Ti starai chiedendo: come si supera la depressione post-rottura quando si ha l’ADHD?
Le rotture sentimentali sono tra le esperienze più dolorose che possiamo affrontare e, spesso, possono essere percepite quasi come la perdita di una parte di noi stessi. Se a questo si aggiunge il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), la gestione delle emozioni e del dolore causato dalla separazione può risultare ancora più complessa rispetto a quanto lo sarebbe per una persona neurotipica e cadere nella depressione post-rottura può essere più facile di quanto si pensi.
Affrontare una rottura è particolarmente difficile per le persone ADHD, ma esistono strategie efficaci per superarla.
In questo articolo esporremo 7 passi utili per riprendersi dopo una rottura, pensati appositamente per chi convive con l’ADHD.
#1 Riconoscere il dolore e la propria vulnerabilità per affrontare la depressione post-rottura
Riconoscere il dolore che si prova dopo una rottura è fondamentale. Quando una relazione finisce, il dolore che ne deriva può essere profondo e, per le persone ADHD, il processo emotivo di gestione può risultare particolarmente complesso a causa delle difficoltà nell’organizzare i pensieri e nel controllare gli impulsi.
È quindi importante concedersi il tempo di elaborare il dolore: accoglierlo è il primo passo per riprendersi. La ruminazione è un tratto comune nelle persone con Disturbo ADHD e può facilmente evolvere in depressione; per evitarlo, è essenziale sviluppare una maggiore consapevolezza di ciò che si sta vivendo.
Dopo una rottura, può sembrare che il dolore non abbia mai fine, ma è utile ricordare che ognuno attraversa le fasi di recupero in modo diverso.
Con l’ADHD, queste fasi possono essere vissute con maggiore intensità e disordine. Accettare la propria vulnerabilità e non confrontarsi eccessivamente con il modo in cui gli altri gestiscono il dolore è fondamentale per il proprio percorso di guarigione.
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#2 ADHD e depressione post-rottura: evitare decisioni impulsive
Dopo una rottura, la tentazione di entrare in una nuova relazione per distrarsi dal dolore può essere molto forte, specialmente per chi è ADHD. Tuttavia, è importante riflettere prima di fare un passo del genere.
Le persone ADHD tendono a prendere decisioni impulsive, e il rischio è quello di trascinare il dolore e i problemi della relazione passata in una nuova situazione. “Guarire” dalla fine di una relazione richiede tempo e riflessione: iniziare una nuova storia quando non si è ancora realmente pronti non aiuta a superare il dolore. Al contrario, potrebbe peggiorare la situazione e compromettere l’equilibrio emotivo.

#3 ADHD e post-rottura: usare la resilienza per combattere la depressione
Ogni persona possiede una forza interiore, che può aiutare a superare anche le situazioni più difficili. Le persone ADHD, pur affrontando difficoltà uniche, hanno la capacità di essere resilienti.
Per questo, può essere utile focalizzarsi su questa forza e riflettere sulle difficoltà già affrontate in passato. Ricordare le sfide superate può diventare un valido strumento per recuperare la fiducia in se stessi e trovare la motivazione per andare avanti dopo una rottura.
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#4 Affrontare la depressione post-rottura con ADHD: l’importanza dell’Autocompassione
Le persone con Disturbo da Iperattività-Attenzione (ADHD) possono essere particolarmente inclini a non accettare facilmente il dolore, il che può limitare la loro capacità di gestirlo in modo sano e costruttivo. Essere troppo critici con se stessi durante una rottura non aiuta a guarire; abbracciare il dolore è una fase naturale del processo di recupero.
L’autocompassione è uno strumento fondamentale per combattere la depressione post-rottura. Dopo la fine di una relazione, la depressione, soprattutto per chi è ADHD, può alimentare pensieri negativi e autolesionisti. Per questo, è essenziale comprendere se stessi, essere gentili con la propria persona e riconoscere i propri errori senza attribuirsi colpe eccessive.

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#5 ADHD e depressione post-rottura: accettare che il recupero ha bisogno dei suoi tempi
Non esiste un tempo giusto per guarire; ogni persona ha le proprie necessità. Chi è ADHD tende a impiegare più tempo rispetto ad altri per riprendersi da una rottura. Per questo motivo, è importante evitare di paragonare i propri ritmi a quelli degli altri e concedersi il tempo necessario, basandosi esclusivamente sulle proprie esigenze.
Il recupero non avviene in un giorno ed è fondamentale concentrarsi su piccoli passi quotidiani, impegnandosi in attività che rappresentino distrazioni costruttive, come lo sport, gli hobby o la meditazione.

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#6 Affrontare la depressione post-rottura con l’ADHD: Il Supporto di Famiglia e Professionisti
Anche se l’ADHD può portare a una tendenza all’isolamento, è fondamentale cercare supporto nelle persone vicine: amici, familiari e professionisti possono fare una grande differenza nel percorso di recupero.
Se il dolore diventa troppo difficile da gestire da soli, non bisogna avere paura di chiedere aiuto a un professionista.
La terapia cognitivo-comportamentale, eseguita da uno psicoterapeuta specializzato in ADHD, può essere un valido supporto per migliorare la gestione delle emozioni e affrontare i pensieri disfunzionali, tra cui la depressione post-rottura.
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#7 Guardare al futuro con speranza dopo un post-rottura con l’ADHD
Una rottura può sembrare la fine, ma non lo è: la vita va avanti. Anche se durante il recupero si incontrano difficoltà, è importante guardare al futuro con ottimismo.
Bisogna evitare di focalizzarsi troppo sul dolore del presente e, invece, pensare al futuro che ci attende: un futuro pieno di nuove esperienze, ormai lontano da quel dolore che, pur sembrando insuperabile, non lo è.
Superare una rottura con l’ADHD può sembrare un’impresa ardua, sicuramente più complessa rispetto a quanto lo sia per una persona neurotipica. Tuttavia, con il giusto supporto e un po’ di pazienza, è possibile.
Questi sette passi potrebbero aiutare ad affrontare il dolore in modo costruttivo e a ritrovare gradualmente l’equilibrio emotivo.
Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.
Fonti:
- https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC9786723/
- https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC8381237/