Una delle curiosità più comuni riguardo l’autismo riguarda il linguaggio e il modo particolare in cui molte persone autistiche si esprimono.
Chi ha avuto l’opportunità di interagire con una persona nello spettro autistico avrà probabilmente notato che il loro modo di parlare può essere diverso da quello a cui siamo abituati.
Queste differenze possono manifestarsi in vari modi: alcuni parlano in modo molto formale o con un tono monotono, mentre altri possono ripetere frasi o parole più volte, o utilizzare un linguaggio molto dettagliato e preciso.
Queste particolarità non sono casuali, ma riflettono le differenze neurobiologiche che caratterizzano l’autismo.
Le persone autistiche, infatti, spesso elaborano e comprendono il linguaggio in modo diverso, prestando attenzione a dettagli che altri potrebbero trascurare.
È importante ricordare che queste differenze non significano una minore capacità comunicativa, ma piuttosto un modo diverso di interagire con il mondo.
Conoscere e comprendere queste particolarità può aiutarci a comunicare meglio e a costruire relazioni più empatiche con le persone autistiche.
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Cosa rende “strano” il modo di parlare degli autistici?
Le persone autistiche possono parlare in modo “strano” o peculiare per una serie di motivi legati alle loro differenze neurobiologiche.
Alcuni dei modi in cui il loro linguaggio può distinguersi sono:
- Ecolalia: L’ecolalia è uno dei fenomeni più affascinanti e frequentemente osservati nel linguaggio delle persone autistiche. Si tratta della ripetizione di parole, frasi o interi discorsi che hanno sentito in precedenza. Questa ripetizione può avvenire immediatamente dopo aver sentito la frase (ecolalia immediata) o molto tempo dopo, anche a distanza di giorni o settimane (ecolalia differita). Per esempio, un bambino autistico potrebbe ripetere continuamente la frase “Vuoi un biscotto?” subito dopo che qualcuno gliel’ha chiesto, anche se non è interessato al biscotto. Questo può sembrare privo di significato per chi lo ascolta, ma per la persona autistica, l’ecolalia può servire a diversi scopi. Può essere un modo per elaborare l’informazione ricevuta, per regolare le proprie emozioni, o anche un tentativo di partecipare alla conversazione, utilizzando il linguaggio che è già familiare e rassicurante. In alcuni casi, le persone autistiche usano frasi che hanno memorizzato da programmi televisivi, film, o canzoni, che vengono ripetute per esprimere sentimenti o idee che potrebbero trovare difficili da articolare con parole proprie.
- Tono di voce monotono o insolito: Un’altra caratteristica distintiva del linguaggio autistico può essere il tono di voce. Alcune persone autistiche parlano con un tono piatto e monotono, che può sembrare privo di emozione o espressione. Questo tipo di parlato può ricordare quello di un robot, senza le inflessioni che normalmente indicherebbero emozioni come felicità, sorpresa o tristezza. Per esempio, una persona autistica potrebbe dire “Sono molto felice” con lo stesso tono neutro con cui potrebbe dire “Sto leggendo un libro”, il che può creare confusione negli ascoltatori. In altri casi, il tono di voce potrebbe essere insolito in altri modi: potrebbe essere molto acuto, basso, o avere un ritmo irregolare. Alcuni potrebbero anche adottare un tono esagerato o “teatrale”, quasi come se stessero recitando una parte in uno spettacolo, con inflessioni che non sembrano naturali nella conversazione quotidiana. Questo modo di parlare può essere dovuto al fatto che alcune persone autistiche trovano difficile modulare il proprio tono di voce in base al contesto, oppure imitano i modelli di linguaggio che hanno osservato in altri, senza sempre comprendere pienamente come e quando usarli.
- Uso letterale del linguaggio: Le persone autistiche tendono spesso a comprendere il linguaggio in modo molto letterale. Questo significa che possono prendere alla lettera espressioni idiomatiche, metafore, e sarcasmo, che per altre persone sono ovvie. Ad esempio, se qualcuno dice “Mi ha dato una mano” per indicare che ha ricevuto aiuto, una persona autistica potrebbe confondersi, immaginando letteralmente una mano data fisicamente. Analogamente, frasi come “È un orso” potrebbero essere interpretate come un’affermazione che qualcuno sia realmente un animale, piuttosto che una metafora per una persona burbera. Questo approccio letterale può rendere difficili certe interazioni sociali, specialmente quando l’interlocutore si aspetta che i propri messaggi impliciti o le battute vengano capiti immediatamente. Le persone autistiche potrebbero chiedere ulteriori spiegazioni o cercare di decifrare ciò che viene detto in modi che possono sembrare insoliti agli altri. Tuttavia, è importante riconoscere che questa precisione nell’uso del linguaggio può anche essere una risorsa, poiché le persone autistiche spesso eccellono in compiti che richiedono attenzione ai dettagli e un’interpretazione accurata delle informazioni.
