ADHD e lavastoviglie piena

Tempo di lettura: 5 minuti

svuotare la lavastoviglie: adhd

Avere la lavastoviglie piena e non svuotarla per giorni è una situazione più comune di quanto si possa pensare. Per molte persone ADHD, però, questo non è un semplice episodio, ma un modello che si ripete nel tempo e che può creare disordine, frustrazione e difficoltà nella gestione della casa.

In questo articolo parleremo di perché la lavastoviglie piena sia un problema così tipico per chi vive con ADHD, del ruolo delle funzioni esecutive, dei segnali che mostrano quando la gestione domestica stia diventando troppo pesante e delle strategie per semplificare la routine quotidiana.

Perché ADHD e lavastoviglie piena sono così collegati?

Il collegamento tra ADHD e lavastoviglie piena nasce principalmente dal modo in cui la mente elabora i compiti domestici.

  • Per alcune persone: svuotare la lavastoviglie è un’azione semplice e lineare. 
  • Per altre, specialmente con Disturbo dell’Attenzione: questo gesto richiede una serie di passaggi consecutivi che non sempre risultano automatici, come organizzarsi, muoversi nello spazio, ricordare dove si trovano gli oggetti, mantenere il focus, resistere alla distrazione e concludere l’azione.

La lavastoviglie piena è uno dei compiti più difficili perché non si svolge in pochi secondi e richiede un minimo di coordinazione interna, il problema non è la mancanza di volontà, ma la complessità mentale necessaria per attivarsi e concludere l’intera sequenza.

Tra le ragioni più frequenti troviamo:

  • La tendenza a rimandare i compiti che non offrono gratificazione immediata.
  • La difficoltà a passare da un’attività all’altra: soprattutto se la giornata è già stata mentalmente impegnativa.
  • La bassa tolleranza alla monotonia dei gesti ripetitivi.
  • L’incapacità di visualizzare il compito come qualcosa di semplice e rapido.
  • La difficoltà nel mantenere l’attenzione su un’attività che non fornisce stimoli rilevanti

Le funzioni esecutive sono uno dei punti chiave nella gestione della lavastoviglie per chi è ADHD, queste abilità comprendono la capacità di pianificare, organizzare, iniziare un compito e portarlo a termine. Se queste funzioni sono più deboli o richiedono maggiore sforzo, compiti molto semplici possono diventare difficili da affrontare.

ADHD e lavastoviglie piena: quando diventa un problema?

La memoria di lavoro è un’altra area frequentemente coinvolta nell’ADHD e rappresenta una delle ragioni principali per cui la lavastoviglie rimane piena, da cui dipendono:

  • Ricordarsi che è stata avviata.
  • Ricordarsi di svuotarla.
  • Ricordarsi dove sistemare gli oggetti.

La memoria di lavoro permette di mantenere attivo un pensiero per svolgere dei compiti complessi, ma nel Disturbo dell’Attenzione questo pensiero svanisce rapidamente se non è sostenuto da stimoli visivi o da segnali esterni. Questo significa che basta un rumore, una notifica o un pensiero improvviso per spostare l’attenzione, lasciando il compito incompleto.

La ricerca del 2022 “Activities of Daily Living and Working Memory in Pediatric Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder (ADHD)”, una ricerca che evidenzia come le difficoltà nella memoria di lavoro possano influire sulla gestione delle attività quotidiane, mostra un principio importante: quando la memoria di lavoro è fragile, i compiti di casa che richiedono più passaggi diventano complicati da avviare o completare.

Il carico cognitivo è un altro concetto fondamentale per comprendere il rapporto tra ADHD e lavastoviglie piena, quando il carico è elevato, infatti, si produce un effetto domino: più la mente è affaticata, meno risorse restano per gestire le incombenze domestiche. 

Così la lavastoviglie piena diventa un simbolo di un funzionamento interno che non riesce a sostenere sempre tutte le richieste del quotidiano.

