Le differenze culturali nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo

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Le differenze culturali nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo

Le ossessioni e le compulsioni del disturbo ossessivo compulsivo possono risentire di differenze culturali. In particolare, i contenuti delle ossessioni possono variare di cultura in cultura.

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è spesso trattato come un disturbo dal carattere universale: i manuali diagnostici ne delineano criteri che si applicano a persone di qualsiasi provenienza geografica, cultura, religione o sistema di valori.

E in un certo senso è vero: la struttura clinica del DOC si ritrova con sorprendente uniformità in tutto il mondo.

Tuttavia, l’universalità del DOC non implica affatto uniformità di contenuti. La cultura modella ciò che il disturbo “usa” per generare preoccupazioni, paure, rituali e tentativi di neutralizzazione.

Le ossessioni si radicano nei significati condivisi dalla società; le compulsioni rispondono a ciò che quella cultura considera pericoloso, contaminante, moralmente rilevante, socialmente vietato o spiritualmente minaccioso.

In altre parole: il DOC è universale, ma si esprime in lingue diverse.

L’universalità del DOC: la struttura che non cambia

Prima di esplorare le differenze culturali, è importante ribadire ciò che non cambia.

Studi epidemiologici condotti in diversi continenti mostrano che:

  • la prevalenza del DOC è relativamente costante a livello globale, con differenze minori dovute per lo più a strumenti di misurazione, stigma o differenze di accesso ai servizi;
  • l’età di insorgenza è sorprendentemente simile tra paesi occidentali e non occidentali;
  • la struttura sintomatica del DOC (ossessioni + compulsioni, pattern di evitamento, mantenimento tramite neutralizzazione) è costante;
  • le principali dimensioni sintomatiche (contaminazione/pulizia, simmetria/ordine, responsabilità e controllo, pensieri proibiti, accumulo) compaiono in tutti i contesti studiati.

Questa omogeneità suggerisce che il DOC possieda una base neurocognitiva condivisa, probabilmente legata alla regolazione del rischio, dell’incertezza, del senso di responsabilità e della gestione dei pensieri intrusivi.

Detto questo, se la struttura è stabile… i contenuti cambiano». E cambiano parecchio.

Quando la cultura entra nel DOC: ciò che varia da paese a paese

Le ossessioni non sono mai casuali: utilizzano materiale mentale significativo per l’individuo.
Quel materiale è profondamente influenzato dalla cultura.

Nelle società dove la religione è centrale nella vita sociale e nel sistema educativo, come in molti paesi del Medio Oriente o dell’Asia meridionale, sono particolarmente frequenti ossessioni relative a:

  • peccato
  • purezza spirituale
  • contaminazione morale
  • timore di bestemmiare
  • paure legate ai rituali religiosi eseguiti “male”

Nelle culture laiche o secolarizzate, invece, le ossessioni possono riflettere altre forme di norma:

  • correttezza politica
  • norme morali di tipo laico
  • paura di comportamenti inappropriati in contesti sociali

In contesti occidentali, dove esistono dibattiti contemporanei su identità, orientamento sessuale, ruoli di genere, inclusione e norme sociali, troviamo spesso ossessioni come:

  • “E se fossi attratto da X? Significa qualcosa di immorale?”
  • “E se potessi comportarmi in modo inappropriato?”
  • immagini intrusive a sfondo sessuale o aggressivo vissute come “inaccettabili”

In culture più tradizionali queste forme compaiono meno frequentemente, probabilmente per differenze nei modelli di internalizzazione dei tabù morali e per diversa struttura dei ruoli sociali.

DOC e differenze culturali: Il ruolo della religione, dei tabù e delle norme morali

La religione — o più in generale la struttura morale dominante — è uno dei principali mediatori culturali del DOC.

La religione non causa il DOC, ma fornisce al disturbo:

  • un linguaggio
  • un insieme di norme
  • un quadro esplicativo del bene e del male
  • una struttura di rituali

Di conseguenza se la società considera il peccato una minaccia gravissima, il DOC utilizzerà il peccato come contenuto ossessivo.

se la società considera la purezza spirituale un valore centrale, il DOC può generare rituali di purificazione.

se la religione prevede rituali rigidi, l’ansia di “non rispettarli correttamente” può diventare materiale ossessivo.

