Quando si parla di ADHD e ADD, ti sei mai chiesto quali siano le reali differenze tra questi due termini così spesso confusi? Molte persone tendono a utilizzarli in modo intercambiabile, senza sapere che esistono distinzioni fondamentali sia a livello clinico che comportamentale. L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) e l’ADD (Disturbo da Deficit di Attenzione) rappresentano infatti due varianti dello stesso disturbo, ma con caratteristiche e sintomi che possono manifestarsi in modi molto diversi, influenzando la vita quotidiana, le relazioni e il rendimento scolastico o lavorativo.
Capire a fondo in cosa si differenziano l’ADHD e l’ADD è importante non solo per una corretta diagnosi, ma anche per individuare i percorsi terapeutici più adatti e migliorare la qualità della vita di chi ne è affetto.
In questo articolo vedremo nel dettaglio cosa distingue l’ADHD dall’ADD, quali sono i segnali principali da riconoscere e quali strategie possono essere adottate per affrontare al meglio queste condizioni.
Che cos’è l’Add?
Il termine ADD, acronimo di Attention Deficit Disorder, si riferisce a una condizione caratterizzata principalmente da difficoltà di attenzione, distraibilità e problemi di concentrazione, senza la presenza significativa di comportamenti iperattivi o impulsivi. Le persone ADD spesso faticano a mantenere l’attenzione su compiti prolungati, organizzare attività quotidiane o seguire istruzioni complesse, anche in assenza di segnali evidenti di agitazione fisica.
Chi soffre di ADD può apparire svagato, disorganizzato, oppure semplicemente “perso nei propri pensieri”, con prestazioni scolastiche o lavorative altalenanti nonostante potenziali capacità cognitive nella norma o addirittura superiori. Questa difficoltà nel regolare l’attenzione e la pianificazione può rendere complicata la gestione del tempo, la definizione di priorità e il completamento di attività, sia nella vita personale che in quella professionale.
A conferma di questo quadro, lo studio “ADD/ADHD and Impaired Executive Function in Clinical Practice” evidenzia come l’ADD sia fortemente associato a deficit delle funzioni esecutive, ovvero quelle abilità cognitive che regolano l’organizzazione, la gestione del tempo, il controllo delle emozioni e la memoria di lavoro. Secondo quanto riportato, queste difficoltà rappresentano uno degli aspetti clinicamente più rilevanti per la comprensione e il trattamento dell’ADD, poiché vanno ben oltre la semplice “distrazione” e incidono profondamente sulla qualità della vita dei soggetti coinvolti.
La consapevolezza di questi aspetti è fondamentale per riconoscere l’ADD anche nei casi in cui i sintomi possano sembrare meno evidenti o vengano confusi con altre problematiche comportamentali o emotive.
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Adhd e Add: differenze
Sebbene l’ADD e l’ADHD siano strettamente collegati e condividano alcune caratteristiche, è importante sottolineare che presentano differenze cliniche significative. Secondo quanto riportato nello studio “ADD/ADHD and Impaired Executive Function in Clinical Practice“, è proprio l’osservazione dei comportamenti relativi alle funzioni esecutive a consentire una chiara distinzione tra queste due condizioni. Lo studio evidenzia infatti che, pur trattandosi di varianti dello stesso disturbo, la presenza o l’assenza di iperattività e impulsività rappresenta un elemento chiave nella diagnosi ADHD differenziale.
Vediamo nel dettaglio le principali differenze:
Caratteristica | ADD | ADHD |
Presenza di iperattività | Assente | Presente |
Presenza di impulsività | Generalmente assente | Presente in vari gradi |
Problemi di attenzione | Marcati e predominanti | Marcati, ma associati anche a comportamenti iperattivi |
Manifestazioni comportamentali | Tendenza all’isolamento, svagatezza | Iperattività motoria, comportamenti irruenti |
Percezione esterna | Appare distratto o disorganizzato | Appare agitato, impulsivo e facilmente distraibile |
Difficoltà con le funzioni esecutive | Predominanti e spesso sottostimate | Evidenti ma spesso associate a comportamenti iperattivi |
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Adhd e Add: similitudini
Nonostante le differenze, l’ADD e l’ADHD condividono molte caratteristiche comuni, che rendono necessaria un’attenta valutazione clinica per arrivare a una diagnosi precisa. Lo studio “ADD/ADHD and Impaired Executive Function in Clinical Practice” sottolinea infatti che entrambi i disturbi presentano un deficit nelle funzioni esecutive, un’area cognitiva fondamentale per il controllo dell’attenzione, la pianificazione, la memoria di lavoro e l’autoregolazione emotiva.
Di seguito, una panoramica delle principali similitudini:
Aspetto condiviso | Descrizione |
Deficit di attenzione | Difficoltà a mantenere la concentrazione su compiti prolungati |
Problemi di organizzazione | Difficoltà nella gestione del tempo e delle attività |
Compromissione delle funzioni esecutive | Ridotta capacità di pianificare, organizzare e controllare impulsi |
Impatto sulle relazioni | Difficoltà sociali e relazionali dovute a disattenzione o impulsività |
Prestazioni scolastiche/lavorative | Risultati spesso inferiori rispetto alle potenzialità cognitive |
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Cosa fare se sono ADD?
Il trattamento dell’ADHD e dell’ADD richiede un approccio combinato che includa farmaci, supporto psicologico e interventi educativi. Come evidenziato nello studio “ADD/ADHD and Impaired Executive Function in Clinical Practice“, è fondamentale affrontare non solo i sintomi evidenti, ma anche i deficit delle funzioni esecutive, che compromettono organizzazione, pianificazione e gestione del tempo.
I farmaci stimolanti, come il metilfenidato, risultano efficaci per migliorare l’attenzione e ridurre l’impulsività. In alternativa, si possono usare farmaci non stimolanti come l’atomoxetina. Accanto alla terapia farmacologica, la psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) aiuta a sviluppare strategie pratiche per la gestione quotidiana. Importante anche il coinvolgimento di famiglia e scuola, tramite interventi psicoeducativi mirati.
Lo studio sottolinea l’utilità di lavorare direttamente sulle funzioni esecutive, ad esempio con tecniche per migliorare pianificazione, autocontrollo e regolazione emotiva, essenziali per risultati a lungo termine.
Se sospetti di avere sintomi riconducibili all’ADD o all’ADHD, una valutazione specialistica è il primo passo per trovare risposte e soluzioni efficaci. La Clinica ADHD di GAM Medical offre un percorso diagnostico e terapeutico completo, con un’équipe multidisciplinare esperta e protocolli aggiornati alle ultime evidenze scientifiche. Un supporto personalizzato può fare davvero la differenza nel migliorare la qualità della vita.
Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.
Fonti:
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18803914/