Un aspetto frequentemente riscontrato tra le persone ADHD, così come tra coloro che quotidianamente le circondano, è il disordine.
Potremmo addirittura affermare che lo stesso ADHD è definibile, nel linguaggio scientifico, come un “disordine dello sviluppo neuropsichico”.
Il termine “disordine”, infatti, indica letteralmente una condizione che si pone al di fuori di ciò che è ordinario, comune, o generalmente previsto, una sorta di deviazione rispetto a ciò che consideriamo abituale o “normale”.
Nel caso dell’ADHD, dunque, questo disordine indica una differenza strutturale e funzionale che caratterizza lo sviluppo cerebrale e psicologico di chi lo vive.
Non si tratta però solo di una questione neurologica o di una semplice definizione medica: il disordine che accompagna l’ADHD si riflette concretamente in molteplici aspetti della vita quotidiana.
È possibile, infatti, intendere questa caratteristica in modo ampio, coinvolgendo il disordine mentale, che rende difficile mantenere un filo coerente nei propri pensieri; il disordine nel linguaggio, che può portare a comunicazioni caotiche o frammentarie; il disordine nella gestione del tempo e della costanza, con continue difficoltà a mantenere routine e impegni.
Nello specifico, però, qui ci concentriamo sul disordine fisico, quello più evidente e concreto, osservabile negli ambienti in cui le persone ADHD vivono e si muovono ogni giorno.
La casa di una persona con ADHD può diventare facilmente un vero e proprio disastro, un ambiente in cui l’accumulo, la confusione e il caos sembrano regnare incontrastati.
Oggetti fuori posto, pile di vestiti ammucchiati, documenti sparsi, tavoli sommersi e stanze difficili da mantenere ordinate sono spesso parte integrante della quotidianità di molte persone ADHD.
Questo particolare disordine spaziale può derivare da molte ragioni diverse: alcune strettamente correlate ai sintomi noti dell’ADHD, altre più sorprendenti e difficilmente intuibili da chi osserva dall’esterno.
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Perché le persone ADHD sono Disordinate?
Ci sono diverse ragioni che possono dare una risposta al perché le persone ADHD sono disordinate.
Nello specifico:
- Difficoltà nella gestione delle funzioni esecutive: le persone ADHD spesso incontrano grandi difficoltà nel gestire e organizzare compiti, tempi e priorità, in particolare a causa di deficit nelle cosiddette funzioni esecutive. Queste funzioni regolano l’organizzazione mentale, la pianificazione delle attività e il mantenimento dell’attenzione. Quando risultano compromesse, ciò si riflette inevitabilmente negli ambienti fisici: oggetti fuori posto, pile di documenti non smistati, progetti iniziati e non terminati diventano manifestazioni visibili di un processo mentale frammentato e difficilmente gestibile.
- Problemi di memoria di lavoro: una delle principali sfide per chi vive l’ADHD è la difficoltà nel mantenere e manipolare mentalmente informazioni temporanee. La memoria di lavoro permette di ricordare dove si sono riposti determinati oggetti, di ricordare quali attività sono in corso, o ancora di seguire una sequenza logica e organizzata. Quando questa funzione risulta indebolita, inevitabilmente si perde traccia degli oggetti, creando ambienti fisici disordinati e confusi. Così, la stanza, la scrivania o l’auto finiscono per accumulare oggetti abbandonati, lasciati in luoghi casuali perché dimenticati o persi momentaneamente di vista.
- Scarsa gestione del tempo: le persone ADHD faticano particolarmente a percepire e gestire il tempo in modo efficace. Questo deficit porta frequentemente alla procrastinazione, all’accumulo di compiti arretrati e quindi a un disordine crescente negli spazi fisici. Infatti, quando il tempo sembra sfuggire al controllo, diventa naturale lasciare cose incompiute o non riordinate, creando così ambienti sempre più caotici. Ogni oggetto lasciato fuori posto rappresenta spesso una decisione rimandata, un compito rinviato o un’attività non completata nei tempi previsti.
- Impulsività e iperattività: l’impulsività è uno dei tratti più caratteristici dell’ADHD e porta frequentemente a decisioni affrettate e poco riflettute. In ambito domestico, questo comportamento impulsivo può manifestarsi nella tendenza a lasciare oggetti ovunque, senza riflettere sul luogo più appropriato in cui riporli, oppure a iniziare nuovi compiti senza averne prima terminati altri, generando accumuli caotici. L’iperattività, dal canto suo, contribuisce a questa situazione creando un costante stato di movimento, spostamento di oggetti, o attività continue che non prevedono pause riflessive dedicate alla riorganizzazione dello spazio.
