Lettura e ADHD: quali difficoltà e quali strategie?

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Lettura e ADHD quali difficoltà e quali strategie

Molte persone ADHD si trovano ad affrontare una difficoltà spesso sottovalutata: la lettura.

Leggere, infatti, non è un’attività neutra o semplice, ma richiede una serie di abilità cognitive e di processi mentali che possono entrare in contrasto con alcune caratteristiche tipiche dell’ADHD.

Questo rende l’esperienza della lettura non sempre naturale, fluida o immediata per chi ha una diagnosi di ADHD.

Nelle persone ADHD, molto spesso, esiste un forte desiderio di leggere, oppure una necessità concreta legata allo studio, al lavoro o alla crescita personale.

Tuttavia, riuscire a conciliare questa attività con i sintomi dell’ADHD può trasformarsi in una sfida quotidiana.

La concentrazione richiesta, i tempi lunghi e la costanza necessaria per portare avanti un testo possono entrare in conflitto con le modalità di funzionamento tipiche dell’ADHD, facendo percepire la lettura come qualcosa di difficile da sostenere.

Eppure, leggere rimane una competenza fondamentale, non solo per la formazione e il lavoro, ma anche come strumento di piacere e arricchimento personale.

Per questo motivo, molte persone ADHD si trovano in bilico tra il desiderio di leggere e la difficoltà concreta nel riuscirci.

È una condizione che può generare frustrazione e senso di inadeguatezza, ma che merita di essere compresa a fondo, senza giudizio e con maggiore consapevolezza.

Nelle prossime righe vedremo più da vicino perché la lettura può essere difficoltosa per una persona ADHD e, soprattutto, quali strategie o alternative alla lettura possono aiutare ad affrontare meglio queste sfide, rendendo l’esperienza più accessibile, sostenibile e, in alcuni casi, persino piacevole.

Perché leggere è difficile per chi è ADHD?

Quando parliamo delle difficoltà che una persona ADHD può incontrare con la lettura, è importante sottolineare che non si tratta di una regola assoluta.

L’ADHD si manifesta in modi diversi da individuo a individuo, e non tutte le persone vivono la stessa esperienza.

Alcuni, ad esempio, possono sperimentare momenti di iperfocus proprio durante la lettura, trovando nei libri o nei testi un mondo in cui immergersi totalmente e con grande intensità.

Per altri la lettura è molto faticosa e questo perché l’attività di leggere ha alcune caratteristiche che possono entrare in conflitto con i sintomi tipici dell’ADHD, tra cui:

  1. Richiede tempi lunghi e continuità: la lettura è un processo che spesso non si esaurisce in pochi secondi, ma richiede costanza e impegno prolungato, cosa che può andare in contrasto con la difficoltà a mantenere l’attenzione tipica dell’ADHD.
  2. Richiede concentrazione sostenuta: leggere implica restare focalizzati su un flusso di informazioni lineari, senza interruzioni, aspetto che può risultare complesso per chi è facilmente distratto da stimoli esterni o interni.
  3. È un’attività solitaria e poco stimolante dal punto di vista sensoriale: a differenza di altre attività più dinamiche, la lettura è visiva e silenziosa, e questo può renderla meno coinvolgente per chi cerca stimoli costanti.
  4. Richiede memoria di lavoro attiva: per seguire un testo bisogna ricordare ciò che si è letto poche righe prima e collegarlo a ciò che si sta leggendo in quel momento. Questo può entrare in conflitto con la difficoltà di gestione della memoria di lavoro tipica di molte persone ADHD.
  5. Si sviluppa in un ritmo lineare: la lettura segue un ordine preciso, pagina dopo pagina, riga dopo riga, senza grandi possibilità di movimento. Questo può risultare difficile per chi vive una certa irrequietezza cognitiva e fisica.

Questi aspetti, presi singolarmente, possono sembrare semplici ostacoli da superare, ma per una persona ADHD possono sommarsi e rendere l’esperienza della lettura impegnativa, faticosa o scoraggiante.

Al tempo stesso, come detto, esistono persone ADHD che trovano nei libri un porto sicuro, capace di catturare tutta la loro attenzione grazie all’iperfocus.

Quali strategie si possono usare, da ADHD, per riuscire a leggere?

Diverse sono le strategie che per rendere la lettura più accessibile alle persone ADHD.

Alcune di queste ci vengono in mente dall’esperienza della pratica clinica dei nostri professionisti della salute mentale, specializzati in ADHD, altri li abbiamo raccolti dalle testimonianze di chi le ha provate.

