ChatGPT nuovo consulente e terapeuta, ma aiuta davvero?

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Chatgpt aiuta d'avvero come psicologo?

È innegabile: negli ultimi anni l’intelligenza artificiale è diventata uno strumento ed un alleato indispensabile per gestire le sfide della vita quotidiana, ma ciò vale anche quando si parla di salute mentale? 

ChatGPT, in particolare, è passato dall’essere un semplice assistente virtuale a una fonte che molte persone usano anche per sfogarsi e parlare di emozioni, ansia, stress o problemi personali. Per alcuni è diventato un compagno di riflessione disponibile 24 ore su 24, capace all’apparenza di ascoltare e supportarci.

In questa guida analizzeremo come funziona ChatGpt, cosa dicono gli studi a riguardo, in quale misura può essere un alleato per il benessere psicologico e perché è sempre consigliato affidarsi ad un vero psicologo professionista.

ChatGPT: cos’è e perché qualcuno ci si affida come se fosse uno psicologo?

ChatGPT è un large language model (LLM), ossia un modello linguistico di grandi dimensioni basato su architettura transformer. In pratica, è stato addestrato su miliardi di testi per imparare i modelli del linguaggio e predire parola dopo parola in maniera coerente.

Secondo la voce di Wikipedia “ChatGPT”, il modello utilizza meccanismi di self-attention per mantenere il contesto e gestire conversazioni complesse. La sua capacità di apparire empatico deriva dal fatto che costruisce frasi statisticamente plausibili, non da una reale comprensione delle emozioni.

Inoltre OpenAI stessa, nella sua guida “How ChatGPT and our foundation models are developed”, spiega che il sistema è stato migliorato con il reinforcement learning from human feedback (RLHF), cioè un addestramento basato anche su valutazioni umane per rendere le risposte più utili e sicure.

Questo significa che ChatGPT può simulare un dialogo empatico e fornire spiegazioni chiare, dandoci l’illusione di un dialogo umano e interattivo, ma in realtà non ha consapevolezza delle emozioni né capacità di diagnosi. È quindi adatto a organizzare pensieri, proporre esercizi o aiutare a riflettere, ma non a sostituire il lavoro clinico di uno psicologo.

È sicuro parlare con ChatGPT? 3 rischi e 3 consigli

Usare ChatGPT per sfogarsi o parlare di emozioni può sembrare rassicurante, ma a pensarci bene in pochi sanno cosa succede se si usa il chatbot.

Partiamo con i 3 principali rischi che la letteratura scientifica e le stesse fonti ufficiali mettono in evidenza:

  1. Risposte inadeguate in situazioni critiche: secondo lo studio Training language models to follow instructions with human feedback condotto da Ouyang e collaboratori nel 2022, il fine-tuning con feedback umano migliora la qualità delle risposte, ma non elimina del tutto contenuti imprecisi o inappropriati. In particolare, in scenari legati al suicidio o a pensieri autolesivi, i chatbot possono dare risposte incoerenti o non sufficientemente sicure.
  2. Possibile rinforzo di dinamiche disfunzionali: la voce di Wikipedia Chatbot Psychosis documenta il fenomeno di utenti che sviluppano dipendenza, ideazioni deliranti o rinforzo di schemi cognitivi negativi attraverso interazioni prolungate con chatbot basati su LLM. Inoltre, lo studio Technological folie à deux, pubblicato su arXiv nel 2025, descrive casi di isolamento sociale e ideazione suicidaria amplificati da cicli di conversazione con l’AI.
  3. Mancanza di responsabilità clinica e tutela della privacy: come riportato nell’articolo scientifico Artificial intelligence in mental health pubblicato su Frontiers in Psychiatry (2023), i chatbot come ChatGPT non sono sottoposti a codici etici professionali né a regolamentazioni specifiche in materia sanitaria. Questo comporta rischi sia nella qualità delle informazioni fornite sia nella gestione dei dati sensibili condivisi dagli utenti.

Per gestire al meglio l’inteazione con ChatGpt ci sono alcuni accorgimenti pratici da prendere:

  1. Non usarlo come sostituto di un terapeuta: le ricerche su chatbot e salute mentale confermano che il loro ruolo può essere complementare, ma non equivalente a un intervento psicologico umano.
  2. Evita di utilizzarlo in caso di crisi: OpenAI chiarisce nella sua documentazione ufficiale “How ChatGPT and our foundation models are developed” che ChatGPT non è progettato per fornire supporto medico o gestire emergenze. In presenza di pensieri suicidari o sintomi gravi, è fondamentale rivolgersi a un professionista o a un servizio di emergenza. Inoltre è buona regola evitare di condividere dettagli personali e informazioni sanitarie sensibili.
  3. Mantieni il contatto umano: come evidenziato nell’articolo Artificial intelligence in mental health, le interazioni digitali possono integrare ma non sostituire il valore terapeutico della relazione interpersonale, che resta il cuore della psicologia clinica.

