DOC a Tema Alimentare: somiglianze e differenze con i DCA

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DOC a Tema Alimentare: somiglianze e differenze con i DCA

Esistono situazioni in cui il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) assume una forma molto specifica: quella a tema alimentare.

In questi casi, pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi si concentrano in modo esclusivo o prevalente su tutto ciò che riguarda cibo, alimentazione, rituali legati ai pasti, contaminazioni percepite, oppure il corpo e il suo aspetto.

Il problema, in questi casi, è che la presentazione sintomatica può assomigliare molto a un disturbo del comportamento alimentare (DCA), come ad esempio l’anoressia nervosa, il binge eating o la bulimia.

Non si tratta di una somiglianza superficiale: spesso le due condizioni condividono comportamenti, paure, rigidità e rituali simili.

La linea tra DOC a tema alimentare e DCA è molto sottile. In alcuni casi, addirittura, è praticamente invisibile a un occhio non esperto.

Basti pensare che anche nei disturbi alimentari diagnosticati (soprattutto nell’anoressia nervosa) è ben documentata una componente ossessiva importante.

I rituali, la rigidità alimentare, l’ansia anticipatoria rispetto al cibo o alla perdita di controllo non sono molto diversi – dal punto di vista fenomenologico – da quelli osservabili in un DOC.

Per questo motivo è fondamentale che, davanti a sintomi legati al cibo, si valuti con attenzione la possibilità di un disturbo ossessivo-compulsivo in forma atipica, soprattutto quando i comportamenti sembrano motivati più da una logica di controllo, purezza, prevenzione o perfezionismo che da dinamiche legate all’immagine corporea.

Che cos’è il disturbo ossessivo-compulsivo a tema alimentare?

Il disturbo ossessivo-compulsivo a tema alimentare è una variante clinica del DOC in cui le ossessioni, le compulsioni o entrambe sono concentrate sugli aspetti che riguardano l’alimentazione, la qualità del cibo, la contaminazione percepita, la sicurezza o il perfezionismo associato ai pasti.

In alcuni casi può essere presente una forte componente dismorfofobica, ovvero la convinzione irrazionale di avere difetti fisici evidenti, anche in assenza di alterazioni reali del corpo.

In altri casi, però, le ossessioni non hanno nulla a che fare con il corpo, ma si esprimono attraverso controlli, evitamenti o rituali legati strettamente al cibo e alla sua gestione quotidiana.

Il DOC a tema alimentare può imitare un disturbo alimentare, ma le sue radici sono diverse: non si tratta principalmente di una relazione patologica con il corpo o con il peso, ma di un tentativo di ridurre l’ansia attraverso rituali e controlli rigidi.

L’alimentazione diventa il canale attraverso cui si esprime l’ossessione e si scarica la compulsione.

Come si manifesta il Disturbo Ossessivo-Compulsivo a tema alimentare?

Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) a tema alimentare si può concretizzare in diverse modalità e può assumere diverse forme.

Alcune di queste riguardano:

  • Mangiare solo cibi di determinate marche: in alcuni casi, la persona sviluppa la convinzione che solo certi alimenti siano “sicuri”, “puri”, “puliti” o “moralmente accettabili”. Queste convinzioni non sono fondate su allergie o intolleranze documentate, ma su regole interne molto rigide e immutabili. La scelta del marchio diventa un’ossessione, e il rifiuto del cibo “sbagliato” non è una questione di gusto, ma di ansia. Il pasto viene vissuto con tensione e disagio se le condizioni non sono rispettate. In questo caso, il comportamento potrebbe sembrare una forma di ortoressia o una restrizione alimentare selettiva, ma in realtà ha le caratteristiche di una compulsione.
  • Paura della contaminazione tra alimenti nel frigorifero o nel piatto: un’altra forma tipica è la paura che gli alimenti si contaminino tra loro, anche se non esiste un rischio reale. La persona potrebbe rifiutarsi di mangiare cibi che hanno toccato altri alimenti, anche se confezionati o separati da pellicole protettive. Potrebbe spostare e risistemare continuamente gli alimenti nel frigo per evitare che si tocchino o rifiutare cibi cucinati nella stessa padella. Questi comportamenti non sono motivati da igiene reale o da una sensibilità alimentare, ma da pensieri intrusivi e irrazionali, accompagnati da un forte bisogno di neutralizzarli attraverso rituali ripetitivi.
  • Evitamento di cibi conservati da più di un certo numero di giorni: in alcune forme di DOC a tema alimentare, emerge una preoccupazione estrema per la freschezza degli alimenti. Anche quando le date di scadenza sono rispettate, la persona sviluppa regole interne molto più severe, come ad esempio non mangiare nulla che sia stato conservato in frigo per più di 24 o 48 ore. Ogni dubbio sulla “sicurezza” del cibo scatena ansia, disgusto o sensazioni corporee sgradevoli. Anche in questo caso, il comportamento può sembrare simile a quello di alcune persone con DCA, ma la motivazione è diversa: qui l’elemento centrale è il pensiero ossessivo e il tentativo di rassicurazione attraverso l’evitamento.
  • Rimozione meticolosa di elementi percepiti come impuri nel piatto: alcune persone con DOC sviluppano rituali precisi di “pulizia” del piatto prima o durante il pasto. Rimuovono semi, parti grasse, filamenti, croste o qualsiasi elemento che venga percepito come contaminante, imperfetto o potenzialmente nocivo. Questo processo può durare a lungo e rovinare completamente l’esperienza del pasto. Il comportamento, apparentemente simile a quello di alcune forme restrittive di DCA, non è motivato dal desiderio di ridurre le calorie o di controllare il peso, ma da una spinta compulsiva a ripristinare un senso di ordine e purezza.
  • Ritualizzare rigidamente il momento del pasto: alcune persone con DOC a tema alimentare sviluppano veri e propri rituali rigidi intorno al momento del pasto. Possono mangiare solo a un certo orario esatto, nella stessa posizione, con gli stessi oggetti (posate, piatto, bicchiere), a volte addirittura nello stesso angolo del tavolo. Se qualcosa interrompe o modifica la sequenza – ad esempio se cambia il tipo di tovagliolo o se una persona parla durante il pasto – l’intera esperienza viene vissuta come rovinata, contaminata o da ricominciare da capo. Non è una questione di abitudine, ma una compulsione vera e propria: una serie di gesti obbligatori per “proteggersi” da un senso opprimente di disagio o pericolo.
  • Contare mentalmente ogni singolo boccone o gesto durante il pasto: in alcune manifestazioni, il pasto diventa un vero e proprio spazio rituale ossessivo. La persona può contare ogni boccone che mangia, ogni sorso che beve, ogni volta che mastica. Oppure può eseguire un numero fisso di tagli per ogni porzione. Questi conteggi non hanno una funzione pratica ma servono a “neutralizzare” ansie, pensieri intrusivi o il timore che qualcosa di brutto possa accadere se non si rispettano determinate quantità numeriche. Anche se il comportamento può sembrare simile a quelli dei disturbi alimentari, la motivazione è strettamente legata alla logica del DOC: controllare l’ansia tramite compulsioni numeriche.
  • Rifiuto di cibi cucinati da altri per timore di contaminazione: un comportamento ricorrente nel DOC a tema alimentare è l’evitamento sistematico di alimenti preparati da altre persone. Il soggetto ha la convinzione – spesso irrazionale ma incrollabile – che solo cucinando personalmente possa garantire un livello adeguato di pulizia, sicurezza o ordine. L’idea che qualcun altro possa non aver lavato bene le mani, le superfici, gli utensili o gli ingredienti genera un forte stato d’ansia, disgusto o addirittura panico. Questo può portare a evitare pranzi in famiglia, cene con amici, ristoranti o mense. Il timore non è tanto quello di “intossicarsi” in senso medico, ma quello di ingerire qualcosa che si percepisce come impuro, sporco, o “contaminato” anche in assenza di qualsiasi prova oggettiva. Il cibo preparato da altri diventa una minaccia, e il pasto un campo minato, rendendo la vita sociale e familiare estremamente limitata.

