Ti capita mai, dopo una vacanza, di trovarti la galleria del cellulare stracolma di foto che non riesci a gestire?
Scatti ripetuti, momenti immortalati più volte, screenshot casuali: una vera e propria valanga digitale che può sopraffare chi è ADHD. Questo problema non riguarda semplicemente la capacità organizzativa, ma riflette una più profonda difficoltà cognitiva tipica di chi convive con il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività. In questo articolo esploreremo perché l’accumulo digitale può intensificare i sintomi dell’ADHD, creando sovrastimolazione e disordine mentale, e come la consapevolezza del fenomeno sia fondamentale per sviluppare strategie efficaci.
Accumulo digitale e ADHD
L’accumulo digitale, fenomeno recentemente approfondito dagli psicologi, è particolarmente evidente in chi presenta il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD). L’ADHD, definito dal DSM5 come un disordine neurocomportamentale, è caratterizzato da impulsività, iperattività e deficit nell’attenzione selettiva. Lo studio “Elevated levels of hoarding in ADHD: a special link with inattention” pubblicato dal Journal of Psychiatric Research nel 2021 ha dimostrato che circa il 20% degli individui ADHD manifesta sintomi evidenti di accumulo patologico (hoarding). In particolare, la difficoltà organizzativa tipica dell‘inattenzione è risultata un fattore significativo nel determinare comportamenti di accumulo, tra cui quello digitale.
Le persone ADHD sono spesso accumulatori digitali inconsapevoli, tendendo a conservare grandi quantità di foto, messaggi e file digitali. La difficoltà a eliminare questi contenuti è legata alla paura di perdere informazioni importanti o ricordi preziosi, nonostante molti file possano essere effettivamente inutili o duplicati. Questo comportamento è spesso il risultato di un impulso emotivo immediato, guidato da un senso di urgenza e dalla paura di perdere qualcosa di prezioso. Gli individui ADHD sono particolarmente vulnerabili a comportamenti di accumulo digitale perché tendono a essere facilmente sopraffatti dalle decisioni che implicano eliminare o conservare contenuti.
Inoltre, la gestione della propria vita digitale richiede una capacità organizzativa che spesso risulta compromessa dall’ADHD. La disattenzione e la tendenza all’impulsività possono rendere arduo stabilire e mantenere sistemi di organizzazione efficaci. Questo porta a un accumulo continuo e incontrollato, che contribuisce ulteriormente alla sensazione di disordine mentale e di frustrazione.
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ADHD e correlazione tra disordine mentale e pensieri intrusivi
La correlazione tra accumulo digitale e disordine mentale è evidente nella relazione tra ADHD e pensieri intrusivi. Secondo lo studio precedentemente citato, “Elevated levels of hoarding in ADHD: a special link with inattention”, chi convive con l’ADHD tende a esperire più frequentemente pensieri intrusivi e difficoltà di organizzazione. Questi pensieri intrusivi possono manifestarsi sotto forma di preoccupazioni costanti riguardo alla possibile perdita di informazioni importanti, aumentando l’ansia e il senso di insicurezza.
In particolare, la paura di perdere ricordi significativi può diventare una fonte di ansia persistente, innescando comportamenti di accumulo eccessivi che impediscono una corretta gestione della galleria digitale. Gli individui ADHD possono anche sperimentare una sorta di paralisi decisionale, che rende difficile o impossibile prendere decisioni rapide e chiare su quali foto conservare e quali eliminare.
Questa incapacità di prendere decisioni chiare e definitive porta a un aumento della quantità di contenuti inutili conservati nella galleria, che a sua volta genera un aumento dei pensieri intrusivi, creando un circolo vizioso difficile da interrompere. Questo fenomeno è amplificato anche dalla natura digitale delle informazioni, che rende il contenuto facilmente accumulabile e difficilmente percepibile nella sua reale entità, aumentando ulteriormente il senso di sopraffazione e stress.
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Galleria piena: sovrastimolazione visiva e sintomi ADHD
Una galleria digitale sovraffollata non rappresenta solo un problema pratico, ma si trasforma in una fonte significativa di sovrastimolazione visiva, una condizione particolarmente impattante per chi convive con l’ADHD. Questo accade quando il cervello è esposto a un elevato numero di stimoli visivi contemporaneamente, causandone l’affaticamento, la disattenzione e l’irritabilità.
Le persone ADHD mostrano una sensibilità sensoriale amplificata e spesso manifestano disturbi nel processamento sensoriale, compresa la scarsa capacità di filtrare stimoli irrilevanti o ridondanti. La revisione “Sensory Processing Problems in Children with ADHD, a Systematic Review”, condotta da Ghanizadeh A. e pubblicato su Psychiatry Investigation nel 2011, ha evidenziato che i problemi di processamento sensoriale nei bambini ADHD sono significativamente più frequenti rispetto a coetanei senza diagnosi, indicando una correlazione anche con ansia e comportamento oppositivo.
