Afefobia: quando il contatto fisico ti fa paura

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paura di essere toccati

Perché alcune persone provano disagio o addirittura terrore al solo pensiero di essere toccate? Come mai un gesto semplice come una stretta di mano, un abbraccio o una carezza può provocare ansia, tensione o panico? La risposta potrebbe risiedere in una condizione chiamata afefobia. Ma cosa si cela davvero dietro questa paura? E soprattutto, è possibile affrontarla e superarla?

Viviamo in una società in cui il contatto fisico è spesso visto come un mezzo naturale per esprimere affetto, vicinanza e solidarietà. Dalle strette di mano nei contesti lavorativi agli abbracci tra amici, il tocco è parte integrante della nostra comunicazione quotidiana. Tuttavia, per alcune persone, questa dimensione fisica rappresenta una fonte di disagio profondo. Sentirsi toccati può essere vissuto come una violazione dello spazio personale, un evento che genera confusione, ansia e rifiuto.

La paura del contatto fisico, infatti, non è solo una questione di gusti o preferenze personali. Quando questa paura diventa persistente, irrazionale e condiziona negativamente la vita sociale, professionale o affettiva, può trattarsi di una vera e propria fobia: l’afefobia.

In questo articolo esploreremo che cos’è l’afefobia, i suoi sintomi, le cause e i possibili rimedi, fornendo anche un utile consiglio per chi desidera intraprendere un percorso di supporto psicologico.

Che cos’è l’afefobia?

Il termine afefobia deriva dal greco “haphe” (tocco) e “phobos” (paura) e indica la paura irrazionale e persistente del contatto fisico. Chi soffre di afefobia tende a evitare qualsiasi situazione in cui possa essere toccato, anche se in modo non minaccioso. Non si tratta semplicemente di una preferenza personale o di timidezza: è una vera e propria fobia che può compromettere in modo significativo la qualità della vita.

L’afefobia può manifestarsi in diversi gradi: alcune persone tollerano solo il contatto con familiari stretti, altre neanche quello. Nei casi più gravi, anche la semplice vicinanza fisica con un’altra persona può scatenare sintomi di allarme. Alcuni soggetti possono sviluppare rituali di evitamento, come mantenere distanze esagerate in luoghi pubblici o indossare abiti che coprono completamente il corpo anche in estate.

Va chiarito che l’afefobia non è ancora ufficialmente riconosciuta nei principali manuali diagnostici come il DSM-5, ma è considerata una forma specifica di fobia. Tuttavia, le sue manifestazioni sono reali e possono avere un impatto importante sulla salute mentale e sulle relazioni interpersonali. Chi ne soffre può sentirsi inadeguato, incompreso o addirittura colpevole, alimentando così un circolo vizioso di ansia e isolamento.

Quali sono i sintomi dell’afefobia?

I sintomi dell’afefobia possono variare notevolmente da persona a persona, sia per intensità che per modalità di manifestazione. Chi soffre di questa fobia specifica sperimenta spesso ansia intensa o attacchi di panico anche solo al pensiero di essere toccato, accompagnati da una marcata ipervigilanza: una continua attenzione agli spazi e ai movimenti altrui per evitare qualsiasi contatto fisico. Questa condizione può provocare stress cronico, affaticamento emotivo e progressivo isolamento sociale, con ricadute su autostima, relazioni e vita lavorativa.

Sintomi emotivi e comportamentali afefobia

  • Ansia anticipatoria
  • Evitamento di situazioni sociali o affollate
  • Reazioni di fuga, rabbia o aggressività in caso di contatto
  • Sensazione di essere intrappolati
  • Paura di perdere il controllo
  • Paura di morire
  • Dissociazione
  • Sentimento di pericolo imminente

Sintomi fisici e neurovegetativi afefobia

  • Tensione muscolare e irrigidimento del corpo
  • Palpitazioni cardiache
  • Sudorazione eccessiva
  • Nausea
  • Capogiri
  • Vampate di calore o brividi
  • Sensazione di soffocamento
  • Dolore toracico
  • Iperventilazione
  • Tremori
  • Formicolii o sensazioni di bruciore
  • Orticaria colinergica (in alcuni casi)

Secondo la voce Haphephobia su Wikipedia, questi sintomi sono simili a quelli riscontrati in altri disturbi d’ansia o fobie specifiche e possono insorgere sia al momento del contatto fisico indesiderato, sia anche solo per anticipazione o immaginazione di tale contatto. La variabilità soggettiva è ampia: alcune persone reagiscono solo in contesti specifici (come trasporti pubblici o luoghi chiusi), mentre altre possono essere turbate da qualsiasi forma di contatto, anche se proveniente da persone familiari.

