Quando si parla di disturbi alimentari restrittivi (come l’anoressia nervosa), molti pensano che l’unico segno rilevante sia il dimagrimento.
In realtà, la restrizione prolungata e la malnutrizione influiscono su più sistemi dell’organismo e si riflettono in una serie di segnali fisici che spesso passano inosservati o vengono scambiati per dettagli estetici.
Riconoscerli presto aiuta a chiedere valutazioni competenti e ad avviare interventi efficaci.
Il dimagrimento, quindi, è solo la punta dell’iceberg.
Sotto la superficie ci sono cambiamenti muscolari, cutanei, vascolari e posturali che raccontano quanto il corpo stia faticando.
Come leggere i segnali fisici nascosti dell’anoressia nervosa
Premessa doverosa: uno o anche più di questi sintomi non spiegano l’anoressia nervosa.
I segnali fisici vanno sempre letti tenendo conto di:
- Contesto + insieme di indizi: un singolo segno, da solo, non fa diagnosi. È l’insieme, nel contesto di restrizione e preoccupazione per peso/forma, che orienta.
- Funzionamento e interferenza: chiediamoci se questi segni si associano a stanchezza, freddolosità, capogiri, difficoltà di concentrazione, ritiri sociali.
- Valutazione specialistica: se riconosci più segnali, non aspettare. Un centro specializzato in DCA può distinguere fra fase transitoria, disagio psico–emotivo e disturbo strutturato.
1) Segno di Walker positivo (che cos’è e perché può comparire)
Il “segno di Walker” si osserva chiedendo alla persona di avvolgere la mano attorno al proprio polso: se il mignolo sovrasta/oltrepassa il pollice, il segno è detto positivo.
Cosa significa in un contesto restrittivo?
- Con calo di massa grassa e muscolare, il diametro del polso e dei tessuti molli si riduce. Questo può rendere più facile che il mignolo “oltrepassi” il pollice, dando un Walker positivo.
- Non è un test DCA né è “specifico”: può comparire in costituzioni esili o in condizioni connettivali. Ma in un quadro di restrizione alimentare, è coerente con la riduzione dei tessuti periferici.
2) Scapole alate e postura curva (cifosi posturale)
Le scapole appaiono sporgenti (“alate”), soprattutto quando si sollevano le braccia, e la postura tende a curvarsi in avanti.
Perché succede?
- Perdita di massa muscolare (specie di serrato anteriore, trapezio, romboidi): i muscoli stabilizzatori non riescono a mantenere le scapole aderenti al dorso.
- Debolezza del core e atteggiamenti protettivi (spalle chiuse, torace “rientrato”) accentuano la curvatura.
- Meno energia disponibile = peggior resistenza posturale.
Cosa significa?
Racconta un decondizionamento muscolare. In un percorso terapeutico, si lavora su nutrizione e rieducazione posturale in sicurezza.
3) Braccia che “appaiono più lunghe” (spesso un’illusione ottica)
Le braccia sembrano disproporzionate rispetto al tronco.
Perché succede?
- Con la perdita di tessuto su spalle, torace e collo, le braccia spiccano di più.
- La postura curva e le spalle introverse allungano visivamente l’arto.
- L’arm span (apertura) in realtà non cambia: è una percezione data dai volumi ridotti del tronco.
Cosa significa?
È un effetto visivo tipico di corpi molto assottigliati. Non indica “crescita anomala”, ma sproporzione apparente legata alla malnutrizione e alla postura.
4) Piedi piatti (appoggio plantare “spianato”)
L’arco plantare sembra appiattito, con impronta del piede più “larga”.
Perché succede?
- Riduzione del tono e della resistenza muscolare del piede e della gamba: i muscoli che sostengono l’arco cedono più facilmente.
- Legamenti e fasce possono risultare più lassi in contesti di malnutrizione prolungata.
- Cuscinetti adiposi plantari ridotti = minore ammortizzazione → appoggio più “spalmato”.
5) Livedo reticularis (reticolo rosso-blu sulla pelle)
Una marezzatura a reticolo (maglia) rossastro-bluastra, soprattutto su cosce, gambe, braccia, più evidente con freddo o stazione eretta.
Perché succede?
- Vasocostrizione periferica e termoregolazione compromessa: il corpo, con poche riserve, raccoglie il sangue verso gli organi vitali.
- Flusso sanguigno irregolare nei plessi cutanei → disegno a reticolo.
- Il freddo cronico (intolleranza al freddo) e talvolta anemia o bassa pressione possono accentuarlo.
Cosa significa?
È un segno vascolare coerente con malnutrizione e ipotermia. Non è pericoloso di per sé, ma indica che la periferia soffre.
6) Lanugo sul viso (peluria fine “da neonato”)
Una peluria finissima su guance, tempie, talvolta avambracci e dorso.