- Disattenzione verso i dettagli: la difficoltà a mantenere l’attenzione focalizzata sui dettagli contribuisce ulteriormente al disordine. Chi vive con l’ADHD tende a trascurare particolari apparentemente banali, come l’importanza di rimettere un oggetto al suo posto dopo averlo usato o la necessità di classificare documenti e materiali in modo sistematico. Questa tendenza alla superficialità apparente nella gestione dei piccoli aspetti quotidiani accumula rapidamente caos negli ambienti, rendendoli disordinati e difficili da riordinare successivamente.
- Scarso interesse per le attività ripetitive e routinarie: le attività di ordine e pulizia richiedono spesso routine e regolarità, elementi difficili da mantenere per una persona ADHD. Questa condizione porta inevitabilmente a trascurare compiti monotoni o poco stimolanti, come la pulizia, l’archiviazione di documenti, il riordino degli spazi. La noia e la scarsa motivazione legate a questi compiti quotidiani fanno sì che vengano continuamente procrastinati o dimenticati, aumentando costantemente il livello di disordine degli ambienti.
- Sovraccarico sensoriale e decisionale: chi vive ADHD è spesso soggetto a un rapido sovraccarico sensoriale, che deriva da troppi stimoli esterni o da un eccessivo affollamento visivo degli spazi. In ambienti disordinati, questo sovraccarico sensoriale si amplifica ulteriormente, generando un circolo vizioso: maggiore è il caos ambientale, maggiore sarà la difficoltà nel prendere decisioni su come gestire lo spazio. Il risultato è una crescente paralisi decisionale, che porta a rimandare ulteriormente il riordino e a peggiorare progressivamente la situazione.
- Comorbilità con la depressione e apatia motivazionale: una ragione significativa per il disordine negli ambienti fisici delle persone ADHD può essere la presenza di comorbilità con altri disturbi, in particolare con la depressione. L’ADHD e la depressione spesso si presentano insieme, creando un circolo vizioso particolarmente invalidante: la depressione porta frequentemente a una diminuzione significativa della motivazione, accompagnata da apatia, senso di fatica costante e perdita d’interesse verso attività quotidiane, anche quelle basilari come pulire e riordinare la casa. Questa mancanza di energia e motivazione porta inevitabilmente all’accumulo di oggetti e al disordine negli spazi abitativi. A sua volta, l’ambiente disordinato può incrementare la sensazione di impotenza e peggiorare ulteriormente i sintomi depressivi, rendendo sempre più difficile affrontare anche semplici compiti di riordino quotidiano.
- Strategia visiva di “tutto a vista” (caos organizzato): paradossalmente, quello che a un osservatore esterno può apparire come caos e disordine assoluto, per molte persone ADHD è in realtà una strategia deliberata e funzionale: avere tutto sempre a vista. Tenere gli oggetti sparsi o “a portata di mano” può infatti essere un metodo efficace per compensare i deficit nella memoria di lavoro e nelle funzioni esecutive. Se un oggetto viene riposto in un cassetto o nascosto alla vista, spesso una persona ADHD dimentica completamente la sua esistenza o la sua posizione. Tenere quindi oggetti e documenti sparsi nello spazio abitativo permette invece di mantenerne il ricordo visivo e di ricordarsi attivamente della loro presenza, evitando dimenticanze frequenti. Questo “caos organizzato”, pur sembrando paradossale, può diventare perciò una strategia adattiva funzionale per chi vive quotidianamente con l’ADHD.
Il disordine nell’ADHD può rappresentare una significativa fonte di disagio, non soltanto per la persona che vive direttamente questa condizione, ma soprattutto per coloro che le stanno vicino, come familiari, conviventi e partner.
L’ambiente caotico, spesso tipico delle persone ADHD, diventa frequentemente motivo di discussioni, malintesi, frustrazione e confusione all’interno delle relazioni personali.
Chi è ADHD non solo soffre il proprio stesso disordine, ma tende anche a rimproverarsi costantemente per questa caratteristica, vivendo talvolta con un senso di colpa persistente e un’autostima compromessa.
Al tempo stesso, è spesso soggetto a critiche, rimproveri o incomprensioni da parte di chi gli sta intorno, amplificando ulteriormente il senso di disagio personale e relazionale.
Se anche tu ti riconosci in questa descrizione, se spesso ti trovi a rimproverare te stesso per il tuo disordine, o se subisci frequentemente le critiche delle persone che ti circondano a causa del caos e della disorganizzazione, non esitare a chiedere supporto.
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