Nevrosi : il DOC nella prospettiva psicoanalitica/psicodinamica

Tempo di lettura: 4 minuti

Nevrosi : il DOC nella prospettiva psicoanalitica/psicodinamica

Nel linguaggio clinico contemporaneo parliamo di DOC o Disturbo Ossessivo-Compulsivo, utilizzando la terminologia ufficiale dei sistemi diagnostici come DSM o ICD. In psicoanalisi e nelle psicoterapie psicodinamiche, invece, è ancora frequente incontrare l’espressione nevrosi o nevrosi ossessiva, un concetto che appartiene alla tradizione freudiana ma che mantiene oggi un valore descrittivo importante.

Da un punto di vista pratico, DOC e nevrosi ossessiva fanno riferimento allo stesso fenomeno, ma si collocano in due linguaggi diversi: quello classificatorio, che si concentra sui sintomi osservabili e sulla loro frequenza, e quello psicodinamico, che guarda alla struttura della personalità, ai conflitti inconsci e ai meccanismi difensivi che organizzano il funzionamento mentale della persona.

Quando uno psicoanalista o un terapeuta psicodinamico parla di “nevrosi ossessiva”, non sta introducendo una diagnosi alternativa al DOC, ma sta descrivendo il modo in cui la mente della persona gestisce ansia, colpa, ambivalenza, desideri e paure: un vero e proprio stile di funzionamento psichico, spesso stabile nel tempo e comprensibile alla luce della teoria dei conflitti inconsci.

Cosa significa “nevrosi”?

La nevrosi indica un funzionamento psicologico caratterizzato da:

  • conflitti interiori inconsci,
  • ansia e tensione psichica,
  • sintomi che servono a gestire il conflitto,
  • mantenimento del contatto con la realtà,
  • sofferenza soggettiva,
  • strategie difensive rigide ma non psicotiche.

La persona nevrotica non perde il senso della realtà, non vive deliri o allucinazioni, ma sperimenta angoscia, sensi di colpa, paure, ossessioni, sintomi somatici, fobie, tensioni interne.

Tipologie di nevrosi

Nel pensiero psicoanalitico, la nevrosi è un disturbo dell’equilibrio psichico che deriva da conflitti inconsci tra desideri, divieti e bisogni emotivi profondi.

L’Io, il Super-Io e l’Es — le tre istanze teoriche del modello freudiano — entrano in tensione, e la persona sviluppa sintomi per proteggersi dall’angoscia generata da questi conflitti.

La nevrosi è una modalità organizzativa della mente, caratterizzata da un forte controllo, da un eccesso di difese e da un bisogno di mantenere la stabilità interna attraverso strategie psicologiche rigide.

All’interno delle diverse forme di nevrosi ci sono:

  1. Nevrosi ossessiva (DOC nella terminologia attuale)
  2. Nevrosi isterica (oggi distribuita tra disturbi dissociativi e somatoformi)
  3. Nevrosi fobica (parte dei disturbi d’ansia attuali)

ùLa nevrosi ossessiva, in particolare, è caratterizzata da un Super-Io molto severo, che giudica e punisce duramente ogni impulso vissuto come inappropriato (leggi anche il nostro articolo sul ruolo del Super-Io nel DOC)

Il risultato è una mente che lavora incessantemente per mantenere il controllo su pensieri e sensazioni che vengono percepiti come pericolosi o proibiti.

Il DOC nella prospettiva psicoanalitica contemporanea

Le teorie attuali integrano la visione freudiana con modelli psicodinamici più evoluti. Il DOC viene interpretato come un tentativo della mente di gestire ansia intensa, colpa e senso di responsabilità eccessivo, spesso radicati in esperienze affettive precoci. Non è solo un disturbo fatto di ossessioni e compulsioni, ma una forma di organizzazione psichica in cui:

  • il pensiero diventa iper-analitico e circolare,
  • il controllo mentale è prioritario rispetto al contatto emotivo,
  • le emozioni vengono vissute come minacciose,
  • la persona utilizza il dubbio come strategia per non affrontare conflitti profondi.