Considerazioni culturali nella manifestazione del DOC.

La revisione Influence of Culture in Obsessive-compulsive Disorder and Its Treatment rappresenta uno dei lavori più completi sul rapporto tra cultura e DOC.

Secondo gli autori, il DOC si manifesta con:

  • pattern sintomatici simili
  • prevalenze statistiche comparabili
  • età d’esordio sovrapponibile

in culture geograficamente e socialmente molto diverse.

Questi dati e le fonti citate nella revisione supportano l’idea che la vulnerabilità ossessivo-compulsiva sia trans-culturale.

Il contributo centrale della revisione è la dimostrazione empirica che:

  • la cultura non modifica il “come” del disturbo, ma il “cosa”
  • le ossessioni riflettono valori, norme, credenze, tabù e sistemi religiosi della società

Quali ossessioni e compulsioni sono più comuni in quali paesi?

Citando nuovamente lo studio menzionato nel precedente paragrafo (Influence of Culture in Obsessive-compulsive Disorder and Its Treatment), gli autori riportano nella loro revisione della letteratura numerosi esempi:

  • ossessioni religiose più frequenti nei paesi con forte religiosità (ad esempio il medio-oriente)
  • ossessioni aggressive/di danno più frequenti negli Stati Uniti e in Brasile
  • ossessioni di contaminazione sono tra le più diffuse in tutti i pesi ma sono molto comuni in India e in altre culture con forte concetto di impurità
  • ossessioni legate all’orientamento sessuale ampiamente riportate in pubblicazioni occidentali, ma rare in paesi non occidentali (non per mancanza del fenomeno, ma per differenze culturali nel riconoscerlo e riportarlo)

La revisione sottolinea come la cultura non sia solo religione o paese di origine, ma un insieme complesso di fattori:

  • classe sociale
  • ruolo di genere
  • educazione
  • migrazione
  • lingua
  • orientamento sessuale
  • credenze morali

Tutti questi elementi contribuiscono a:

  • scegliere inconsciamente i contenuti ossessivi
  • modulare la gravità percepita
  • influenzare la disponibilità alla cura
  • determinare il tipo di terapeuta a cui ci si rivolge

La revisione, inoltre, evidenzia alcune raccomandazioni fondamentali:

  1. Il contenuto dell’ossessione è sempre culturalmente mediato, quindi non può essere interpretato senza comprendere il contesto del paziente.
  2. I terapeuti devono conoscere i riferimenti culturali, religiosi e morali del paziente.
  3. ERP e TCC devono essere adattate al linguaggio e alle credenze della persona.
  4. La collaborazione con figure religiose è talvolta utile per distinguere rituali religiosi sani da compulsioni patologiche.
  5. La comprensione culturale migliora la compliance, riduce lo stigma e aumenta l’efficacia del trattamento.

Implicazioni cliniche: come approcciarsi alle differenze culturali nella manifestazione del DOC

Una diagnosi di DOC che ignori il contesto culturale rischia di:

  • confondere rituali religiosi sani con compulsioni
  • sottovalutare ossessioni mascherate da norme culturali
  • interpretare erroneamente alcuni comportamenti

Per esempio, in alcune culture i rituali di lavaggio non sono patologici a prescindere ma diventano compulsivi quando:

  • sono eccessivi rispetto al rito previsto
  • occupano ore della giornata
  • causano disagio significativo
  • vengono eseguiti per ansia e non per fede

Il DOC è universale ma per trattarlo efficacemente, occorre ascoltare la lingua in cui si esprime e noi di GAM-Medical, clinica specializzata in disturbo ossessivo-compulsivo, lo sappiamo bene.

I nostri professionisti della salute mentale sono legati ai principi deontologici a cui sono tenuti e sanno quanto sia importante operare affinché le differenze culturali non siano un’ostacolo ma una risorsa preziosa per diffondere il benessere psicologico.

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Psichiatra ADHD Gincarlo Giupponi

Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

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