Il tempo libero, per molte persone autistiche, può essere vissuto con grande frustrazione per via della sua natura caotica, imprevedibile e destrutturata.
Quindi, se molte persone il free time è sinonimo di svago, relax e libertà, può rappresentare una sfida complessa per chi vive con l’autismo
Finisce cosi che un momento dedicato al relax rischia di trasformarsi in fonte di ansia, frustrazione o disagio.
Questo perché le caratteristiche del disturbo dello spettro autistico – come la necessità di prevedibilità, la sensibilità sensoriale o la difficoltà a gestire contesti poco strutturati – entrano in conflitto con la natura stessa del tempo libero, spesso percepito come un tempo “vuoto” e destrutturato.
In questo articolo cercheremo di comprendere meglio che cosa si intende per tempo libero, perché può risultare difficoltoso per le persone autistiche e quali strategie o modalità di gestione tendono ad adottare.
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Che cosa si intende per tempo libero?
Il tempo libero è comunemente definito come quel periodo della giornata o della settimana in cui non siamo impegnati in attività lavorative, scolastiche o obblighi pratici.
È il tempo in cui possiamo scegliere come impiegarci, dedicandoci a passioni, hobby, relazioni sociali o semplicemente al riposo.
Dal punto di vista psicologico, il tempo libero ha una funzione importante: permette di recuperare energie, esprimere creatività, coltivare interessi personali e costruire relazioni significative.
Per la maggior parte delle persone, il tempo libero è associato a emozioni positive come piacere, gratificazione, rilassamento e libertà di scelta.
Tuttavia, questa definizione ha una caratteristica fondamentale: il tempo libero è per sua natura destrutturato.
Non ci sono regole precise su come debba essere trascorso, e ognuno può decidere in autonomia come gestirlo.
È proprio questa assenza di struttura a renderlo difficile per chi vive con l’autismo.

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Perché il tempo libero è difficile per le persone autistiche?
Per comprendere la difficoltà, bisogna considerare alcuni tratti tipici dell’autismo adulto.
Le persone autistiche, infatti, spesso hanno bisogno di routine prevedibili, di schemi chiari e di ambienti strutturati.
Il tempo libero, invece, si presenta come un “territorio aperto”, senza indicazioni, che richiede capacità di pianificazione, flessibilità cognitiva e autoregolazione emotiva.
Tutte aree che, nei soggetti con autismo, possono risultare compromesse o più faticose da gestire.
Il risultato è che, invece di essere percepito come un’opportunità, il tempo libero può trasformarsi in un momento di frustrazione, ansia o spaesamento.
La sensazione di non sapere come impiegare il tempo, o di non riuscire a trarne piacere, porta a vivere il relax come qualcosa di complicato e talvolta persino indesiderato.
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Caratteristiche del tempo libero che lo rendono difficile per le persone autistiche
- Assenza di struttura: senza regole o schemi, il tempo libero può sembrare caotico e imprevedibile.
- Troppa libertà di scelta: decidere come trascorrere il tempo può diventare un compito stressante, generando paralisi decisionale.
- Variabilità sociale: le attività di svago spesso coinvolgono interazioni sociali, che per le persone autistiche possono essere fonte di fatica o ansia.
- Vuoti sensoriali: un tempo libero troppo “vuoto” può creare una sensazione di mancanza di stimoli, difficile da tollerare.
- Pressione sociale implicita: l’idea che il tempo libero debba essere “divertente” può aumentare il senso di inadeguatezza se non si prova piacere nelle attività considerate tipiche.
Un’ulteriore difficoltà legata al tempo libero riguarda il fatto che spesso coincide con quello degli altri.
Questo significa che i luoghi dedicati allo svago – come centri commerciali, parchi, cinema o spazi ricreativi – tendono a essere particolarmente affollati nei momenti in cui una persona autistica potrebbe avere tempo per sé.