- Difficoltà con il ritmo e il flusso della conversazione: Partecipare a una conversazione richiede una serie di abilità che includono il rispetto dei turni di parola, l’interpretazione dei segnali sociali e la capacità di adattarsi al flusso del dialogo. Per molte persone autistiche, queste competenze possono rappresentare una sfida. Potrebbero avere difficoltà a capire quando è il loro turno di parlare o potrebbero interrompere gli altri senza rendersene conto. Questo può essere dovuto a una mancanza di consapevolezza dei segnali non verbali, come i movimenti del corpo o le espressioni facciali, che indicano quando qualcuno ha finito di parlare o sta per iniziare. Inoltre, potrebbero parlare a lungo su un argomento che trovano interessante, senza rendersi conto che l’interlocutore potrebbe non condividere lo stesso livello di interesse. Questa difficoltà nel regolare il flusso della conversazione può far sì che gli altri li percepiscano come invadenti o poco sensibili, anche se in realtà stanno semplicemente lottando per navigare in dinamiche sociali complesse. Al contrario, potrebbero fare lunghe pause prima di rispondere, il che può far sembrare la conversazione spezzata o disconnessa. Questo potrebbe essere dovuto alla necessità di elaborare le informazioni ricevute prima di formulare una risposta adeguata.
- Uso di un linguaggio molto formale o arcaico: Alcune persone autistiche possono utilizzare un linguaggio che suona eccessivamente formale o addirittura antiquato per i contesti quotidiani. Ad esempio, potrebbero salutare dicendo “Buongiorno a voi, signore e signori”, anche in situazioni informali, dove la maggior parte delle persone direbbe semplicemente “Ciao”. Questo tipo di linguaggio può derivare da un’educazione rigorosa, dall’esposizione a testi classici, o dall’interesse per certe epoche storiche. In altri casi, può riflettere una tendenza a seguire le regole grammaticali in modo molto stretto, senza adattare il linguaggio al contesto sociale. Per esempio, potrebbero usare termini desueti come “gentile” o “cortese” in situazioni in cui la maggior parte delle persone userebbe parole più moderne. Questo tipo di linguaggio può far sembrare la persona “fuori dal tempo” o distante, ma per loro, può rappresentare un modo sicuro e strutturato di comunicare, che riduce l’ambiguità e l’incertezza.
- Voce robotica o “stereotipata”: Un’altra caratteristica che può essere presente nel linguaggio delle persone autistiche è l’uso di una voce che suona robotica, meccanica, o “stereotipata”, come se stessero recitando una parte. Questa voce può mancare di inflessioni naturali o variare poco in tono ed espressività, facendo sembrare la persona priva di emozioni o distaccata. Questo fenomeno può essere dovuto a diversi fattori, tra cui difficoltà nel modulare la voce o nel riconoscere come le inflessioni vocali trasmettono significati emotivi. Alcuni autistici possono anche imitare voci o stili di parlare che hanno sentito in cartoni animati, film, o videogiochi, utilizzando questi modelli come base per la loro comunicazione. Ad esempio, potrebbero parlare con un tono eccessivamente drammatico, come un personaggio dei cartoni animati, o riprodurre una voce metallica simile a quella di un robot, specialmente in situazioni di stress o quando non sono sicuri di come esprimersi. Questo può essere una forma di comfort o una strategia per mascherare l’incertezza, ma può far sembrare la loro comunicazione innaturale o “strana” agli altri. È importante notare che, sebbene questo modo di parlare possa sembrare insolito, riflette un tentativo di adattarsi e di comunicare in un mondo che può spesso apparire confuso e imprevedibile per le persone autistiche.
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Perché le Persone Autistiche Parlano in Maniera Diversa?
Le persone autistiche possono parlare in modo che appare “strano” o diverso a causa delle particolarità neurobiologiche che caratterizzano l’autismo.
Queste differenze influenzano il modo in cui elaborano, comprendono e utilizzano il linguaggio.
Alcune delle ragioni principali sono:
- Differenze nella percezione e nell’elaborazione delle informazioni: Le persone autistiche spesso percepiscono e processano le informazioni in modo diverso rispetto alle persone neurotipiche. Questo include il linguaggio. Alcuni autistici possono concentrarsi su dettagli che gli altri potrebbero non notare, come la struttura grammaticale o la sonorità delle parole, piuttosto che sul significato complessivo o sul contesto sociale di una conversazione. Questo può portare a un uso del linguaggio che sembra rigido o formale, o a una difficoltà nel cogliere sfumature come il sarcasmo o le espressioni idiomatiche.
- Interpretazione letterale del linguaggio: Molte persone autistiche tendono a interpretare il linguaggio in modo molto letterale. Questo significa che possono prendere alla lettera espressioni figurative, battute o metafore, il che può portare a risposte o comportamenti che sembrano inusuali o fuori luogo. Questa tendenza è legata al modo in cui il cervello autistico elabora il linguaggio, spesso focalizzandosi sul significato diretto delle parole piuttosto che sul contesto o sulle intenzioni sottostanti.
- Difficoltà nella modulazione del tono e del ritmo: Alcune persone autistiche possono avere difficoltà a modulare il tono della voce o a gestire il ritmo della conversazione in modo simile alle persone neurotipiche. Questo può risultare in un tono di voce monotono, robotico o, al contrario, eccessivamente drammatico. Queste particolarità possono derivare da differenze nell’elaborazione sensoriale o da difficoltà nell’interpretare segnali sociali non verbali, come le espressioni facciali o i gesti.
Pertanto, il modo “strano” di parlare delle persone autistiche è il risultato di una combinazione di fattori neurobiologici, sensoriali e cognitivi che influenzano la loro percezione e il loro uso del linguaggio.
Queste differenze non sono necessariamente indicatori di un deficit, ma riflettono un diverso modo di pensare e interagire con il mondo.
Capire e rispettare queste differenze è essenziale per una comunicazione efficace e inclusiva.
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