Essere consapevoli di questi rischi non significa rinunciare allo strumento, ma usarlo con prudenza e senso critico.

In che modo ChatGpt può contribuire alla salute mentale?

Le intelligenze artificiali hanno un punto di forza e un’attrattiva innegabile: sono sempre disponibili. A qualsiasi ora e in qualsiasi luogo puoi fare loro una domanda, chiedere un esercizio o ricevere una spiegazione, senza vincoli. Questa presenza costante può dare un senso di continuità e supporto, soprattutto nei momenti di solitudine o incertezza.

Secondo lo studio “The therapeutic effectiveness of artificial intelligence-based chatbots in alleviation of depressive and anxiety symptoms in short-course treatments: A systematic review and meta-analysis” pubblicato nel 2024 l’uso regolare di chatbot basati su intelligenza artificiale può portare a un miglioramento lieve ma significativo dei sintomi di ansia e depressione, ma questo solo nelle prime settimane di utilizzo. 

I chatbot come ChatGPT sono indicati soprattutto per situazioni di stress lieve e per favorire il benessere quotidiano. Possono essere utili per:

  • Mantenere buone abitudini: migliorare la qualità del sonno, creare e sostenere routine salutari, tenere un diario emotivo.
  • Prepararsi e gestire momenti specifici: affrontare un colloquio, ridurre la tensione, riflettere su una giornata difficile.
  • Supporto educativo: spiegare in modo semplice concetti come ansia, gestione dello stress o pensiero negativo, con esempi pratici su come affrontarli.
  • Esercizi pratici: guidare in tecniche di respirazione, proporre esercizi di rilassamento o suggerire riflessioni per il diario personale.
  • Promemoria di benessere: ricordare piccoli gesti quotidiani come fare una passeggiata, bere acqua o dedicarsi a un momento di mindfulness.

Questi piccoli interventi, se ripetuti, possono aiutare a costruire e mantenere abitudini sane.

Al contrario, questi chatbot non risultano adatti a gestire crisi acute, pensieri suicidari, sintomi in rapido peggioramento e decisioni che richiedono competenze mediche. RIsultano inefficaci, sempre secondo lo studio“The therapeutic effectiveness of artificial intelligence-based chatbots in alleviation of depressive and anxiety symptoms in short-course treatments: A systematic review and meta-analysis” pubblicato nel 2024, soprattutto sul lungo periodo. In queste situazioni, l’unica strada sicura è il contatto immediato con un professionista della salute mentale o con un servizio pubblico di emergenza.

Chatgpt e salute mentale
Chatgpt e salute mentale

ChatGPT non è uno psicologo: perchè non è un valido sostituto?

Lo psicologo lavora su più livelli: ascolta, osserva, valuta, formula ipotesi, definisce un piano di intervento e accompagna la persona lungo il percorso di cambiamento. Ha una responsabilità professionale e segue un codice etico.

ChatGPT, invece, può essere considerato un compagno digitale per svolgere alcune delle mansioni come organizzare i pensieri, mantenere una routine di benessere, praticare tecniche di rilassamento, fare journaling guidato e ricevere spiegazioni chiare su concetti psicologici di base.

GAM Medical, Clinica italiana di Psicoterapia e Psichiatria, dedicata a promuovere la salute mentale ed il benessere psicologico nelle persone con diverse condizioni mentali come Depressione, Ansia, Stress e Burnout, ti permette di prenotare un colloquio gratuito  con uno psicologo professionista per iniziare un percorso psicologico professionale.

Non bisogna rinunciare del tutto a ChatGpt, soprattutto se rappresenta una fonte di conforto: ma da solo non basta. L’approccio più efficace è quello ibrido: usare l’AI per supportare la propria quotidianità, restare motivati e applicare piccole strategie, e nel mentre iniziare un percorso con un professionista della salute mentale che possa personalizzare l’intervento e guidarti con competenza.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://it.wikipedia.org/wiki/ChatGPT
  • https://help.openai.com/en/articles/7842364-how-chatgpt-and-our-foundation-models-are-developed
  • https://www.researchgate.net/publication/359054867_Training_language_models_to_follow_instructions_with_human_feedback
  • https://en.wikipedia.org/wiki/Chatbot_psychosis
  • https://arxiv.org/pdf/2507.19218
  • https://www.frontiersin.org/journals/psychiatry/articles/10.3389/fpsyt.2023.1277756/full
  • https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC10838501/

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