
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18323758/
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/14610719/