Il sovraffollamento diventa quindi una fonte di forte stress: rumori intensi, contatti ravvicinati, odori, luci artificiali e stimoli multipli possono generare un sovraccarico sensoriale difficile da tollerare.
L’esperienza che per molti è percepita come piacevole o rilassante, per chi è autistico può trasformarsi in un momento di fatica e ansia, con la conseguenza che il tempo libero non viene vissuto come occasione di benessere ma come ulteriore sfida.
Questi elementi spiegano perché, per molte persone nello spettro autistico, il relax non sia affatto semplice, ma anzi un momento che richiede strategie specifiche di gestione.
Come le persone autistiche tendono a gestire il tempo libero
Per ridurre la sensazione di disorientamento, molte persone autistiche sviluppano strategie proprie per affrontare il tempo libero.
Spesso queste modalità si basano sulla necessità di riportare struttura, prevedibilità e significato anche in un tempo che, di per sé, ne è privo.
Alcuni esempi di gestione del tempo libero nell’autismo sono:
- Attività ripetitive e routinarie: molte persone autistiche trovano conforto nel dedicarsi sempre agli stessi hobby o interessi, che diventano un rifugio rassicurante.
- Interessi speciali: gli “special interests”, tipici dell’autismo, occupano spesso gran parte del tempo libero. Questi interessi permettono di focalizzarsi, ridurre l’ansia e trarre piacere da attività altamente significative.
- Strutturazione del relax: anche il tempo libero può essere organizzato in una sorta di agenda o tabella, con attività programmate e ripetibili.
- Preferenza per attività solitarie: molte persone autistiche trovano difficile rilassarsi in contesti sociali e prediligono attività individuali come lettura, videogiochi, passeggiate o creatività personale.
- Uso del tempo libero per ricaricarsi: più che un’occasione di socializzazione, il tempo libero può essere usato per recuperare energie e ridurre la fatica sensoriale accumulata durante la giornata.
Il tempo libero e l’autismo sono due dimensioni che non sempre si armonizzano facilmente.
Se per molti il relax è sinonimo di libertà e piacere, per chi ha una diagnosi di autismo il tempo libero può essere fonte di ansia, frustrazione e difficoltà di gestione.
Questo accade perché, come abbiamo visto, il tempo libero è destrutturato, imprevedibile e ricco di scelte, tutte caratteristiche che si scontrano con i bisogni di prevedibilità e struttura tipici dell’autismo.
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Tempo libero e bambini autistici: come gestirlo da genitori?
Noi siamo una clinica specializzata in autismo adulto, ma quando si parla di tempo libero nell’autismo è importante considerare anche i bambini.
Spesso i bambini autistici hanno giornate molto strutturate, ricche di impegni terapeutici come logopedia, terapia comportamentale, psicomotricità o interventi educativi mirati.
Questo significa che lo spazio realmente dedicato al tempo libero può essere ridotto, oppure vissuto dai genitori come un’occasione “vuota” difficile da gestire.
In realtà, il tempo libero dei bambini con diagnosi di autismo non dovrebbe essere visto soltanto come una pausa tra un’attività e l’altra, ma come un momento prezioso per costruire legami affettivi e per favorire lo sviluppo di nuove competenze.
Per i genitori può diventare un’occasione per rafforzare la relazione con i propri figli, condividendo esperienze piacevoli che non abbiano il carattere di “terapia” ma che siano comunque arricchenti.
Attività come sport adattati, giochi all’aperto, momenti di socializzazione in piccoli gruppi o attività creative (disegno, musica, costruzioni) possono essere strumenti efficaci per permettere al bambino autistico di vivere esperienze diverse, stimolanti e gratificanti.
L’obiettivo non è riempire il tempo libero di ulteriori compiti, ma renderlo un terreno fertile per il benessere, dove il bambino possa sperimentare il piacere del gioco e delle relazioni, sempre nel rispetto dei suoi bisogni e dei suoi ritmi.