Perché succede?
- È un meccanismo adattivo: quando la grassa sottocutanea è scarsa, il corpo “prova” a isolare generando peluria.
- È più visibile con luce radente, può aumentare con freddo e peso molto basso.
Cosa significa?
Segnala un organismo in risparmio energetico. Con il recupero nutrizionale e la stabilizzazione, tende a ridursi.
7) Naso che “sembra più grande” (illusione di prominenza)
Il naso appare più sporgente rispetto al viso. Come fosse “aquilino” pur non essendolo necessariamente.
Perché succede?
- La perdita di grasso su guance e dorso nasale fa risaltare le strutture cartilaginee.
- Le ombre su zigomi scavati accentuano il contrasto.
- Come per le braccia, è soprattutto un effetto percettivo: le ossa/cartilagini non crescono, cambia la cornice intorno.
Cosa significa?
È un segno estetico di svuotamento del viso. Non è “deformazione”, ma prominenza relativa.
8) Zigomi “scavati” (perdita dei cuscinetti adiposi delle guance)
Guance infossate, zigomi marcati, linee più nette tra zigomo e mandibola.
Perché succede?
- Riduzione del tessuto adiposo (cuscinetti di Bichat) e della massa muscolare facciale.
- Talvolta disidratazione e alterazioni elettrolitiche accentuano i solchi.
Cosa significa?
È un indicatore di svuotamento del terzo medio del viso, tipico dei quadri di malnutrizione. Anche qui: non basta da solo, ma nel contesto conferma la sofferenza sistemica.
9) Capelli che si assottigliano e cadono (telogen effluvium)
Nei disturbi alimentari i capelli possono diventare secchi, fragili e iniziare a cadere a ciocche: è il cosiddetto telogen effluvium, una risposta di “risparmio energetico” del corpo quando mancano calorie, proteine e micronutrienti (es. ferro, zinco, vitamina D, biotina), cui si sommano stress e possibili alterazioni tiroidee.
Di solito non si formano “chiazze” glabre, ma una riduzione diffusa del volume e della lucentezza; può comparire 2–3 mesi dopo l’inizio della restrizione (o dopo eventi stressanti) e anche nelle prime fasi del recupero.
La buona notizia: con ristabilizzazione nutrizionale e monitoraggio medico, la caduta tende a regredire nel tempo e i capelli ricrescono, anche se il ciclo può impiegare diversi mesi per tornare stabile. Importante distinguere questa caduta dal lanugo (peluria fine “protettiva” sul viso/corpo), che è un fenomeno diverso ma frequente nello stesso contesto.
10) Cheiliti (angoli della bocca arrossati e fissurati)
La cheilite angolare è l’arrossamento con piccole fissurazioni agli angoli della bocca. Può bruciare, tirare quando si apre la bocca e talvolta screpolarsi fino a sanguinare.
Perché succede?
- Malnutrizione e ridotto apporto di vitamine del gruppo B (B2, B6, B12), ferro e zinco possono alterare la salute della mucosa.
- Disidratazione e pelle secca rendono le labbra più fragili.
- Perdita di massa grassa → minore “cuscinetto” cutaneo, con microlesioni più facili.
- In alcuni casi coesistono irritazioni da salivazione notturna o piccoli sovrainfezioni (batteriche/lieviti).
Cosa fare se si notano segnali fisici di anoressia nervosa?
- Parlane con un professionista esperto di DCA: evita il fai-da-te e le rassicurazioni “aspettiamo e vediamo” se gli indizi sono numerosi.
- Valutazione multidisciplinare: clinica nutrizionale, psicologica e (se necessario) medica per escludere altre cause.
- Piano di cura personalizzato: ristabilizzazione nutrizionale graduale e sicura, psicoterapia (es. CBT-E o altri approcci specialistici), coinvolgimento della famiglia e della scuola.
- Monitoraggio: la salute periferica (pelle, muscoli, postura) migliora con l’energia adeguata—ma servono tempo e costanza.
Questo contenuto è stato pensato per essere letto sia da persone che vivono un disturbo alimentare restrittivo (come l’anoressia nervosa), sia da familiari e figure di riferimento (genitori, partner, amici), insegnanti ed educatori, e anche da studenti e professionisti in formazione (psicologia, medicina, psichiatria, scienze della nutrizione) che magari non conoscono ancora queste sfumature cliniche meno evidenti ma frequenti nella pratica.
L’obiettivo è spiegare in modo accessibile segnali e dinamiche spesso trascurati, senza tecnicismi inutili e senza allarmismi, offrendo strumenti per riconoscere quando è utile chiedere una valutazione specialistica.
Nota: le informazioni hanno finalità divulgative e non sostituiscono il parere di un professionista. Se hai dubbi o ti ritrovi in diversi segnali descritti, rivolgiti a una clinica specializzata in DCA.