ADHD: 7 consigli per non essere in ritardo

Tempo di lettura: 5 minuti

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Ti è mai capitato, convivendo con l’ADHD, di sentirti intrappolato in un circolo vizioso di ritardi, nonostante tutta la tua buona volontà?


Essere puntuali può sembrare una vera e propria missione impossibile, anche quando sappiamo bene quanto sia importante arrivare in tempo.
Eppure, all’ultimo momento, qualcosa sembra sempre andare storto: un imprevisto, una distrazione, una cattiva stima dei tempi. Se ti riconosci in questa situazione, sappi che non sei solo: l’ADHD influisce profondamente sull’organizzazione del tempo e sulla gestione delle attività quotidiane.

In questo articolo esploreremo nel dettaglio perché chi è ADHD è spesso in ritardo, cos’è la sindrome da ritardo cronico e, soprattutto, vedremo 7 consigli pratici per migliorare la tua puntualità senza stressarti.

Perchè chi è adhd è spesso in ritardo?

Il ritardo cronico nelle persone ADHD non è semplicemente una questione di svogliatezza o disorganizzazione superficiale.
Si tratta di un fenomeno complesso che coinvolge funzioni esecutive fondamentali come l’attenzione sostenuta, la pianificazione, la memoria di lavoro e la gestione del tempo.

Uno studio, dal titolo “Reduced organizational skills in adults with ADHD are due to deficits in persistence, not in strategies“, ha evidenziato che la vera difficoltà non è tanto nel sapere cosa fare, ma nel mantenere la costanza nell’applicare le strategie organizzative. Chi è ADHD spesso sa perfettamente cosa dovrebbe fare per essere puntuale, ma fatica a mettere in pratica le strategie in modo continuativo e stabile.

A questi fattori si aggiungono:

  • Time blindness: una percezione alterata del tempo che porta a sottostimare o sovrastimare la durata delle attività. Come evidenziato dallo studio Time Perception is a Focal Symptom of Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder in Adults, questa difficoltà è particolarmente marcata negli adulti con ADHD, influenzando la gestione delle attività quotidiane.
  • Impulsività: iniziare attività non programmate all’ultimo minuto, credendo di poterle completare rapidamente.
  • Procrastinazione emotiva: rinviare l’inizio dei compiti percepiti come noiosi o difficili.
  • Sovraccarico cognitivo: gestire troppe informazioni contemporaneamente può rallentare la capacità di agire.

Tutto ciò contribuisce a una tendenza cronica al ritardo che, nel tempo, genera senso di colpa, frustrazione e perdita di autostima.

Cos’è la sindrome da ritardo cronico?

La sindrome da ritardo cronico descrive una condizione in cui una persona è sistematicamente in ritardo, in senso temporale, in quasi tutti gli ambiti della sua vita, a causa di una percezione alterata del tempo. Non si tratta di una distrazione occasionale, ma di una persistente difficoltà nel rispettare gli orari, nonostante gli sforzi per evitarlo.

Studi scientifici, come quello pubblicato su Memory & Cognition, intitolato “Why are you late? Investigating the role of time management in time-based prospective memory”,  hanno evidenziato che difficoltà nella gestione del tempo e nella memoria prospettica basata sul tempo possono contribuire in modo significativo al ritardo cronico, rendendo complesso ricordare ed eseguire azioni pianificate nei tempi previsti.

Nel contesto del Disturbo da Deficit dell’Attenzione, il ritardo cronico nasce da:

  • Difficoltà di transizione da un’attività all’altra.
  • Problemi di gestione delle priorità.
  • Dipendenza dalla motivazione immediata: senza una ricompensa tangibile, risulta difficile iniziare le azioni necessarie.

Questa condizione può influire negativamente su:

  • Carriera professionale, riducendo la fiducia dei colleghi e dei superiori.
  • Relazioni personali, causando incomprensioni e tensioni.
  • Benessere psicologico, aumentando la frustrazione e la percezione di fallimento.