Inoltre, ricerche neurofisiologiche come “Sensory Over-Responsivity as an Added Dimension in ADHD” pubblicato su Frontiers in Integrative Neuroscience nel 2019, hanno mostrato che i bambini ADHD presentano una maggiore reattività del sistema nervoso autonomo agli stimoli sensoriali, con risposte fisiologiche esagerate all’esposizione iniziale rispetto ai controlli tipici. Ciò suggerisce una predisposizione a una iper-sensibilità visiva e emotiva che può essere innescata dall’eccessivo carico di stimoli visivi in una galleria densa di immagini.
Particolarmente dopo una vacanza, quando la galleria contiene centinaia o migliaia di foto, si crea un vero e proprio sovraccarico emotivo. La persona può sentirsi costantemente sopraffatta dall’incapacità di gestire queste informazioni, con conseguente aumento dell’ansia e della frustrazione legate alla gestione del tempo e all’attenzione dispersa.
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ADHD e la galleria come fonte di sovraccarico sensoriale
Il sovraccarico sensoriale si verifica quando il cervello non riesce a filtrare efficacemente un’eccessiva quantità di informazioni, provocando disagio emotivo, ansia e stress psicologico. Chi convive con ADHD risulta particolarmente vulnerabile a questa condizione, specialmente di fronte a una galleria digitale sovraffollata di immagini.
Secondo l’articolo di Wikipedia “Sovraccarico sensoriale”, circa il 60% delle persone ADHD presenta sintomi di disturbo del processamento sensoriale, inclusa la difficoltà a gestire stimoli visivi intensi o ripetitivi. Questo fenomeno può rapidamente tradursi in ansia acuta, irritabilità e affaticamento mentale. Una galleria digitale disordinata, ricca di immagini simili o superflue, amplifica il rischio di tale sovraccarico. La continua esposizione a queste informazioni visive ridondanti può generare inoltre una sensazione di paralisi decisionale, rendendo difficile la scelta di quali immagini conservare o eliminare, e aumentando ulteriormente il disagio emotivo e il senso di frustrazione quotidiana.

Strategie per svuotare la galleria dopo un’estate di accumulo di foto
Affrontare il sovraccarico digitale può sembrare complicato, ma esistono diverse strategie concrete per migliorare questa situazione:
- Organizza sessioni brevi di eliminazione: Pianifica brevi sessioni giornaliere (circa 10-15 minuti) per eliminare gradualmente foto superflue, riducendo così la sensazione di sopraffazione.
- Crea album specifici e tematici: Raggruppare le foto per eventi, luoghi o persone specifiche aiuta a ridurre il caos visivo e facilita il recupero delle immagini.
- Applica la regola del “meno è meglio”: Stabilire dei criteri chiari per la selezione, come mantenere solo foto di qualità elevata o particolarmente significative, può semplificare la scelta su cosa conservare.
- Utilizza applicazioni automatiche: Sfrutta strumenti tecnologici che eliminano automaticamente doppioni, foto sfocate o screenshot inutili, facilitando la gestione della tua galleria.
Quando la gestione autonoma risulta insufficiente o troppo impegnativa, è consigliabile indirizzarsi verso un percorso di psicoeducazione individuale ADHD. Un intervento personalizzato aiuta ad acquisire strategie specifiche per affrontare non solo l’accumulo digitale, ma anche la correlata difficoltà emotiva e cognitiva, oltre alle altre mille piccole sfide quotidiane.
La psicoeducazione individuale offre strumenti pratici per identificare e gestire le cause che stanno alla base del comportamento di accumulo, migliorare le abilità di decisione e organizzazione e aumentare la consapevolezza delle proprie risposte cognitive ed emotive. Con l’aiuto di un esperto, è possibile trasformare la propria galleria digitale da fonte di stress e ansia a strumento positivo di archiviazione e valorizzazione dei ricordi più significativi.
Se avverti che la gestione della tua galleria digitale ti sovrasta e intensifica i sintomi dell’ADHD, non esitare a cercare supporto professionale. Una gestione consapevole ed efficace dello spazio digitale può portare a un benessere mentale ed emotivo duraturo e migliorare significativamente la qualità della tua vita quotidiana.
Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.
Fonti:
- https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC7612156/
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/40174309/
- https://it.wikipedia.org/wiki/Sovraccarico_sensoriale
- https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC3149116/
- https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC6742721/