Perché non voglio essere toccato? Cause dell’afefobia

Le cause dell’afefobia possono essere molteplici e complesse, spesso legate a esperienze personali traumatiche o a fattori psicologici più profondi. Ecco le principali:

  • Eventi traumatici passati, come abusi fisici o emotivi, possono aver associato il tocco a un’esperienza dolorosa o negativa
  • Educazione rigida o ipercontrollante, che ha scoraggiato l’espressione fisica delle emozioni
  • Disturbi d’ansia o disturbi ossessivo-compulsivi, nei quali il contatto fisico può essere percepito come una minaccia all’igiene o all’ordine
  • Autismo e disturbi dello spettro autistico, nei quali l’elaborazione sensoriale del tocco è diversa e spesso sovraccaricante
  • Modelli familiari e culturali, in cui il contatto fisico non è incentivato o addirittura scoraggiato

Inoltre, in alcuni individui può esistere una predisposizione genetica a sviluppare fobie o ansie specifiche, che trova nell’esperienza soggettiva il terreno fertile per emergere. Anche il contesto sociale gioca un ruolo importante: vivere in ambienti dove il corpo e il contatto sono fortemente regolamentati può inibire l’apprendimento di una relazione serena con il tatto.

In alcuni casi, l’afefobia può emergere in concomitanza con altri disturbi psicologici, rendendo ancora più difficile isolarne la causa specifica. Tuttavia, comprendere le origini del disagio è un passo fondamentale verso il trattamento. Ogni caso richiede un’analisi personalizzata e attenta, perché solo riconoscendo il proprio vissuto è possibile iniziare un percorso di cambiamento

paura del contatto fisico
paura del contatto fisico

Afefobia e rimedi

Se pensi di soffrire di afefobia, sappi che non sei solo e che esistono percorsi efficaci per affrontare questo disagio. L’importante è non sottovalutarne l’impatto e considerare l’opportunità di chiedere aiuto.

Ecco alcuni rimedi e approcci terapeutici utili:

  • Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT): aiuta a identificare i pensieri irrazionali legati al contatto fisico e a sostituirli con schemi più funzionali. È uno dei trattamenti più indicati per le fobie specifiche.
  • Tecniche di desensibilizzazione sistematica: espongono gradualmente la persona a situazioni legate al contatto, in modo controllato e progressivo, riducendo così la risposta fobica.
  • Mindfulness e tecniche di rilassamento: utili per gestire l’ansia e aumentare la consapevolezza delle proprie emozioni e reazioni corporee.
  • Terapie basate sul corpo, come il focusing o la terapia sensomotoria, che aiutano a riconnettersi in modo sicuro e graduale con la dimensione fisica.

In ogni caso, il passo fondamentale è rivolgersi a uno specialista della salute mentale, capace di accompagnarti nel percorso con strumenti mirati e un approccio empatico. Non si tratta solo di ridurre l’ansia, ma di imparare a ricostruire una relazione più serena con il proprio corpo e con gli altri.

A questo proposito, se senti il bisogno di confrontarti con un esperto del benessere della mente, è importante scegliere un contesto accogliente e professionale. 

GAM Medical, Centro Psichiatrico e Psicologico, ad esempio, offre servizi di supporto psicologico personalizzato, pensati per accompagnare le persone in un percorso di benessere emotivo, qualunque sia la difficoltà che stanno affrontando. Rivolgersi ad un team esperto della salute della mente può essere il primo passo verso una maggiore serenità.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti: 

  • https://en.wikipedia.org/wiki/Haphephobia 
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