Quando si affronta il tema dell’autismo e delle difficoltà sensoriali, l’attenzione tende a concentrarsi principalmente sui cinque sensi esterni: vista, udito, tatto, olfatto e gusto.
Tuttavia, accanto a questi canali tradizionali, esiste un sistema sensoriale interno altrettanto cruciale per il benessere e l’autoregolazione dell’individuo: la enterocezione.
Questo sistema permette di percepire e decodificare i segnali che provengono dall’interno del corpo, fornendo informazioni fondamentali sullo stato fisiologico, sulla necessità di intervenire con comportamenti adattivi, e contribuendo alla regolazione emotiva e comportamentale.
La enterocezione comprende la capacità di sentire e interpretare correttamente segnali come la fame, la sete, la sazietà, il bisogno di urinare o defecare, il dolore, la stanchezza, la temperatura corporea, il battito cardiaco accelerato, il nodo allo stomaco dovuto ad ansia o stress, e altre manifestazioni somatiche legate alle emozioni.
Nello spettro autistico, la compromissione della enterocezione può assumere forme diverse, che vanno da una percezione attenuata, alterata o frammentaria, fino a una completa disconnessione tra il vissuto corporeo interno e la consapevolezza cosciente.
Questo deficit può portare le persone autistiche a non riconoscere i segnali corporei fino a che non raggiungono un livello estremo di urgenza o disagio, oppure a confondere segnali diversi tra loro (ad esempio confondere la fame con il malessere o con l’ansia).
Possono quindi non rispondere in modo tempestivo o adeguato ai bisogni interni, ritardando l’assunzione di cibo o liquidi, non percependo la necessità di recarsi in bagno, non adattando il proprio abbigliamento in base alla temperatura corporea, o faticando a riconoscere le proprie emozioni quando queste si manifestano attraverso segnali somatici specifici.
Questa difficoltà nella percezione e nella decodifica dei segnali interni può generare una profonda frustrazione e contribuire a stati di disregolazione emotiva e comportamentale, poiché la persona si trova immersa in una serie di sensazioni corporee che risultano difficili da decifrare, gestire e comunicare agli altri.
Comprendere le implicazioni della enterocezione nell’autismo significa quindi non solo arricchire il quadro clinico e educativo della persona, ma anche intervenire in modo più mirato e consapevole sul piano dell’autoregolazione, della gestione emotiva e del supporto ai bisogni quotidiani più elementari ma essenziali.
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Che cosa si Intende per Enterocezione?
L’enterocezione è una funzione sensoriale fondamentale e spesso trascurata, che fa parte dei sistemi di percezione interna del corpo umano.
In modo semplice, possiamo descriverla come la capacità di percepire, interpretare e dare significato ai segnali che provengono dall’interno del nostro corpo.
È una componente centrale del sistema sensoriale umano, alla pari dei cinque sensi esterni comunemente noti (vista, udito, tatto, gusto e olfatto), e partecipa attivamente alla regolazione di molti aspetti della nostra vita quotidiana, della nostra salute fisica, dell’equilibrio emotivo e della capacità di prendere decisioni appropriate in risposta ai bisogni fisiologici interni.
Nel dettaglio, l’enterocezione comprende tutte quelle sensazioni che ci informano sullo stato interno degli organi e dei sistemi fisiologici: ci permette di sentire la fame, la sete, la sazietà, il bisogno di andare in bagno, la stanchezza, la tensione muscolare, il battito cardiaco accelerato, la respirazione affannosa, la temperatura corporea, il dolore viscerale, e persino sensazioni più sottili legate agli stati emotivi, come il nodo allo stomaco durante uno stato di ansia o la pesantezza del petto durante la tristezza.
Si tratta di un sistema complesso e integrato che unisce aspetti fisiologici, neurologici e cognitivi, e che svolge un ruolo cruciale per la sopravvivenza e il benessere globale.
Il sistema enteroceptivo raccoglie informazioni provenienti principalmente dai visceri, dai muscoli, dalla pelle, dai recettori interni dislocati in vari distretti corporei, come il cuore, i polmoni, l’intestino, la vescica, e le elabora attraverso specifiche vie nervose, in particolare il nervo vago e le vie spinali, che trasportano queste informazioni verso aree specifiche del cervello deputate alla loro elaborazione e integrazione.
