Nei disturbi mentali, la mortalità può essere influenzata da diversi fattori, molti dei quali non sono immediatamente legati al disturbo in sé, ma derivano dalle conseguenze che questo ha sulla vita quotidiana e sulle abitudini della persona che ne soffre.
Un aspetto centrale è rappresentato dagli stili di vita poco sani che spesso accompagnano le persone con disturbi mentali.
Questi stili di vita possono includere una scarsa alimentazione, la mancanza di esercizio fisico, il fumo e l’abuso di alcol, tutte abitudini che aumentano il rischio di sviluppare malattie organiche come patologie cardiovascolari, diabete e altre condizioni croniche che possono compromettere la salute e, nel lungo termine, la sopravvivenza.
Un altro fattore chiave è l’abuso di sostanze.
Molte persone con disturbi mentali ricorrono all’uso di droghe o alcol come una sorta di strategia di coping per gestire la propria sintomatologia.
L’uso di queste sostanze può fornire un sollievo temporaneo, ma nel lungo termine aggrava il quadro clinico e comporta rischi aggiuntivi per la salute fisica e mentale.
L’abuso di sostanze non solo aumenta il rischio di sviluppare dipendenze, ma può anche portare a overdose accidentali, danni permanenti agli organi e incidenti, tutti fattori che aumentano significativamente il tasso di mortalità.
Un fattore particolarmente determinante quando si parla di mortalità nei disturbi mentali è però il suicidio.
Il rischio di suicidio è significativamente più alto nelle persone che soffrono di disturbi mentali, specialmente in alcune condizioni.
Nelle prossime righe, capiremo quali sono i disturbi e le condizioni con più elevati tassi di suicidialità.
Disturbi Mentali più Correlati al Suicidio
Il rischio di suicidio è elevato in diversi disturbi mentali, ma alcuni disturbi sono particolarmente associati a un rischio significativamente maggiore.
Il suicidio è spesso il risultato di una combinazione di fattori, tra cui il dolore psicologico intenso, la perdita di speranza, e la difficoltà a gestire i sintomi di un disturbo mentale.
È essenziale identificare e monitorare attentamente i pazienti con questi disturbi per prevenire il suicidio e fornire un intervento tempestivo.
I disturbi mentali con il più alto rischio di suicidio sono:
- Depressione maggiore: La depressione maggiore è uno dei disturbi mentali con il più alto rischio di suicidio. I pazienti con depressione maggiore spesso sperimentano un intenso dolore emotivo, sentimenti di disperazione e un senso di inutilità che possono portarli a considerare il suicidio come un modo per sfuggire alla sofferenza. Il rischio di suicidio è particolarmente alto durante gli episodi depressivi più gravi, specialmente quando il paziente manifesta sintomi come anedonia (perdita di interesse per le attività che prima trovava piacevoli), insonnia, agitazione o rallentamento psicomotorio, e pensieri ricorrenti di morte o di suicidio. I pazienti che hanno già tentato il suicidio in passato o che soffrono di depressione cronica sono a rischio ancora maggiore.
- Disturbo bipolare: Il disturbo bipolare è caratterizzato da alternanza tra episodi di depressione e mania o ipomania, e il rischio di suicidio è particolarmente alto durante gli episodi depressivi. Tuttavia, anche durante le fasi maniacali o ipomaniacali, i pazienti possono essere a rischio di comportamenti impulsivi che includono tentativi di suicidio. Nei pazienti con disturbo bipolare, il rischio di suicidio è aggravato dalla gravità degli sbalzi di umore e dalla difficoltà a mantenere la stabilità emotiva. Il disturbo bipolare è associato a un rischio di suicidio significativamente più alto rispetto alla popolazione generale, e i pazienti con una storia di episodi misti (che combinano sintomi depressivi e maniacali) sono particolarmente vulnerabili.
- Disturbo borderline di personalità (BPD): Il disturbo borderline di personalità è caratterizzato da instabilità emotiva, relazioni interpersonali turbolente e comportamenti impulsivi. I pazienti con BPD spesso sperimentano sentimenti intensi di vuoto, paura dell’abbandono e un’autostima estremamente fragile, che possono portarli a tentare il suicidio o a mettere in atto comportamenti autolesionistici. Il rischio di suicidio è particolarmente alto nei pazienti con BPD, e si stima che fino al 10% delle persone con questo disturbo possa morire per suicidio. I comportamenti impulsivi e le reazioni emotive estreme che caratterizzano il BPD aumentano il rischio di tentativi di suicidio impulsivi, spesso in risposta a eventi percepiti come rifiuti o abbandoni.
