In che modo il COVID-19 ha influenzato le vite delle persone ADHD? Il 2019 è un anno che ha profondamente influenzato le nostre vite.
Per far fronte alla pandemia di COVID-19, le autorità sanitarie nazionali hanno temporaneamente chiuso gli ambienti di lavoro e istituzioni culturali, religiose ed educative come università e scuole. Anche chi è ADHD ha dovuto affrontare le restrizioni causate dalla pandemia di COVID-19, come l’istruzione domiciliare e la ridotta attività fisica. Durante il confinamento, gli ADHD hanno riportato un aumento dei sintomi comportamentali correlati all’ADHD e una diminuzione generale del benessere psicologico.
In questo articolo andremo a capire più nello specifico come la pandemia di COVID-19 ha influenzato gli ADHD e i loro sintomi ADHD.
Studi su COVID-19 e ADHD
Da quando è iniziata la pandemia, gli studiosi hanno esaminato la suscettibilità dei bambini e degli adulti al COVID-19. Studi pregressi hanno indicato che l’ADHD può essere considerato un fattore di rischio per un aumento di risultati sanitari meno positivi negli adulti.
Uno studio condotto presso la Carleton University e la University of Ottawa ha coinvolto 6.491 partecipanti da dieci Paesi. I risultati hanno rivelato un incremento significativo dei sintomi dell’ADHD riportati da molti bambini e dai loro caregiver durante il periodo del COVID-19.
Questo aumento dei sintomi è stato attribuito a vari fattori legati alla pandemia, come le modifiche alle routine quotidiane, lo stress ambientale e la limitata disponibilità di supporto. Il cambiamento nelle routine scolastiche e familiari, insieme all’aumento dello stress e alla riduzione dell’accesso ai servizi di supporto, ha contribuito a una manifestazione più evidente dei sintomi dell’ADHD.
Influenza del COVID-19 sull’ADHD
Rispetto al lasso di tempo precedente alla pandemia, in molti hanno riferito di avere meno contatti con i loro amici, coetanei e insegnanti. I sintomi correlati all’ADHD come condotta e comportamenti prosociali, sintomi comportamentali e difficoltà emotive sono peggiorati durante il confinamento. Inoltre gli studi hanno anche scoperto che un aumento dei sintomi dell’ADHD era associato a un umore più negativo.
Anche sentimenti come noia, ansia e stress sono aumentati. Sulla base dei risultati tratti da vari studi e sondaggi mirati al COVID-19 e all’ADHD, i sintomi dell’ADHD come disattenzione, iperattività e problemi di sfida oppositiva sono stati segnalati come molto più frequenti ed invasivi. È interessante però notare che i soggetti con sintomi ADHD già gravi hanno mostrato un miglioramento durante il blocco del COVID-19.
Conseguenze della pandemia sull’ADHD: sfide e risposte
La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto profondo sulla vita di molti, e questo è stato particolarmente vero per coloro che convivono con l’ADHD. Il lockdown e le restrizioni hanno trasformato significativamente il loro ambiente quotidiano, portando a sfide uniche e a una serie di conseguenze sia a livello scolastico che familiare. Secondo un’ampia revisione di pubblicazioni a riguardo svoltasi tra il 2020 e il 2021, i seguenti sarebbero alcuni dei punti più rilevanti.
#1 Impatto dell’apprendimento a distanza per l’ADHD
L’introduzione dell’apprendimento a distanza ha rappresentato una sfida significativa per molti studenti ADHD. La mancanza di una struttura fisica e di interazioni faccia a faccia con insegnanti e compagni ha potuto amplificare le difficoltà di concentrazione e organizzazione già presenti. Gli studenti ADHD spesso faticano a mantenere la motivazione e l’autodisciplina, e la didattica a distanza ha esacerbato questi problemi. La difficoltà nel seguire le lezioni online e nell’organizzare il proprio tempo ha contribuito a un aumento dei sintomi dell’ADHD, come disattenzione e impulsività, e a un generale deterioramento delle prestazioni scolastiche.
#2 Ruolo dei genitori e supporto familiare per l’ADHD
Durante la pandemia, il ruolo dei genitori è diventato ancora più cruciale per i bambini ADHD. L’adattamento a nuove routine e la gestione delle sfide quotidiane richiedevano un maggiore impegno da parte dei familiari. La carenza di supporto esterno, come il supporto scolastico e le attività extracurriculari, ha imposto ai genitori di assumere più responsabilità nel monitoraggio dei sintomi e nella gestione delle attività quotidiane. Tuttavia, questo aumento di responsabilità ha anche creato nuove fonti di stress per le famiglie, influenzando il loro benessere psicologico e, indirettamente, quello dei bambini ADHD.
