Anoressia: Disturbo Primario o Sintomo Borderline

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Anoressia Disturbo Primario o Sintomo Borderline?

L’anoressia non è una condizione univoca e può manifestarsi in modi diversi a seconda del contesto psicologico e delle dinamiche individuali.

Quando si parla di anoressia, spesso si fa riferimento al Disturbo Anoressico Primario, ossia una condizione che si sviluppa come disturbo alimentare indipendente, caratterizzato principalmente da una forte paura di ingrassare, un’immagine corporea distorta e la riduzione drastica dell’assunzione di cibo.

Tuttavia, i comportamenti anoressici possono emergere anche in altri contesti psicopatologici, come nel Disturbo Borderline di Personalità (DBP), dove l’anoressia non rappresenta necessariamente il nucleo del problema, ma piuttosto una delle espressioni sintomatiche.

Nel caso del Disturbo Anoressico Primario, la perdita di peso e il controllo del cibo sono motivati principalmente da preoccupazioni legate all’immagine corporea, alla magrezza e al bisogno di controllo su se stessi e l’ambiente circostante.

In questa forma di anoressia, il cibo diventa il mezzo attraverso cui la persona esercita un controllo rigido sul proprio corpo e, di conseguenza, sulla propria vita emotiva e psicologica.

Il rifiuto del cibo diventa centrale e costituisce l’elemento predominante del disturbo.

Nel contesto del Disturbo Borderline di Personalità, invece, l’anoressia può presentarsi in modo diverso.

I comportamenti alimentari disfunzionali in queste persone possono essere legati ad altre motivazioni, come l’impulsività o l’instabilità emotiva tipica del disturbo borderline.

Qui, la restrizione alimentare può essere una risposta disfunzionale a sentimenti di vuoto emotivo, ansia intensa o difficoltà a regolare le emozioni.

L’anoressia, in questo caso, non è necessariamente guidata dal desiderio ossessivo di magrezza o dal controllo dell’immagine corporea, ma potrebbe rappresentare una forma di autolesionismo o un tentativo di gestire il dolore emotivo, le relazioni interpersonali tumultuose o il senso di identità frammentata.

Quindi, sebbene il comportamento di rifiuto del cibo possa essere presente sia nel Disturbo Anoressico Primario che nel Disturbo Borderline di Personalità, le motivazioni sottostanti e la funzione di questi comportamenti sono molto diverse.

È importante comprendere queste differenze per poter intervenire con trattamenti adeguati e specifici per ciascuna condizione, riconoscendo che l’anoressia, in un contesto borderline, è spesso un sintomo di una problematica più ampia e complessa legata alla regolazione delle emozioni e alla gestione delle relazioni.

Differenze tra l’Anoressia come Disturbo Alimentare e l’Anoressia nel Disturbo Borderline di Personalità

Le differenze tra anoressia nervosa come disturbo alimentare primario e l’anoressia che può manifestarsi in persone con disturbo borderline di personalità (DBP) sono significative, poiché riflettono le diverse radici psicologiche e dinamiche comportamentali che caratterizzano ciascuna condizione.

Sebbene entrambi i casi comportino una restrizione alimentare e, talvolta, una perdita di peso pericolosa, le motivazioni sottostanti, i pattern comportamentali e le dinamiche emotive che alimentano queste forme di anoressia possono essere molto differenti.

Le principali differenze tra l’anoressia nervosa vera e propria (come disturbo alimentare autonomo) e l’anoressia associata al disturbo borderline di personalità sono:

