Vomito bulimico: è davvero efficace per dimagrire?

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Vomito bulimico: è davvero efficace per dimagrire?

Il vomito fa dimagrire?
È una domanda che, purtroppo, molte persone con disturbi alimentari (DCA) si sono poste almeno una volta.

In particolare, è una domanda che sorge spesso in chi manifesta comportamenti bulimici o vive episodi di abbuffate seguiti da condotte di compenso come il vomito autoindotto.

La bulimia nervosa è un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione caratterizzato da episodi ricorrenti di iperalimentazione incontrollata seguiti da comportamenti compensatori: vomito, uso di lassativi, digiuno o esercizio fisico eccessivo.

Molte persone che soffrono di bulimia riferiscono di aver iniziato a provocarsi il vomito con l’idea, o la speranza, che questo potesse eliminare il cibo ingerito e quindi evitare l’aumento di peso.

In altri casi, il gesto del vomito diventa un tentativo disperato di liberarsi del disagio fisico e psicologico che segue l’abbuffata, più che un vero e proprio metodo per dimagrire.

Ma la domanda di fondo rimane: vomitare fa davvero dimagrire o almeno non ingrassare? È davvero possibile “buttare via tutto” ciò che si è mangiato?

La risposta, come dimostrano diversi studi scientifici, è no. E anzi, il vomito autoindotto ha conseguenze che vanno ben oltre il peso corporeo, coinvolgendo salute fisica, equilibrio elettrolitico e metabolismo.

Il profilo di chi si pone questa domanda: persone bulimiche alla ricerca di risposte

Chi arriva a chiedersi se il vomito faccia dimagrire spesso presenta tratti bulimici o si trova in una fase iniziale del disturbo bulimico.

È una domanda che nasce dal tentativo di “riparare” all’abbuffata: dopo aver mangiato in modo incontrollato, la persona sente di aver “rovinato tutto” e cerca un modo rapido per eliminare le calorie introdotte.

Molti raccontano di aver scoperto “per caso” il vomito autoindotto, altri di averlo appreso da testimonianze online o comunità virtuali dove, purtroppo, vengono condivisi racconti o “trucchi” per riuscirci.

Questi spazi, spesso frequentati da persone in forte sofferenza, alimentano l’illusione che sia possibile controllare il peso attraverso il vomito.

Eppure, l’esperienza diretta di molte persone bulimiche rivela presto una contraddizione evidente: nonostante gli episodi di vomito frequente, il peso corporeo non diminuisce.

Anzi, la maggior parte delle persone con bulimia nervosa tende a rimanere normopeso o lievemente in sovrappeso.

Come mai? Se il cibo viene “buttato fuori”, perché non si perde peso?

Le differenze di peso nei disturbi alimentari

Per comprendere questo apparente paradosso, è utile ricordare che ogni disturbo alimentare ha caratteristiche diverse in termini di peso corporeo medio.

  • Nella anoressia nervosa, le persone tendono a essere sottopeso, spesso con un indice di massa corporea (BMI) inferiore ai limiti di normalità.
  • Nel binge eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata), le persone presentano in genere sovrappeso o obesità, poiché vivono episodi di abbuffate senza condotte di compenso.
  • Nella bulimia nervosa, invece, le persone risultano nella norma o leggermente sopra la norma.

Questo dato, ampiamente documentato dalla letteratura scientifica, è sorprendente per chi crede che vomitare dopo le abbuffate “elimini tutto il cibo ingerito”.

In realtà, la spiegazione è fisiologica e numerica: il vomito non riesce a espellere completamente il contenuto calorico di un pasto o di un’abbuffata.

Il vomito bulimico autoindotto elimina tutte le calorie? Cosa dice la scienza

Uno studio che fornisce dati su questo tema è stato condotto da Walter H. Kaye e colleghi (1993) e pubblicato su Biological Psychiatry, dal titolo “Amount of calories retained after binge eating and vomiting” (consultabile su Europe PMC).
In questo studio, i ricercatori hanno misurato la quantità di calorie realmente eliminate attraverso il vomito autoindotto in un gruppo di donne con bulimia nervosa.