- Disturbo post-traumatico da stress (PTSD): Il disturbo post-traumatico da stress si sviluppa in seguito a esperienze traumatiche, come abusi, incidenti, guerre o disastri naturali. I pazienti con PTSD possono sperimentare flashback, incubi, ipervigilanza e una costante sensazione di essere in pericolo, il che può portare a un dolore emotivo profondo e a sentimenti di disperazione. Il rischio di suicidio è particolarmente alto nei pazienti con PTSD, poiché il disturbo può essere accompagnato da depressione, abuso di sostanze e isolamento sociale, tutti fattori che aumentano il rischio di suicidio. Inoltre, i pazienti con PTSD spesso cercano di evitare i ricordi traumatici, il che può complicare il trattamento e aumentare il rischio di comportamenti suicidari.
- Schizofrenia: I pazienti con schizofrenia, un disturbo caratterizzato da psicosi, allucinazioni, deliri e disorganizzazione del pensiero, sono anche a rischio significativo di suicidio. Il rischio è più alto nei primi anni dopo l’inizio della malattia, poiché i pazienti possono essere sopraffatti dai sintomi psicotici e dalle difficoltà a mantenere relazioni sociali o occupazionali. I pazienti che sono consapevoli della gravità del loro disturbo possono sviluppare sentimenti di disperazione, specialmente se il trattamento non è efficace o se i sintomi persistono. La schizofrenia è associata a un rischio di suicidio circa 20 volte superiore rispetto alla popolazione generale, e i pazienti con una storia di depressione o di tentativi di suicidio sono particolarmente vulnerabili.
- Anoressia nervosa: L’anoressia nervosa, un disturbo alimentare caratterizzato da una paura intensa di ingrassare e da un’immagine corporea distorta, è associata a uno dei tassi di mortalità più alti tra i disturbi mentali, e una parte significativa di queste morti è dovuta al suicidio. I pazienti con anoressia nervosa possono sperimentare una profonda depressione, ansia e isolamento sociale, e possono vedere il suicidio come un modo per porre fine alla loro sofferenza. Inoltre, il deperimento fisico causato dalla malnutrizione e dalla perdita di peso può influire sulla capacità del paziente di pensare chiaramente e di prendere decisioni razionali, aumentando il rischio di tentativi di suicidio.
- Disturbi d’ansia e DOC: Sebbene i disturbi d’ansia, come il disturbo d’ansia generalizzata, il disturbo di panico e il disturbo ossessivo-compulsivo, siano spesso associati a un rischio inferiore di suicidio rispetto ai disturbi dell’umore, alcuni pazienti con disturbi d’ansia gravi possono essere a rischio di suicidio, soprattutto se convivono con la depressione. Nei pazienti con disturbo di panico, gli attacchi di panico frequenti e debilitanti possono portare a un senso di disperazione e impotenza, che può aumentare il rischio di suicidio. Anche il disturbo ossessivo-compulsivo, caratterizzato da pensieri intrusivi e comportamenti compulsivi, può essere associato a un rischio maggiore di suicidio nei casi più gravi, specialmente quando i sintomi sono accompagnati da depressione.
- Disturbo da uso di sostanze: L’abuso di alcol e droghe è fortemente associato a un aumento del rischio di suicidio. Le sostanze psicoattive possono amplificare i sentimenti di depressione e disperazione, oltre a ridurre le inibizioni e la capacità di pensare chiaramente, rendendo più probabili i tentativi di suicidio. I pazienti con dipendenze possono sentirsi intrappolati in un ciclo di abuso e disperazione, e l’uso cronico di sostanze può aggravare i sintomi di disturbi mentali preesistenti, come depressione o disturbi d’ansia. Il rischio di suicidio è particolarmente alto durante i periodi di astinenza o crisi, quando i pazienti possono sperimentare sintomi di ritiro fisico e psicologico.
- Disturbo dissociativo dell’identità (DID): Il disturbo dissociativo dell’identità, caratterizzato dalla presenza di due o più stati di identità distinti, è associato a un elevato rischio di suicidio, specialmente nei pazienti che hanno subito traumi gravi durante l’infanzia, come abusi fisici o sessuali. I pazienti con DID spesso sperimentano sentimenti di frammentazione e disconnessione dalla propria identità, il che può portare a una grave sofferenza emotiva e a pensieri suicidari. Inoltre, le identità dissociative possono manifestare comportamenti suicidari o autolesionistici in risposta a stress o ricordi traumatici. La gestione del DID richiede un trattamento psicoterapeutico intensivo per ridurre il rischio di suicidio e migliorare l’integrazione delle identità dissociate.
Quindi, i disturbi mentali con il più alto rischio di suicidio includono la depressione maggiore, il disturbo bipolare, il disturbo borderline di personalità, il disturbo post-traumatico da stress, la schizofrenia, l’anoressia nervosa, i disturbi d’ansia, i disturbi da uso di sostanze e il disturbo dissociativo dell’identità.
È fondamentale identificare precocemente i pazienti a rischio e fornire interventi terapeutici e psicologici adeguati per prevenire il suicidio.