Il principale centro cerebrale coinvolto nell’elaborazione della enterocezione è l’insula, una regione corticale situata profondamente nel cervello, che agisce come un integratore centrale delle informazioni corporee, sia da un punto di vista percettivo che emotivo e motivazionale.
La funzione primaria dell’enterocezione è quella di mantenere l’omeostasi, ovvero l’equilibrio interno del corpo, assicurando che tutti i bisogni fisiologici di base siano soddisfatti in modo tempestivo ed efficace.
Questo sistema, infatti, segnala al nostro cervello quando è necessario mangiare, bere, riposare, cercare calore o frescura, evitare situazioni pericolose o intervenire su eventuali problemi interni come dolori o malesseri. Senza la enterocezione, non saremmo in grado di riconoscere questi segnali, e quindi saremmo a rischio di trascurare bisogni vitali, esponendoci a condizioni potenzialmente dannose o letali.
L’enterocezione è una funzione sensoriale fondamentale e spesso trascurata, che fa parte dei sistemi di percezione interna del corpo umano. In modo semplice, possiamo descriverla come la capacità di percepire, interpretare e dare significato ai segnali che provengono dall’interno del nostro corpo. È una componente centrale del sistema sensoriale umano, alla pari dei cinque sensi esterni comunemente noti (vista, udito, tatto, gusto e olfatto), e partecipa attivamente alla regolazione di molti aspetti della nostra vita quotidiana, della nostra salute fisica, dell’equilibrio emotivo e della capacità di prendere decisioni appropriate in risposta ai bisogni fisiologici interni.
Nel dettaglio, l’enterocezione comprende tutte quelle sensazioni che ci informano sullo stato interno degli organi e dei sistemi fisiologici: ci permette di sentire la fame, la sete, la sazietà, il bisogno di andare in bagno, la stanchezza, la tensione muscolare, il battito cardiaco accelerato, la respirazione affannosa, la temperatura corporea, il dolore viscerale, e persino sensazioni più sottili legate agli stati emotivi, come il nodo allo stomaco durante uno stato di ansia o la pesantezza del petto durante la tristezza. Si tratta di un sistema complesso e integrato che unisce aspetti fisiologici, neurologici e cognitivi, e che svolge un ruolo cruciale per la sopravvivenza e il benessere globale.
Il sistema enteroceptivo raccoglie informazioni provenienti principalmente dai visceri, dai muscoli, dalla pelle, dai recettori interni dislocati in vari distretti corporei, come il cuore, i polmoni, l’intestino, la vescica, e le elabora attraverso specifiche vie nervose, in particolare il nervo vago e le vie spinali, che trasportano queste informazioni verso aree specifiche del cervello deputate alla loro elaborazione e integrazione. Il principale centro cerebrale coinvolto nell’elaborazione della enterocezione è l’insula, una regione corticale situata profondamente nel cervello, che agisce come un integratore centrale delle informazioni corporee, sia da un punto di vista percettivo che emotivo e motivazionale.
La funzione primaria dell’enterocezione è quella di mantenere l’omeostasi, ovvero l’equilibrio interno del corpo, assicurando che tutti i bisogni fisiologici di base siano soddisfatti in modo tempestivo ed efficace.
Questo sistema, infatti, segnala al nostro cervello quando è necessario mangiare, bere, riposare, cercare calore o frescura, evitare situazioni pericolose o intervenire su eventuali problemi interni come dolori o malesseri.
Senza la enterocezione, non saremmo in grado di riconoscere questi segnali, e quindi saremmo a rischio di trascurare bisogni vitali, esponendoci a condizioni potenzialmente dannose o letali.
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Come si Manifestano le Difficoltà nell’Enterocezione nell’Autismo?