I principali risultati dello studio (Kaye et al., 1993) concludono che:

  • Le partecipanti avevano consumato abbuffate di diversa entità, da circa 1.500 kcal a oltre 3.500 kcal.
  • Dopo aver indotto il vomito, i ricercatori hanno analizzato il contenuto gastrico espulso e calcolato quante calorie erano state effettivamente eliminate.
  • Il risultato: le donne avevano eliminato in media circa 400–600 kcal per episodio, trattenendone però oltre 1.000–1.200 kcal.

Ciò significa che più della metà delle calorie ingerite rimane comunque nell’organismo, anche se il vomito avviene poco dopo l’abbuffata.

Lo studio dimostrò anche che esiste un vero e proprio limite fisiologico alla quantità di cibo che può essere espulso: oltre una certa soglia, parte del contenuto gastrico è già passato nell’intestino tenue, dove l’assorbimento dei nutrienti inizia rapidamente.

Un altro aspetto fondamentale riguarda la fisiologia digestiva.

Dopo un’abbuffata, il cibo solido rimane nello stomaco per un tempo variabile, ma lo svuotamento gastrico inizia già dopo 15–20 minuti, e una parte significativa del contenuto è trasferita nell’intestino tenue entro un’ora.

Il vomito autoindotto, anche se avviene subito dopo aver mangiato, non può quindi eliminare ciò che è già stato parzialmente digerito o assorbito.

Inoltre, alcuni alimenti, come zuccheri semplici o bevande caloriche, vengono assorbiti ancora più rapidamente e questo riduce ulteriormente l’efficacia “compensatoria” del vomito.

Altri studi confermano: il vomito non è una strategia efficace per perdere peso

Un altro studio rilevante, pubblicato su Eating and Weight Disorders dal titolo “Studies on Anorexia, Bulimia and Obesity” (SpringerLink, 2003), ha analizzato il contenuto calorico medio delle abbuffate seguite da vomito in persone con bulimia nervosa.

I dati principali dello studio dicono che:(SpringerLink, 2003)

  • Gli episodi di abbuffata presentavano un apporto calorico medio di circa 1.300 kcal per episodio, ma con una grande variabilità individuale.
  • Anche in presenza di vomito, il bilancio energetico complessivo rimaneva positivo, cioè le calorie ingerite erano superiori a quelle effettivamente eliminate.

Lo studio sottolinea che il vomito non riesce ad annullare l’introito calorico e che il peso corporeo delle persone bulimiche rimane stabile o tende ad aumentare leggermente nel tempo, proprio per via di questo meccanismo inefficace.

Perché il vomito non fa dimagrire?

A questo punto possiamo riassumere le principali ragioni per cui il vomito autoindotto non fa dimagrire, nonostante l’apparenza:

  1. Assorbimento parziale dei nutrienti: una quota significativa delle calorie ingerite viene già assorbita prima del vomito.
  2. Inefficienza meccanica: il vomito non riesce a svuotare completamente lo stomaco, e una parte del cibo rimane all’interno.
  3. Alterazioni metaboliche: l’organismo, sottoposto a frequenti episodi di vomito e digiuno, può ridurre il metabolismo basale, rendendo più difficile il dimagrimento.
  4. Ritenzione idrica e gonfiore: il corpo reagisce agli squilibri elettrolitici e alla disidratazione trattenendo liquidi.
  5. Infiammazione e danni gastrici: il continuo stress del tratto gastrointestinale provoca gonfiore, infiammazione e distensione addominale, che possono far apparire il corpo più “pieno” o gonfio.

Quindi, è chiaro che, almeno secondo quanto raccolto dalla letteratura, il vomito non sembra un metodo efficace per dimagrire, ma una pratica che altera profondamente il funzionamento fisiologico del corpo.

Il peso “nella norma” delle persone bulimiche

Come già accennato, numerosi studi e osservazioni cliniche indicano che le persone con bulimia nervosa si collocano, nella maggior parte dei casi, nel range di normopeso o lievemente in sovrappeso.

Questo dato è coerente con la fisiologia spiegata sopra: nonostante i ripetuti tentativi di compensare le abbuffate, il bilancio calorico medio settimanale resta positivo.

