Anginofobia: la Paura di Deglutire. Ansia o Disturbo Alimentare?

Tempo di lettura: 7 minuti

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Anginofobia: la paura di deglutire e soffocareAnginofobia: la paura di deglutire e soffocare

L’anginofobia è una forma specifica di fobia, quindi un disturbo d’ansia, caratterizzata dal timore persistente e sproporzionato di ingoiare, associata alla sensazione che l’atto della deglutizione possa causare soffocamento, dolore o ostruzione delle vie respiratorie.

Il termine “anginofobia” deriva da due parole:

  • Angina: dal latino angere, che significa “stringere” o “soffocare”. In questo contesto, non si riferisce all’angina pectoris, ma alla sensazione di strozzamento o soffocamento percepita durante la deglutizione.
  • Phobos: dal greco, significa “paura” o “terrore,” usato per indicare fobie o timori irrazionali.

Il nome si riferisce quindi al timore legato al senso di costrizione o soffocamento durante l’atto del deglutire.

Questo disturbo può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana, portando chi ne soffre a evitare certi tipi di alimenti, a preferire cibi liquidi o morbidi, e in casi estremi, a evitare del tutto di mangiare o bere, con conseguenti ripercussioni sulla salute fisica.

Infatti, l’anginofobia può essere facilmente confusa con un disturbo alimentare, soprattutto per le seguenti 3 caratteristiche:

  • Evitamento del cibo: Chi soffre di anginofobia tende a evitare cibi solidi o di consistenza particolare (ad esempio duri, fibrosi o viscosi) per il timore di soffocare. Questo comportamento può somigliare a quello di persone con disturbi alimentari, come l’anoressia nervosa o il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID), che evitano il cibo per altre ragioni (ad esempio, paura di ingrassare, repulsione per certe consistenze, o mancanza di interesse per il cibo).
  • Perdita di peso: La difficoltà a deglutire e l’ansia associata ai pasti possono portare a una significativa perdita di peso, che è un segnale comune anche nei disturbi alimentari.
  • Alterazione dei pasti sociali: Le persone con anginofobia possono evitare di mangiare in compagnia per paura di soffocare, un comportamento che può sembrare simile a quello di chi ha un disturbo alimentare e prova imbarazzo o disagio a mangiare con gli altri.

Le differenze principali però, tra anginofobia e i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, risiedono in:

  • Motivazione dell’evitamento:
    • Nell’anginofobia, la causa è la paura di soffocare o di non riuscire a deglutire correttamente
    • Nei disturbi del comportamento alimentare, come l’anoressia nervosa, l’evitamento è spesso legato a un desiderio di controllo del peso corporeo o a una preoccupazione per l’immagine corporea.
  • Percezione del cibo:
    • Le persone con anginofobia generalmente non hanno un problema con il cibo in sé e non mostrano disgusto o paura verso il cibo. Il loro timore è specificamente legato al processo della deglutizione.
    • Nei disturbi alimentari, il cibo può essere percepito come una minaccia o un nemico, associato a colpa, vergogna o perdita di controllo.
  • Ansia specifica:
    • L’anginofobia è una fobia specifica legata a una paura concreta (la deglutizione e il soffocamento) e si manifesta soprattutto in situazioni che coinvolgono il mangiare o bere.
    • Nei disturbi alimentari, l’ansia è più generalizzata e spesso include pensieri negativi ricorrenti sul corpo e sull’autostima.
  • Sintomi associati:
    • Nell’anginofobia, possono comparire sintomi fisici immediati legati all’ansia, come tachicardia, sudorazione e tensione muscolare nella gola, soprattutto durante i pasti.
    • Nei disturbi alimentari, i sintomi fisici sono più spesso il risultato della restrizione alimentare prolungata (stanchezza, amenorrea, perdita di capelli) e possono essere accompagnati da comportamenti compensatori (ad esempio, esercizio fisico eccessivo o vomito autoindotto).

Quindi, sebbene l’anginofobia e i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione possono sembrare simili nella manifestazione esteriore (perdita di peso, evitamento del cibo), le motivazioni e le dinamiche sottostanti sono diverse.

L’anginofobia, sebbene poco nota, è un disturbo reale e invalidante che merita attenzione e comprensione.

Nelle prossime righe parleremo delle sue caratteristiche principali

Caratteristiche dell’Anginofobia

Chi vive con l’anginofobia sviluppa abitudini e comportamenti che, sebbene destinati a ridurre il rischio percepito, finiscono per limitare la loro libertà e il piacere di mangiare.