La sintomatologia ossessiva è letta come una difesa contro desideri o impulsi difficili da accettare, contro vissuti di aggressività, ambivalenza o vulnerabilità. La compulsione non è casuale: ha una funzione psicologica, serve a placare temporaneamente l’angoscia interna.

Il terapeuta psicodinamico non si limita a lavorare sui sintomi del DOC, ma esplora:

  • le radici affettive del controllo,
  • il significato simbolico dei rituali,
  • la dinamica tra parti interne della personalità,
  • la storia relazionale che ha contribuito a formare quel severo dialogo interno.

Prospettiva psicoanalitica e psicodinamica al disturbo ossessivo-compulsivo: è ancora utile?

La psicoanalisi non sostituisce la diagnostica contemporanea, ma la completa. Capire il DOC come “nevrosi ossessiva” permette di cogliere:

  • la dimensione emotiva nascosta dietro i sintomi,
  • le motivazioni inconsce dei rituali,
  • il funzionamento del Super-Io e dell’Io,
  • la relazionalità e la storia soggettiva della persona.

Questa lettura aiuta a costruire percorsi terapeutici più profondi, che lavorano sul controllo, sulla colpa, sulla rigidità e sull’ansia esistenziale, non solo sui comportamenti ripetitivi.

Quindi, DOC e nevrosi ossessiva non sono due realtà diverse, ma due modi di guardare allo stesso fenomeno: uno descrive i sintomi, l’altro descrive la mente che li produce.

La prospettiva psicodinamica permette di restituire complessità, profondità e umanità a ciò che, in apparenza, potrebbe sembrare “solo” un disturbo d’ansia o un insieme di rituali.

È uno sguardo che aiuta a comprendere non solo cosa fa una persona, ma perché lo fa — e soprattutto chi sta cercando di essere, nonostante i suoi conflitti interiori.

Psicoanalisi e Psicoterapia Psicodinamica per la nevrosi ossessiva

Nel trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo esistono diversi approcci psicoterapeutici, e la letteratura contemporanea sottolinea come ciascuno di essi possa essere efficace, purché integrato all’interno di una relazione terapeutica solida e sicura.

A prescindere dal modello teorico, infatti, ciò che produce cambiamento è in gran parte proprio l’incontro tra terapeuta e paziente: l’alleanza, la continuità, la possibilità di esplorare pensieri ed emozioni senza giudizio, la fiducia che si costruisce nel tempo.

È questa relazione a permettere al paziente di osservare da vicino i propri schemi mentali, mettere in discussione rituali e paure e sviluppare forme di controllo più mature e flessibili.

Tra i diversi orientamenti però, un approccio spesso consigliato nei casi di DOC, soprattutto quando si vuole comprendere il significato profondo delle ossessioni e delle compulsioni, è quello psicodinamico-analitico.

Questo metodo non si limita a ridurre i sintomi del DOC, ma esplora i conflitti inconsci, il ruolo del Super-Io, i vissuti di colpa e le radici affettive del controllo, permettendo di intervenire non solo sui comportamenti, ma sul funzionamento mentale che li sostiene.

La prospettiva psicodinamica aiuta il paziente a comprendere perché i rituali hanno così tanto potere, quali emozioni evitano, quali parti di sé proteggono e quale senso profondo assumono nella sua storia personale.

Presso la Clinica Psicologica GAM-Medical, centro specializzato nel trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo e dei disturbi correlati, è presente un’équipe di psicoterapeuti formati in diversi orientamenti, con una particolare presenza di professionisti di scuola psicodinamico–analitica, che integrano il lavoro sui sintomi con un approfondito ascolto della storia personale e del funzionamento emotivo del paziente.

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Psichiatra ADHD Gincarlo Giupponi

Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

Psicologia generale

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