Anche se non è ancora riconosciuta come disturbo ufficiale nei manuali diagnostici, la sindrome da ritardo cronico è una realtà che molte persone ADHD vivono ogni giorno.

Come smettere di arrivare in ritardo: 7 consigli

Se riconosci in te queste difficoltà, sappi che esistono strategie pratiche per affrontarle. Non si tratta di raggiungere la perfezione, ma di creare abitudini sostenibili che migliorino nel tempo la gestione del quotidiano. Ecco 7 consigli concreti per chi è ADHD.

  1. Usa sveglie e timer in modo strategico: Non affidarti a un’unica sveglia impostata sull’orario limite. Programma più allarmi a intervalli regolari, ognuno legato a un’azione precisa: iniziare a vestirsi, preparare la borsa, uscire di casa. Segmentare il tempo aiuta a mantenere alta la concentrazione e a evitare distrazioni.
  2. Prevedi il tempo con abbondante margine: Le persone ADHD tendono a sottostimare quanto tempo richiedono le attività.
    Quando programmi la tua giornata, aggiungi un margine di sicurezza: se pensi di essere pronto in dieci minuti, pianifica di iniziare almeno quindici minuti prima.
    Questo semplice accorgimento può ridurre drasticamente il rischio di ritardo.
  3. Prepara tutto in anticipo: Organizzare in anticipo elimina molte fonti di stress. La sera prima, dedica pochi minuti a sistemare abiti, documenti, chiavi e tutto ciò che ti servirà. Controlla anche il traffico, il meteo e l’agenda per prevenire imprevisti. Prepararsi la sera ti permette di iniziare la giornata successiva con maggiore serenità.
  4. Suddividi i compiti in micro-azioni: Compiti generici come “prepararsi per uscire” possono sembrare vaghi e opprimenti. Scomponili in azioni molto specifiche: vestirsi, riempire la borsa, controllare gli orari, spegnere le luci, chiudere la porta.Ogni micro-azione completata offre un senso immediato di progresso e riduce il rischio di paralisi decisionale.
  5. Usa liste visive: Le checklist riducono il carico cognitivo e aiutano a non dimenticare passaggi importanti. Prepara una lista sintetica e visibile da consultare prima di uscire, con le voci fondamentali come chiavi, telefono, portafoglio, documenti. Spuntare fisicamente ogni voce crea un senso di controllo e ti aiuta a uscire di casa più sicuro e tranquillo. 
  6. Collega l’uscita a un evento positivo: Associare l’atto di uscire puntuale a una piccola ricompensa personale può rafforzare la motivazione. Può trattarsi di un caffè, di ascoltare una canzone che ti piace durante il tragitto, o di concederti un momento di relax arrivato a destinazione. Legare la puntualità a esperienze gratificanti aiuta a superare la resistenza iniziale all’azione.
  7. Inizia prima di sentirti pronto: Aspettare di sentirsi “pronti” porta quasi sempre a ritardare. Abituati a iniziare comunque, anche se ti sembra troppo presto. Partire prima del previsto ti offre un margine di sicurezza che riduce lo stress e aumenta la probabilità di arrivare puntuale senza affanno.
essere in ritardo e adhd
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Puntualità e adhd: il supporto fa la differenza

Essere puntuali con l’ADHD è una sfida concreta, ma non è impossibile. Capire le proprie difficoltà e applicare strategie pratiche può migliorare significativamente la gestione del tempo e la qualità della vita.

Non serve puntare alla perfezione, ma costruire piccoli cambiamenti sostenibili, giorno dopo giorno. Anche un miglioramento minimo può fare la differenza.

Se senti di aver bisogno di un supporto personalizzato, puoi valutare il percorso di psicoeducazione individuale ADHD offerto dal Centro GAM Medical: un servizio pensato per aiutarti a sviluppare strategie pratiche, migliorare la gestione delle funzioni esecutive e affrontare le sfide quotidiane con maggiore consapevolezza.

Con il giusto supporto, vivere in modo più sereno e puntuale è possibile.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12908812/
  • https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC8293837/
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27336325/
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