Tra le caratteristiche più comuni dell’anginofobia, ci sono:

  1. Preferenza per cibi liquidi o morbidi: Una delle caratteristiche principali dell’anginofobia è la preferenza per alimenti facili da deglutire, come zuppe, purè, yogurt o frullati. Chi soffre di questa fobia evita spesso cibi solidi o densi, come carne, pane o verdure crude, che richiedono una masticazione più lunga e vengono percepiti come più rischiosi. Ad esempio, una persona potrebbe scegliere un brodo caldo invece di un piatto di pasta, anche se quest’ultimo è il suo preferito, semplicemente perché il brodo sembra più sicuro e meno probabilmente associato al rischio di soffocamento.
  2. Tendenza a sminuzzare il cibo in pezzi molto piccoli: Per ridurre la percezione del rischio, chi soffre di anginofobia spesso taglia il cibo in pezzi minuscoli prima di consumarlo. Questo comportamento permette di masticare più facilmente e di avere maggiore controllo durante la deglutizione. Ad esempio, una persona potrebbe tagliare un panino in pezzi così piccoli da renderlo simile a un boccone per bambini, o sbriciolare un biscotto prima di consumarlo, anche in situazioni dove non sarebbe necessario.
  3. Uso costante di posate per il controllo del cibo: Le posate diventano uno strumento indispensabile per chi soffre di anginofobia, poiché offrono un maggiore controllo sulla quantità di cibo che viene portata alla bocca. Ad esempio, una persona potrebbe evitare di mangiare cibi con le mani, come un panino o una pizza, preferendo usare coltello e forchetta per tagliare e consumare ogni boccone in modo controllato. Questo comportamento è particolarmente evidente anche in contesti informali, dove l’uso delle posate potrebbe sembrare superfluo o fuori luogo.
  4. Masticazione prolungata e ripetitiva: Le persone con anginofobia spesso masticano ogni boccone per un periodo di tempo molto lungo, assicurandosi che il cibo sia completamente sminuzzato prima di tentare di deglutirlo. Questo comportamento non solo rallenta il ritmo del pasto, ma può anche diventare un rituale mentale, in cui ogni boccone deve essere masticato un numero specifico di volte per ridurre l’ansia. Ad esempio, una persona potrebbe contare le masticazioni per sentirsi sicura, arrivando a passare minuti interi su un singolo boccone di cibo.
  5. Necessità di bere liquidi durante i pasti: Per facilitare la deglutizione, chi soffre di anginofobia sente spesso il bisogno di avere a disposizione una bevanda, utilizzata per “accompagnare” ogni boccone. Ad esempio, una persona potrebbe bere un sorso d’acqua dopo ogni boccone di cibo, anche se il cibo è morbido e non richiederebbe questo supporto. La presenza di una bevanda diventa quindi un elemento essenziale per ridurre l’ansia e garantire che la deglutizione avvenga senza difficoltà.
  6. Evitamento di pasti in pubblico: L’anginofobia può portare a evitare situazioni sociali che coinvolgono il cibo, come pranzi o cene con amici e familiari. La paura di soffocare o di sembrare “strani” per le proprie abitudini alimentari può portare le persone a preferire mangiare da sole, in un ambiente controllato. Ad esempio, una persona potrebbe rifiutare un invito a cena, inventando una scusa per non dover affrontare il disagio di spiegare perché mangia lentamente o sceglie solo determinati alimenti.
  7. Monitoraggio continuo delle sensazioni della gola: Chi soffre di anginofobia presta un’attenzione eccessiva alle sensazioni della gola durante il pasto, interpretando ogni piccolo fastidio o sensazione come un segnale di pericolo. Ad esempio, una persona potrebbe interrompere il pasto per “controllare” che non ci sia cibo bloccato in gola, tossire ripetutamente o persino provare a deglutire a vuoto per assicurarsi che tutto sia passato correttamente. Questo monitoraggio continuo amplifica l’ansia e rende l’esperienza del pasto più stressante.
  8. Paura specifica di alcuni alimenti “rischiosi”: Alcuni alimenti sono percepiti come particolarmente difficili da deglutire o più pericolosi, come carne fibrosa, pane secco, noccioline o caramelle dure. Chi soffre di anginofobia tende a evitare completamente questi cibi o a mangiarli solo in circostanze specifiche, come a casa o in presenza di persone fidate. Ad esempio, una persona potrebbe rifiutare un pezzo di carne durante un pranzo fuori, anche se è il suo piatto preferito, per paura che possa rimanere bloccato in gola.
  9. Rituali di sicurezza prima e durante i pasti: L’anginofobia può portare a sviluppare rituali specifici per ridurre l’ansia associata al pasto, come bere un bicchiere d’acqua prima di iniziare a mangiare, posizionare un tovagliolo accanto al piatto per eventuali emergenze o sedersi in un luogo che consenta un’uscita rapida. Ad esempio, una persona potrebbe posizionarsi vicino alla cucina per avere accesso immediato all’acqua o evitare di iniziare a mangiare fino a quando tutti gli elementi di sicurezza percepiti non sono pronti.
  10. Frullare tutto il cibo per ridurre la consistenza: Una strategia comune per chi soffre di anginofobia è frullare tutto ciò che si intende mangiare, rendendo gli alimenti liquidi o semi-liquidi per facilitarne la deglutizione. Questo comportamento si estende anche a cibi che non richiederebbero necessariamente di essere frullati, come frutta morbida o dolci al cucchiaio. Ad esempio, una persona potrebbe frullare una mela o un piatto di verdure cotte, trasformandoli in una consistenza liscia e uniforme per sentirsi più sicura durante il consumo. Questo approccio, sebbene efficace nel ridurre l’ansia, può limitare la varietà di cibi consumati e portare a carenze nutrizionali.