#3 Benessere psicologico e salute mentale ADHD
La pandemia ha avuto un impatto significativo sul benessere psicologico di molte persone, e questo è stato particolarmente evidente tra coloro che vivono con ADHD. L’isolamento sociale, le preoccupazioni economiche e la difficoltà di accedere a servizi di salute mentale hanno contribuito a un aumento dell’ansia e della depressione. Per le persone ADHD, questi fattori di stress hanno amplificato le difficoltà già esistenti nella regolazione emotiva e nella gestione delle emozioni. È essenziale che le strategie di supporto per l’ADHD includano anche interventi mirati al benessere psicologico complessivo, per affrontare le sfide aggiuntive che la pandemia ha portato.
#4 Adattamenti e strategie di coping
Con la diffusione della pandemia, è emersa la necessità di adattamenti e strategie di coping specifiche per le persone ADHD. Molti hanno trovato utili tecniche come la creazione di routine strutturate, l’uso di strumenti di pianificazione digitale e la pratica di tecniche di rilassamento come la meditazione. L’adozione di queste strategie ha permesso di gestire meglio i sintomi dell’ADHD durante i periodi di incertezza e cambiamento. Le scuole e i centri di supporto hanno anche sperimentato nuovi metodi per offrire assistenza a distanza, cercando di rispondere alle esigenze uniche degli studenti con ADHD.
#5 Riflessioni future e necessità di ricerca
Il periodo della pandemia ha rivelato lacune significative nella comprensione e nella gestione dell’ADHD in contesti di emergenza. È fondamentale continuare la ricerca per comprendere appieno gli effetti a lungo termine del COVID-19 sui sintomi dell’ADHD e per sviluppare strategie più efficaci di intervento e supporto. Le lezioni apprese durante questa crisi possono guidare future risposte e preparazioni per eventuali sfide simili, migliorando il supporto e le risorse disponibili per le persone con ADHD e le loro famiglie.
COVID-19, ADHD e poco esercizio fisico
Nel contesto della pandemia di COVID-19, molte persone ADHD hanno sperimentato una significativa riduzione del loro benessere psicologico, come già discusso nelle sezioni precedenti. Tuttavia, oltre ai cambiamenti nelle routine quotidiane e allo stress ambientale, un altro fattore che ha avuto un impatto notevole è stata la ridotta attività fisica. Durante i periodi di confinamento, la chiusura delle palestre, delle scuole e di altre strutture sportive ha limitato le opportunità di movimento, essenziale per la gestione dei sintomi dell’ADHD.
L’esercizio fisico è noto per migliorare l’umore, aumentare la concentrazione e ridurre l’iperattività e l’impulsività, tutti aspetti cruciali per chi vive con l’ADHD. La mancanza di attività fisica durante la pandemia ha, quindi, esacerbato i sintomi in molti individui. Questo è stato particolarmente problematico per i bambini e gli adolescenti, che hanno visto limitate le loro opportunità di gioco all’aperto e di attività strutturate, con conseguenti aumenti dell’irritabilità e della difficoltà di concentrazione.
Farmaci per l’ADHD e COVID-19
Durante la pandemia di COVID-19, l’uso e la gestione dei farmaci per l’ADHD sono diventati temi di grande importanza per molte famiglie. Il cambiamento drastico delle routine quotidiane, unito alla riduzione dell’accesso ai servizi sanitari e di supporto, ha posto nuove sfide per chi assumeva farmaci per il trattamento dell’ADHD.
In molti casi, il lockdown ha interrotto le visite mediche regolari, rendendo più difficile la gestione della terapia farmacologica. Alcuni pazienti hanno riportato difficoltà nell’ottenere le prescrizioni e nel consultare i medici per monitorare gli effetti dei farmaci. Questo ha sollevato preoccupazioni circa l’aderenza al trattamento e la gestione degli effetti collaterali in un periodo di stress elevato e incertezza.
