Frode e PTSD: l’impatto psicologico nascosto delle truffe

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ptsd: essere truffati

Cadere vittima di una truffa non significa solo perdere denaro: il vero danno spesso si annida nella mente. Chi ha subito un inganno può sperimentare ansia, vergogna, insonnia e sintomi da disturbo post-traumatico da stress (PTSD)

Ti sei mai chiesto perché si cade nelle truffe, quali conseguenze psicologiche portano con sé e soprattutto come se ne esce? Se conosci qualcuno che sta vivendo questa esperienza, o se tu stesso hai affrontato una frode, leggere questo articolo potrebbe essere il primo passo verso una nuova consapevolezza.

Perché si cade nelle truffe?

Le frodi sfruttano meccanismi psicologici universali, non la debolezza di una singola persona. I truffatori utilizzano leve come l’urgenza (“l’offerta scade tra pochi minuti”), l’autorità (spacciarsi per banche o enti pubblici), o la scarsità (“posti limitati”) per abbassare le difese critiche. In altre parole, colpiscono i nostri automatismi cognitivi, quelli che normalmente ci aiutano a prendere decisioni rapide nella vita di tutti i giorni, ma che sotto pressione possono trasformarsi in vulnerabilità.

Un aspetto importante è la componente emotiva: la paura di perdere un’occasione o il timore di subire una sanzione spinge le persone a reagire d’istinto, riducendo lo spazio per la riflessione critica. Molti truffatori, infatti, sono esperti nel leggere le emozioni altrui e nel modulare il linguaggio per apparire credibili e rassicuranti. La manipolazione avviene in modo graduale: parte con messaggi innocui, piccoli dettagli che costruiscono fiducia, fino ad arrivare alla richiesta vera e propria che compromette la vittima. È il cosiddetto “principio del piede nella porta”, una tecnica nota in psicologia sociale che porta ad accettare richieste sempre più grandi dopo aver concesso piccoli consensi iniziali.

Lo studio “Mental States: A Key Point in Scam Compliance and Warning Compliance in Real Life” (2022) evidenzia come fattori psicologici, bias cognitivi ed equilibrio emotivo siano determinanti nel favorire la compliance alle frodi e nel ridurre l’efficacia degli avvisi di allerta.

Per questo motivo, anche individui considerati razionali, prudenti o esperti in ambito digitale possono cadere in inganni studiati appositamente per apparire coerenti e credibili. Non è una questione di intelligenza o competenza, ma di vulnerabilità umana: chiunque, in un momento di distrazione, stress o bisogno emotivo, può diventare il bersaglio perfetto. E proprio questo rende la frode così devastante: non intacca solo il portafoglio, ma colpisce la fiducia in sé stessi e negli altri, lasciando una ferita difficile da rimarginare.

Come difendersi dalle truffe?

Prevenire è meglio che curare, e questo vale anche quando si parla di frodi. Ma come difendersi dalle truffe in un mondo sempre più digitale? Alcune strategie pratiche includono:

  • Non condividere mai dati sensibili tramite email o messaggi sospetti.
  • Diffidare delle offerte troppo vantaggiose o urgenti.
  • Verificare sempre la fonte, chiamando direttamente l’ente o l’azienda che si presenta.
  • Aggiornare password e sistemi di sicurezza regolarmente.
  • Educarsi alle tecniche più comuni di phishing e inganno online.

La prevenzione, però, non elimina del tutto il rischio. Sapere che anche persone esperte possono cadere vittime è un passo importante per non sentirsi soli o “ingenui” dopo l’accaduto.

Psicologia delle frodi: il legame con ansia e disturbi post-traumatici

Comprendere la psicologia delle frodi significa accettare che non si tratta di episodi isolati, ma di eventi con un peso clinico. Numerose vittime riportano flashback, difficoltà di concentrazione, sensi di colpa persistenti e altri sintomi che ricordano quelli del PTSD. Non è raro che un inganno finanziario scateni anche un circolo vizioso di ansia e isolamento sociale.

Una conferma arriva dallo studio “The dynamic emotional experience of online fraud victims during the process of being defrauded: A text-based analysis”(2024) di Wang J., Zhang L., Xu L., Qian X., che analizzando grandi volumi di testimonianze mappa un percorso emotivo ricorrente nelle vittime: dallo shock e dalla paura iniziali si passa a vergogna e senso di colpa, fino a rabbia e sfiducia; gli autori riportano anche sintomi fisici (insonnia, nausea, perdita di peso) e danni psicologici persistenti, un logoramento della fiducia interpersonale che può alimentare quadri d’ansia e manifestazioni simili al PTSD.

