10 Segnali Fisici di Anoressia che Nessuno Conosce

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10 Segnali fisici di Anoressia che Nessuno Conosce

Quando si parla di disturbi alimentari restrittivi (come l’anoressia nervosa), molti pensano che l’unico segno rilevante sia il dimagrimento.

In realtà, la restrizione prolungata e la malnutrizione influiscono su più sistemi dell’organismo e si riflettono in una serie di segnali fisici che spesso passano inosservati o vengono scambiati per dettagli estetici.

Riconoscerli presto aiuta a chiedere valutazioni competenti e ad avviare interventi efficaci.

Il dimagrimento, quindi, è solo la punta dell’iceberg.

Sotto la superficie ci sono cambiamenti muscolari, cutanei, vascolari e posturali che raccontano quanto il corpo stia faticando.

Come leggere i segnali fisici nascosti dell’anoressia nervosa

Premessa doverosa: uno o anche più di questi sintomi non spiegano l’anoressia nervosa.

I segnali fisici vanno sempre letti tenendo conto di:

  • Contesto + insieme di indizi: un singolo segno, da solo, non fa diagnosi. È l’insieme, nel contesto di restrizione e preoccupazione per peso/forma, che orienta.
  • Funzionamento e interferenza: chiediamoci se questi segni si associano a stanchezza, freddolosità, capogiri, difficoltà di concentrazione, ritiri sociali.
  • Valutazione specialistica: se riconosci più segnali, non aspettare. Un centro specializzato in DCA può distinguere fra fase transitoria, disagio psico–emotivo e disturbo strutturato.

1) Segno di Walker positivo (che cos’è e perché può comparire)

Il “segno di Walker” si osserva chiedendo alla persona di avvolgere la mano attorno al proprio polso: se il mignolo sovrasta/oltrepassa il pollice, il segno è detto positivo.

Cosa significa in un contesto restrittivo?

  • Con calo di massa grassa e muscolare, il diametro del polso e dei tessuti molli si riduce. Questo può rendere più facile che il mignolo “oltrepassi” il pollice, dando un Walker positivo.
  • Non è un test DCA né è “specifico”: può comparire in costituzioni esili o in condizioni connettivali. Ma in un quadro di restrizione alimentare, è coerente con la riduzione dei tessuti periferici.

2) Scapole alate e postura curva (cifosi posturale)

Le scapole appaiono sporgenti (“alate”), soprattutto quando si sollevano le braccia, e la postura tende a curvarsi in avanti.

Perché succede?

  • Perdita di massa muscolare (specie di serrato anteriore, trapezio, romboidi): i muscoli stabilizzatori non riescono a mantenere le scapole aderenti al dorso.
  • Debolezza del core e atteggiamenti protettivi (spalle chiuse, torace “rientrato”) accentuano la curvatura.
  • Meno energia disponibile = peggior resistenza posturale.

Cosa significa?
Racconta un decondizionamento muscolare. In un percorso terapeutico, si lavora su nutrizione e rieducazione posturale in sicurezza.

3) Braccia che “appaiono più lunghe” (spesso un’illusione ottica)

Le braccia sembrano disproporzionate rispetto al tronco.

Perché succede?

  • Con la perdita di tessuto su spalle, torace e collo, le braccia spiccano di più.
  • La postura curva e le spalle introverse allungano visivamente l’arto.
  • L’arm span (apertura) in realtà non cambia: è una percezione data dai volumi ridotti del tronco.

Cosa significa?
È un effetto visivo tipico di corpi molto assottigliati. Non indica “crescita anomala”, ma sproporzione apparente legata alla malnutrizione e alla postura.

4) Piedi piatti (appoggio plantare “spianato”)

L’arco plantare sembra appiattito, con impronta del piede più “larga”.

Perché succede?

  • Riduzione del tono e della resistenza muscolare del piede e della gamba: i muscoli che sostengono l’arco cedono più facilmente.
  • Legamenti e fasce possono risultare più lassi in contesti di malnutrizione prolungata.
  • Cuscinetti adiposi plantari ridotti = minore ammortizzazione → appoggio più “spalmato”.

5) Livedo reticularis (reticolo rosso-blu sulla pelle)

Una marezzatura a reticolo (maglia) rossastro-bluastra, soprattutto su cosce, gambe, braccia, più evidente con freddo o stazione eretta.

Perché succede?

  • Vasocostrizione periferica e termoregolazione compromessa: il corpo, con poche riserve, raccoglie il sangue verso gli organi vitali.
  • Flusso sanguigno irregolare nei plessi cutanei → disegno a reticolo.
  • Il freddo cronico (intolleranza al freddo) e talvolta anemia o bassa pressione possono accentuarlo.

Cosa significa?
È un segno vascolare coerente con malnutrizione e ipotermia. Non è pericoloso di per sé, ma indica che la periferia soffre.

6) Lanugo sul viso (peluria fine “da neonato”)

Una peluria finissima su guance, tempie, talvolta avambracci e dorso.