Aree di sovrapposizione e differenze tra DOC a tema alimentare e disturbi del comportamento alimentare

Le somiglianze tra DOC a tema alimentare e disturbi alimentari sono molte.

Entrambi possono presentare comportamenti ripetitivi, ritualizzati, regole rigide, evitamenti e ansia associata al cibo.

Anche la tendenza al perfezionismo, alla necessità di controllo e all’ipercontrollo delle emozioni può essere comune.

Tuttavia, le differenze sono sostanziali, e riconoscerle è fondamentale per garantire il trattamento corretto.

Nel DOC a tema alimentare, il focus è spesso orientato alla riduzione dell’ansia, all’evitamento della contaminazione, alla gestione di pensieri intrusivi o alla neutralizzazione di una sensazione di pericolo.

Il cibo diventa lo strumento attraverso cui si esprimono queste dinamiche.

Nei disturbi del comportamento alimentare, invece, il nucleo centrale è rappresentato dal corpo, dal peso, dall’immagine corporea e da una relazione disturbata con il nutrimento in quanto tale. Anche se possono esserci rituali simili, la motivazione psicologica è differente.

Inoltre, nei disturbi alimentari c’è spesso una componente identitaria e interpersonale molto più marcata: il corpo come mezzo di controllo relazionale, di comunicazione, di affermazione o di protesta.

Nel DOC, invece, il problema è più egodistonico: la persona vive il sintomo come fastidioso, assurdo, non voluto, mentre nei DCA, almeno inizialmente, c’è spesso una componente di investimento e di “utilità” apparente del comportamento.

Riconoscere la differenza tra un disturbo ossessivo-compulsivo a tema alimentare e un disturbo del comportamento alimentare non è semplice.

Spesso la sintomatologia si sovrappone, e può accadere che un paziente venga trattato per un DCA quando in realtà presenta un DOC, o viceversa.

Questi errori diagnostici, però, non sono affatto innocui: il trattamento delle due condizioni è profondamente diverso sia per approccio clinico che per strumenti terapeutici.

Alla clinica psicologica GAM-Medical, ci occupiamo da anni con competenza e specializzazione sia di DOC che di DCA. Siamo, infatti un centro specializzato in disturbi ossessivo-compulsivi e una clinica leader nella gestione dei disturbi alimentari.

I nostri professionisti della salute mentale sono formati per riconoscere le sfumature tra queste due condizioni, per effettuare una diagnosi differenziale accurata e per proporre percorsi di cura mirati, specifici e sostenibili nel tempo.

Troppo spesso, cliniche focalizzate solo su una delle due aree tendono a ricondurre ogni sintomo al proprio modello di riferimento, trascurando la possibilità che la spiegazione – e quindi l’intervento efficace – si trovi altrove.

La nostra clinica, specializzata tanto nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi ossessivo-compulsivi, tanto nel riconoscimento e nella gestione dei disturbi del comportamento alimentare, utilizza un approccio integrato, muldisiciplinare e multispecializzato che garantisce un corretto inquadramento diagnostico della propria sintomatologia, nonché un adeguato invio al trattamento.

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