Per rendere più chiara la portata del problema, ecco una comparazione:

AspettoDopo un furto materialeDopo una truffa finanziaria
Perdita economicaImmediata, quantificabileSpesso prolungata e invisibile
Fiducia nelle personeGeneralmente intattaCompromessa gravemente
Sintomi emotiviRabbia, frustrazioneVergogna, colpa, ansia persistente
Rischio PTSDBasso-medioElevato

Depressione dopo furti e truffe?

La depressione dopo furti o truffe rappresenta una realtà clinica sempre più riconosciuta. Non si tratta solo di tristezza temporanea, ma di una condizione che può evolvere in insonnia, perdita di interesse nelle attività quotidiane e isolamento sociale.

Le vittime, spesso, non chiedono aiuto immediatamente perché prevalgono vergogna e paura di essere giudicati. Questo silenzio prolunga la sofferenza e rende più difficile la guarigione. Un aspetto cruciale da ricordare è che la depressione non è un segno di debolezza personale: è la conseguenza di un trauma che ha violato fiducia, sicurezza e senso di controllo. 

Lo conferma anche lo studio “The dynamic emotional experience of online fraud victims during the process of being defrauded: A text-based analysis” (2024) di Wang J., Zhang L., Xu L. e Qian X., che mette in luce come le emozioni negative vissute nel corso stesso dell’inganno, dallo shock iniziale alla frustrazione e al senso di colpa, possano avere un impatto profondo e duraturo sulla salute mentale delle vittime.

Per interrompere questo ciclo, la prima strategia è parlarne. Condividere l’esperienza con familiari, amici o professionisti riduce l’auto-colpevolizzazione e apre la strada a un percorso di recupero.

3 consigli per aiutare una persona truffata

Quando un familiare o un amico subisce una frode, ci si chiede come aiutare una persona truffata. L’approccio migliore non è quello di giudicare, ma di ascoltare e sostenere.

Ecco tre linee guida utili:

  1. Ascolto empatico: Offri uno spazio sicuro in cui la persona possa raccontare cosa è accaduto senza sentirsi giudicata. Evita frasi che possano minimizzare l’accaduto e concentra l’attenzione sulle sue emozioni, mostrando comprensione e validazione dei suoi sentimenti di rabbia, paura o vergogna.
  2. Supporto pratico: Accompagna la persona nei primi passi concreti, come contattare la banca per bloccare eventuali transazioni sospette, denunciare l’accaduto alla polizia o rivolgersi a un avvocato per ricevere tutela legale. Offrire aiuto nella gestione della burocrazia e nella raccolta delle prove (email, messaggi, documenti) riduce il senso di solitudine e aumenta la percezione di controllo sulla situazione.
  3. Orientamento psicologico: Suggerisci la possibilità di rivolgersi a uno psicologo o a un servizio di supporto specializzato per elaborare le conseguenze emotive della truffa, come ansia, insonnia, calo di autostima o difficoltà di fiducia verso gli altri. Normalizzare la richiesta di aiuto professionale è fondamentale per prevenire il rischio di isolamento e per favorire un percorso di recupero più sereno.

Spesso, chi è stato raggirato non cerca subito supporto professionale per paura di essere stigmatizzato. Incoraggiare invece la ricerca di un aiuto specializzato è un gesto fondamentale per favorire la ripresa.

trauma e truffe
trauma e truffe

Superare la frode? Un percorso possibile

Cadere in una frode può scuotere profondamente la propria identità, ma la guarigione è possibile. Se ti riconosci nei sintomi di ansia, depressione e difficoltà di fiducia non sottovalutare il problema. Il primo passo è riconoscere l’impatto psicologico: quello che stai vivendo può essere un trauma a tutti gli effetti. Il secondo è valutare, con l’aiuto di strumenti validati, se questi sintomi rientrano nei criteri del disturbo post-traumatico da stress.

Il Test PTSD Online di GAM Medical è uno strumento rapido, gratuito e online che ti permette di fare chiarezza sul tuo stato psicologico. Non lasciare che la frode continui a rubarti serenità: prendi in mano la tua salute mentale oggi stesso.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0047235224000801
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35886144/ 

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Psichiatra-ADHD-Gincarlo-Giupponi

Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

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