Burnout genitoriale: come uscirne

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Ti senti esausto, sopraffatto dal ruolo di genitore e privo di energie anche dopo una pausa? Potresti essere vittima del burnout genitoriale. 

Questa condizione, sempre più diffusa tra madri e padri, rappresenta un vero e proprio esaurimento emotivo legato alla genitorialità. Non si tratta semplicemente di stress passeggero o di stanchezza fisiologica, ma di una sindrome complessa che può compromettere il benessere psicofisico e la qualità della vita familiare. 

In questo articolo scopriremo insieme cos’è il burnout genitoriale, quali sono i suoi sintomi, le cause più frequenti e come uscirne con consapevolezza e supporto adeguato.

Che cosa significa “burnout genitoriale”?

Il burnout genitoriale è uno stato di esaurimento mentale, emotivo e fisico che deriva dallo stress cronico e prolungato legato al ruolo di genitore. A differenza dello stress genitoriale normale, che è comune e generalmente temporaneo, il burnout rappresenta una condizione patologica più intensa e persistente, che compromette la capacità del genitore di prendersi cura dei propri figli e di sé stesso.

Chi soffre di burnout genitoriale può sentirsi svuotato, disilluso e distaccato emotivamente dai propri figli. La genitorialità, anziché fonte di gioia e realizzazione, viene percepita come un peso insostenibile. Questo tipo di burnout è stato ampiamente studiato negli ultimi anni, soprattutto per l’impatto crescente che ha avuto in contesti di forte pressione sociale e familiare, come quello generato dalla pandemia.

Com’è il burnout genitoriale?

I sintomi del burnout genitoriale si manifestano in modo variegato e graduale, spesso sovrapponendosi a quelli di altre condizioni come la depressione o l’ansia. Tuttavia, il burnout genitoriale presenta delle caratteristiche specifiche che sono state ben descritte nella revisione sistematica “Parental burnout: a scoping review” pubblicata su PubMed.

Secondo questa revisione, i sintomi principali si articolano in quattro aree fondamentali:

  1. Esaurimento emotivo: Il genitore si sente costantemente stanco, svuotato di energie e sopraffatto dal carico emotivo quotidiano. Anche il minimo imprevisto può provocare crisi di pianto, frustrazione o rabbia.
  2. Distanziamento affettivo dai figli: Uno dei segnali più evidenti è il crescente distacco emotivo verso i propri figli. Il genitore prova meno empatia, calore o coinvolgimento, arrivando a sentirsi come un semplice esecutore di compiti.
  3. Perdita di efficacia e soddisfazione nel ruolo genitoriale: Subentra una percezione di inadeguatezza, come se ogni sforzo fosse inutile. Il genitore si sente un fallimento, incapace di gestire i figli come vorrebbe o come crede che dovrebbe fare.
  4. Contrasto con la propria identità genitoriale precedente: Chi vive il burnout spesso si sente “un’altra persona” rispetto a chi era all’inizio della genitorialità. Questo scollamento porta a una crisi profonda di identità e a un senso di colpa costante.

Questi sintomi, se trascurati, possono evolvere fino a compromettere il funzionamento relazionale, sociale e lavorativo del genitore.

Burnout genitoriale: le possibili cause

Le cause del burnout genitoriale sono molteplici e spesso si combinano tra loro, generando una spirale di stress difficile da interrompere. Lo studio “Parental burnout: a scoping review” evidenzia come i fattori di rischio principali siano legati sia al contesto individuale sia a quello familiare e sociale.

  • Aspettative irrealistiche: Molti genitori si pongono standard altissimi. Il desiderio di essere perfetti, sempre presenti, pazienti e disponibili in ogni momento, può trasformarsi in un fardello insostenibile.
  • Carico mentale e mancanza di supporto: Il carico mentale, l’insieme di preoccupazioni, decisioni e organizzazione quotidiana, grava spesso su un solo genitore. Quando manca una rete di supporto reale, il rischio di burnout cresce notevolmente.
  • Isolamento sociale e mancanza di riconoscimento: La solitudine emotiva è un altro fattore chiave. Sentirsi invisibili, poco apprezzati o giudicati nelle proprie scelte genitoriali può minare l’autostima e alimentare l’esaurimento.
  • Eventi traumatici o situazioni stressanti prolungate: Divorzi, malattie, difficoltà economiche o figli con bisogni speciali rappresentano contesti particolarmente stressanti che, se non gestiti con strumenti adeguati, possono portare rapidamente al burnout.
burnout genitoriale
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Come riconoscere il burnout genitoriale?

Riconoscere il burnout genitoriale è il primo passo per affrontarlo e superarlo. Spesso i genitori lo confondono con una semplice “fase difficile” o con la normale fatica della quotidianità. Tuttavia, ci sono alcuni segnali d’allarme che meritano attenzione.

Se ti capita frequentemente di svegliarti già stanco, di sentirti irritabile per futili motivi o di avere difficoltà a provare affetto per i tuoi figli come in passato, potresti essere a rischio di burnout. Anche il senso di colpa per non essere “abbastanza” e il desiderio crescente di evadere dalle responsabilità genitoriali sono campanelli d’allarme importanti.

Altri segnali da non sottovalutare sono insonnia, dolori fisici senza causa medica, apatia e pensieri negativi ricorrenti. A livello comportamentale, il burnout può portare a una gestione più rigida o distante dei figli, con conseguenze anche sul loro benessere emotivo.

Burnout genitoriale: come uscirne?

Uscire dal burnout genitoriale è possibile, ma richiede tempo, consapevolezza e un percorso di cura che può includere diversi strumenti. Innanzitutto, è fondamentale riconoscere il problema senza colpevolizzarsi: il burnout non è un fallimento, ma un segnale che qualcosa deve cambiare.

  1. Prendersi del tempo per sé: Anche brevi momenti di pausa, lontani dal ruolo genitoriale, sono essenziali per rigenerarsi. Uscire a fare una passeggiata, leggere un libro o semplicemente stare in silenzio aiutano a ricostruire le energie mentali.
  2. Chiedere aiuto: Accettare di non poter fare tutto da soli è un atto di forza. Coinvolgere il partner, la famiglia, gli amici o servizi di supporto può alleggerire il carico quotidiano.
  3. Rivedere le aspettative: Essere un buon genitore non significa essere perfetti. Concedersi il permesso di sbagliare, essere stanchi o dire “oggi non ce la faccio” è parte della cura.
  4. Costruire una rete di supporto: Partecipare a gruppi di ascolto o confronto con altri genitori può aiutare a sentirsi meno soli e a condividere strategie utili.
  5. Rivolgersi a uno specialista: Quando il burnout ha raggiunto livelli intensi e compromette la qualità della vita, è fondamentale rivolgersi a uno psicologo o psichiatra esperto in genitorialità e gestione dello stress.

Se senti di non riuscire più a gestire il tuo ruolo di genitore come vorresti, se la fatica ha preso il sopravvento sulla serenità, è il momento di chiedere aiuto professionale. 

La clinica Stress e Burnout di GAM Medical è specializzata nel trattamento del burnout, con percorsi personalizzati e un’équipe multidisciplinare in grado di offrire supporto psicologico, medico e pedagogico. Affrontare il burnout è possibile, e farlo con il giusto sostegno può cambiare radicalmente la tua quotidianità e il tuo rapporto con i tuoi figli.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34852152/
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