Inoltre, esistono altri fattori che contribuiscono a mantenere o aumentare il peso corporeo nelle persone bulimiche:

  • Ritenzione idrica dovuta agli squilibri elettrolitici e ormonali.
  • Gonfiore addominale legato alle alterazioni del tratto gastrointestinale.
  • Infiammazione cronica causata dallo stress metabolico e dallo sforzo fisico del vomito ripetuto.
  • Variazioni ormonali (cortisolo, insulina) associate a cicli di abbuffata e digiuno.

Il risultato è che, anche in presenza di vomito frequente, il corpo tende a stabilizzarsi su un peso medio, spesso accompagnato da sensazioni di gonfiore e disagio fisico.

Le eccezioni: quando il vomito porta effettivamente a perdita di peso

Come in ogni fenomeno clinico, esistono eccezioni individuali.

Non tutte le persone con bulimia nervosa hanno lo stesso peso, e ci sono casi in cui il vomito frequente e la restrizione calorica possono effettivamente portare a una perdita di peso significativa.

In alcuni casi, il disturbo bulimico presenta tratti misti con l’anoressia nervosa: la persona alterna abbuffate e vomito a lunghi periodi di digiuno o attività fisica estrema. In queste situazioni, il vomito può contribuire, insieme ad altri comportamenti, a un calo ponderale.

Le comunità DCA online: l’illusione del controllo e i consigli alimentari disfunzionali

Un tema delicato ma importante riguarda le comunità online dove persone con disturbi alimentari condividono esperienze, sensazioni e, talvolta, veri e propri “consigli” su come gestire le abbuffate o come “migliorare” il vomito.

In questi spazi, capita che alcune persone affermino di essere dimagrite grazie al vomito autoindotto, alimentando l’illusione che questa pratica sia efficace.
Tuttavia, questi racconti non tengono conto della complessità biologica e psicologica del disturbo bulimico.

Il fatto che alcune persone possano aver perso peso non dimostra che il vomito sia “un metodo per dimagrire”, ma solo che l’organismo può reagire in modi diversi, spesso a costo della salute fisica.

Inoltre, molti di questi racconti mancano di dati oggettivi: il peso può fluttuare a causa della disidratazione, della perdita temporanea di liquidi o di fattori ormonali, dando una falsa percezione di dimagrimento.

Il significato psicologico del vomito nella bulimia: le persone bulimiche vomitano davvero per dimagrire?

Un aspetto fondamentale da comprendere è che, nei quadri di bulimia nervosa, il vomito non sempre nasce con l’intento di dimagrire.

Molto spesso è la reazione immediata all’abbuffata, un tentativo di liberarsi della sensazione fisica e mentale di eccesso, colpa e disgusto.

Durante l’abbuffata, la persona perde la percezione del controllo: mangia rapidamente, in modo compulsivo, fino a sentirsi estremamente piena o dolorante.

Il vomito rappresenta allora una valvola di sfogo, un modo per “ripristinare” un senso di controllo sul corpo e sull’emozione.

Con il tempo, questo gesto diventa automatico e compulsivo, spesso indipendente dal reale obiettivo di perdere peso.
Molte persone con disturbo bulimico riferiscono di non pensare più al dimagrimento durante il vomito, ma solo al bisogno urgente di “espellere” ciò che le fa stare male.

La convinzione che il vomito faccia dimagrire è una illusione pericolosa, sostenuta da meccanismi psicologici di controllo e da una comprensione parziale del corpo umano.

Al contrario, il disturbo bulimico espone a rischi medici e metabolici che rendono improbabile un calo ponderale stabile.
Il corpo, sottoposto a stress ripetuto, reagisce con meccanismi di difesa: trattenendo liquidi, alterando gli ormoni e rallentando il metabolismo.

Bibliografia:

  • Kaye, W. H., Gwirtsman, H. E., Obarzanek, E., George, D. T., Jimerson, D. C., Ebert, M. H., & Weltzin, T. E. (1993). Amount of calories retained after binge eating and vomiting. Biological Psychiatry, 33(9), 700–704. Europe PMC link
  • Eating and Weight Disorders (2003). Nutritional aspects of eating episodes followed by vomiting in bulimia nervosa. SpringerLink.

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Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

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