Alcuni esempi che riflettono la difficoltà delle persone autistiche rispetto al loro sistema enterocettivo sono:
- Difficoltà nel riconoscere i segnali di fame e sete: nelle persone autistiche è comune riscontrare difficoltà nell’identificare i segnali corporei legati alla fame e alla sete. L’alterazione della consapevolezza interocettiva, ovvero la capacità di percepire e interpretare correttamente le sensazioni provenienti dal proprio corpo, può portare alla trascuratezza dei bisogni alimentari e idrici. Questo fenomeno si manifesta con il non sentire o non interpretare correttamente segnali come il brontolio dello stomaco, la secchezza delle fauci, la debolezza o la confusione che accompagnano la disidratazione o il digiuno prolungato. Le persone possono quindi saltare pasti, non assumere liquidi a sufficienza o assumere cibo e bevande solo in risposta a segnali esterni (routine, richiami da parte di altri), esponendosi a rischi nutrizionali e di salute fisica correlati.
- Problemi nel percepire la necessità di andare in bagno: un altro aspetto frequentemente alterato è la capacità di percepire e rispondere ai segnali legati alla necessità di evacuazione intestinale o urinaria. Alcuni individui autistici possono non sentire o ignorare segnali come la pressione alla vescica o al retto, o non collegare queste sensazioni all’azione di recarsi in bagno. Questo può comportare episodi di incontinenza, ritenzione urinaria, stipsi cronica o disfunzioni correlate, con possibili implicazioni anche sul piano medico, emotivo e sociale. Le routine rigidamente strutturate, l’ansia associata all’uso di bagni pubblici o a cambi di ambiente, possono amplificare queste difficoltà, accentuando la disconnessione tra segnali interni e comportamenti adeguati di risposta.
- Alterazioni nella percezione della temperatura corporea e della termoregolazione: nelle persone nello spettro autistico è documentata una difficoltà nella percezione e regolazione della temperatura corporea. Possono non accorgersi di avere caldo o freddo, non modificare il loro comportamento in risposta a temperature ambientali estreme e non riconoscere segnali corporei come sudorazione eccessiva, brividi, arrossamento o pallore. Questo può portare a situazioni rischiose, come l’esposizione prolungata al freddo o al caldo senza adottare strategie di protezione (vestirsi adeguatamente, idratarsi, spostarsi in ambienti climatizzati), con rischi di disidratazione, ipotermia, ipertermia o colpi di calore.
- Difficoltà nel riconoscere le emozioni attraverso segnali corporei: un aspetto peculiare delle difficoltà interocettive nell’autismo riguarda il riconoscimento delle emozioni attraverso segnali corporei. Le persone autistiche possono non percepire o non comprendere correttamente segnali fisiologici legati agli stati emotivi, come il battito cardiaco accelerato, la tensione muscolare, il nodo allo stomaco, il respiro affannoso o la nausea legata ad ansia e stress. Questa alterazione può rendere difficoltoso discriminare stati emotivi interni, identificare il momento in cui si sta vivendo ansia, stress, rabbia o tristezza, e quindi attivare strategie di coping o di regolazione emotiva. Spesso, le emozioni vengono riconosciute solo quando raggiungono livelli molto intensi o quando provocano manifestazioni comportamentali visibili, creando un gap tra l’esperienza corporea interna e la consapevolezza emotiva cosciente, con conseguenti difficoltà relazionali, comunicative e comportamentali.
È importante sottolineare che, anche se le difficoltà nella enterocezione fanno parte del profilo neurodivergente di molte persone autistiche, questo non significa che si debba restare passivi di fronte a queste sfide. Al contrario, esistono percorsi di accompagnamento, supporto e allenamento mirato che permettono, nel rispetto delle proprie caratteristiche individuali, di migliorare la consapevolezza corporea, riconoscere più precocemente segnali interni e integrare strategie personalizzate di autoregolazione fisica ed emotiva nella vita quotidiana.
I professionisti della salute mentale del Centro specializzato in Autismo GAM-Medical sono formati per accompagnarti in questi percorsi, con strumenti dedicati alle esigenze delle persone autistiche adulte.
Possono affiancarti nel riconoscere i tuoi segnali corporei specifici, costruire routine su misura, integrare strumenti tecnologici di monitoraggio e lavorare insieme a te per creare strategie concrete, funzionali e sostenibili, che ti aiutino a migliorare la tua qualità di vita, il tuo benessere corporeo ed emotivo e la tua autonomia nella gestione quotidiana di bisogni fisiologici, emozioni e segnali interni.

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