Perché succede?

  • È un meccanismo adattivo: quando la grassa sottocutanea è scarsa, il corpo “prova” a isolare generando peluria.
  • È più visibile con luce radente, può aumentare con freddo e peso molto basso.

Cosa significa?
Segnala un organismo in risparmio energetico. Con il recupero nutrizionale e la stabilizzazione, tende a ridursi.

7) Naso che “sembra più grande” (illusione di prominenza)

Il naso appare più sporgente rispetto al viso. Come fosse “aquilino” pur non essendolo necessariamente.

Perché succede?

  • La perdita di grasso su guance e dorso nasale fa risaltare le strutture cartilaginee.
  • Le ombre su zigomi scavati accentuano il contrasto.
  • Come per le braccia, è soprattutto un effetto percettivo: le ossa/cartilagini non crescono, cambia la cornice intorno.

Cosa significa?
È un segno estetico di svuotamento del viso. Non è “deformazione”, ma prominenza relativa.

8) Zigomi “scavati” (perdita dei cuscinetti adiposi delle guance)

Guance infossate, zigomi marcati, linee più nette tra zigomo e mandibola.

Perché succede?

  • Riduzione del tessuto adiposo (cuscinetti di Bichat) e della massa muscolare facciale.
  • Talvolta disidratazione e alterazioni elettrolitiche accentuano i solchi.

Cosa significa?
È un indicatore di svuotamento del terzo medio del viso, tipico dei quadri di malnutrizione. Anche qui: non basta da solo, ma nel contesto conferma la sofferenza sistemica.

9) Capelli che si assottigliano e cadono (telogen effluvium)

Nei disturbi alimentari i capelli possono diventare secchi, fragili e iniziare a cadere a ciocche: è il cosiddetto telogen effluvium, una risposta di “risparmio energetico” del corpo quando mancano calorie, proteine e micronutrienti (es. ferro, zinco, vitamina D, biotina), cui si sommano stress e possibili alterazioni tiroidee.

Di solito non si formano “chiazze” glabre, ma una riduzione diffusa del volume e della lucentezza; può comparire 2–3 mesi dopo l’inizio della restrizione (o dopo eventi stressanti) e anche nelle prime fasi del recupero.

La buona notizia: con ristabilizzazione nutrizionale e monitoraggio medico, la caduta tende a regredire nel tempo e i capelli ricrescono, anche se il ciclo può impiegare diversi mesi per tornare stabile. Importante distinguere questa caduta dal lanugo (peluria fine “protettiva” sul viso/corpo), che è un fenomeno diverso ma frequente nello stesso contesto.

10) Cheiliti (angoli della bocca arrossati e fissurati)

La cheilite angolare è l’arrossamento con piccole fissurazioni agli angoli della bocca. Può bruciare, tirare quando si apre la bocca e talvolta screpolarsi fino a sanguinare.

Perché succede?

  • Malnutrizione e ridotto apporto di vitamine del gruppo B (B2, B6, B12), ferro e zinco possono alterare la salute della mucosa.
  • Disidratazione e pelle secca rendono le labbra più fragili.
  • Perdita di massa grassa → minore “cuscinetto” cutaneo, con microlesioni più facili.
  • In alcuni casi coesistono irritazioni da salivazione notturna o piccoli sovrainfezioni (batteriche/lieviti).

Cosa fare se si notano segnali fisici di anoressia nervosa?

  1. Parlane con un professionista esperto di DCA: evita il fai-da-te e le rassicurazioni “aspettiamo e vediamo” se gli indizi sono numerosi.
  2. Valutazione multidisciplinare: clinica nutrizionale, psicologica e (se necessario) medica per escludere altre cause.
  3. Piano di cura personalizzato: ristabilizzazione nutrizionale graduale e sicura, psicoterapia (es. CBT-E o altri approcci specialistici), coinvolgimento della famiglia e della scuola.
  4. Monitoraggio: la salute periferica (pelle, muscoli, postura) migliora con l’energia adeguata—ma servono tempo e costanza.

Questo contenuto è stato pensato per essere letto sia da persone che vivono un disturbo alimentare restrittivo (come l’anoressia nervosa), sia da familiari e figure di riferimento (genitori, partner, amici), insegnanti ed educatori, e anche da studenti e professionisti in formazione (psicologia, medicina, psichiatria, scienze della nutrizione) che magari non conoscono ancora queste sfumature cliniche meno evidenti ma frequenti nella pratica.

L’obiettivo è spiegare in modo accessibile segnali e dinamiche spesso trascurati, senza tecnicismi inutili e senza allarmismi, offrendo strumenti per riconoscere quando è utile chiedere una valutazione specialistica.

Nota: le informazioni hanno finalità divulgative e non sostituiscono il parere di un professionista. Se hai dubbi o ti ritrovi in diversi segnali descritti, rivolgiti a una clinica specializzata in DCA.

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Psichiatra-ADHD-Gincarlo-Giupponi

Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

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