La ricerca del 2020 “Impact of ADHD on Household Chores” descrive come l’ADHD possa influire sulla capacità di portare a termine le mansioni domestiche, mostrando che molte persone vivono un livello di fatica più alto nel completare le azioni quotidiane. Ciò aiuta a spiegare perché svuotare la lavastoviglie, anche se sembra un compito di pochi minuti, possa risultare difficile: richiede energie mentali che a volte non sono disponibili.

Ci sono alcuni segnali utili a capire quando la lavastoviglie piena non è un episodio isolato ma un modello che merita attenzione:

  • Accumulo di piatti sporchi sul lavandino perché non si è svuotata la lavastoviglie.
  • Sensazione di sovraccarico e burnout quando si pensa di affrontare i compiti di casa.
  • Difficoltà a ricordare l’ultimo utilizzo della lavastoviglie.
  • Frustrazione crescente nei confronti dell’ambiente domestico.
  • Tendenza a evitare la cucina per non affrontare la lavastoviglie piena.
  • Senso di colpa o vergogna legato alla gestione della casa

Riconoscere questi segnali aiuta a comprendere che la difficoltà non riguarda la volontà o l’impegno personale, ma un modo diverso di processare i compiti domestici.

Inoltre, molte persone ADHD sperimentano:

  • Difficoltà nella percezione del tempo: che porta a sovrastimare la durata del compito.
  • Avversione per le attività ripetitive.
  • Bassa motivazione per attività non stimolanti.
  • Interruzioni frequenti del compito che si sta svolgendo: da parte di pensieri o distrazioni esterne.
  • Difficoltà a tollerare disordine o caos visivo: che però può peggiorare se il compito viene evitato.

Se la mente è già affaticata da impegni, lavoro, studio o stimoli continui, svuotare la lavastoviglie non trova spazio sufficiente nella giornata mentale.

Strategie pratiche per gestire ADHD e lavastoviglie piena

La gestione della lavastoviglie è più semplice quando il compito viene semplificato, visualizzato e diviso in micro-passi. Le strategie più efficaci sono quelle che bypassano il bisogno di usare memoria di lavoro o attenzione sostenuta:

  • Stabilire un momento fisso della giornata per svuotarla.
  • Utilizzare timer o promemoria che rendano visibile il compito.
  • Lasciare la lavastoviglie leggermente aperta dopo il ciclo, così da non dimenticarla.
  • Suddividere il compito, ad esempio facendo prima solo i bicchieri, poi solo i piatti.
  • Utilizzare contenitori organizzati per semplificare la sistemazione.
  • Accendere la lavastoviglie la sera e svuotarla al mattino come primo gesto automatico.
  • Evitare di far accumulare troppi oggetti nel lavandino, che aumentano la sensazione di caos.
  • Ascoltare musica o podcast per rendere il compito meno monotono.

Una strategia molto utile è rendere il compito più leggero eliminando passaggi inutili, ad esempio, se si hanno troppi piatti o troppi oggetti da sistemare, il carico mentale aumenta. Ridurre la quantità significa ridurre lo sforzo richiesto e aumenta la probabilità che la routine venga mantenuta.

lavastoviglie piena e adhd
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ADHD e lavastoviglie piena: quando serve un supporto

Il rapporto tra ADHD e lavastoviglie piena è molto più complesso di quanto sembri.

Con piccoli accorgimenti si può trasformare la routine, ridurre lo stress e creare un ambiente più ordinato e vivibile. Le strategie devono essere realistiche, sostenibili e flessibili, adattate ai ritmi individuali e a ciò che la mente può gestire.

Con strategie pratiche e ambienti più semplici da gestire è possibile ridurre lo stress e rendere la vita quotidiana più fluida. Se la difficoltà diventa frequente o interferisce con il benessere personale, può essere utile iniziare un percorso di psicoeducazione ADHD (o coaching psicologico), tramite cui sarà possibile ricevere supporto mirato e soluzioni personalizzate.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC8035253/ 
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32070178/

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Psichiatra ADHD Gincarlo Giupponi

Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

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