  • Motivazioni alla base della restrizione alimentare:
    • Anoressia nervosa: Nell’anoressia nervosa vera e propria, la motivazione principale alla base della restrizione alimentare è legata a un desiderio estremo di controllare il peso corporeo e a una paura intensa di ingrassare, anche quando la persona è già sottopeso. L’anoressia nervosa è caratterizzata da una distorsione dell’immagine corporea, con una percezione alterata del proprio corpo, che porta il paziente a vedersi come “grasso” anche quando è gravemente sottopeso. In questo contesto, il controllo dell’assunzione di cibo diventa un modo per mantenere una sensazione di potere e controllo sulla propria vita, spesso in risposta a una sensazione di vulnerabilità o insicurezza. La restrizione alimentare è un obiettivo ossessivo che consente al paziente di sentirsi padrone di sé stesso e del proprio corpo.
    • Anoressia nel disturbo borderline: L’anoressia associata al disturbo borderline di personalità (DBP), invece, ha motivazioni differenti. Nel DBP, la restrizione alimentare può essere legata a stati emotivi instabili, alla regolazione di emozioni intense, o a comportamenti impulsivi e autolesionistici. Piuttosto che essere alimentata esclusivamente dalla paura di ingrassare, l’anoressia in persone con DBP può emergere come un modo per gestire il caos emotivo, l’ansia, la rabbia o il senso di vuoto cronico. La perdita di peso potrebbe non essere l’obiettivo principale, ma piuttosto una conseguenza del desiderio di punirsi o di alleviare il dolore emotivo. In molti casi, la restrizione alimentare diventa un altro comportamento disfunzionale di autolesionismo, in linea con altri comportamenti caratteristici del DBP, come tagliarsi o fare abuso di sostanze.
  • Ruolo del controllo:
    • Anoressia nervosa: Nell’anoressia nervosa, il controllo è uno degli aspetti centrali del disturbo. Il paziente cerca di controllare rigidamente il proprio peso e il proprio corpo, spesso in risposta a un senso di perdita di controllo su altri aspetti della vita. Il comportamento alimentare restrittivo diventa un modo per affermare un senso di potere e autonomia, poiché il controllo del cibo viene vissuto come una delle poche aree in cui il paziente sente di avere pieno dominio. Questa ricerca del controllo è accompagnata da rituali ossessivi legati all’alimentazione, come il conteggio delle calorie, l’evitamento di determinati cibi e l’eccessiva attenzione alla forma fisica.
    • Anoressia nel disturbo borderline: Nel disturbo borderline, il controllo legato all’alimentazione è più instabile e può essere parte di un modello comportamentale caotico e impulsivo. I pazienti con DBP tendono a oscillare tra periodi di eccessivo autocontrollo e fasi di impulsività, quindi l’anoressia potrebbe non essere caratterizzata da una ricerca costante e sistematica del controllo come avviene nell’anoressia nervosa. Invece, il controllo alimentare nel DBP può essere intermittente e associato a episodi di dissociazione, rabbia o disperazione, con periodi di restrizione seguiti da momenti di eccesso alimentare o altri comportamenti impulsivi. Il controllo del cibo in questi pazienti è più una risposta emotiva temporanea e disorganizzata piuttosto che un obiettivo continuo e ossessivo.
  • Percezione di sé e dell’immagine corporea:
    • Anoressia nervosa: La distorsione dell’immagine corporea è una caratteristica chiave dell’anoressia nervosa. I pazienti tendono a vedere il loro corpo in modo profondamente alterato, continuando a percepirsi come “grassi” anche quando sono gravemente sottopeso. Questa alterata percezione corporea alimenta la continua restrizione alimentare e la paura di ingrassare. L’ossessione per il peso e per la magrezza diventa centrale per l’identità della persona, che si definisce in gran parte in base alla propria capacità di mantenere un certo peso o forma fisica.
    • Anoressia nel disturbo borderline: Nell’anoressia associata al disturbo borderline, la percezione dell’immagine corporea può essere meno distorta rispetto a quanto si osserva nell’anoressia nervosa vera e propria. In molti casi, i pazienti con DBP non soffrono della stessa ossessione per la magrezza estrema o della paura patologica di ingrassare, ma piuttosto utilizzano la restrizione alimentare come una forma di gestione delle emozioni o di punizione del sé. Possono comunque sperimentare una percezione negativa di sé e del proprio corpo, ma questa è più spesso correlata alla loro instabilità emotiva e alla loro identità fluttuante piuttosto che a una distorsione ossessiva dell’immagine corporea.
  • Relazione con il comportamento autolesionistico:
    • Anoressia nervosa: Anche se l’anoressia nervosa può essere considerata in parte un comportamento autolesionistico, il suo obiettivo principale è solitamente il controllo del peso e della forma fisica. In alcuni casi, però, le pazienti con anoressia nervosa possono anche sviluppare comportamenti autolesionistici più diretti, come tagliarsi, ma tali comportamenti non sono intrinsecamente legati alla patologia alimentare stessa. Il comportamento alimentare restrittivo è vissuto come un obiettivo legato all’autodisciplina e al raggiungimento di standard di magrezza, piuttosto che come una forma esplicita di auto-punizione.
    • Anoressia nel disturbo borderline: Nel disturbo borderline, la restrizione alimentare è spesso associata a comportamenti autolesionistici più ampi. I pazienti con DBP utilizzano frequentemente la riduzione dell’assunzione di cibo come una forma di punizione del sé o come un modo per sopprimere emozioni intense. Questo comportamento può coesistere con altre forme di autolesionismo, come tagliarsi o bruciarsi, e riflette il desiderio di gestire il proprio dolore emotivo o di esprimere rabbia verso sé stessi. In questi casi, l’anoressia diventa parte di un repertorio più ampio di comportamenti distruttivi e impulsivi.
  • Instabilità emotiva:
    • Anoressia nervosa: Sebbene i pazienti con anoressia nervosa possano sperimentare emozioni intense, il disturbo è caratterizzato da una rigida e persistente negazione dei bisogni fisici, insieme a una forte attenzione alla struttura e all’autodisciplina. L’emotività può essere presente, ma è spesso soppressa o regolata attraverso il controllo del peso e dell’alimentazione. Gli episodi di ansia o depressione sono comuni, ma solitamente non si manifestano con la stessa instabilità emotiva intensa e improvvisa che si osserva nel disturbo borderline di personalità.
    • Anoressia nel disturbo borderline: Nel DBP, l’instabilità emotiva è centrale. Le persone con DBP sperimentano sbalzi emotivi rapidi e drammatici, che vanno dall’ansia alla rabbia, dalla depressione all’euforia. Questo turbolento ciclo emotivo può scatenare comportamenti alimentari disordinati, che riflettono la difficoltà del paziente nel gestire le emozioni. Gli episodi di restrizione alimentare possono essere legati a momenti di disperazione o rabbia, mentre i periodi di eccesso alimentare possono seguire fasi di impulsività o di vuoto emotivo. La restrizione alimentare, quindi, non è così persistente e organizzata come nell’anoressia nervosa, ma piuttosto è influenzata dai cambiamenti emotivi tipici del DBP.
  • Motivazioni legate alla richiesta di aiuto e al bisogno di attenzioni:
    • Differenze nel comportamento pubblico e privato:
      • Anoressia nervosa: Le persone con anoressia nervosa tendono a nascondere i loro comportamenti alimentari e le loro vere intenzioni dietro a una facciata di normalità. Possono, ad esempio, partecipare a pranzi o cene in pubblico ma trovare modi per evitare di mangiare, come mangiare solo una quantità minima o rifiutare il cibo fingendo di essere già sazi. Il loro obiettivo è mantenere il controllo sul proprio peso e sulle proprie abitudini alimentari senza essere scoperti o giudicati. La segretezza è fondamentale per proteggere l’ossessione per il controllo del peso, e i pazienti spesso minimizzano o negano i loro sintomi quando vengono affrontati.
      • Anoressia nel disturbo borderline: Nei pazienti con DBP, l’anoressia può essere molto più visibile e il comportamento alimentare non viene necessariamente nascosto. Al contrario, possono evitare di mangiare apertamente in presenza di altri, facendo notare il proprio rifiuto del cibo per attrarre l’attenzione su di sé o per manifestare il proprio disagio. Il comportamento alimentare diventa un modo per esprimere sentimenti di rabbia, frustrazione o disperazione, spesso nella speranza di ricevere cure o attenzioni da parte di chi li circonda. Questa visibilità è coerente con il quadro generale del disturbo borderline, dove il comportamento impulsivo e l’auto-danneggiamento possono essere manifestati in modo drammatico, anche come una richiesta di riconoscimento e supporto.

Quindi, le differenze tra l’anoressia nervosa come disturbo alimentare primario e l’anoressia associata al disturbo borderline di personalità si manifestano in vari aspetti, tra cui le motivazioni sottostanti, la dinamica del controllo, la percezione del corpo, la relazione con il comportamento autolesionistico e la gestione delle emozioni.

Mentre nell’anoressia nervosa il comportamento alimentare restrittivo è nascosto e controllato con l’obiettivo primario di mantenere un peso molto basso, nell’anoressia legata al DBP, la restrizione alimentare può essere un mezzo per attirare attenzione e supporto emotivo, spesso visibilmente e in modo più intermittente.

La relazione con gli altri è centrale nella dinamica borderline, e l’anoressia può diventare un modo per esprimere una richiesta di aiuto o per segnalare una sofferenza che altrimenti potrebbe essere difficilmente espressa verbalmente.

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