Inoltre, il cambiamento del contesto quotidiano ha influenzato la percezione dell’efficacia dei farmaci. La mancanza di struttura e l’isolamento sociale hanno portato molti genitori e caregiver a rivalutare l’uso dei farmaci per i loro figli. Alcuni hanno scelto di sospendere o ridurre la somministrazione dei farmaci, ritenendo che i sintomi potessero essere gestiti meglio senza le pressioni della scuola e delle attività esterne. Tuttavia, questa decisione ha comportato un aumento dei sintomi dell’ADHD per molti, poiché l’ambiente domestico non sempre offriva la stessa struttura e stimolazione necessarie per gestire efficacemente il disturbo.
D’altro canto, ci sono stati anche casi in cui i farmaci hanno rappresentato un’ancora di salvezza, aiutando le persone ADHD a mantenere un certo livello di funzionamento e stabilità durante il lockdown. Il COVID-19 ha quindi messo in luce l’importanza di un approccio personalizzato alla gestione farmacologica dell’ADHD, evidenziando la necessità di un monitoraggio continuo e di un supporto adattivo, anche in circostanze straordinarie come quelle della pandemia.
Come lasciare da parte l’eredità del COVID-19 e focalizzarsi sul benessere personale con l’ADHD
Anche dopo la fine ufficiale della pandemia, alcune persone potrebbero continuare a risentire dello stress e delle abitudini acquisite durante quel periodo. Per chi vive con l’ADHD, può essere particolarmente difficile distaccarsi da queste esperienze e ripristinare una sensazione di normalità. Ecco alcuni consigli pratici per aiutarti a superare le residue preoccupazioni legate al COVID-19 e a concentrarti sul tuo benessere personale.
- Rivedi e ristruttura le tue routine: Le abitudini instaurate durante la pandemia possono aver alterato il tuo ritmo quotidiano. Prenditi del tempo per rivedere e adattare la tua routine attuale, reintegrando elementi che ti aiutano a mantenere la struttura e la stabilità. Stabilire una giornata ben pianificata può aiutarti a ristabilire un senso di controllo e a migliorare la tua concentrazione.
- Stabilisci nuovi obiettivi personali: Concentrati su obiettivi a breve e lungo termine che rispecchiano i tuoi interessi e le tue aspirazioni attuali. Creare piani concreti e raggiungibili può offrirti una nuova direzione e aiutarti a lasciare da parte le preoccupazioni passate. Focalizzarti su obiettivi personali ti permette di deviare l’attenzione da eventuali residue preoccupazioni legate alla pandemia.
- Pratica il rilassamento e la mindfulness: Anche se la pandemia è finita, le sue ripercussioni possono persistere. Integra nella tua routine quotidiana pratiche di rilassamento come la meditazione o la mindfulness, che possono aiutarti a gestire l’ansia e a mantenere la tua mente ancorata al presente. Questi momenti di tranquillità possono ridurre l’impatto dello stress accumulato e favorire un recupero mentale.
- Riconnettiti con attività e relazioni positive: Il periodo della pandemia potrebbe aver limitato le tue interazioni sociali e le tue attività abituali. Ora è il momento di riconnetterti con amici, familiari e hobby che ti piacciono. Prendi l’iniziativa di rinnovare e rinvigorire le tue relazioni e attività, in modo da ridurre l’isolamento e recuperare un senso di normalità e benessere.
- Limita l’esposizione ai trigger del passato: Se ti rendi conto che certi stimoli o abitudini ti riportano alla mentalità della pandemia, cerca di limitarli. Ad esempio, se il consumo eccessivo di notizie ti causa ansia, stabilisci dei limiti giornalieri per l’accesso alle informazioni. Concentrati su attività che ti aiutano a rilassarti e a mantenere una visione positiva.
Implementare queste strategie può aiutarti a distaccarti dalle influenze residue del periodo pandemico e a focalizzarti su un benessere personale a lungo termine. Attraverso un’attenta pianificazione e cura di te stesso, puoi ritrovare l’equilibrio e la serenità nella tua vita quotidiana.
COVID-19 e ADHD
Durante la pandemia di COVID-19 è aumentata l’attenzione rivolta ai sintomi dell’ADHD e alla loro influenza su chi ha questo disturbo.
È importante chiarire che la gestione dei sintomi dell’ADHD richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge i professionisti della salute mentale, gli educatori e la famiglia della persona con disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività. Con il supporto adeguato, molte persone possono imparare a gestire i sintomi ADHD e a raggiungere i loro obiettivi personali.
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