Nello specifico:

  • Leggere ad alta voce: leggere non solo con gli occhi ma anche con la voce può rendere l’attività più coinvolgente e meno monotona. Il fatto di ascoltare le parole, oltre che vederle, aiuta a mantenere più a lungo la concentrazione e a ridurre le distrazioni. Inoltre, leggere ad alta voce costringe a rallentare il ritmo, favorendo una maggiore comprensione del testo e riducendo la possibilità che la mente “scappi” altrove. Questa strategia può sembrare banale, ma per molte persone ADHD rappresenta un aiuto concreto per trasformare la lettura in un’attività più attiva e meno passiva.
  • Leggere per pochi minuti più volte al giorno: porsi l’obiettivo di leggere a lungo e senza pause può diventare frustrante se si fatica a mantenere l’attenzione per tempi estesi. Un’alternativa è frammentare la lettura in sessioni molto brevi, ad esempio di 5 o 10 minuti, ripetute più volte nel corso della giornata. In questo modo si riduce lo sforzo cognitivo richiesto e si allena la mente a tornare con più facilità al testo. Questa tecnica è utile soprattutto se si legge per dovere (studio o lavoro), ma funziona anche per chi vuole accrescere la propria cultura personale senza cadere nella trappola delle aspettative irrealistiche.
  • Gamificare la lettura: trasformare la lettura in un gioco può renderla più motivante e meno pesante. Per esempio, ci si può dare delle piccole ricompense dopo aver completato un certo numero di pagine o un capitolo, oppure si possono stabilire dei “livelli” da superare come se si trattasse di una sfida personale. Questo approccio è particolarmente efficace per chi è ADHD perché introduce stimoli e gratificazioni immediate, che spesso mancano nella lettura tradizionale. La gamificazione della lettura funziona sia nello studio universitario che nella lettura per piacere, proprio come avviene per la gamificazione dell’apprendimento in generale, alla quale abbiamo dedicato un intero aarticolo nel nostro blog di psicologia (dai un’occhiata al nostro articolo “Gamification dell’Apprendimento per gli Studenti ADHD“).
  • Creare un contesto favorevole: spesso la difficoltà non è solo nel testo, ma nell’ambiente in cui si legge. Eliminare distrazioni esterne (telefono, notifiche, rumori), scegliere un luogo tranquillo e confortevole, e stabilire un rituale di lettura (ad esempio sempre alla stessa ora o con una bevanda preferita accanto) possono aiutare a trasformare la lettura in un’abitudine più sostenibile. Anche piccoli accorgimenti come sedersi in una posizione comoda o scegliere un ambiente ben illuminato possono fare la differenza.
  • Scegliere testi adatti e motivanti: forzarsi a leggere un libro o un articolo che non interessa davvero può risultare impossibile per chi è ADHD. Per rendere l’esperienza più piacevole e meno pesante, è importante iniziare con testi che suscitano curiosità e motivazione intrinseca. Partire da letture più semplici, brevi o legate a passioni personali aiuta a costruire un rapporto positivo con la lettura e a ridurre il senso di obbligo. Una volta allenata la mente con contenuti piacevoli, sarà più facile affrontare testi più complessi o richiesti da studio e lavoro.
  • Sfruttare il movimento e la varietà: per alcune persone ADHD, restare fermi a leggere è la parte più difficile. In questi casi, può essere utile associare la lettura al movimento, ad esempio leggere camminando lentamente in una stanza o su una cyclette, oppure alternare momenti di lettura seduta con piccole pause di stretching o attività fisica. Anche variare formato (ebook, libro cartaceo) o modalità di lettura (brevi articoli, fumetti, saggi, romanzi) può aiutare a mantenere più vivo l’interesse.

Lettura vs audiolibri per l’ADHD

Quando si parla di strategie alternative alla lettura per le persone ADHD, uno dei primi pensieri va agli audiolibri.

Applicazioni come Audible o simili sembrano offrire la soluzione ideale: se leggere è faticoso, ascoltare potrebbe sembrare più semplice e immediato. In effetti, gli audiolibri hanno delle caratteristiche che li rendono particolarmente accattivanti per chi è ADHD.

Per esempio:

  • non richiedono di mantenere lo sguardo fisso su un testo scritto, riducendo lo sforzo visivo;
  • permettono di “leggere” mentre si fa altro, come camminare, cucinare o fare attività quotidiane;
  • hanno un ritmo spesso scandito dalla voce del narratore, che può rendere più coinvolgente la fruizione del contenuto.

Tuttavia, non sempre l’audiolibro rappresenta la soluzione definitiva. Le stesse caratteristiche che lo rendono più accessibile possono trasformarsi in nuove difficoltà.

Proprio perché gli occhi e il corpo sono liberi, aumenta la possibilità di distrarsi: lo sguardo può vagare, le mani possono impegnarsi in altre attività e la mente può facilmente perdersi tra pensieri o stimoli esterni.

Mentre nella lettura su carta o su schermo è necessario mantenere un coinvolgimento attivo di più sensi (vista, tatto, e in parte anche udito se si legge ad alta voce), con l’audiolibro il canale principale rimane l’udito, che da solo non sempre basta a trattenere l’attenzione.

In altre parole, gli audiolibri possono essere un valido supporto per le persone ADHD, ma non vanno considerati automaticamente come una scorciatoia risolutiva.

Per alcuni risultano liberatori e pratici, per altri rischiano di amplificare la tendenza a distrarsi.

La chiave, ancora una volta, è sperimentare e capire quale modalità funziona meglio per le proprie esigenze personali.

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