L’anginofobia è una condizione complessa e spesso invalidante.

Pur essendo classificata come una fobia specifica, quindi un disturbo d’ansia, presenta caratteristiche che a tratti possono farla sembrare un disturbo alimentare.

Chi ne soffre spesso manifesta comportamenti come l’evitamento di alcuni alimenti, la ritualizzazione dei pasti, la perdita di peso e altre conseguenze fisiche dovute alla difficoltà di nutrirsi adeguatamente.

Ad esempio, è comune sminuzzare il cibo in pezzi molto piccoli per renderlo più facile da deglutire, o evitare del tutto di mangiare in contesti sociali per paura di soffocare.

Tuttavia, a differenza dei disturbi alimentari, la motivazione principale non è legata a preoccupazioni per il peso corporeo o l’immagine di sé, ma a un timore intenso e irrazionale di soffocare durante l’atto del deglutire.

A tratti, l’anginofobia può anche ricordare un disturbo ossessivo-compulsivo, poiché il soggetto potrebbe sviluppare pensieri intrusivi sul rischio di soffocamento e comportamenti ripetitivi, come controllare la consistenza del cibo o deglutire solo in determinate condizioni.

Nonostante queste somiglianze, l’anginofobia resta una fobia specifica, il cui nucleo è rappresentato dalla paura irrazionale e persistente legata a un evento o a una situazione precisa.

Come la maggior parte dei casi di fobia specifica, l’anginofobia può avere origine in un trauma legato al soffocamento.

Questo trauma può essere diretto, come un episodio personale di soffocamento, oppure indiretto, ad esempio aver assistito a una situazione simile o averne sentito parlare in modo impressionante.

Tali esperienze creano un’associazione automatica e negativa tra l’atto di deglutire e il rischio percepito di soffocare, radicando così un modello di ansia e di evitamento che diventa sempre più difficile da interrompere senza un intervento professionale.

In quanto disturbo d’ansia, l’anginofobia può essere estremamente invalidante.

Non solo influenza pesantemente la salute fisica, con conseguenze come perdita di peso e carenze nutrizionali, ma compromette anche la vita sociale e relazionale, rendendo i momenti di condivisione dei pasti fonte di disagio e stress.

Per questo motivo, è fondamentale affrontarla con l’aiuto di professionisti della salute mentale.

Gli esperti della Clinica Psicologica GAM-Medical, specializzati nel trattamento dell’ansia e dei disturbi d’ansia, possono aiutarti a superare questa condizione attraverso un percorso terapeutico personalizzato.

Psicologi, psichiatri e psicoterapeuti qualificati lavorano insieme per identificare le cause dell’anginofobia, affrontare i pensieri irrazionali che la alimentano e insegnarti strategie pratiche per gestire l’ansia e recuperare una relazione serena con il cibo.

Se l’anginofobia limita la tua vita, non esitare a chiedere aiuto: con il giusto supporto, puoi ritrovare il controllo e la serenità.

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