Generazione anZia: i social sono il problema?

Tempo di lettura: 4 minuti

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generazione z: ansia e socia network

Jonathan Haidt, psicologo sociale e autore di diversi bestseller, nel suo libro “The Anxious Generation: How the Great Rewiring of Childhood Is Causing an Epidemic of Mental Illness“, sottolinea come la Generazione Z sia cresciuta in un contesto che privilegia un eccessivo senso di protezione psicologica, che ha ridotto la capacità dei giovani di affrontare autonomamente le loro difficoltà. 

A partire da questa lettura vorremmo riflettere sulla generazione Z, comprendendo quali siano i problemi a cui sono sottoposti, le loro preoccupazioni nei confronti del futuro, il legame tra l’ansia e l’uso dei social media. Infine, vorremmo comprendere eventuali effetti collaterali delle piattaforme digitali, fornendo consigli per affrontare i sintomi ansiosi.

Una generazione ansiosa: che difficoltà ha la generazione Z?

Lo studio scientifico “Exploring the Impact of Social Media on Anxiety Among University Students in the United Kingdom: Qualitative Study” (2023) pubblicato su National Library of Medicine, ha evidenziato come il rapido aumento delle piattaforme di social media ha implicazioni significative sulla salute mentale degli utenti, in particolare potrebbe aver comportato un aumento significativo dei disturbi d’ansia tra i giovani della Generazione Z. Un’indagine qualitativa condotta tra studenti universitari nel Regno Unito ha rivelato che l’uso dei social media è strettamente correlato a livelli elevati di ansia. I partecipanti hanno riportato sensazioni di:

  • Stress
  • Comparazione
  • FOMO
  • Procrastinazione

Inoltre, la Generazione Z sembra essere più preoccupata rispetto alle generazioni precedenti nei confronti dell’ignoto, dell’incertezza. Il cambiamento economico e le sfide economiche e sociali attuali portano con sé un senso di impotenza e ansia diffusa. In questo scenario, i giovani tendono a utilizzare i social media non solo per rimanere aggiornati, ma anche come strumenti per trovare rassicurazioni e per confrontarsi con gli altri. Questo comporta una costante ricerca di approvazione e validazione attraverso i like e i commenti, che potrebbe provocare una pressione psicologica che diventa sempre più difficile da gestire.

La generazione Z è la più preoccupata per il futuro: è così?

La Generazione Z è effettivamente più ansiosa riguardo al futuro rispetto alle precedenti. I giovani percepiscono chiaramente un aumento delle difficoltà economiche e sociali rispetto ai loro predecessori, una sensazione che potrebbe alimentare le preoccupazioni per la carriera, le relazioni e la stabilità personale. 

Lo studio “Uncertainty and Anticipation in Anxiety” (2013) pubblicato su National Library of Medicine, evidenzia come l’incertezza riguardo a una minaccia futura potrebbe minacciare la capacità di prepararsi adeguatamente ad essa, contribuendo all’insorgenza di ansia. 

Queste ansie si riflettono perciò nell’uso crescente dei social media, dove si cercano risposte e conforto. Le piattaforme digitali, però, forniscono una visione parziale della realtà, andando a costruire visione distorta, o almeno non completa e realistica, del mondo. I giovani si confrontano costantemente con versioni idealizzate della vita altrui, il che può instillare in loro sentimenti di frustrazione e ansia.

Social network e Generazione anZia

L’uso intenso dei social media è stato identificato come un fattore importante riguardo all’insorgenza e all’aggravamento dell’ansia tra i giovani. L’ esposizione a contenuti irrealistici e ai successi altrui potrebbe generare sentimenti di inadeguatezza e bassa autostima. Lo studio “Media Use Is Linked to Lower Psychological Well-Being: Evidence from Three Datasets” (2019), pubblicato su National Library of Medicine, ha evidenziato come gli utenti intensivi, rispetto agli utenti leggeri, dei media digitali avevano dal 48% al 171% in più di probabilità di essere molto più infelici o addirittura di presentare fattori di rischio per il suicidio, come depressione, ideazione suicidaria o tentativi di suicidio passati.

Anche la dipendenza da smartphone e la paura di perderne le notifiche agevola questo ciclo di stress e ansia. La nomofobia, la paura di rimanere senza il proprio dispositivo mobile, ne è una prova. L’uso continuo di dispositivi mobili e la connessione incessante ai social media amplificano la sensazione di mancanza di controllo sulla propria vita.

Se senti di star vivendo queste difficoltà e di essere pervaso da sensazioni di ansia e stress, ti consigliamo di rivolgerti a uno psicologo per attuare un percorso di terapia adatto alle tue esigenze, al fine di ristabilire un benessere mentale solido.

Vantaggi o svantaggi: Generazione anZia e Social Media

I social media, come accennato, offrono una moltitudine di opportunità, ma allo stesso tempo rivestono un ruolo molto pericoloso. Lo studio “Exploring the Impact of Social Media on Anxiety Among University Students in the United Kingdom: Qualitative Study”, a cui si è accennato precedentemente, evidenzia come la connessione, l’espressione personale, ma anche l’evasione siano un potente beneficio dei social, capaci anche di ridurre l’ansia. Un uso equilibrato dei social media, con scopi educativi o di supporto sociale, potrebbe comportare un benessere psicologico. La connessione con gruppi di supporto, la condivisione di esperienze potrebbe scongiurare la sensazione di isolamento. 

I giovani che trascorrono la maggior parte del loro tempo sui social media, però, hanno maggiori probabilità di sperimentare sensazioni di solitudine, sintomi depressivi e un’autostima più bassa, oltre alla già citata ansia, rispetto a coloro che riducono il loro tempo trascorso online. 

La chiave risiede nell’uso consapevole e moderato delle piattaforme digitali. È essenziale un’educazione digitale, perché i giovani abbiano gli strumenti per comprendere in modo sano e critico i contenuti a cui sono esposti.

generazione ansiosa problemi
generazione ansiosa problemi

Generazione anZia: 4 strategie per aiutare tuo figlio

Perché l’ansia nei giovani venga adeguatamente affrontata, è richiesto un approccio comprensivo e supportivo. È fondamentale:

  1. instaurare un dialogo aperto, ascoltando le preoccupazioni senza giudizio e senza minimizzare le emozioni. 
  2. Incoraggiare attività fisiche e creative che promuovano il benessere, come lo sport, la meditazione, il tempo trascorso all’aria aperta, il disegno o la musica, potrebbe essere vantaggioso per frenare le preoccupazioni quotidiane
  3. Limitare il tempo trascorso sui social media, tramite regole chiare riferite all’uso dei dispositivi elettronici, i momenti di disconnessione e di reale interazione sociale devono essere preservati.
  4. Consultare un professionista della salute mentale, la terapia può aiutare i ragazzi a comprendere le cause sottostanti dei loro timori e a sviluppare strategie per affrontare le situazioni stressanti in modo più sano.

GAM Medical, Istituto Italiano per la cura dell’ansia, offre percorsi di supporto psicologico mirati a riconoscere e affrontare l’ansia e le emozioni a lei legate. Non sottovalutare l’importanza di chiedere aiuto, perché è il primo passo concreto verso una vita sana e felice.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37327030/
  • https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4276319/
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30859387/
  • The Anxious Generation: How the Great Rewiring of Childhood Is Causing an Epidemic of Mental Illness, Jonathan Haidt. 
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